Water on Mars?
Non fa una piega.
[grazie a Monica]
E ci facciamo un disco anche noi
Qualcuno si ricorderà di Jesus blood never failed me yet, il disco in cui il compositore Gavin Bryars costruiva una sinfonia attorno alla cantilena di un barbone; ne ha parlato pure LukeS™ un annetto fa. Bene, è giunta nelle mie mani la registrazione che ci permetterà di relizzare la versione bolognese dell’opera di Bryars, con la differenza che la voce di questo barbone è celeberrima, e se avete bazzicato Via D’Azeglio o Via dell’Archiginnasio non potete non averla sentita decine di volte anche voi. Ecco a voi l’mp3 dell’ormai leggendario Signore aiutami ché sono messo male!
[grazie a Checco e Miguel]
Alcune sono meglio di quelle originali
A metà tra un divertissment e quiz, in un forum si è scatenata un’idea folle: rifare le copertine dei dischi con Microsoft Paint. Idea semplice, dagli esiti brillanti. C’è di tutto, classici e dischi sconosciuti, copertine essenziali o enormemente complesse, con in mezzo qualche perla mica male. Sono pagine lunghissime con decine di immagini (1, 2, 3, 4), ma vale la pena.
[via Hipster Detritus, grazie a Enzo]
Roma calling
Vado nell’urbe per un po’, aggiornamenti discontinui fino a Pasqua o poco prima.
[non fuggite, eh]
I’m shy, you kiss me first
Ask a Girl, la rubrica di consigli di cuore per indie kidz tenuta da Lisa Oliver sulla webzine musicale Stylus Magazine diventa più geniale di settimana in settimana. Amo questa donna; quasi quasi le scriverei e le chiederei di uscire. Non fossi così timido. Touchè.
This mess we’re in
Aiuto, la situazione mi è ormai sfuggita di mano. La mia stanza ha ufficialmente assunto una volontà propria, e non riesco più a gestirla; il casino è tale e tanto che credo alzerò bandiera bianca e mi farò ingoiare da esso senza opporre resistenza, come un vulcaniano assimilato da un Borg. Visto che la mia macchina digitale è oltreoceano non posso mandarvi una foto, mi limiterò a descrivervela.
[un bel respiro]
Metà pavimento della stanza è occupato dagli avanzi della festa dell’altra sera, tra cui una cassa di birra, una damigiana di vino, 5 o 6 sacchetti pieni di alcolici ed analcolici di varia natura, patatine di marche ignote e tovagliolini di carta, e due colombe. Dietro di esse un copritermosifone (sic) smontato mesi fa, son sopra un casco integrale, la sciarpa di Max, i guanti di Ma3got (non sono feticista, se li sono dimenticati), e quel che resta della toga che indossavo l’altra sera. Di fianco ad essi, su un comodino, c’è un bel quadro di Vettriano, che appenderò quando, alla prossima laurea, mi regaleranno un trapano e dei fischer, e ancora di fianco una chitarra un po’ impolverata (mea culpa, mea culpa). Poco più avanti c’è un tavolino Ikea da 10 € con sopra varie riviste vecchie, dei disegni (originali) di Black Hair, una suoletta fuoriuscita dalle mie ciabatte in decomposizione, e una cravatta ancora confezionata; il tutto sul solito tappeto del cui colore originale si è persa memoria. Sul letto ci sono i cd che sto preparando per la puntata di Airbag di stasera (dalle 21 sui 103.1 FM, in streaming o in mp3), un cuscino con sopra scritto l’indirizzo di questo blog (sic) e vari vestiti appallottolati. Sul comodino, vicino alla cassa dello stereo, c’è una LavaLamp (spenta), una copia de Le città invisibili di Calvino che mi dà da pensare e un flyer del Covo. Sulla scrivania ci sono una trentina di cd tra cui spiccano un numero insolitamente alto di cd originali, la discografia completa degli Smiths (thanx to balotta) e un paio di promo introvabili anche negli States (ma se li vogliono glieli rimando volentieri). Poco sotto c’è un DVD omaggio della prima puntata di 24 (grazie per la dritta), una copia di Urban, degli occhiali da sole e un sacchetto del Mel Bookstore contente il nuovo libro di Emidio Clementi, l’ultimo Zadie Smith e questa Jeanette Winterson che tutti consigliano con veemenza. Di fianco c’è la scatola della LavaLamp con infilato dentro un portacravatte da armadio (e se qualcuno mi spiega anche come va usato correttamente mi fa un favore), e lì vicino una stilografica ancora impacchettata, un cellulare e un’agenda. In mezzo a tutto questo, ci sono io. Vi prego, aiutatemi.
Everybody’s got something to hide except…
Non ricordo chi mi avesse detto che la mostra Il nudo tra ideale e realtà, fino al 9 Maggio alla Galleria d’arte moderna di Bologna, era un grande allestimento; io però non ne sono affatto convinto, e sono rimasto un po’ perfplesso di fronte alle scelte e ai percorsi di questa esposizione. Da amante d’arte ignorante e naif quale mi dolgo di essere, sono poche le cose che mi hanno colpito della mostra, tra cui -però- questa celebre foto di John and Yoko che dal vivo è talmente eccezionale da valere in toto il prezzo del biglietto e gli inutili nudi neoclassici in sovrabbondanza.
Un anno fa Erlend Øye cantava
Like a movie
Like a song
How it should be
be young
[e se ha ragione siamo proprio a posto]
Vuoi mettere i dischi in più che venderebbe
Courtney Love celebrerà i 10 anni dalla morte di Kurt Cobain….suicidandosi?
[questa donna è un genio del marketing; e se è un pesce d’aprile non fa ridere]
Tutto l’alfabeto due volte e mezzo
L’indirizzo mail più lungo al mondo? E’ qui, ed è gratis.
[ma occhio al programma di posta che avete, in alcuni non funziona: troppi caratteri]
L’idiozia, tutte le feste si porta via
Le sparate del Cavoliere sono ormai talmente frequenti e numerose che non fanno quasi più notizia. Avrete sentito tutti dell’ultima, quella sull’abolire i ponti e spostare le festività nei giorni vicini al week-end. Immagino già la scena: tra qualche anno sarà il 28 Aprile e festeggeremo il 25 Aprile, e faremo il concerto del 1 Maggio il 3 di Maggio. Fino a che punto arriveremo? Fino a fare il veglione di Capodanno il 28 Dicembre? E a festeggiare il Natale il 26 perchè il giorno dopo è sabato?
E nel frattempo Gelli (e il Piano di rinascita democratica della P2) saluta e ringrazia..
Sei tesa comme ‘na corda’e’mandulille
In realtà mandolino e ukulele sono due cose ben diverse, ma passatemi la citazione del titolo per presentare il bizzarro sito di Brook Adams, mago delle 4 corde hawaiane. Come l’indimenticato genio della fisarmonica di cui ho parlato qualche giorno fa, Brook Adams si diletta a reinterpretare con il suo strumento pazzi celebri del pop e del rock bullandosi dei risultati assurdi che ne escono fuori. E se con Come together e Sittin’ on the dock of the bay non si va troppo sull’insolito, le sue versioni di Anarchy in the UK, Paranoid, del tema di Goldfinger o di Spiderman regalano non poca soddisfazione.
[lo so, è inutile provare ad essere serio, ormai ho perso tutta la mia credibilità]
Ognuno ha il papiro di laurea che si merita
Avete presente il tipo che, qua sopra, sale le scale? Ecco: è caduto.
[sono commosso, giuro]
[l’equivalente di un bagno nella fontana telematico..]
Muscoli favolosi, ma anche no (anzi, proprio no)
Dal rumore del fiume, fuori dalla finestra, sembrava che piovesse (a Bologna c’è un fiume, sapete?). Eppure, quando sono uscito, faceva insospettabilmente caldo. Tanto caldo fuori, quanto freddo dentro. Avevo sonno, ma ho camminato un po’ da solo, mentre incontravo gli sguardi distratti e vagamente compassionevoli di un paio di coppiette che si ritiravano nei rispettivi rifugi. Li sfidavo, in realtà. Non che servisse, in realtà.
«Dici sempre che già lo sapevi». «Dici sempre che a non aspettarsi niente non si sbaglia mai». «Dici sempre che ci hai rinunciato». «Dici che sei della razza/ di chi rimane a terra». «Lo dici solo perchè vuoi sentirti dire che non è così». «Dici che la gente non cambia, al massimo diventa solo maggiormente se stessa». «Il che vuol dire che, se Coupland ha ragione, tu a terra ci resterai per sempre». «Meglio che ti ci abitui». Sì, tanto lo sapevo.
«Ecco, vedi?»
[And I won’t rest until I forget about it]
Tutto perdonato tranne lo scioglimento dei Pavement
La Matador ha molte cose per cui essere dispiaciuta.
Nudi alla meta
L’American association for nude recreation.
Altro che Arancia Meccanica
Guarda intensamente questo.
[io sto ancora male]
Stasera ad Airbag
Dopo i problemi della settimana scorsa, lo streaming sta meglio e l’archivio mp3 si sta rimettendo, quindi non avete scuse: stasera alle 21 riprende Airbag anche per chi non è a Bologna e dintorni e non può sintonizzare la sua radio sui 103.1 FM. A seguire, ci saranno i Baustelle al Covo, quindi, per quando mi riguarda, sarà una puntata in cravatta..
Tutta roba nostra
Due giorni fa la Nasa ha annunciato che su Marte ci sarebbe stata l’acqua. Secondo il New Scientist questo è ovvio: ce l’abbiamo portata noi. La prossima cosa sarà, ‘Su Marte c’era una civiltà tecnologica – Ritrovata una sonda straordinariamente simile a Pathfinder’?
Si commenta da sè
Evidentemente non abito a San Francisco, primo disco di Violetta Beauregarde -meglio nota come Aiki, la più celebre Suicide Girl nostrana-, che include canzoni come No tits but a great personality, Sesso illustrato per Silvestrin e I’m a groupie, fuck me, prende 4/5 su Tiny Mix Tapes. Se arriva a Pitchfork prevedo un voto sopra il 9.
Tutto è (rosso) relativo
Gecco segnala una raccolta firme contro Tiziano Ferro (ma cosa vogliono fare, abbatterlo?), e io ne approfitto per fare outing: a me i singoli di Tiziano Ferro (che sono poi le uniche cose che conosco) non dispiacciono per niente, dalla storia di cyberautoerotismo di Rosso Relativo alla Timberlakiana Xverso fino alla dantesca rima spezzata con doppio senso (di sere ne-re / puoi rima-ne-re) di Sere nere e all’accorata ballatona confessional Ti voglio bene. Il pop commerciale non è esattamente la mia passione, ma questo ci sa fare, e se mi imbatto in una sua canzone per radio di solito non solo non cambio canale, ma mi metto anche a canticchiare con una gioia un po’ perversa (sic).
Ecco, l’ho detto.
[puntate, mirate, fuoco!]
iPodology
Visto che questo è un blog indiecool, almeno una volta alla settimana sono costretto per contratto a parlare di uno degli oggetti più cool del pianeta, ovvero l’iPod. Dopo il grande e inatteso successo della versione mini, il tentativo di clonaggio su PocketPC fallito è la volta dell’ennesimo grido di allarme per la durata delle batterie, alla cui sostituzione si sarebbe costretti, a prezzi esorbitanti, dopo solo 18 mesi. Per questo problema, però, c’è una soluzione che farebbe invidia a MacGyver: merita un’occhiata.
[Ma MacGyver è cool? Ed è indie?]
Ditemi qualcosa che non so
Lo splendido test dell’attrazione di Match.com, segnalato ieri da Fabio, ha rivelato dei miei gusti sessuali un sacco di cose ovvie (preferisco le more, meglio se «well-endowed with breasts»), alcune meno ovvie ma vere (non noto il colore degli occhi), e altre false (perchè non dovrebbero piacermi i sorrisi?). Il consiglio finale, però, è da antologia: visto che pare io abbia una predilezione per il tipo mediterraneo (ma va?), Match.com mi consiglia di andare in vacanza nel sud dell’Europa. Mi sento preso in giro.