Quello che si fa per amore? Ha un limite…
Uno spot della Nike in .mov (tasto destro, salva oggetto con nome).
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Il cappellaio matto
Il cappellaio matto è una delle persone migliori che io conosca: è simpatico, intelligente e straordinariamente affabile, e sono doti rare da trovare tutte nella stessa persona. Sicuramente, se gli facessi questi complimenti faccia a faccia, lui si schernirebbe e direbbe una battuta, e anche questo è uno dei motivi per cui è così grande. Il cappellaio matto ha una mansarda strepitosa a un tiro di sasso dalle due torri, e se ti affacci sul balcone vedi la cima della Garisenda e la torre degli Asinelli in una prospettiva storta assai affascinante, che mi era completamente inedita; vista battuta forse solo da quella che si ha sfrecciando ai 70 per via Rizzoli alle 6 di mattina ululando qualche canzone ispirata. Il cappellaio matto ci ha accolto con una vasca di stilosissime spillette in cui navigavano alcuni cd, e noi ci siamo serviti tutti come dei bambini davanti a una tavola imbandita; poi ci siamo seduti per terra ed abbiamo ascoltato. Il cappellaio matto quando prende la chitarra in mano sembra una persona completamente diversa, e pensa che era pure unplugged; chissà cosa avrebbe fatto con un bel muro di distorsione dietro e tutti i pedalini del caso. Il cappellaio matto dichiara di vivere sulle ceneri fumanti del rock, senza capire che lui invece quel fuoco sta facendo la sua per perpetuarlo, e che dovrebbe esserne orgoglioso. Il cappellaio matto ha organizzato proprio una bella serata, e per questo non si può che ringraziarlo. E sì che il cappellaio matto, io, non l’ho mica mai visto con un cappello in testa.
How could anybody possibly know how he feels
Realizzavo stamattina che da circa due mesi non passa giorno senza che io non mi ascolti (almeno) un disco degli Smiths o di Morrissey. Gli effetti sul mio umore ve li lascio solo immaginare… In realtà non sono quello l’importante; non dimenticatevi che il mio nume tutelare è quell’allegrone di Nick Cave, e che per noi devoti all’allegria dei naufragi una bella canzone con una profonda vena triste è tra i piaceri più sublimi.
In relatà, comunque, non volevo parlare di questo. L’idea era limitarsi, senza troppi commenti, a linkare un articolo (bello e piuttosto lungo) di PopMatters su Morrissey, intitolato significativamente Why do we still love him like we used to?, che analizza l’evoluzione della figura del Moz, l’importanza capitale che riveste per i suoi fan e il rapporto tra quello che è e quello che rappresenta, il tutto con una piega decisamente critica sul finale che non condivido del tutto.
[Ecco, in realtà non volevo proprio commentarlo, perchè il discorso è assai lungo e complesso, e non sono sicuro di avere una posizione precisa in merito. E’ solo che, come ovvio, quando c’è di mezzo Morrissey non è proprio possibile fuggire quella certa verbosità assai compiacente che è tra le cose che più amiamo di lui. Quindi, in realtà, la mia posizione è già chiara così]
Qualche domanda
Lo sapevate che gli europarlamentari italiani sono i più assenteisti a Strasburgo? Lo sapevate che il record negativo assoluto (presente solo al 16% delle sedute) è di un italiano, un tale chiamato Marcello Dell’Utri (ma non vi illudete, non ci fa una bella figura neanche Boselli)? E lo sapevate che, come ci ricorda Ma3got, alle imminenti elezioni europee la destra ha candidato gente come Berlusconi, Fini, Albertini e Gasparri -gente con talmente pochi impegni e cariche che avrà sicuramente un sacco di tempo per andare a Strasburgo a rappresentarci- e, addirittura, il ritratto della salute Bossi? Ma come si può pensare che, a prescindere dalle valutazioni politiche, persone così impegnate (e con stipendi a tanti zeri) siano anche solo vagamente interessate a partecipare attivamente alle attività del parlamento europeo (che tra l’altro, come ci si sta accorgendo, cominciano ad avere un’importanza anche maggiore di quelle del nostro) invece di rimanere a Roma a farsi i fatti propri come Dell’Utri?
Ciao Micia
La linea di accessori pop più famosa al mondo non era completa.
Fino ad oggi.
Gloomy Sunday
Cioè, non parlatemi della domenica; io la domenica la odio. La domenica è sempre il giorno dopo, quello della stasi, quello interminabile, vuoto e senza senso, anche quando le cose da fare ci sarebbero e i motivi per sorridere comunque più di quelli per cui avere l’umore sotto i piedi. E’ un dato di fatto: che ci sia il sole o piova, la domenica, al meglio, è sempre uggiosa.
Non è un caso, ovviamente, che una delle più tristi canzoni di tutti i tempi -nota anche come la canzone ungherese del suicidio, per l’alto numero di persone che si è ucciso dopo averla ascoltata (e che per questo, leggenda vuole, negli anni ’30 è stata persino bandita)- si chiami Gloomy Sunday. La sua storia, benchè assai fantasiosa, è davvero affascinante, e la sua magia nera nel corso degli anni ha colpito un gran numero di artisti, che hanno deciso di reinterpretare la canzone e perpetuarne il mito. Da Billie Holiday a Serge Gainsbourg, da Elvis Costello a Marianne Faithfull, fino ad arrivare a Bjork, Sinead O’Connor, Sarah McLachlan e molti altri: un sacco di artisti si sono cimentati con la spaventosa tristezza di Gloomy Sunday, in versioni magniloquenti o minimali, strazianti o lievi, arrangiate nei modi più vari. Questa pagina raccoglie gli mp3 di 22 versioni diverse, tra cui le mie preferite sono quella della Serpenta Diamanda Galas, quella canonicamente pop degli Smithereens, quella palesemente eccessiva di Bjork e quella di Elvis Costello. Ma meritano tutte un ascolto, anche solo per vedere la stessa canzone mutare forma 22 volte. E per aspettare che questa domenica finisca.
Il Grande Fratello (quello vero)
L’antiterrorismo americano ha interrogato un ragazzo dopo aver intercettato un suo SMS sospetto. Che non parlava di attentati, ma citava i Clash. D’ora in poi, attenti a quello che dite e scrivete. E alla musica che ascoltate.
Shame on Shane
Alla notizia che Shane MacGowan, già cantante degli indimenticabili Pogues e icona mondiale dell’alcolismo all’ultimo stadio, sarà a Torino per il Traffic Free Festival -in un evento organizzato da Vinicio Capossela- non può che scappare una lacrimuccia ripensando all’adolescenza, a Sunnyside of the street, a Lullaby of London, al duetto con Nick Cave per What a wonderful world e alla sua frase «Life’s a bitch», che intorno ai 16 anni usavo scrivere su qualunque superficie piana mi capitasse a tiro. Shane è ormai ridotto talmente male che è persino possibile trovare in rete delle sue parodie, come questa Say what Shane? (in alto a sx), in cui bisogna indovinare la frase detta da Shane sbronzo tra quattro possibilità. Visto il numero di denti che gli è rimasto in bocca e visto il suo tasso alcolico medio, non è impresa da poco.
L’ennesimo gioco scemo
Offresi onore e gloria a chi mi aiuterà a superare il quinto (e ultimo) livello del gioco della Happy Pill, a cui ho già sacrificato buona parte dellla mia (invero corta) mattinata. Attenzione, highly addictive.
Oggi
Dell’odiare le festività inutili quando tanto sei disoccupato, il tempo fa schifo e non c’è alcun motivo durante la giornata per mettere il naso fuori casa.
Hail to the rodeo!
Per quelli che ‘i mostri sacri non si toccano’. Per quelli che inorridiscono quando sentono le parodie dei classici del rock. Per quelli senza senso dell’umorismo. Per quelli politicamente corretti a tutti i costi. Per quelli che il sacro e il profano sono ben distinti e non si mischiano mai: lo strepitoso medley dei Rodeohead, in rigoroso stile bluegrass. E indovinate un po’ quale seriosissima band viene parodizzata..
5 ragioni per non mancare domani sera
Poco più di un mese fa, un manipolo di coraggiosi volontari (tutti o quasi studenti) metteva in piedi Oppure TG, il telegiornale online del sito web del candidato sindaco a Bologna Sergione Cofferati. L’operazione è stata criticata (ad esempio in questo post e, soprattutto, nei suoi commenti), ma va dato atto a chi l’ha realizzato di aver messo in piedi in poco tempo e con pochi mezzi un prodotto di tutto rispetto, in grado di fare un’informazione ‘altra’ rispetto a quella dei mezzi di comunicazione tradizionali. Qualcosa che è riuscito ad andare oltre la propaganda elettorale ed è riuscito a crearsi una sua credibilità informativa in poco tempo e, lo ripeto, con pochi mezzi.
Domani sera ai Giardini Margherita Oppure TG festeggerà il suo primo mese di vita con un Party : 4 band (Mersenne, Rosaluna, Diva Scarlet e Sazizz Trio), un paio di DJ e, si spera, un sacco di bella gente. Ecco 5 ragioni per cui non potete mancare:
+ Perchè sostenere Cofferati è un dovere morale. Per quante perplessità si possano avere sulla non-bolognesità del candidato e sulla personalizzazione su cui è basata la sua campagna elettorale, Bologna ha bisogno di una persona dedita e seria come il cinese che rimedi ai danni fatti dalla giunta Guazzaloca negli ultimi anni.
+ Perchè un concerto gratis non fa mai male. E dei Mersenne si dicono meraviglie.
+ Per vedere in azione, per la prima volta su un palco vero, l’ineffabile Milf, già autore della ‘colonna sonora originale’ di Airbag nonchè delle sigle di Oppure TG. Potrebbe essere l’inizio di qualcosa di importante.
+ Perchè se il tempo rimane così uggioso non è il caso di stare in qualche piazza a bivaccare. E lo chalet è al coperto.
+ Perchè è una festa. E quando mai si rinuncia ad una festa?
[Tutte le info qui]
Fumare uccide (tutti)
Un filmato in flash assai carino, cinico e pieno di citazioni sulle conseguenze -per il mondo- di un cartello No smoking di troppo.
[Grazie a Checco e Illo]
Continuano al ritmo di uno ogni 3 mesi:
I dieci lavori demenziali dei miei sogni
8. Il compositore di suonerie per cellulari
Lo so che questo mestiere -a conti fatti- non esiste, perchè queste cose le fanno dei software neanche troppo complessi, ma ogni volta che mi imbatto in trasmissioni come TRL o Top of the Pops, in cui durante ogni posizione della classifica campeggiano in sovraimpressione gigantesche scritte che illustrano come farsi inviare -a pagamento, s’intende- la suoneria della canzone in questione, non posso fare a meno di immaginarmelo. E’ un ometto con gli occhiali, una tastiera midi, un computer e un set dei più diffusi modelli di cellulare, al soldo delle multinazionali che lo pagano a peso d’oro per trasformare ogni stronzo motivetto che abbia un po’ di successo in una plausibile suoneria da piazzare agli adolescenti in giro per il mondo. Lui converte, adatta, trascrive, come un vero artigiano della musica trasforma i successi del pop in sequenze di bip, studia il modo per rendere quel passaggio armonico, quell’accelerazione ritmica e l’atmosfera generale della canzone.
E’ lui, e non i critici musicali, ad avere il vero polso della qualità della musica al giorno d’oggi: apprezza (anche se, ovviamente, finisce per odiarle) le canzoni che non accettano di essere ridotte a una scarna melodia monofonica e che dopo il trattamento non assomigliano neanche vagamente al brano originale. Con le suonerie polifoniche è tutto più facile, e il nostro compositore si può anche dilettare in raffinati lavori di arrangiamento, scegliendo con perizia quali canali tenere e quali eliminare, quante e quali licenze concedersi, ed escogitando nuove soluzioni
Il suo sogno è comporre suonerie originali che siano inserite nei cellulari fin dalla loro vendita, e che per questo possano diffondersi in tutto il mondo, e a tutti i livelli, dal bambino al vecchietto. Il Nokia Tune, la suoneria musicale (l’unica!) dei primi modelli di Motorola e molte altre sono ormai leggenda, e fanno inequivocabilmente parte del patrimonio culturale di milioni (miliardi?) di persone.
Il compositore di suonerie, però, non si fa illusioni: sa che solo pochi, pochissimi, ce la fanno. Ma quelli, con i soldi dei diritti d’autore di melodie che risuonano milioni di volte al giorno in tutto il mondo, campano a vita come dei pascià. Se li immagina alle Isole Cayman, sdraiati al sole a bere tutto il giorno cocktail esotici insieme a bellissime ragazze discinte; mentre lui è nel suo studiolo buio, impegnato a convertire Dragostea e Anvedi come balla Nando e in ritardo con la consegna dell’ultimo singolo di Max Pezzali. Sognando il Nokia Tune.
[I primi sette lavori demenziali dei miei sogni, per chi se li è persi nei mesi scorsi: lo sceneggiatore di soap opera, la guardia del corpo di Berlusconi, il redattore di Men’s health, il direttore artistico di Mtv, il responsabile casting di Baywatch, il cuoco dell’Alitalia e il progettista di soft drink alcolici]
Directors Cut
Lo linko di nuovo perchè mi diverte sempre troppo: il Photoshop Contest di Worth1000 questa volta è dedicato alle Scene dei film che non ci hanno fatto vedere. Etichette di troppo, oggetti anacronistici, bizzarrie di ogni genere, e riferimenti spesso anche molto sottili. Non male.
Cosa ho scoperto a Musica nelle Valli
Musica nelle Valli -festival di musica indi(e)pendente organizzato da Fooltribe, giunto quest’anno alla sua nona edizione- era una di quelle piccole leggende che, non essendoci mai stato, non ero mai riuscito a spiegarmi. Per quale motivo la sua fama è tanta e tale, la gente viene da lontano e pianta la tenda su un prato per non mancare all’evento, a fronte di un cartellone non certo prodigo di grandi nomi? Ieri ci sono stato, e ho capito. L’atmosfera è quello che conta. E il cartellone non ha interesse a snocciolare nomi troppo noti, perchè anzi fa della scoperta sua caratteristica e vanto. E infatti ho scoperto un sacco di cose.
+ Ho scoperto che esiste un festival che vedi da lontano, perchè un tendone da circo in mezzo ai campi della bassa ferrarese non si può non notare. Un festival in cui sul palco avvertono che un’auto con la targa tal dei tali ha lasciato le luci accese. E in cui il capo della baracca lo trovi dopo il concerto all’uscita, con una torcia in mano, a guidare le macchine fuori dal parcheggio. E questi sono solo 3 esempi a caso.
+ Ho scoperto che le Black Candy, da sempre propagandate dai Polaroidi, e che finora non mio avevano mai colpito granchè, sul palco sono fenomenali. La sfrontatezza della Mara, la foga di Amarezza e la timidezza di Alice creano una combinazione al contempo esaltante e esilarante. Il loro set è stato uno dei migliori della giornata; poco importa se le canzoni sono sempre troppo sghembe: non sono quello che conta, o almeno non solo.
+ Ho scoperto che Vittoria Burattini (ex batterista dei Massimo Volume, ora nei Franklin Delano) non ha perso il tocco. E che il suo nuovo gruppo non è davvero niente male.
+ Ho scoperto che conoscevo un sacco di volti. Ogni volta che mi trovo in situazioni del genere non me ne capacito; ma dove l’ho conosciuta tutta ‘sta gente?
+ Ho scoperto che in Italia c’è un gruppo che fa punk funk, che lo fa bene e che questo gruppo di chiama Disco Drive.
+ Ho scoperto che gli El Guapo fanno ballare anche i punkettoni più intransigenti, e questo piccolo miracolo la dice lunga sulla loro capacità di mischiare le carte e sulla qualità del loro suono. Già lo sapevo, ma dal vivo è diverso. Giovedì come si fa a non bissare?
+ Ho scoperto che tutti cantavano il ritornello di Pitagora degli Altro. Anch’io, che quella canzone l’avevo sentita una volta. Poco meno di due minuti di leggenda underground: Io credevo che noi fossimo uno, soltanto uno (scaricatela, è in free download dalla loro pagina web).
+ Ho scoperto che l’anno prossimo ci torno.
Visto che l’argomento vi entusiasma
Visto l’entusiasmo che avete dimostrato nei commenti al post di qualche giorno fa che discuteva l’annosa questione della postura più comoda e igienica per urinare (ovvero: pisciare in piedi o seduti?) batto il ferro finchè è caldo, riproponendovi due link che avevo già segnalato più di un anno fa: la mosca subliminale, un geniale trucchetto di interfaccia grazie a cui gli uomini sono portati a ‘centrare’ meglio gli orinatoi, e lo splendido Brycolì, che -detta come va detta- permette alle donne di pisciare in piedi. Buon divertimento.
Coco, Rosie, io e noi
Sierra Casady mi ha dato un bacio e una fragola. Blanca Casady aveva uno sguardo contemporaneamente malizioso e anestetizzato. Sierra e Blanca sono le Cocorosie, sono bellissime, e sanno far innamorare tutti, uomini e donne, di loro e della loro musica. A tavola si facevano i dispetti esattamente come le bambine che vorrebbero ancora essere, bevevano vino pugliese e ci sorridevano. Un altro pianeta.
Non sapevo se sarebbe valsa la pena di percorrere due volte tutta la Romagna e il Montefeltro -350 Km, più o meno- per esserci. Lo speravo, e già il frammento di soundcheck carpito, il cortile del museo, l’atmosfera creata dalle sorelline e organizzata in modo assolutamente impeccabile da Antonio, è bastata come conferma. Poi è arrivata la gente, ci siamo seduti e vabbè, quando ne è già valsa la pena ci si può rilassare. Ed è proprio quando ci si rilassa che si abbassano le difese; ed essere indifesi davanti ad una serata del genere equivale ad essere condannati.
Il concerto è stato strepitoso. Se su disco il loro indiefolk (vabbè) non mi convince in toto, dal vivo le presunte sorelline sono semplicemente una meraviglia. Sierra gorgheggia, fa i controcanti e suona la chitarra, la tastiera o l’arpa, mentre Blanca miagola con una voce incredibile melodie inattese e parole incomprensibili, e bricca con gli strumenti giocattolo. E questo misto di giri di do arpeggiati in modo elementare, semplici cantilene etiliche, straordinarie esibizioni vocali e Clementoni sound non può non toccare qualcosa dentro, qualcosa di grosso che solo di rado si fa toccare. Eppure, una volta tornato a casa, non pensavo semplicemente alla bellezza del concerto; pensavo, invece, che era bello non essere stato da solo. Perchè non condividere un’esperienza così bella sarebbe stato un crimine.
[se siete masochisti, e non vi è bastato questo post per pentirvi di non esserci stati, guardate qui (con foto!), qui (senza permalink), qui (senza spocchia), e qui (ma domani scompare)]
Inkiostro Music News Aggregator
+ E’ confermato: a Ferrara il 7 Luglio prima dei Belle & Sebastian ci saranno i Rapture. Preparate il moodswitch.
+ Justin Timberlake interpreterà Johnny Rotten in un film. In effetti, la carica sovversiva è più o meno la stessa
+ Nell’intervista realizzata dalla nuova webzine musicale Unmute, Paolo Benvegnù dice di voler organizzare un tour estivo di Carina Round. Ulteriore conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della sua grandezza (sia di Paolo che di Carina).
+ Television (riuniti) + Broken Social Scene (+ Muse, vabbè) il 30 Giugno al Lazzaretto di Bergamo? Quest’anno tra festival, reunion e date uniche c’è da fare un mutuo… (via Pompeo)
+ A quelli di Stylus Magazine, che già avevano adorato l’ultimo Punk…not diet! (dandogli nientemeno che 9.3), è piaciuto anche Hits for broken hearts and asses (a proposito, titolo geniale), compilation che raccoglie i primi EP dei Giardini di Mirò.
+ Il nuovo video dei Liars, We fenced other gardens with the bones of our own, è stato diretto da Karen O, vocalist degli YeahYeahYeahs e amichetta del cantante Angus Andrew. Insospettabilmente non è neanche così male, anche se è registicamente piuttosto ingenuo; il balletto con le scope, però, vale da solo tutto il video. Per guardarlo in streaming (low-res, mid-res, hi-res) e per altre primizie, date un’occhiata qui.
+ E’ solo una mia impressione o quest’anno il programma di Arezzo Wave fa (ancora) più schifo del solito? E sì che qualche anno fa…
Hide’n’seek
Provi a nasconderti dietro a un dito. Ti ci metti d’impegno, nella convinzione che un misero dito, alzato al cielo, ben teso davanti ai tuoi occhi, ti permetta di essere invisibile agli altri; senza capire, invece, che dietro ad esso l’unica persona che non vede sei proprio tu. Come un bambino, che si illude basti un dito a celare la propria presenza, e non riesce a concepire che gli altri, che lo vedono benissimo, ridano della sua ingenua trovata. Come una persona ubriaca, che persa ormai la lucidità ha una fiducia in sè al contempo misera a smisurata, che consente certezze la cui logica, labile quanto una nuvola di fumo, appare solida come la più imponente delle strutture. Come una persona innamorata, talmente accecata dalle proprie sensazioni da aver smesso di dar retta al buon senso. Che dice, con sicurezza inequivocaile, che pochi centimetri di carne e ossa non possono nascondere un corpo intero.
Provi a nasconderti dietro le etichette. Ti convinci che basti un ‘io sono così’ a giustificare il tuo modo di essere, e permetterti di evitare il confronto. Motivi i tuoi comportamenti in virtù delle definizioni che ti dai, invece di motivare le definizioni con i tuoi comportamenti. E’ comodo e vile, ed è tipico di chi non vuole mettersi in gioco. Ma chi non si mette in gioco, lo sai, alla fine perde sempre la partita.
Provi a nasconderti dietro le circostanze, aspettando da esse la risposta che non sai darti, affidandoti ad esse come se da loro, e non da te, dipendesse quello che succede. Ma fai attenzione, è come giocare a nascondino: se chi si nasconde rimane ben al riparo, chi cerca non osa allontanarsi troppo dalla tana, la partita si fa lunga ed estenuante, e si risolve in uno stallo. Alla fine tutti si annoiano, e non vince nessuno.
Il settimo dice ‘Non rubare’
Mentre su Punto Informatico di oggi c’è un bell’editoriale sulla Legge Urbani e sul ruolo di scioperi e netstrike nell’evoluzione della legislazione sul diritto d’autore, Salon indaga i legami tra cattolicesimo e file sharing (sic) in un bell’articolo, leggibile qui dopo essersi sorbiti un po’ di pessima pubblicità (dovete cliccare su Free Daily Pass). E’ più interessante di quanto possa sembrare.
Concerto anche sì, disco anche no
Quando si dice che esistono gruppi da disco e gruppi da concerto, non si dice mica una cazzata. Di certe band non mi sognerei mai di ascoltare un disco. Di certe altre sì, ma mica spesso. Eppure, dal vivo, le stesse band sono in grado di fare concerti grandiosi, farti battere il piede, e ridere, e saltare, inquietarti e giocare a piacimento con il tuo umore. Anche se non hai il minimo interesse ad ascoltarli su disco. Oppure se il significato che hanno in versione registrata è inequivocabilmente diverso (peggiore?) rispetto alla loro versione in carne, ossa, sudore e urla.
Prendete i Numbers. A parte il fatto che fino a due ore prima del concerto non sapevo neanche chi fossero (e sì che sono uno dei 5 gruppi migliori al mondo!), non credo sarei in grado di sopportarne più di un paio di pezzi di fila su disco, e non ho il minimo interesse a procurarmene. Al concerto invece mi sono divertito un sacco, complice il fatto che l’Ekidna di Migliarina è un posto incredibile, una ex scuola elementare persa nelle brume del carpigiano in cui le ragazze sono bellissime, i volti sono quasi tutti noti, sulle pareti ci sono appesi i fumetti di Tuono Pettinato, intorno allo specchio del bagno c’è scritto il testo di I’ll be your mirror e l’atmosfera è anche più che amichevole. Per una recensione vera, guardate qui.
Oppure prendete il concerto dei Liars di ieri: nonostante, come ho anche scritto mesi fa, il loro ultimo disco sia notevole, non l’ho ascoltato poi così tanto (You are the quarry di Morrissey ce l’ho da due giorni e credo l’abbia già superato come numero di ascolti), preferendogli un gran numero di cd più ‘da cameretta’. E nonostante il disco non sia tra i miei preferiti dell’anno, nonostante l’Estragon non mi piaccia affatto, nonostante fossi assordato da una cassa, la loro furia dal vivo mi ha convinto assai, e perdersi nel rumore inquietante prodotto dai tre newyorkesi, con le loro cantilene, le ritmiche inusitate e i rumori assortiti è stata un’esperienza di tutto rispetto. Il disco l’ho già rimesso a posto, insieme agli altri. Ma se ripassano a suonare da queste parti -e ripassano- non me li faccio scappare.
Gente che non ha niente di meglio da fare*
L’improbabile associazione Mothers against peeing standing up, che promuove un fondamentale passo in avanti per la civiltà: pisciare seduti. Vorrei che fosse finto, ma pare tutto vero.
[* come i blogger, insomma]
Domani sciopero delle connessioni ADSL
Della Legge Urbani (da oggi in vigore), per la quale si può finire in galera per aver scaricato un mp3 da un sistema peer to peer, ho parlato spesso, e non smetterò mai di sostenere la sostanziale follia di gran parte delle sue direttive. La questione della tutela del diritto d’autore ai tempi di Internet è molto più complessa di quanto sembri, e di quanto gran parte dei parlamentari abbiano compreso, e una legge così grossolana è il modo peggiore per affrontarla in modo proficuo e sensato. Proprio per questo, ho intenzione di aderire allo sciopero delle connessioni ADSL in programma per domani. Ovviamente, come gran parte degli scioperi, non servirà a niente. Ma gli interessi in gioco sono tali che è bene darsi una svegliata, e rendersi conto che le cose dipendono anche da noi. Per questo motivo domani andrò a farmi una passeggiata, leggerò un libro, pulirò casa e non accenderò il computer. Siete caldamente invitati a fare lo stesso.
Una ragione al giorno leva Bush di torno
Su McSweeney’s -celeberrimo giornale/sito web gestito dal formidabile genio Dave Eggers– ogni giorno viene pubblicata una ragione per cui Bush dovrebbe essere cacciato. Da dichiarazioni assai imbarazzanti, a dati discutibili sul suo mandato, fino a indagini e insinuazioni davvero inquietanti. Una lettura istruttiva.