Non sarà che l’hanno usata perchè ora è di moda? Nooo? Sicuri?
RockOl riporta che a Dicembre inizia il primo Blog music duel, a cura della -a me ignota- Camion Records. Non mi è chiara una cosa: cosa c’entra la parola blog?
Non sarà che l’hanno usata perchè ora è di moda? Nooo? Sicuri?
RockOl riporta che a Dicembre inizia il primo Blog music duel, a cura della -a me ignota- Camion Records. Non mi è chiara una cosa: cosa c’entra la parola blog?
La solita classifica del Guardian
I 40 migliori registi al mondo secondo il Guardian. Al primo posto Lynch, poi Scorsese, i Cohen, Soderbergh e così via. Forse non c’è bisogno di dirlo, comunque non ci sono italiani. E nelle ultimissime posizioni Von Trier, Fincher e Van Sant, superati da una pletora di nomi inutili.
[e, ahimè, ce ne sono diversi il cui nome non mi dice nulla. urge documentarsi]
Non è quello che avevi pianificato
Potrei incolpare l’overflow informativo del terzo millennio, dire che siamo bombardati da troppi stimoli per riuscire a dare a tutti l’attenzione che si meritano, potrei banalmente scaricare la colpa sul web o sui 30.000 blog di Splinder o nascondermi dietro la scarsità di tempo libero che ultimamente mi afflige. Oppure potri semplicemente ammetterlo: sia Pitchfork che Stylus Magazine un mesetto fa hanno usato per lo stesso cd l’espressione album dell’anno, e io non me n’ero accorto.
Rovesciando la frittata, potrei comunque dire che quel cd lo sto ascoltando da un po’, e che mi è piaciuto fin dai primi ascolti -nonostante io non sia molto famigliare con la storia del gruppo che l’ha prodotto- e che, alla fine, sono qui a scriverne. Meglio tardi che mai, si dice in questi casi.
I Wrens non facevano dischi da 7 anni. Tutti li avevano dati per morti: ormai sono sulla quarantina, hanno dei lavori rispettabili, uno è pure sposato; avranno messo la testa a posto e abbandonato il sogno di diventare rockstar, ti dici. E invece no: un paio di mesi fa i Wrens (gli scriccioli, nel senso ornitologico del termine) se ne sono usciti con The Meadowlands, un gran bel cd che suona come un disco rock di metà anni ’90 (in senso buono), con dentro ottime canzoni con titoli stupendi (The house that guilt built, Ex-girl collection, 13 months in 6 minutes, This is not what you have planned). Pitchfork ha sparato un 9.5, il voto più alto dato finora nel 2003, Stylus Magazine ha fatto al gruppo una (consigliatissima) intervista da fan devoti, piena di retroscena e candida ingenuità, Gomitolo ha dedicato al disco un post molto ispirato, e sospetto che sulla lunga distanza questo disco verrà fuori col successo che si merita. Perchè è rock senza se e senza ma, con lo spirito e la passione giusta, la rabbia e la frustrazione che ci vuole (ad esempio in Every year you wasted, la mia preferita), ma anche la dolcezza e la spensieratezza del pop, e lo scazzo più indie, e il sussurro di qualche ballata atmosferica e qualche pianoforte meditativo ogni tanto.
Proprio un bel disco, quello dei Wrens. Sicuramente non è quello che avevano pianificato. Ed è un bene, datemi retta.
Rai8t Act
Hanno rischiato di censurarla già stasera, ma all’ultimo hanno fatto retromarcia. Ma dalla prossima volta ci riusciranno, non ho dubbi. La prima puntata di Rai8t – Armi di distrazione di massa, nuova trasmissione di Sabina Guzzanti, è stata piuttosto pesante. A tratti brillante (le ormai classiche imitazioni di Gasparri e Berlusconi, quelle nuove e riuscitissime dell’Annunziata e della Palombelli, il Gollum/Vespa assolutamente da urlo), a tratti talmente di parte da far sentire a disagio anche uno come me, che quella parte la sostiene. Ci è andata giù pesante, con toni quasi da comizio, e coi tempi che corrono temo non gliela perdoneranno. Certo, anche la sinistra ha avuto la sua parte (il geniale consiglio comunale, piuttosto inquietante perchè purtroppo le cose funzionano anche così), ma è nulla rispetto alla dose che si è beccato Berlusconi. La Guzzanti ha detto solo la verità, con toni più giornalistici che da satira, e il risultato è stato davvero forte, quasi spudorato. Siamo davvero così disabituati a sentir dire le cose come stanno?
«..che è in tour: questa sera è all’Ospedale Maggiore..»
La puntata di Airbag di ieri sera, qui e qui (come sempre, gli mp3 sono disponibili solo per una settimana), dedicata a Milf, l’autore delle nostre musiche originali, noto ora anche come «il Patch Adams dell’elettronica da laptop bolognese». Come sempre un’ora di cazzate e buona musica (almeno quella).
So I never tried
It’s four in the morning, the end of December
I’m writing you now just to see if you’re better
New York is cold, but I like where I’m living
There’s music on Clinton Street all through the evening.
I hear that you’re building your little house deep in the desert
You’re living for nothing now, I hope you’re keeping some kind of record.
Yes, and Jane came by with a lock of your hair
She said that you gave it to her
That night that you planned to go clear
Did you ever go clear?
Ah, the last time we saw you you looked so much older
Your famous blue raincoat was torn at the shoulder
You’d been to the station to meet every train
And you came home without Lili Marlene
And you treated my woman to a flake of your life
And when she came back she was nobody’s wife.
Well I see you there with the rose in your teeth
One more thin gypsy thief
Well I see Jane’s awake
She sends her regards.
And what can I tell you my brother, my killer
What can I possibly say?
I guess that I miss you, I guess I forgive you
I’m glad you stood in my way.
If you ever come by here, for Jane or for me
Your enemy is sleeping, and his woman is free.
Yes, and thanks, for the trouble you took from her eyes
I thought it was there for good so I never tried.
And Jane came by with a lock of your hair
She said that you gave it to her
That night that you planned to go clear
Sincerely, L. Cohen
Uff, che giornata complicata
Oggi mi servirebbero in ordine: la trilocazione, il teletrasporto, la telecinesi e la telepatia. Pant pant.
Vietato drogarsi
Ma3got sull’approvazione della legge che equipara consumo e spaccio di droga, anche per le droghe leggere.
[a me quello che fa più ridere è che si chiama Casa delle libertà…]
Il generatore di saggi postmoderni
A ogni reload una nuova piccola delizia di saggistica generata completamente a caso. Quel che è peggio è che ciò che viene fuori non è poi tanto diverso dai saggi reali.
Continuo a perdere pezzi di corpo e di pensiero
Già altri hanno espresso tristezza e rammarico per l’ingloriosa fine (?) dell’avventura editoriale di Zero in Condotta. Io ero tra gli ultimi ad essere entrati tra le file dei collaboratori del quindicinale bolognese, e non ho fatto in tempo a dargli l’apporto che meritava (e a scrivere un pezzo decente) che il giornale ha chiuso. Non mi viene in mente un altro modo per celebrarlo se non quello di postare l’ultimo articolo (mediocre, a dire la verità) che ho scritto, ovvero la presentazione del concerto di Paolo Benvegnù che ci sarà stasera al Container. Nella speranza che ZiC prima o poi esca dal coma e rinasca a nuova vita.
Superlativo Bevegnù
l’ex leader degli Scisma il 13 al Container
Quando ci si trova a presentare un concerto, è inevitabile abbondare con i superlativi, e concentrarsi sui lati positivi piuttosto che su quelli negativi degli artisti di cui si parla. Del resto quando si è appassionati di musica si preferisce scrivere di qualcosa che piace piuttosto che di musica che lascia indifferenti. E’ più facile e più divertente, ed è un ulteriore modo per tributare tutti gli onori del caso ai propri beniamini musicali. Quando però ci si trova alle prese con un artista per il quale quei superlativi servono davvero -soprattutto perchè per troppo tempo gli sono stati negati- allora non c’è che una soluzione: spiegare a chi legge come stanno le cose e pregarlo di prendere i superlativi più alla lettera del solito.
Paolo Benvegnù è uno degli autori più brillanti e originali della sua generazione. La band di cui era leader, gli Scisma, ha firmato due tra i migliori album rock mai pubblicati in Italia, e nonostante si sia sciolta più di 3 anni fa, è ancora oggetto di culto e adorazione per una piccola ma devotissima schiera di fan. Frutto di una sensibilità acutamente straniata, Rosemary Plexiglas (EMI, ’97) e Armstrong (EMI, ’99) sono due perle di rara bellezza, che mischiano post-grunge, pop e musica d’autore in maniera efficace e originalissima, per una miscela musicale che pur avendo pochi termini di paragone non solo nel panorama italiano ma addirittura in quello mondiale, riesce a coinvolgere e affascinare fin dal primo ascolto.
Chiuso il progetto Scisma per divergenze interne, Paolo Benvegnù si è lanciato in una lunga serie di collaborazioni musicali (Marco Parente, Ustmamò, Irene Grandi, Stefano Bollani) e produzioni artistiche (Terje Nordgarden, Brychan, Otto’p’notri), fondando anche un’etichetta, la Stoutmusic. Ora, a quasi 5 anni dall’ultima apparizione discografica di cui fosse titolare, Benvegnù sta per tornare con un album solista, che promette di rivelare al mondo il suo talento e di procurargli l’attenzione che da anni merita.
Esce proprio in questi giorni il singolo Suggestionabili, che apre la strada al disco Piccoli fragilissimi film, e proprio in questi giorni Benvegnù attraversa l’Italia per presentare dal vivo le nuove canzoni. Come e più delle altre volte, la serata del 13 Novembre al Container, nell’ambito del festival itinerante Acusticamente, è un appuntamento irrinunciabile. Questa volta datemi retta, e fidatevi di tutti i superlativi che avete incontrato.
[degli Scisma e Benvegnù parlava ieri anche Shoegazer ]
Close my eyes
Quante volte dovrò ascoltare Sometimes dei My bloody Valentine stanotte per avere l’illuminazione?
iTimes
Secondo Time iTunes è l’invenzione dell’anno. La Apple, con il suo servizio di vendita di musica online, è riuscita nel miracolo: fornire un’alternativa legale e funzionante ai sistemi di file sharing e avere successo dove le multinazionali della musica avevano fallito. Peccato però che, come ha recentemente dichiarato Steve Jobs, iTunes non faccia un soldo, e che i 99 cents del costo di ogni canzone se ne vadano tutti per la gestione tecnica e per le royalties. Neppure il redivivo Napster (resuscitato dalla Roxio, quella di Easy Cd Creator) è riuscito a intaccare la supremazia di iTunes, che ora si appresta a diventare partner di due colossi come Pepsi e McDonald’s, che nelle prossime promozioni regaleranno niente meno che canzoni da scaricare gratuitamente.
Musica sponsorizzata da lattine e Happy Meal? La scomparsa dei cd e un iPod in ogni casa? Con calma, ma ci stiamo arrivando, mi sa.
[le altre invenzioni dell’anno sono qui. ma non mi pare ci sia nulla di realmente interessante]
Triplo salto mortale carpiato
Faccio l’Emmebi o il Luca Sofri di turno e vi segnalo l’articolo dell’inossidabile Zaccagnini su Il Messaggero di lunedì. In un passaggio il nostro non tradisce gli standard cui ci ha abituato e con un triplo salto mortale carpiato riesce ad infilare ben 15 virgole e un numero imprecisato di apposizioni e anacoluti nello stesso periodo. La giuria si alza in piedi, applausi.
Ultimi della lista, a 3 milioni, poco meno di 5 milioni di euro, l’attore, schiantatosi con la sua Porsche il 30 settembre ’55, James Dean , protagonista di sole tre pellicole – Il gigante , La valle dell’Eden e Gioventù bruciata – e il fondatore, e chitarrista, dei maestri della psichedelia usa, i californiani Grateful Dead, vale a dire Jerry Garcia , i cui eredi guadagnano dalla sua musica ma, soprattutto, dalle sue linee di abbigliamento, di gran successo le cravatte.
L’ultima lettera (e non si parla della zeta)
Voglio conoscere l’uomo che ha ideato questo servizio. In due parole, My last email ti permette di creare delle mail-testamento che verranno inviate automaticamente alla tua morte. Puoi modificarle in qualunque momento, cancellarle e cose così, e visto che funzionano col certificato di morte, non c’è il rischio che vengano inviate prematuramente. L’idea è al tempo stesso sublime e davvero stupida, ma ci sono alcuni dettagli (come il fatto che il servizio -che è a pagamento- duri solo 3 anni, dopo di che -se non si muore nel frattempo- bisogna pagare di nuovo) che la rendono ancora più grottesca. Ma il colpo di genio è la citazione riportata nella homepage: Se vivrai cento giorni, io voglio viverne cento meno uno, così non dovrò mai vivere senza di te. Davvero commovente, anzi, di più: struggente. E da chi è firmata questa perla di saggezza? Winnie Pooh. Brillante.
Gli mp3 della settimana
We’ll cover the rugs with cheap perfume: un po’ di mp3 dei Pavement che rifanno canzoni di altri gruppi. Tra questi Velvet Underground, Beatles, Creedence, Nirvana, Oasis, Faust e Joy Division.
Logopedista
Questa è dedicata a tutti i grafici, i web designer e i comunicatori che ci sono la fuori: i 15 trend del momento nel logo design.
[in attesa che la mia abilità con Photoshop migliori]
Da frigo triste ad ape trendy in poche mosse
Oggi dopo pranzo ho aperto il frigo. Nonostante sia una giornata come le altre in una settimana come le altre, la quantità di avanzi non è mai stata così alta. In basso ci sono un residuo di pasta al mais coi pomodorini e mezzo piatto di polenta ai funghi Coop rimasta dal pranzo domenicale, più in alto un rimasuglio del polpettone di mammà, che domani avrà ufficialmente una settimana di vita e un pezzo di formaggio di fossa ormai coperto di muffa perchè è talmente buono che lo si tira fuori solo nelle occasioni speciali. Poi un barattolo di olive e uno di ceci aperti, due bottiglie d vino a metà, succhi di frutta che sono lì da chissà quanto e un triste limone rattrappito, in un angolo.
Dopo una visione così tragica, sono stato colto dallo sconforto. Mio fratello, evidentemente più in vena di me, ha subito colto il lato positivo: «con l’adeguata scena abbiamo gli ingredienti per un aperitivo coi fiocchi», ha osservato laconicamente, poi se n’è andato.
Nessuno dei due è un gran frequentatore di aperitivi, ma immagino già la scena: la pasta resuscitata dentro una ciotola orientale e innaffiata di olio toscano e prezzemolo, la polenta tagliata a triangoli e coperta da una scaglia di grana, il polpettone diviso a bocconcini e infilato in stuzzicandenti colorati. Il formaggio di fossa starebbe bene a listarelle in un piatto largo, accompagnato dal miele equo e solidale, le olive e i ceci dentro un paio di ciotoline dal design stiloso, e il vino in calici larghi, di quelli così impegnativi che dentro non ci immagineresti altro che del Brunello di Montalcino. Poi abbasso le luci, recupero un cd di musica lounge, tolgo l’audio alla tele e ci infilo una videocassetta di Antonioni et violà; credevo di avere un frigo triste, mentre ora ho un ape che neanche alle Scuderie.
E ora non vi è venuta voglia di aprire il frigo?
Essere analogici
Come probabilmente saprete, l’Interazione Uomo-Macchina è la disciplina, a cavallo tra ergonomia, psicologia e informatica , che si occupa di studiare il modo in cui gli esseri umani si rapportano con i computer. Uno degli assiomi su cui si regge la materia è il fatto che sia la macchina a doversi adattare il più possibile all’uomo, e non viceversa: solo gli smanettoni senza speranza preferiscono interfacce complicatissime che necessitano di ore ed ore di studio anche per effettuare azioni banali rispetto alle più intuitive interfacce grafiche odierne.
Sul Guardian, però, c’è un articolo di Dylan Evans che senza una ragione apparente sostiene la tesi inversa, come fece vari anni fa Nicholas Negroponte nel suo celeberrimo e bistrattatissimo Essere digitali. Evans si nasconde dietro fumose affermazioni del tipo solo imparando il liguaggio delle macchine e adattandoci alla loro logica potremmo liberarci dal loro dominio, dimostrando una logica abbastanza insensata.
Dopo aver letto l’articolo, ho pensato che era strano che il Guardian pubblicasse farneticazioni simili; di solito gli artidoli del quotidiano inglese sono una garanzia. Poi ho scoperto che a un libro di Evans, Introducing Evolutionary Psychology, si sono in parte ispirati i fratelli Wachowski per lo stroncatissimo Matrix Revolution, e tutto si è fatto più chiaro.
Dottore, aumentiamogli la dose
Ieri sera a Airbag dose quasi raddoppiata: siamo andati avanti più di un’ora e mezza con le ormai consuete chiacchiere e la buona musica del venerdì sera. Mentre fuori sembrava dovesse piovere per sempre («Non può piovere per sempre») nell’accogliente covo di Radio Città 103 presentavamo novità e vecchi successi, con in sottofondo le esclusivissime musiche di Milf (ne esiste una copia sola, e ce l’abbiamo noi). Dagli Outkast ormai completamente sdoganati ai Ms John Soda, dai Raveonettes a Damien Rice, dai Julie’s Haircut agli indimenticati Scisma, dalle B-side dei Pearl Jam ai Led Zeppelin (!), eccovi i link diretti, come al solito attivi solo per una settimana, per scaricarvi la puntata: 1, 2, 3 e anche 4 (se volete sentire i saluti e l’ultima canzone). E intanto noi stiamo già pensando alla prossima…
E non è un allucinazione
Mezz’ora fa mi sono affacciato alla finestra: il palazzo che c’era dietro casa mia è scomparso.
Puff.
Devo smetterla con lo zafferano.
Virus canaglia
Questa immagine comparsa su Punto Informatico di ieri, relativa alla notizia che la Microsoft avrebbe messo una taglia sui virus wiriter è davvero strepitosa. Anche se si poteva pensare anche ad I love you (facile), MsBlast (più difficile), Elkern (mah) e vari altri…
Mai più senza
Il generatore elettronico di lettere e contratti con gli italiani.
[via Iaia]