Tutto quello che sapete è sbagliato
This is the Meatrix.
[grazie Checco]
Tutto quello che sapete è sbagliato
This is the Meatrix.
[grazie Checco]
Lettera a Babbo Natale (prima parte)
Caro Babbo Natale,
sono molti anni che non ti scrivo più. Da bambino comporre la lettera per chiederti cosa avrei voluto mi portassi in dono era una cosa che mi richiedeva dei giorni, ricordo interminabili pomeriggi passati a decidere se era meglio il castello dei Lego o una manciata di cattivi dei Masters, e per formulare complesse captatio che ti disponessero dell’umore migliore. Poi a un certo punto ho smesso: invece dei Masters cominciavo a desiderare dei videogiochi e non riuscivo a credere che i tuoi elfi avessero fatto un corso di aggiornamento per riuscire a produrre Super Mario. Poi a un certo punto mi hanno pure detto che non esistevi (ammettilo, la storia della slitta, delle renne e degli elfi non è molto credibile; per non parlare del fatto che vìola ogni legge della fisica), e la questione sembrava chiusa.
Ora però ho scoperto il complotto cattocomunistafasciomassonico che per salvaguardare lo stato delle cose celava la tua esistenza dietro l’immane menzogna, che ha reso infelici generazioni di bambini in tutto il mondo, e so finalmente la verità: tu esisti. Nonostante ciò scriverti sarebbe comunque inutile, senza sapere l’indirizzo. Poi però ieri ho scoperto il tuo blog (ottima cosa aprirne uno, è un’idea così originale!), e allora ho pensato: che diamine, che le condizioni c’erano tutte, e che stavolta ti avrei scritto proprio una lettera coi fiocchi.
Allora, caro Babbo Natale, cosa voglio per regalo? Ho pensato che le cose che vorrei di più sono tutte impossibili, quindi non te le chiedo neanche. Sarebbe bello se ci fosse la pace nel mondo, se il terrorismo scomparisse, se si trovassero cure definitive per AIDS, cancro ed herpes, se il governo Berlusconi cadesse domani, se quei deficienti la smettessero in fretta di siringare la varechina nelle bottiglie d’acqua (almeno quando mettevano il topicida nei panettoni sapevi di che marca erano e la evitavi, tanto più che io i prodotti Nestlè non li compro mai; e a me poi il panettone neanche piace) e se Fede andasse sul satellite e poi il satellite cadesse; ma sono tutte cose talmente improbabili che mi pare inutile chiedertele. Sono cose esagerate anche per te: tu non sei onnipotente, e l’unico che lo è ha uno strano senso dell’umorismo.
(continua)
Preleva, annulla, riprova o tralascia?
Voglio il nome di quella volpe che ha deciso di installare Windows come sistema operativo per alcuni bancomat americani. Devo assolutamente congratularmi con lui: è un genio. Come descrivere altrimenti la mente diabolica grazia alla quale ora quei bancomat sono stati infettati da dei virus?
Tales of a greatest hits
Tales of a librarian è il primo Greatest Hits di Tori Amos. Non la conoscete? Allora non comprate questo disco. La conoscete, ma solo un po’? Non comprate questo disco. La amate da sempre? Non comprate questo disco. Il messaggio è arrivato, immagino.
Non starò qui a spiegarvi perchè Tori Amos sia una grande cantautrice (ci sono una decina di dischi a testimoniarlo nel modo migliore, e se proprio non vi piace…beh, de gustibus), nè a spiegarvi a cosa dovrebbe servire la raccolta dei più grandi successi di un’artista (potete arrivarci da soli, su): sta di fatto che Tales of a librarian non lo fa.
Se da un lato infatti si può apprezzare la selezione originale che non segue pedisseguamente i singoli pubblicati, dall’altro la scelta dei pezzi è davvero schizofrenica; mancano alcune di quelle canzoni più belle e rappresentative della sua produzione, ci sono invece un paio di b-sides reincise assolutamente inutili, due inediti davvero fiacchi, e l’unico motivo per cui potrebbe venirvi voglia di averlo è il sontuoso packaging. Qualcuno l’ha addirittura definito il più merdoso greatest hits di tutti i tempi.
Se volete ascoltarvi qualcosa di nuovo di Tori Amos, scaricatevi You belong to me e Murder he says, i due pezzi con cui partecipa alla colonna sonora di Mona Lisa smile, film ambientato nell’America degli anni ’50 che negli USA uscirà a breve (tutte le info qui). Una sopresa sentirla in una veste così classica (tra ballata, standard, jazz e swing), e un sottofondo davvero appropriato per le feste che si avvicinano.
Il link dell’anno
Prometto di non linkare più classifiche su come sia stata l’annata di qualsivoglia bene o servizio, culturale o meno, fino alla mia classifica dei dischi del 2003. Dopo la raccolta di link di Fimoculous (decine di link sul best di qualunque cosa, dischi, film, libri, sport, donne e molto altro), c’è davvero poco altro da linkare.
Sono solo servizi, baby
Se una biblioteca fosse come Amazon, funzionerebbe così.
[e se un negozio di dischi fosse come Napster?]
PJ, Josh, una cadillac rossa e uno psicodramma
Non ho succosi aneddoti in prima persona da raccontare su di lei, nè il tempo per scrivere qualcosa di bello su quella che è stata per anni la mia cantante preferita (e non so se ci riuscirei, tra l’altro), quindi mi limito a linkare il video di Crawl Home (in streaming), uno dei 3 pezzi del disco delle Desert Sessions di Josh Homme & friends (ne ho parlato qui) cantati da Miss Polly Jean Harvey. Notevole, secondo me.
[tra l’altro, è notizia di questi giorni che PJ Harvey e Nick Cave dopo la loro turbolenta storia d’amore, siano stati accoppiati (o meglio, accostati) di nuovo, sia pure come nomi su un booklet, nel nuovo cd di Marianne Faithfull]
Mese dell’anno
E la verità è che non sono mai stato il tipo di persona che alla fine dell’anno fa le classifiche. Boh, dev’essere l’effetto del blog. Oppure la strana foga classificatoria di chi sa che tra qualche mese tutto cambierà, e non vuole lasciare niente fuori posto. Speriamo che finisca presto.
Dischi dell’anno
Mentre altrove si raccolgono quelle dei blogger, il Guardian pubblica la sua classifica dei dischi dell’anno. Talmente discutibile che non mi soffermerò a fare commenti (gli Strokes disco dell’anno? 50 cent al secondo posto? vabbè); l’unica cosa con cui sono d’accordo è la colonna sonora di Lost in translation come soundtrack dell’anno, anche se nel mio caso starebbe alla pari con quella di Kill Bill. Ma sarà un caso che i miei film dell’anno siano anche le mie colonne sonore dell’anno?
Film dell’anno
Ebbi modo di dirlo già a Settembre, dopo averlo visto a Venezia, e questi tre mesi non mi hanno fatto cambiare idea. Quindi, a meno che il film di Natale di Boldi e De Sica non sia un capolavoro che ridefinisce i canoni estetici della cinematografia mondiale (e per questo c’è più o meno la stessa probabilità che Nicola Kidman bussi alla mia porta tra 5 minuti), il mio film dell’anno è Lost in translation di Sofia Coppola, uscito nelle sale in questo week-end. Io ne scrissi qui, venerdì ne abbiamo parlato in radio, l’altro giorno sono persino riuscito a sentire le note di Sometimes dei My bloody Valentine (una di quelle canzoni che non dimentichi, presente nella colonna sonora) durante il Tg5, e la blogosfera è tutta un pullulare di pareri e recensioni. Dopo averlo ripetutamente consigliato, Emmebi ieri si interrogava su come potrebbe essere tradotto correttamente il titolo; è davvero appropriato il fatto che la sua intraducibilità non faccia altro che enfatizzare il concetto attorno a cui ruota il film. Marquant ne scrive parole molto belle. Colas si profonde in un buon numero di superlativi, e azzarda uno spericolato paragone con Lovers della Santacroce (non dategli retta). Io non posso far altro che consigliarvelo di nuovo, per mille ragioni che le parole non riescono a spiegare.
Paura e delirio a RadioCittà
Paura poca, ma delirio tantissimo ieri sera, per la nona puntata di Airbag. Cd sbagliati, missaggi tentennanti, lettori che saltano, esperimenti musicali falliti, custodie infami che non contengono ciò che dichiarano, cavi ovunque, ascoltatori che ci richiedono Rino Gaetano e ascoltatrici che si propongono di farci da veline (anzi, da radioline), per una maxi-puntata di 2 ore che segna la mia ultima presenza in radio per il 2003. Venerdì prossimo -ultima puntata dell’anno- infatti non potrò essere della partita, e sarà Andrea da solo a doversi sbrogliare la matassa. Se volete ascoltare il disfacimento progressivo delle nostre velleità di fare una trasmissione almeno vagamente composta scaricatevi i 4 mp3 (1, 2, 3, 4 – disponibili solo per una settimana) e attendente un post riassuntivo con racconti e retroscena sull’apposito blog.
The Blog Top Ten Records 2003: assist per Gecco
Che vita da cani, quella dell’aggregatore umano. Ore per ricordarsi come far fare ad Excel una semplice somma, notti insonni passate ad esplorare la blogosfera alla ricerca delle top ten dei dischi dell’anno, noiosissimi lavori di data entry maledicendo tutti quei gruppi che non ti ricordi se cominciano per The o no, per non parlare delle classifiche che continuano ad arrivare e del poco tempo disponibile per dedicarcisi. Stavo proprio per pentirmi di essermi offerto per questo ruolo quando il valoroso Gecco mi è venuto in aiuto. Dall’alto del suo sistema open-source di bloh hosting (gratuito!) e della sua padronanza del php, il nostro indieblogger adriatico di fiducia ha messo su in pochi minuti Disco Bravo 2003, un sistema automatico per aggregare le playlist dei dischi del 2003.
Passo quindi la palla a lui, e vi invito a inserire anche la vostra top ten. Magari quando ho un minuto inserisco io quelle che avevo aggregato finora, quindi prima di inserire la vostra classifica controllate in questa pagina di non essere già presenti. Per tutto il resto, chiedete a Gecco.
What if
E se Michael Jackson non si fosse fatto quella decina di plastiche e inteventi chirurgici vari, come sarebbe? Così.
Fatelo per le generazioni future
Inkiostro appoggia la causa.
Whispering words of wisdom, let it boom
Come promesso mesi fa, da un paio di giorni sul sito di Musicboom -celebre webzine musicale- è scaricabile gratis Let it boom, compilation in mp3 di pezzi dei Beatles rifatti da una ventina di nomi della scena indipendente italiana. Dopo un paio di ascolti generali il mio WinAmp si accanisce sempre sulle stesse tracce: And your bird can sing rifatta dai Joe Leaman (difficile credere che una canzone in origine tanto solare e scanzonata possa trasformarsi in questo rauco e solitario canto notturno), Penny Lane mirabilmente indiepoppizzata dagli Slumber, I am the walrus ad opera degli A toys orchestra, sgangherata quanto basta, e She loves you, trasformata dai Milaus in una dilatatissima cantilena che vira dalle parti del post-rock. Ma i due pezzi che in assoluto mi hanno conquistato sono Because reinterpretata dai Revolver, un’autorità quando si parla di Beatles (ne parlavo anche qui), e Yesterday rifatta dai Perturbazione, riusciti nell’impresa impossibile di dare nuova vita ad una delle canzoni più famose e ormai scontate della storia della musica. Con una chitarra acustica, un violoncello e l’inconfondibile voce di Tommaso Cerasuolo, il gruppo di Torino si è prodotto in una classicissima versione del più celebre brano di McCartney che mi ha completamente conquistato nonostante lo scetticismo iniziale.
[La compilation è consigliatissima, ma una nota di demerito: la nuova grafica del sito è decisamente brutta. E tra l’altro, davvero pesante.]
Vedete, basta poco
Sono 3 giorni che supero i 200 visitatori unici giornalieri. Se mi monto la testa per una cazzata simile, sparatemi.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Incredibile: l’Iraq non ha armi chimiche, ma noi le stiamo comprando……
Claudio Fava sull’Unità del 31 ottobre u.s. ci racconta di un decreto raccapriciante. Sulla G.U. del 25 luglio 2003 è stato pubblicato un Decreto del 13 giugno 2003 del nostro caro Ministro Martino che di concerto con i cari Ministri Frattini, Pisanu, Tremonti e Marzano ha deciso di dotare le forze armate di materiali d’armamento “idonei a determinare danni alle popolazioni o agli animali, a degradare materiali o a danneggiare le colture e l’ambiente…”.
Fantascienza
Oggi è una giornata strana.
La settimana scorsa ho linkato (per ben due volte) il brillante primo articolo della rubrica settimanale Ask a girl della webzine inglese di culto Stylus Magazine, in cui Lisa Oliver dà consigli musical/sentimentali ai maschietti in difficoltà.
Oggi non solo è stato pubblicato il secondo pezzo, ma sono successe una serie di cose una più improbabile dell’altra. Non solo Lisa Oliver ha trovato grazie a Google il mio blog, non solo si è fatta tradurre il post dove parlavo del suo pezzo, ma ha addirittura lasciato due (update, ora sono 3) deliziosi commenti, senza neanche rifiutare la proposta di matrimonio che avanzavo. E chi le ha tradotto il mio post? Nientemeno che un blogger italiano, suo collega di lavoro…serve altro?
Indieche?
Va bene indieblogger, ma più di preciso? Eccovi qua You know yer indie: Let’s sub categorize di Quizilla. Non sono sicuro sia un risultato appropriato, ma viste le altre possibilità forse sì.
You’re an Indie Pop Kid. You like songs about
relationships and the prettiness of nature.
You’re sentimental, but not certainly not emo.
Oh, and if you aren’t an English Major, you
should be.
You Know Yer Indie. Let’s Sub-Categorize.
brought to you by Quizilla
Mamma mamma, voglio finire su un libro
Ma Mr. Loser e Mr. Pinktronica si sono resi conto che le loro URL compaiono nel nuovo libro di Fabio De Luca (che non linko, anche se ormai lo sanno anche i sassi dove trovarlo online – De Luca, non il libro)?
[l’ho comprato ed iniziato ieri, e per ora è ottimo. ma non avevo dubbi in merito.]
Immagino si sentisse a casa
Umbero Eco alla biblioteca di Alessandria (non la città piemontese dove è nato, ma quella egiziana) sul futuro del libro (in inglese). Niente di nuovo sotto il sole, ma qualche osservazione brillante qua e là non fa mai male.
Mi fanno notare dalla regia
Non faccio in tempo a propormi come aggregatore umano delle top ten dei dischi dei 2003 che, insieme a link ed email di adesione, mi arrivano anche aspre critiche telefoniche da blasonati indieblogger. La scarsa rilevanza statistica della mia aggregazione (che nella sua ingenuità calcolava una presenza in top 10 = un voto) è stata criticata perchè scarsamente rappresentativa della posizione dei dischi all’interno delle liste numerate e gerarchiche che, finora, sono la maggioranza (5 su 8). Ovvero: un disco al primo posto e un disco al decimo non possono avere lo stesso valore. E fino a qui, tutti d’accordo: per sistemare la cosa basta assegnare un punteggio decrescente per ogni posizione (primo posto = dieci punti, decimo posto = 1 punto) e giustizia è fatta.
Il problema arriva quando alcune delle liste non sono gerarchiche, ma sono semplici playlist dei 10 dischi dell’anno senza classifica, come quella di Quarky e Il cielo su Torino. Come gestirle? Assegnare un punteggio di default ad ogni disco? Scorretto. Non computarle? Scorretto. Chiedere ai rispettivi autori di mettere in ordine i dischi? Scorretto. Ma forse l’unica soluzione praticabile.
Non so, voi che ne dite?
Oggi è la giornata mondiale contro l’AIDS
Non so voi, ma io non ho fatto molto di più che giocare al condom game.
The Blog Top Ten 2003 Records human aggregator
[update: contrordine! per aggregare la vostra playlist dei dischi dell’anno leggete questo post]
Eccoci qua, è arrivato Dicembre. Ultimo mese dell’anno. Mese di Natale. Mese di bilanci. Mese di liste.
Come segnalavo una settimana fa, Rossano dei Perturbazione ha rotto gli indugi e pubblicato sul blog del gruppo la sua top ten dei dischi del 2003, seguito a ruota da altri. Se conosco i blogger -e, fidatevi, li conosco- per le prossime settimane sarà tutto un fiorire di liste dei dischi dell’anno: alzi la mano che non ne sta preparando una o non ci ha quantomeno cominciato a pensare. E allora, sulle orme di un’analoga iniziativa di quasi un anno fa del buon Clutcher, il quale aggregò le liste delle 31 canzoni della vita che avevano invaso la blogosfera sulle orme del celebre libro di Hornby, mi è venuta l’idea di aggregare anche queste liste e scoprire, tra qualche settimana, quali siano i dischi dell’anno dei blogger italiani.
Le regole sono poche e semplici: valgono solo le liste di 10 dischi (sennò impazzisco a normalizzarle), che devono essere usciti nel 2003 o nel paese di origine o in Italia, e che devono essere pubblicate su un blog. Nessuna discriminazione, valgono anche liste contenenti Tiziano Ferro e Robbie Williams, anche se in caso la vostra lista contenga questi dischi magari ci fate più bella figura se ve la tenete per voi. Segnalatemi via mail o nei commenti le vostre liste, visto che ci sono ottime probabilità che io non mi accorga quando le postate, e magari fate un po’ di pubblicità all’iniziativa, in modo che abbia il maggior valore possibile. Io vi darò aggiornamenti settimanali (ogni lunedì, facciamo), con la vetta della classifica e un file scaricabile con la lista completa. La scadenza sarà a metà Gennaio, almeno diamo tempo anche ai ritardatari (come il sottoscritto, che non riesce ad assegnare le ultime due piazze libere) e ai poveri illusi che sperano che in Dicembre esca anche qualche disco decente e non solo Greatest Hits natalizi.
Detto ciò, passiamo alla prima classifica, che aggrega le liste di pochi ma autorevoli nomi: Rossano (Perturbazione), Arturo (Polaroid), Fabio (Euston Station) e Enzo (Il cielo su Torino). La vetta è già contesa tra un paio di dischi (e di gruppi) che immagino faranno furore fino alla fine, ma ancora siamo solo all’inizio, e alcuni nomi illustri non sono neanche entrati in classifica. Se e quando pubblicherete la vostra lista dei 10 album del 2003 fatemelo sapere, via mail o nei commenti, e la aggregherò al successivo aggiornamento. Ed ora bando alle ciance; ecco la vetta della classifica:
Postal Service: Give Up 3
The White Stripes – Elephant 3
Broken Social Scene: You Forgot it in People 2
Massive Attack – 100th Window 2
The Decemberists – Her Majesty The Decemberists 2
The Rapture: Echoes 2
The Strokes: Room on Fire 2
La classifica completa, in .txt, è qui.
Buon listaggio, e che Nick Hornby sia con voi.