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giovedì, 30/09/2004

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Immaginate anche solo i doppi sensi
Ho un giochino per voi. No, calmi, non maleditemi, questa è una cosa tranquilla. Niente a che vedere con il malefico Reverse o le infami stanze rosse o verdi: qui si tratta semplicemente usare al contrario la Image Search di Google, indovinando -data la schermata con i risultati- quale sia la stringa di ricerca. E’ più divertente -e, anche questo, additivo- di quanto sembra.

giovedì, 30/09/2004

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Questa sì che è una notizia
Apprendo che Gabriele Paolini, leggendario disturbatore televisivo, oltre ad avere un enorme e aggiornatissimo sito web, è nel guinness dei primati, appunto per il numero di trasmissioni disturbate.

mercoledì, 29/09/2004

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The Simpsons
Nonostante (o forse proprio per) la sua sconvolgente pochezza artistica -che fa sembrare Britney Spears o Christina Aguilera davvero dotate-, Jessica Simpson è ormai un grande fenomeno mediatico. Protagonista di un paio di reality show per Mtv (tra i queli il sublime Newlyweds), autrice di un libro autobiografico, in heavy rotation in radio e tv musicali con i suoi terrificanti hit, l’anno scorso è stata persino immortalata in una geniale omonima canzone da quel pazzo furioso di Adam Green (Jessica Simpson, where has your love gone? It’s not in your music, no). Come non bastasse, ha appena pubblicato il suo esordio discografico la sorella diciassettenne, Ashlee, che -adeguandosi ai tempi- ha come target gli adolescenti inkazzati che spediscono regolarmente ogni pezzo di Avril Lavigne in testa a tutte le classifiche mondiali. La puzza di finto (ok, di ancora più finto), però, si sente a distanza di chilometri; nonostante (o forse proprio per) questo, non più di un paio di sere fa sono stato testimone dell’entusiasmo scatenato dalla visione del video di Ashlee Simpson in una nutrita schiera di blogger e raffinati cultori musicali.
Tutto questo, comunque, era per dire che c’è un bel pezzo nel Guardian che parla delle sorelle Simpson e del loro successo. Ovviamente, però, il Guardian non c’entra niente: era solo una scusa per fare un post trash.


mercoledì, 29/09/2004

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Canada’s true writer
Mentre dalle nostre parti il suo nuovo romanzo Elenor Rigby non accenna a farsi vedere, Douglas Coupland scrive un gran bell’articolo su Terry Fox, il vero eroe del Canada. Se non sapere chi sia, l’articolo è per voi.

martedì, 28/09/2004

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I am an american aquarium producer
Quando sono riuscito a metterci le mani sopra, ero sinceramente emozionato. E ultimamente non capita spesso, quando mi accingo ad ascoltare per la prima volta un disco. Quando, però, si tratta della rara raccolta di demo delle canzoni e degli outtakes di uno dei migliori dischi degli ultimi anni (Yankee Hotel Foxtrot) di una delle più brillanti band degli ultimi anni (i Wilco), la cosa è davvero inevitabile. Non solo per la qualità del materiale, ma anche per il brivido di avere tra le mani qualcosa che non era previsto che io o nessun’altro sentisse, al di fuori dei Wilco stessi e di Jim O’Rourke, geniale e polimorfa personalità artistica che avrebbe prodotto il disco. Con ogni probabilità si tratta delle stesse registrazioni che O’Rourke ha ricevuto dalle mani di Jeff Tweedy, al cui genio avrebbe aggiunto il suo contributo, per mettere in piedi il disco definitivo che conosciamo.
Le Yankee Hotel Foxtrot Tapes contengono 21 canzoni, di cui 7 che effettivamente finiranno sul disco, e il resto outtakes, strumentali o versioni alternative. C’è I am trying to break your heart, che già contiene al suo interno (ma ben nascosto) il germe del capolavoro che solo O’Rourke saprà tirare fuori in tutta la sua maestosisità, trasformando la canzone che apre Yankee Hotel Foxtrot in una vera e propria pietra miliare del pop contemporaneo (in merito c’è una bella analisi su Stylus); lo stesso capita alla splendida Ashes of american flags. E mentre Heavy Metal Drummer e Reservations mostrano dal principio una struttura matura, che O’Rourke manterrà quasi intatta, I’m the man who loves you, Poor places e Kamera (nella prima delle due versioni presenti) rivelano una scrittura classica, con arrangiamenti piuttosto banali, che sul disco verranno incommensurabilmente raffinati. Poter spiare l’operato del quinto Sonic Youth dietro la consolle di regia riesce a rendere, se possibile, ancor più mitologica la sua ormai leggendaria aura di genio.
Tra gli inediti, Not for the season e Alone nascondono dietro incedere uptempo ed accordi aperti i soliti testi senza speranza di Tweedy, Venus stopped the train è una ballata pianistica devastante, Nothing up my sleeve è folk classico e caustico, e gli strumentali sono quadretti appena abbozzati. Buoni pezzi, in generale, anche se niente di più: chissà, forse con la produzione di O’Rourke avrebbero guadagnato il quid che gli manca per competere con i pezzi che sono finiti nel disco. Oppure è proprio per l’assenza da principio di quel quid che il produttore li ha scartati.
Se qualcosa si può concludere dal confronto tra demo e versioni definitive, è quanto O’Rourke abbia saputo arricchire i pezzi originali, stratificandoli e costruendoli a molti livelli, eliminando così la chiarezza e nudità che dimostrano nelle loro versioni primordiali, in cui il contrasto tra la struttura lineare -sostanzialmente pop/folk- dei pezzi e la complessità lirica dei testi finisce per indebolirne l’efficacia. In qualche caso ha costruito attorno ai nuclei originali delle canzoni un vero e proprio ambiente sonoro, che è possibile ammirare come un acquario grande e lussureggiante in cui nuotano piccoli pesci inquieti. Non era da tutti saperlo fare. E solo uno avrebbe saputo farlo con la sua classe.




lunedì, 27/09/2004

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Visto che io ai miei lettori ci tengo (?)
Dando un’occhiata alle statistiche, noto che la maggior parte dei lettori di questo blog vi accede ancora attraverso il vecchio indirizzo http://inkiostro.splinder.it. Vi ricordo che tra 4 giorni il bumper di Splinder scomparirà, e a quell’indirizzo ci sarà una pagina di errore standard. Quindi direi che vi conviene aggiornare i link e i bookmark (a questo e agli altri blog di Splinder); e vi conviene farlo ora.

lunedì, 27/09/2004

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Lagnoso, esperto, un po’ onnivoro e un po’ U.Q.
Questo sarebbe presumibilmente il mio profilo secondo l’indientikit pubblicato su Sonorika.com. Brillante.
[via Lonox]


lunedì, 27/09/2004

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A cosa serve la droga se c’è Reverse
Vi voglio male: beccatevi questo. Vi avverto, giocarci è stata una delle esperienze più frustranti della mia vita, al quindicesimo livello mi sono fermato perchè avevo la bava alla bocca e parlavo da solo; quindi se siete soggetti alle dipendenze lasciate perdere.
[grazie -anzi, forse dovrei dire fanculo- a Miotz]

venerdì, 24/09/2004

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Tonight is the night
Come già anticipato qualche giorno fa, stasera alle 21 Airbag avrà il piacere di ospitare gli Offlaga Disco Pax, il collettivo neosensibilista contrario alla democrazia nei sentimenti che ha conquistato i nostri cuori. Sintonizzatevi numerosi sui 103.1 MHz FM a Bologna e dintorni, oppure ascoltateci in streaming da tutta Italia; per i ritardatari, a disposizione per una settimana c’è sempre l’archivio di mp3 lo-fi della radio. Come si diceva una volta, intervenite numerosi, e interagite con noi via mail o via sms (333 1809494).

venerdì, 24/09/2004

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File under Retrofuturismo, avant-nostalgia
Fa sorridere, fa pensare o fa paura, non so bene. Un po’ di tutte e tre, probabilmente. Questa immagine di come -negli anni ’50- si aspettavano che sarebbe stato un home computer nel 2004 mi piace un sacco.

venerdì, 24/09/2004

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Qualcosa deve pur voler dire
Qualcuno mi spiega perchè Doraemon, relitto giapponese della nostra infanzia, adesso è una delle sorprese all’interno degli ovetti kinder? I Pokemon non erano disponibili e gli addetti al marketing si sono sbagliati con una ricerca di mercato risalente a qualche decennio fa?

giovedì, 23/09/2004

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Adoro queste cose
I 50 record più strani del Guinnes dei primati. Tra i migliori, il parlatore più veloce (tutto il monologo di Amleto in 23 secondi – neanche io riuscirei a fare di meglio), il maggior numero di persone stipate in una Smart (13), la più lunga maratona di barzellette (12.682 in 24 ore), il maggior numero di serpenti a sonagli vivi trattenuti per la coda con la bocca (8), la più grande strabuzzatrice di occhi (1 mm – una foto qui), la più grande odoratrice di piedi (5600 in 15 anni) e il maggior numero di bicchieri in equilibrio sul mento (75, ed erano bicchieri da birra). Però facciamo che i soliti commenti sul fatto che la gente non abbia niente di meglio da fare ve li risparmio, ok?
[del resto io sono qui a postare]


giovedì, 23/09/2004

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Inkiostro Music News Aggregator
+ Tornano i Santa Sangre!

+ E’ un po’ che dovevo segnalarlo: Something I learned today ha realizzato una bella intervista agli eroi dell’indiepop australiano, i Lucksmiths.
+ A nessuno fregherà nulla (giustamente, per altro), ma ci terrei a farvi sapere che domenica scorsa ho pisciato sulle rovine del Link. In senso letterale. [Enzo ha pure fatto qualche foto. Delle rovine, non di me che ci piscio sopra..]
+ Da Gennaio il Mucchio ritorna mensile? [via Pompeo]
+ [Angolo dell’M-Blog] Da queste parti si attende con molta curiosità Lavorare con lentezza, il film di Guido Chiesa sulla storia della leggendaria Radio Alice (l’uscita, tra l’altro è stata anticipata al prossimo week-end). Nella colonna sonora ci sono gli Afterhours che rifanno gli AREA. L’mp3 è qui.
+ Di questi tempi ne sto leggendo almeno un paio al giorno; quelle che meritano però sono poche. Questa intervista a Nick Cave è una di quelle.
+ Ormai l’hanno scritto ovunque: da un paio di giorni in tutte le edicole c’è il nuovo Losing Today. In questo numero il mio contributo non è esattamente imponente, ma da qualche parte c’è.
+ Il nuovo singolo di Fatboy Slim (ascoltabile qui) si chiama Slash Dot Dash. Uuuhhh, com’è internettesco… Ma non vi sembra umiliante essere stati preceduti persino dai Gazosa?
+ God bless Evan Dando: pare che i Lemonheads si riformino.
+ E’ tornato.










mercoledì, 22/09/2004

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Meno tasse per tutti
La domanda non è se lo slogan elettorale del Berlusca fosse vero; la vera domanda è: quando?
[cliccate su questo link, merita]
[via Salgalaluna via Macchianera]




mercoledì, 22/09/2004

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Venerdì sera Offlaga anch’io
E’ paradossale per un trio di reggiani nostalgici essere uno dei gruppi hype del momento? E’ paradossale che, con solo un demo introvabile e centellinando i live (ma saranno il 9 Ottobre al Covo), il verbo del loro socialismo tascabile si sia diffondendo lungo la penisola in modo massiccio e inatteso? E’ paradossale che gli Offlaga Disco Pax conquistino al primo ascolto più o meno chiunque sia disposto a proiettarsi nella loro Emilia parabolica? Probabilmente no. Ma avremo la possibilità di chiederglielo: venerdì 24 gli Offlaga Disco Pax saranno ospiti di Airbag, alle 21 su Radio Città 103. Per fare 4 chiacchiere, ascoltare qualche pezzo, chiedergli come va la registrazione del loro album di debutto e bersi una spuma (a trovarla…). Se siete a Bologna sintonizzate già le radio sui 103.1 MHz FM, se siete fuori preparate già lo streaming; la puntata di Venerdì sarà da non perdere. Perchè, ricordate: tutto il resto è desistenza.

martedì, 21/09/2004

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They are so nerdy they don’t even know it
Via mail una gentile lettrice (…) mi chiede, visto che nomino spesso i due termini, quale sia la differenza tra nerd e geek. Ho trovato una pagina che tenta di spiegarlo; non mi soddisfa del tutto, ma è meglio di niente.

martedì, 21/09/2004

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Your famous blue raincoat was torn at the shoulder
Oggi Leonard Cohen compie 70 anni. Ammesso che abbia senso dire una cosa del genere, Leonard Cohen è il più grande cantautore vivente; che i fan di Dylan se ne facciano una ragione.
Rispetto al suo valore artistico, Leonard Cohen è mostruosamente sottovalutato. Non è mai stato un personaggio pubblico, non è mai stato un grande performer, non ha mai scritto canzoni politiche che siano diventate l’inno di una generazione (almeno non nel senso convenzionale del termine), non fa concerti da una vita. Pubblica un disco ogni tanto (il prossimo, Dear Heather, esce a breve), e di solito non si tratta di dischi belli; come molti cantautori Cohen non è granchè a cantare, ma a differenza di altri spesso non azzecca neanche gli arrangiamenti. Nella sua carriera è passato dal folk più classico dei primi dischi a un improbabile collaborazione con Phil Spector, dal barocchismo di Various Positions al sintetico I’m your man fino all’elettroacustica dell’ultimo Ten new songs, e secondo me non ci ha azzeccato quasi mai. Perchè lui scrive canzoni, e il resto conta poco. Come lui, però, le canzoni non le scrive nessuno. 
Il suo primo brano, Suzanne, è stato reinterpretato da 124 artisti (tra cui De Andrè), Famous blue raincoat -lo scrivo ogni volta- è semplicemente perfetta e non c’è bisogno di aggiungere altro, Bird on the wire contiene quello che probabilmente sarà il suo epitaffio (Like a bird on the wire / Like a drunk man in a midnight choir / I have tried / in my way / to be free), Chelsea Hotel #2 -ma l’avete mai ascoltata??- è il più poetico dei ricordi post-mortem della sua liason con Janis Joplin (You told me again you preferred handsome men / but for me you would make an exception), e Hallelujah, non sarebbe stata resa immortale da Jeff Buckley se non fosse stata già da sola un piccolo gioiello compositivo. E poi ancora I’m your man (una delle più belle canzoni d’amore mai scritte, ça va sans dire), il valzer definitivo Dance me to the end of love, mentre In my secret life dice tutto ciò che c’è da dire (e non una parola di più) su chi ha una vita interiore affollata ma fredda. E ho citato solo quello che era un crimine non citare. Il resto lo lascio scoprire a voi.
[La Friday Review del Guardian ha un bell’articolo pieno di aneddoti con le 70 cose da sapere su Leonard Cohen]




lunedì, 20/09/2004

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Lo so lo so lo so che è una stronzata
Ma che vi devo dire, i 100 modi per far impazzire il call center di un corriere espresso mi hanno fatto abbastanza rotolare dalle risate.
[grazie al socio]


lunedì, 20/09/2004

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Se ne aprissi uno io lo chiamerei ‘MButo!
Non so voi, ma io da qualche tempo non riesco a cominciare la settimana senza dare un’occhiata alla massiccia rassegna M-blog fatta dal Blog della Domenica. Solo ieri Max -o meglio, le sue fonti- hanno linkato pezzi di Tom Waits, Nick Cave, i Ramones, John Cage, i Go! Team, i Ricordi Bastardi, i Black Keys, gli Apostles of hustle (ennesimo progetto collaterale dei Broken Social Scene), gli Arcade Fire (che da queste parti sono in heavy rotation ma nonostante l’hype che li circonda ancora non mi convincono) e molti altri -spesso sconosciuti, come è giusto che sia. Il suo imponente lavoro settimanale non è passato inosservato, tanto che il nostro è persino citato da Ernesto Assante nell’ultimo numero de Il Venerdì di Repubblica (a pag 126, nella rubrica Weekend/Internet):
Il secondo modo con la «m» è quello degli m-blog, ovvero i blog con dentro gli mp3 di band indipendenti, di formazioni nuove, o anche di personaggi noti che hanno realizzato nuovi lavori. Questi sono l’evoluzione naturale dei blog musicali e sono uno strumento curiosissimo di informazione musicale. Se ne parla abbondantemente e con molti link su www.ilblogdelladomenica.splinder.com.
[Un paio di altri buoni M-blog italiani sono M-Gecco e Sad Pandas. Altri ancora, ne sono sicuro, verranno.]



lunedì, 20/09/2004

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Si legga un blog, qualche sera
Qualcuno probabilmente se lo sarà dimenticato, i più lo ignoreranno perchè hanno aperto il blog quando aveva già chiuso, altri -come me- l’hanno adorato ma non speravano più nella sua riapertura; nonostante ciò Strelnik dixit
: Blob of the Blogs sta per tornare.
[Eccolo!]


domenica, 19/09/2004

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La maledizione del giocattolo intelligente
E allora sì, facciamolo: è sabato sera, in città non c’è niente di interessante da fare, e noi andiamo in un multisala del centro a vedere un blockbuster hollywoodiano appena uscito. Ok che fino alla sera prima parlavamo di filosofi greci, Soulwax, e Black Forest/Black Sea (di cui Giovanni ‘Uomo dell’anno’ Gandolfi, comparso provvidamente come una mistica visione spillettata, ha organizzato una data a Bologna, 6 Ottobre al Club 74, ex circolo della Grada), e che usciti dal cinema siamo finiti a parlare di Pasolini e Pazienza -non chiedetemi perchè-, però quanno ce vò ce vò.
Del resto Spider-man 2 (perchè di questo stiamo parlando) da questo punto di vista è un film che dà una certa soddisfazione, a partire dai titoli di testa magnificamente illustrati da Alex ‘Marvels‘ Ross, fino alla scena della metropolitana -5 minuti di apnea garantiti-, con effetti speciali tra i migliori mai visti (anche se ogni tanto l’effetto pupazzetto fa ancora capolino), lo splendore del Dolby Digital a rimescolarti le budella e, nonostante ciò, una sceneggiatura da far invidia a quasi tutti i film del genere. Velo pietoso sul finalone, ma ormai è il prezzo da pagare, e ci siamo abituati.
Chè poi, comunque, a ben guardare Spider-man 2 è al tempo stesso un film autoevidente nella sua linearità e un’opera un po’ più complessa, come ha spiegato Michele Serra su Repubblica in un commento di un paio di giorni fa. E così: eravamo andati a vedere un film di cassetta, e ci siamo trovati davanti un «giocattolo intelligente che dentro l’involucro (molto solito) del kolossal stupefacente nasconde il germe (molto insolito) di una malinconica riflessione sull’eroismo». Una volta che uno vuole giocare, gli tocca pure il giocattolo intelligente. Che nervi.
[Per chi mi ha chiesto di postare di nuovo il link: la bellissima versione di Spider-man 2 interamente ricostruita coi Lego è qui]

venerdì, 17/09/2004

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Caro vecchio inutile post notturno
E’ metà settembre, e oggi ho tirato fuori la giacca pesante. Stasera ero stanco, fuori pioveva e non avevo voglia di uscire; mi succede spesso, nella stagione in cui l’aperitivo smette di essere il baricentro della giornata. Ma sono un coltivatore della controvoglia, e so che -di solito- in questi casi le cose non possono peggiorare. Abbiamo ascoltato indietronica del 2003, giocherellando con degli action figure della Marvel e spostando colonne vertebrali sullo schermo di un Mac. Siamo partiti parlando di gente che spedisce le sue pantofole De Fonseca alla propria ex, e siamo finiti a parlare dell’autunno del nostro scontento. Bisogna che le cose cambino, perchè restino sempre le stesse, diceva quel tale. Ma se, ribaltando il modus ponens, non vogliamo che le cose cambino, nè che restino sempre le stesse? Siamo condannati a rimpiangere -e contemporaneamente a fuggire- entrambe le opzioni?
Torno ad ascoltarmi la mia indietronica del 2003.


giovedì, 16/09/2004

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It’s a long time coming back
Sono seriamente convinto che Thalia Zedek sia un’emissaria del demonio.

giovedì, 16/09/2004

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E magari era anche una bella immagine
Fino a ieri era uno dei dogmi dell’informatica spicciola: non aprire gli allegati delle mail, chè possono contenere dei virus; a meno che non siano immagini, ovviamente. Ora è giunto il momento di togliere quell’a meno che: è stato infatti scoperto un enorme baco di Windows (limitato ad XP e ad Imaging di Office, pare) che permette di spalancare le porte del pc ai codici malevoli grazie alla semplice visualizzazione di un’immagine .jpg appositamente congegnata. Anche via web, quindi. E’ solo questione di giorni, e ci ritroveremo la rete infettata di virus come non l’abbiamo mai vista, mi sa. 
[I dettagli tecnici sono qui]


mercoledì, 15/09/2004

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La vita dopo Coupland (4)
Dunque: è mia convinzione che quasi tutti i ricordi fondamentali della vita arrivino entro i trent’anni. Dopo, la memoria diventa come acqua che trabocca da un bicchiere già pieno. Le esperienze successive non rimangono impresse allo stesso modo e con lo stesso impatto. In questo momento potrei essere a farmi di eroina insieme a Lady Diana su un aereo che sta precipitando, e non sarebbbe emozionante neanche la metà di quella volta che avevamo sedici anni e gli sbirri ci avevano inseguiti per ore perchè eravamo entrati nel giardino dei Taylor e gli avevamo buttato tutti i mobili del patio dentro la piscina. Non so se mi capite.
(da Il mio anno in pensione, in La vita dopo Dio di Douglas Coupland)