Giorni marroni
In questi giorni marroni (come direbbe Jonathan Coe) chi è devoto a riflettere sulle cose oltre che a farle è destinato ad una frustrazione senza se e senza ma. Ma se non ci si scrivono su due righe a cosa serve avere un blog?
Broken Social Scene – Lo hanno già detto tutti: praticamente perfetti. Un equilibrio miracoloso tra divagazioni post e schietto indie-rock, con in più quella cosa rara chiamata ispirazione che inanellando uno dopo l’altro i pezzi più belli del loro capolavoro You forgot it in people (Pafic Theme, Looks just like the sun e Anthems for a seveneteen year old girl) ha consegnato al Covo gremito uno dei concerti dell’anno.
MEI – Il meeting delle etichette indipendenti di Faenza è sempre stordente. Ho fatto incetta di dischi, conosciuto una manciata di persone davvero in gamba, e tastato il polso della scena indipendente italiana. Gente che si lamenta, ma che fa cose e si diverte; e questo è l’importante.
Nick Cave & the Bad Seeds – Il buon Nick è una certezza. Anche quando sul palco oltre ai Bad Seeds c’è un quartetto gospel e la prima metà del concerto è interamente dedicata ai pezzi dell’ultimo non indimenticabile Abattoir blues/The lyre of Orpheus, e il mio disco preferito (The boatman’s Call) viene snobbato. Ma Nick sul palco è una forza della natura, e quando balla ed ancheggia non lo ferma nessuno. Praise him.
Interpol + Bloc Party – Dai Bloc Party mi attendevo molto, vista l’ottima qualità dei primi EP e del disco in uscita; invece sono solo una buona giovane band che mischia (bene) cose diverse, e che ha già una personalità sua. Si faranno, ma ci vorrà un po’. Gli Interpol, invece, sono stati un po’ una delusione. Tecnicamente perfetti, ma freddissimi. Non basta aver azzeccato qualche singolone per farci su una carriera convincente: il concerto è stato per buona parte noioso, aggravato dalla comunicatività a zero della band più fighetta in circolazione (Banks con look da Malcolm MacDowell wannabe era qualcosa di improponibile), dalla ripetitività della formula musicale e dal Velvet gremito di gente che pogava pure sui lenti. Questi qua sono proprio sopravvalutati, date retta a me.
E con ciò, si va avanti. Questo weekend non voglio mettere il naso fuori di casa. Lavorare e dormire, questa è l’idea.