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lunedì, 09/06/2003

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La vita dopo Douglas Coupland
Sull’ultimo numero di Pulp -di cui parlavo qualche tempo fa– c’è anche una bella monografia di 4 pagine su Douglas Coupland. Uno dei miei scrittori preferiti, se foste stati distratti gli ultimi 6 mesi.
L’articolo, scritto da Claudia Bonadonna, ripercorre tutta la sua produzione, a cominciare da Generazione X, il suo esordio, datato 1992.
Coupland è motlo bravo nel dipingere questo tableau vivant dell’apatia di una generazione di "profughi della Storia". Una generazione che ha fatto della confusione e della pigrizia il proprio credo, che ha introiettato la rabbia dei padri trasfrmando la rivoluzione in un cinico ideale interiore, che sguiscia veloce attraverso concetti e catalogazioni, e che resiste passivamente.
Il libro seguente è Shampoo Planet (1994, tradotto furbescamente da noi col titolo di Generazione Shampoo), definito un modo molto ben strutturato per raschiare il fondo del barile e gettare in faccia agli insaziabili reporter di trend giovanili gli avanzi scaduti del sistema. Un libro effettivamente minore, di cui però si nota il nucleo: La magnifica utopia della guerra civile dei padri (durante i mitologici anni ’60) trasformata in distopia dai figli, nel mondo esploso e cinico del presente. (…) Ma la reazione non è violenta. Al contrario è un lasciarsi ribollire con freddezza e spavalderia, è un ridersi addosso con spleen superiore, è un raccontarsi con leggerezza graffiante e pop.
L’unico passo falso dell’articolo è probabilmente il modo in cui viene trattato La vita dopo Dio (1996), forse il libro di Coupland che a tutt’oggi preferisco. Un libro di un’intensità e illuminazione tale che definirlo una riposante parentesi verso un ordine maggiore delle cose sembra davvero un crimine. Prima o poi mi metterò giù, e scriverò un post per spiegarvi il valore di quel libro.
Microservi (1996), altro capolavoro del nostro, è uno di quei libri di cui un blogger che si rispetti non può fare a meno: è infatti scritto in forma di diario minimo -più o meno come un blog- e parla di un gruppo di amici e colleghi che lavorano alla Microsoft. E’ un libro di una ricchezza impressionante, pieno di osservazioni semplici e geniali sul mondo e sulla vita, e la sua intelligenza continua a stupirmi. Rispetto ai libri precedenti, Microservi ha il sapore di una gioiosa metafora di apertura alla vita, di un ottimismo giocattoloso e vagamente sentimentale che prende teneramente in giro certe inclinazioni narcolettiche. Dan e i suoi compagni sono nerd, è vero, eterni bambini aggrovigliati in un reticolo di chip e byte, spasmi d’amore e problemi d’interfaccia con il mondo reale, eppure escono e vivono. Rischio di essere retorico, ma è un libro che mi ha davvero insegnato qualcosa.
Una raccolta di saggi, articoli e racconti sparsi, eppure decisamente organica: Memoria Polaroid (1997) è il ritratto dello spaesamento per un’epoca che ha consumato in fretta i suoi miti e perso ogni senso storico d’appartenenza. Per un mondo che vive sui ricordi effimeri delle istantanee e delle cartoline, che ripiega sulla memoria a breve termine, come la RAM di un computer.
Gli ultimi 3 libri di Coupland vengono liquidati, forse inevitabilmente, abbastanza in fretta. A parte il più ambizioso Fidanzata in coma (1998) –che fiorisce, a cominciare dal titolo, di citazioni tratte dal repertorio degli Smiths, mentre il resto della storia trascolora in un bizzarro (diciamo pure, per l’ennesima volta, postmoderno) e calibrato cocktail di fantascienza, favola, tragedia e commediaMiss Wyoming (2001) e il recente La Sacra Famiglia (2003) sono piccoli capolavori di plateale divertissment e di commistione spiazzante di generi, che regalano piacevoli ore di lettura ed una narrazione sagace ed acuta ma meno originale che in passato.
Un gran bell’articolo, per un autore che tra qualche decennio comparirà senza dubbio sui libri di letteratura. Consigliatissimi a tutti; sia Coupland ed i suoi libri che questa notevole monografia.

lunedì, 09/06/2003

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Nothing
Qualcosa mi dice che non dovrei essere qui a suonare Pissing in the wind di Badly Drawn Boy a quest’ora. Qualcosa mi dice che dovrei essere già a dormire da un po’, chè domani mi devo svegliare presto, e non solo. Ma, lasciatemelo cantare un’altra volta: So give me something, I’ll take nothing

lunedì, 09/06/2003

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A perfect mess
Non è stata la prima volta che l’ho vista. Ma, in un senso importante, è stata la prima volta che l’ho vista davvero. Scalza, con una t-shirt bianca più grande di due taglie, spettinata e struccata, batteva furiosamente sui tasti del portatile maledicendo le sue capacità informatiche. Fumava, ma non smetteva di parlare e di scrivere. Ero ipnotizzato.
E ora, ora è un bel casino.


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domenica, 08/06/2003

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Rolling on the floor laughing
Andate qui e ascoltate l’mp3. Sto ridendo da 10 minuti.
Qui siamo tutti presente innanzi a tutt’a questo locale io vingrazio gli sposi e mio cognati che effettivamenti ci ha portati in questo locale che ha dato l’onore affettivamente al più ampie respiro che noi possiamo tutti testimoniare che veramente questo localo nunn’è ullllocalo come tutt gli altri raccontano meèllocale veramento severamente giusto che, affettivamente ci ha trattato, come verament come figlio dell’ingenito figlio…Vabbuon’?
(grazie all’A.nonimo) 



domenica, 08/06/2003

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A cosa serve un fotoblog
Non vi preoccupate, non ne ho uno nè ho intenzione di aprirne. E’ solo che, recentemente, mi sono ritrovato a fare una navigazione estensiva alla ricerca di immagini belle -e sufficientemente grandi- da usare nella copertina di un paio di nastroni cd (tra cui anche il nastrone estivo di cui parlavo qui; avrete presto sue notizie) e, dopo varie visite inconcludenti, ho ricevuto notevole soddisfazione dai fotoblog. Tante foto, qualità medio-alta, nessun tema preciso ma grande varietà di soggetti. Unico neo: foto un po’ piccole (questione di spazio web, suppongo).
Ora ne ho una bella scorta. Nastroni più colorati, quest’anno.


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sabato, 07/06/2003

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Ancor più tridimensionale
«Credo che non parlerò per il resto della serata»: questa la prima cosa che mi è venuta in mente mentre le note deflagranti di Group four si spegnevano, e l’Arena veniva travolta dagli applausi. Il concerto dei Massive Attack di giovedì sera è stata un’esperienza magistrale; di più: madornale.
Già la musica del collettivo di Bristol è evocativa e scenografica da sola, nella sua complessità stratificata di rime e beat; se però i significati e le atmosfere vengono sottolineati ed enfatizzati da un megaschermo che proietta ora inquietanti scritte matrixiane, ora dati numerici su inquinamento, popolazione terrestre, consumo energetico ed armamenti -in una deriva infinita di rimandi e cortocircuiti della società dell’informazione- il concerto comincia a diventare un’esperienza. Nel setting dell’Arena di Verona, poi, il tutto diventa ancor più tridimensionale.
E’ stato un concerto fatto più di momenti che di canzoni: l’attacco del basso di Angel, il violino errabondo alla fine di Butterfly Caught, gli arabeschi di chitarra disegnati su Karmacoma, gli acuti di Mr. Horace Andy in Hymn of the Big Wheel. E poi il campione di chitarra -qui suonato- di Antistar, il beat sincopato di Inertia Creeps, il serrato giro di basso di Safe from Harm, l’apertura melodica di Unfinished Sympathy (la canzone preferita dei blogger, come si diceva qui
), con Debbie Miller a fare da maestra di cerimonie. E su tutti lui, Robert Del Naja, una figura in controluce che lambisce le note e le riempie di significato.
E non importa se la poco significativa vocina di Dot Allison -anche opening act- nulla può al confronto di quelle di Sinead O’Connor e di Liz Frazier che si sentono sui dischi, se il volume non era certo ai livelli auspicabili per musica così viscerale e se ogni canzone non era mai perfetta (come fa ad essere perfetta musica così sfaccettata? Come fanno ad essere perfette contemporaneamente TUTTE le facce? Impossibile): un concerto che ti lascia senza parole è già abbastanza. A proposito di parole, ne ho già usate fin troppe.




venerdì, 06/06/2003

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Diritto alla fuffa
L’ho scoperto per caso: Contaminato ha lanciato il Fuffa Aggregator (qui le istruzioni), che, a quanto ho capito, vuol essere il fratello minore -rigorosamente amatoriale e fuffarolo- del Blog Aggregator di 3G Granieri. Come se nel BA si parlasse solo di cose serie… :)
Venite pure, c’è fuffa per tutti.


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venerdì, 06/06/2003

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Compleanno
Oggi Inkiostro compie 6 mesi. Eppure sembra una vita da quando scrivevo:
Non so che direzione prenderò. Non sono in grado di mantenere un blog pieno di link e notizie – per motivi di tempo, più che altro, e per l’ostinazione nel tentare di avere una vita offline- ma non voglio ricadere nel diario, perché credo che non interesserebbe a nessuno leggerlo, né del resto a me scriverlo. Un giorno dopo l’altro, la direzione verrà da sé.
If you don’t know where you are going, all roads lead there.

Eh sì, era una vita fa.
Update: eppure in matematica ero molto bravo…i mesi passati sono 5, non 6…che vergogna… :-|





venerdì, 06/06/2003

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From The Bad Seeds to the Evil Empire
Fino a qualche anno fa Nick Cave non se lo sarebbe mai immaginato. E non se lo sarebbero immaginati neanche i suoi fan. A parte gli anni della gioventù -quelli del punk, del post-punk, dell’eroina, degli arresti, degli sputi sul pubblico, delle comunità di recupero- il cantautore australiano è comunque rimasto un personaggio sui generis, di quelli anticonformisti anche a quarant’anni, che, anche se ora hanno moglie e prole, un ufficio, scrivono prefazioni al Vangelo e salgono sul palco in giacca e camicia, si fanno accompagnare da un gruppo chiamato I Semi del male, e non si sottomettono alle regole; semmai ne dettano di nuove. Non un Vasco qualsiasi, semmai un De Andrè, o un Battiato, per capirsi.
Finora, però. Perchè, dopo una carriera luminosa, con giusto qualche passo falso ogni tanto perchè nessuno è perfetto, Nick Cave si dev’essere stufano di essere uno alternativo. O, probabilmente, non gliene frega più nulla. E così, senza colpo ferire, si fa sponsorizzare un concerto da 2 delle più grandi mega-corporazioni del mondo, non cattive come la Nestlè o la Philip Morris, ma certamente responsabili di un sacco di brutte cose (tra le quali, ricordiamo, la diffusione del morbo Chihuahua). E, in definitiva, per nulla simpatiche.
Nick Cave & The Bad Seeds parteciperanno alla data bolognese del festival Coca Cola live@Mtv, il 5 Luglio al Made in Bo. I loro fan, per poter vedere il concerto, saranno costretti ad acquistare bottiglie e lattine della bevanda sturalavandini più venduta al mondo, sperando di essere estratti. Si tratta, infatti, dell’unico modo per partecipare al concerto.
Probabilmente Nick Cave neanche lo saprà. E, se qualcuno glielo dicesse, non gliene fregherebbe nulla. I semi del male sono germogliati.




giovedì, 05/06/2003

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Come un mantra
Non me li immagino, i Massive Attack all’Arena di Verona. Non mi immagino i loro bassi riempire l’anfiteatro, la voce suadente di 3D che cantilena YouSureYouWantToBeWithMeI’veNothingToGive, i beat precisi e perfetti e il sound tetradimensionale. Non riesco ad immaginare la loro musica -che mi godo al meglio nella mia camera, di notte- mentre scivola sulle gradinate e si perde nel cielo di Verona. Non riesco ad immaginarmelo, e, per questo, domani sera -anzi, stasera, vista l’ora- vado a vedere di persona. Fatemi un saluto, se mi vedete. Sarò quello che, in un angolo, mormora come un mantra Inertia Creeps/Movin’up slowly

giovedì, 05/06/2003

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Referrer’s blues – Edizione Flash
Questo mese Referrer’s Blues andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali (vi ricordate il vecchio adagio di Luttazzi?). Uno sguardo veloce alle key word di ricerca più assurde grazie a cui siete arrivati qui.
vedo (io rilancio)
legolas blog (lascia perdere, è scritto in elfico)
conquistare una ragazza (vuoi consigli da me? Lasciamo stare, non è periodo. Piuttosto, se hai qualche consiglio tu..)
musica di vivin c (vinci vinci con vivin c)
pop up per bambini sulla pace (e dialer umanitari, magari)
– siti barbie in america (Barbie ha un sito web? Come cambiano i tempi…)
flora (batterica? e fauna? il riso? specifica!)
2003 chihuahua compilation (aarghhhh!!)
billy corgan splinder (ha un blog anche lui?)
borges autore incessante (è una gran bella definizione)
canzone pubblicità assorbenti spagnolo tu (meraviglioso)
concerto tette (qui c’è qualcuno appassionato di roba strana)
cose strambe (ecco, appunto)
definizione paraculo (guardati allo specchio..ehm, non ho resistito..)
Guia Soncini Bologna (Viene? Quando?)
Le canzone che ha cantato Leonardo (quel Leonardo? Canta pure?)
mettere ordine (non certo cercandolo online)
ricette irachene (sai qualche ristorante è rimasto in piedi..)
come disinfestare le formiche (si disinfesta una stanza o una casa, non le formiche. Quelle si uccidono)
commenti: essere coerente con se stesso (qui qualcuno ha problemi di schizofrenia)





















mercoledì, 04/06/2003

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Siccome sono un provinciale
Nel giro di 24 ore sono stato linkato da ManteBlog, Luca Sofri e dal box il post consigliato nella home page di Splinder.
Attenzione, potrei montarmi la testa.


mercoledì, 04/06/2003

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PJ harvey + White Stripes = The Kills
Da qualche giorno sul lettore sta girando Keep on your mean side, primo cd dei The Kills
I The Kills sono un duo, un uomo e una donna, e suonano blues sporco con attitudine punk quel tanto che ci vuole. Vi ricordano qualcuno? Esatto: i White Stripes. Una coincidenza che escano proprio ora? Forse sì. Ma -si sa- that’s marketing, baby.
Verrebbe da pensare ad una porcheria creata ad hoc, ma in realtà il cd non è così male. Immaginatevi la prima PJ Harvey, toglietele un po’ di ispirazione ed originalità e fatele cantare pezzi à la White Stripes. A me non dispiacciono (del resto, se ti piacciono le fonti..), benchè siano un po’ monotoni. O forse sono io che mi stufo presto.



mercoledì, 04/06/2003

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Non me ne vergogno
Ma da dove diavolo è uscita fuori la parola lodo?

mercoledì, 04/06/2003

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Doppia vita = nessuna vita?
Di ritorno da Piazza San Francesco, gremita e risuonante di taranta e Iggy Pop (!), dove ho incontrato Ugo, da poco tornato dagli States, e Zen. Dopo qualche chiacchiera, ci siamo salutati con un ‘Ci si rilegge sui blog’. Aiuto, qual è la vita vera (se almeno una lo è)?

martedì, 03/06/2003

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Era una bufala
Come previsto la notizia bomba della retata degli utenti del peer to peer sta rientrando. Su The Register, in inglese, l’autorevole intervento di Paolo Attvissimo -guru del servizio antibufala- che ridimensiona di molto la storia. Sonora pernacchia ai giornalisti di Repubblica che qualche giorno fa hanno scritto un articolo non solo vago e impreciso, ma falso.
A latere, un intervento di Taormina -sì, quel Taormina- ed uno del celebre Colonnello Rapetto del Gruppo Anticrimine Tecnologico.
E speriamo che questo sia un punto e a capo.
[Per chi arriva dall’Aggregator: scusate il doppio peperoncino di oggi, prometto di non farlo più. Ma questa notizia lo meritava.]




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martedì, 03/06/2003

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Ti fanno venire dei dubbi
Qualche minuto fa, per la seconda volta in due mesi, la compagnia telefonica di cui sono cliente da quasi un anno -non facciamo nomi, và- mi ha telefonato per chiedermi se mi interessavo diventare un loro abbonato. Mi chiedo: che l’uso di un banale database centralizzato sia troppo complesso anche per una società di telecomunicazioni? Non so se continuare a fidarmi di questi tipi qui…

martedì, 03/06/2003

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Crash test
Il Nuovo, sempre sulla notizia, dedica un articolo al Body Crashing, la moda -o la follia collettiva, vedete voi- di farsi cadere a corpo morto in un luogo pubblico qualsiasi. Scopro pure che è nata a Bologna…e dove sennò? :)
La tecnica è semplice e alla portata di tutti: ci si lascia cadere in terra, così all’improvviso e senza una ragione precisa. Si dirà: si pratica da anni sui campi di calcio. Ma qui non si parla di sport. Quello che da mesi si sta diffondendo come una moda, di più, un rito collettivo si può fare in strada, al supermercato, sul tram o al lavoro. Si chiama bodycrashing (letteralmente “corpo crollante) e dopo un po’ che si pratica, sembra che non se ne possa più fare a meno. Il senso liberatorio del gesto, dicono gli adepti, è assolutamente garantito. Basta che venga fatto in maniera spontanea e leggera. Bisogna lasciarsi andare, insomma.
Inoltre, se è vero che trend chiama trend, anche il Body Crashing ha un blog.
[Grazie all’A.nonimo]




martedì, 03/06/2003

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Lascilo accendere
Mi rendo conto ora che non metto piede fuori casa da circa 36 ore. Ho effettivamente avuto un bel po’ da fare, e non troppi motivi per uscire. Anzi, piuttosto ho avuto motivi per rimanere in casa. Anyway, niente di grave. Invece (non c’entra nulla, lo so…ma in qualche modo devo pur sviare il discorso da me, no?), prima ho cercato per curiosità su Google il testo di una bella canzone dei Violent Femmes, Blister in the sun, ma invece del link ho erroneamente cliccato su Traduci questa pagina. Il risultato, completamente folle, mi è piaciuto così tanto che non posso evitare di farvelo leggere. Notate Quando sono camminare, Sono alto come cervo volante, Corpo e battimenti e il meraviglioso Il mio amico di ragazza. Se continuano così, i traduttori automatici non hanno un gran futuro.








Violent Femmes – Blister In the Sun


When I’m a walking, I strut my stuff, then I’m so strung out

I’m high as a kite, I just might, stop to check you out
Let me go on, like a blister in the sun
Let me go on, big hands I know you’re the one


Body and beats, I stain my sheets, I don’t even know why
My girl friend, she’s at the end, she is starting to cry

Let me go on, like a blister in the sun
Let me go on, big hands I know you’re the one


Femmes violento – Bolla al Sole



Quando sono camminare, strut il mio stuff, quindi sono in modo da messo insieme fuori
Sono alto come cervo volante, io potrei, arresto controllarlo appena fuori
Lascilo accendere, come una bolla al sole
Lascilo accendere, mani grandi conosco che siete quello


Corpo e battimenti, macchio i miei fogli, io neppure non conosco perchè
Il mio amico di ragazza, è all’estremità, lei sta cominciando cry

Lascilo accendere, come una bolla al sole
Lascilo accendere, mani grandi conosco che siete quello




















martedì, 03/06/2003

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Ancora non ci si capisce granchè
Chi dice 3000 indagati, chi dice 75 ma 3000 IP indagabili, chi che il p2p entra in questa indagine solo come fonte: a 4 giorni dalla notizia di una retata degli utenti dei servizi di file-sharing non ci si capisce ancora granchè. Qui, qui, qui 3 versioni di ciò che sta accadendo, nessuna delle quali riesce a dire alcunchè di definitivo sull’indagine in corso. E tutti coloro che hanno qualche mp3 nell’hardisk e qualche cd masterizzato sul comodino -tutti, praticamente- cominciano a farsela sotto. Tempi bui. 

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lunedì, 02/06/2003

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Get me Neil on the line, no I can’t hold
Ce l’ho fatta, dopo più di un mese sono riuscito a finire American Gods di Neil Gaiman. Non che sia un brutto libro, nè che sia così lungo: è solo che a causa dello scarso tempo libero dell’ultimo periodo me lo stavo tirando dietro da un po’. E per un libro simile, con decine di personaggi, trama complessa e fitta di rimandi intra e intertestuali, è il peggior errore che si possa fare. Quindi ieri mi sono messo di impegno, ho tirato quasi le 3 e l’ho finito.
Che dire? Da Gaiman, scrittore di un’inventiva straordinaria, certamente non ci si poteva aspettare di meno; a maggior ragione in questo caso in cui, dopo il suo capolavoro a fumetti Sandman, si cimenta di nuovo in una storia ha a che fare con miti e divinità nel mondo contemporaneo. Troppi miti e troppa carne al fuoco, forse è il caso di dire, tanto che il lettore ogni tanto finisce per perdersi. A maggior ragione quando il pregio dello scrittore non è esattamente nello stile quanto nel modo di gestire e creare la trama.
Per riassumere: non è male ma l’ho un po’ sudato. Ora mi dedico a Hornby, che so già non mi deluderà.



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lunedì, 02/06/2003

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L’invocazione del muso
Si parla sempre dell’artista e della sua musa: ma se l’artista è una donna? Esistono i musi? Oppure è una cosa prettamente femminile, che ha a che fare con la natura diversa di uomini e donne? Se lo chiede il Guardian.

lunedì, 02/06/2003

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Alice Attack
Il Blog della Domenica segnala un bizzarro mix Bastard Pop che miscela Butterfly Caught dei Massive Attack con Per Elisa di Alice. Ha l’aria di essere molto amatoriale, quindi la qualità non è granchè. L’intuizione però non è affatto male.

domenica, 01/06/2003

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Perduto² amor
Questo mi è sembrato il primo film di Battiato: un’occasione perduta. Conosco abbastanza bene l’opera di Battiato (necessariamente abbastanza visto l’eclettismo dell’artista catanese) e mi aspettavo, nel bene o nel male, qualcosa che mi colpisse. Gesuiti, Euclidei, spiagge solitarie, campi del Tennessee, fisiognomiche, ombrelli e macchine da cucire: cose così. Invece mi sono ritrovato davanti ad un film abbastanza freddo, non bello nè brutto, non mal fatto ma nemmeno estetizzante, narrativamente abbastanza ordinario ma tutt’altro che ineccepibile. Perduto Amor mi ha lasciato indifferente, e questo probabilmente è il difetto maggiore che un film (o un libro o un disco: qualunque cosa che aspiri ad essere un’opera d’arte) possa avere. Non manca di bei momenti, di scelte originali, di saltuarie frasi brillanti e spiazzanti, ma il tutto è immerso in una trama labile, in episodi slegati che lasciano abbastanza perplessi ed in una narrazione che pare non arrivare mai al punto. Perduto amor è un’occasione perduta. Peccato.
[Qui la condivisibilissima recensione di Kwcinema]


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sabato, 31/05/2003

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Colpirne 1 per educarne 100
Leggo su Il Mappamondo che su Repubblica c’è un’intervista al già famoso maresciallo della Guardia di Finanza che sta conducendo l’indagine sugli utenti del file-sharing di cui si parlava ieri. Non si capisce ancora chi siano esattamente i tremila indagati citati dal famoso articolo da cui è partito tutto: si parla di unità di grandezza diverse e di gente con 120 giga di mp3, quindi pare di capire che non si stiano perseguendo utenti comuni.
Quel che è certo è che ora la percezione delle cose cambierà: scambiare file coperti da copyright è reato, e benchè sia quasi impossibile dununciare tutti quelli che lo fanno, questo è tecnicamente possibile. Il succo di un’operazione simile quindi sembra questo: colpirne 1 per educarne 100, come diceva qualcuno non esattamente democratico. Se questo segnerà la fine dello scambio di file in Italia o meno lo vedremo solo sulla lunga distanza. Dubito, comunque, visto che non siamo un paese in cui il senso della legalità sia così diffuso. Basta vedere chi ci governa.
Qui -sempre dal forum di Punto Informatico, dove in 24 ore sono stati postati 750 commenti alla notizia- il punto della situazione.