Caution – highly addictive
Un evergreen: Frozen bubble, versione congelata del celeberrimo Puzzle Bubble. Attenzione, può causare dipendenza.
Caution – highly addictive
Un evergreen: Frozen bubble, versione congelata del celeberrimo Puzzle Bubble. Attenzione, può causare dipendenza.
Da dove cominciare?
Dal fatto che Douglas Coupland sta scrivendo il seguito del suo capolavoro Microservi, e che lo intitolerà JPod?
Dal fatto che non so come farò a resistere fino alla sua pubblicazione, visto che il suo ultimo romanzo, Eleanor Rigby, è stato pubblicato da poco?
Dal fatto che ha fatto coming out (via Violetta), e io ero pure convinto che fosse sposato?
Dal fatto che la sua conversazione con Naomi Klein sia di una noia mortale?
O dal fatto che sto leggendo Eleanor Rigby proprio adesso, sono arrivato quasi alla fine, e non mi sta convincendo neanche un po’?
Succede – Winter 2005 nastrone
Succede che sia un periodo molto indaffarato, di quelli in cui ti svegli presto, lavori tanto e arrivi a sera che vuoi solo collassare a letto il più presto possibile. Succede che in un periodo del genere tu sia molto stressato, e quando sei stressato non hai quasi voglia di ascoltare musica. Succedono però altre due cose, contemporaneamente: il motorino ti lascia -di nuovo- a piedi e Bologna viene coperta da una copiosa nevicata. Succede quindi che tu sia costretto a tornare a muoverti a piedi, dopo anni che non lo facevi, e a riesumare il claudicante lettore cd/mp3 per fornire una colonna sonora ai tuoi interminabili spostamenti. Succede che, volta dopo volta, nei dischi nuovi che stai ascoltando trovi un buon numero di pezzi assai carini, e succede che li riunisci in un nastrone. Succede che lo posti sul blog.
1. Lcd Soundsystem – Daft punk is playing at my house (mp3 – grazie a Enzo)
state fermi, se ci riuscite.
2. Bloc Party – Like eating glass
se sento ancora dire in giro che sono i nuovi Franz Ferdinand..
3. Moving Units –Between us & them
sì, lo so che loro sono i Television without personality (cit.), ma a me fanno impazzire. nel loro genere (e nel 2004) tra i migliori.
4. Hood – The negatives
indietronica melodrammatica, wow.
5. Radio Dept – This past week
dura combattere con le aspettative alte. Eppure c’è chi ci riesce.
6. Postal Service – Be still my heart (mp3)
Ben Gibbard basta che respiri, e da queste parti ci si ammutolisce.
7. Tori Amos – Sleeps with butterflies (mp3)
sigolo che anticipa il nuovo disco. melenso a livelli quasi insopportabili, ma incantevole.
8. Vancouver – The poser, the lovers and the poet (mp3)
se n’è già scritto: la band parmense ha fatto centro.
9. Stars – Your ex lover is dead
la scena canadese regala ancora perle: il miglior indiepop che ci sia in giro al momento.
10. Aqueduct – The suggestion box
onore al fiuto de laLaura. Una scoperta.
11. Jens Lekman – A man walks into a bar
da You are the light EP, una delle migliori canzoni in assoluto del genietto svedese.
12. Low – Monkey (mp3)
volume e pathos: i Low non sono più quelli di una volta. O siamo cambiati noi?
13. Patrick Wolf – Tristan
il secondo disco è ancora meglio del primo, ed è tutto dire. e questo pezzo spacca.
14. Iron and wine – Woman king (mp3)
meno sussurrato, più ritmato. uno dei suoi pezzi migliori di tutti i tempi.
15. Kings of Convenience feat. Bart Davenport – Gatekeeper (Feist cover – live) (mp3)
nevicava, che vi devo dire.
16. The Decemberists – The engine driver
come al solito non mi convincono al 100%. ma come al solito c’è sempre una canzone che mi fa secco.
17. Nick Cave & the bad seeds – Under this moon
come capita spesso, una B-side migliore dei pezzi del disco. Un classico fin dal primo ascolto.
18. Beck – Hell Yeah (mp3)
Beck is back (ahaha), ed è quello di una volta. Hell Yeah!
[parte di questi pezzi potrete ascoltarli stasera su Airbag, che per il resto ha una rutilante monografia dedicata all’alcool]
La musica del caso
Il pi greco? Come modello musicale non è mica un granchè. Mi sa tanto che non sarà mai una hit.
Bill ha detto Yep!
I sistemi operativi Microsoft fanno talmente cagare che era ovvio che prima o poi sarebbe successo: un paio di settimane fa al CES -una delle più importanti fieri di settore- a Bill Gates in persona è crashato il computer durante la presentazione al pubblico di nuove funzionalità. E non solo: ad un suo collaboratore si è pure bloccata la XBox, presentando il famigerato schermo blu che da anni perseguita gli utenti delle varie release di Windows. La figuraccia mediatica merita di essere vista (anche perchè è davvero spassosa), qui c’è una trascrizione in italiano mentre qui (tasto destro, salva con nome) un filmato con le parti salienti.
[la clamorosa foto di Bill da giovane viene da qui]
Fate l’amore con il sapore*
Padre Pio, dopo santini e reliquie arriva lo Yogurt del frate.
[grazie Checco]
[* ma solo se siete sposati, sennò astinenza. E non commettete atti impuri, eh]
If you ever need a stranger, non sono io
Sì, ok, mi piace passeggiare sotto la neve. Ma c’era proprio bisogno che dopo essermi svegliato all’alba per andare al lavoro e aver attraversato a piedi mezza Bologna mi sentissi dire «rimandato, tornatene a casa» (= neanche una lira per il disturbo)?
Per tornare di un umore decente mi sono dovuto comprare due EP di Jens Lekman -oggi Bologna sembra davvero Stoccolma: ci sono 10 centimetri di neve e si trovano nei negozi gli EP di Jens Lekman- e, per riequilibrare, Pet Sounds dei Beach Boys. E la prossima volta che nevica mi dò malato.
Seasons wait for your nod
Non ci può fare niente: quando nevica lui fa 3 cose: va a fare una passeggiata (non importa l’ora; oggi ad esempio, mancava poco a mezzanotte), ascolta i Kings of Convenience e scrive post in terza persona. Ha lasciato le sue impronte sull’immacolato tappeto bianco del cortile, ha guardato sadicamente le macchine che non riuscivano a fare la salita dell’Osservanza, ha alzato i tergicristalli della macchina, e ha ascoltato varie volte di fila il duo norvegese rifare dal vivo insieme a Bart Davenport Gatekeeper di Feist (scaricabile da qui, dove c’è anche un sacco di altra roba interessante). Ora che ha smesso di nevicare, lui fa finta di niente.
[voi non avete visto nulla]
L’adulto adolescente
Quanto è brutto essere degli eterni ragazzini? E, da giovani, sentirsi già vecchi? O è peggio una triste, inutile e più veritiera via di mezzo?
[via Sad and beautiful e un buon numero di altri]
You Are 26 Years Old |
13-19: You are a teenager at heart. You question authority and are still trying to find your place in this world. 20-29: You are a twentysomething at heart. You feel excited about what’s to come… love, work, and new experiences. 30-39: You are a thirtysomething at heart. You’ve had a taste of success and true love, but you want more! 40+: You are a mature adult. You’ve been through most of the ups and downs of life already. Now you get to sit back and relax. |
Una classifica davanti, e dietro tutti quanti
Buon ultima tra le classifiche del meglio del 2004, ecco le venti migliori scene cinematografiche di nudo dell’anno. Al primo posto, come da tradizione, un film del 2003; da parte nostra noi si voterebbe per il numero 3.
[lo so lo so, non è -ancora?- uscito in Italia. Ma volete dirmi che non avete visto il video da qui?]
The same old dirty bastard pop
Prima il Grey Album.[il black album di Jay-Z col White album dei Beatles]
_Poi il Double Black Album. [il black album di Jay-Z col black album dei Metallica]
__Quindi A night at the hip-hopera. [i Queen con tutti, fondamentalmente]
___Ora è il turno di Jay-zeezer. [il solito Jay-Z col leggendario disco di debutto dei Weezer]
____La domanda è: quanto ci vuole prima che un’idea carina venga irrimediabilmente rovinata e trasformata in una noia mortale?
[a latere, anche se non c’entra granchè: stasera dalle 19 alle 22 sarò di nuovo ospite di Piume di struzzo, lo show di Magenta e Woland su RadioNation. Per ascoltare, cliccate qui. Come se non bastasse, nei ritagli di tempo sarò pure il giudice dei Poverino’s]
Il giochino del lunedì
Tra rompicapo e platform (?), ecco a voi Shove it!. E anche per stavolta la dose di frustrazione settimanale è garantita.
Un Voce che vuole disturbare
L’ascolto del disco di Lello Voce è un’esperienza faticosa. Non puoi metterlo su per rilassarti. Non si accontenta di essere un sottofondo. Tra poesia, rap e spoken, tra hip-hop, elettronica e free jazz (alla tromba c’è Paolo Fresu), Fastblood è quanto di più lontano dal concetto di pop sia possibile ascoltare in giro di questi tempi. Senza ritornelli com’è, non dà il minimo appiglio all’ascoltatore, fa di tutto per non essere rassicurante, infilando versi con un’urgenza e una frenesia che non lascia possibilità di opporsi.
Vuole attenzione, Fastblood, e vuole disturbare; va detto che ci riesce molto bene. Sa di avere poche occasioni per arrivare dove vuole, e mira a colpire subito, senza scampo. Sa che presto, con ogni probabilità, all’ottavo minuto del primo pezzo o al decimo del terzo, chi ascolta potrebbe cedere. Sa che la prima reazione potrebbe essere di fuga e repulsione. Ma sa anche che, probabilmente, chi è scappato tornerà.
Pensieri random (dopo 12 ore di lavoro)
+ Lo spazzolino dei Tesori dell’Arca è meno efficace e più costoso di quello della Coop. E per trovarlo ci ho messo mezz’ora. Avete mai pensato che forse dietro l’insensata disposizione dei prodotti della Pam c’è un progetto di disorientamento cognitivo su larga scala?
+ Il primo pezzo del disco dei Vancouver è di una bellezza francamente imbarazzante. Il resto del suddetto disco purtroppo no (anche se c’è Lemon club che è puro Ben Gibbard). Diamogli tempo e vediamo dove ce li ritroviamo.
+ Il mio scooter decide di lasciarmi a piedi sempre la sera prima di un giorno con sveglia all’alba. Tanto c’erano le taghe alterne, dice. Ah beh.
+ Sul tavolo della cucina in questo momento sono appoggiati Impero di Toni Negri, un manuale sul Generative programming e Caro Bogart di Jonathan Coe.
+ Di fianco, in modo casuale ma assolutamente appropriato, una mazza da baseball gonfiabile anti-stress. Fate voi le vostre conclusioni.
VVV mi piaci tu
Il Vinyl Volkswagen Van. Una meraviglia.
Sirchia signor tenente
Non vi preoccupate, non ho la minima intenzione di darvi anch’io la mia opinione sulla legge più controversa degli ultimi anni (ma perchè le cose davvero importanti non suscitano neanche la metà del dibattito di questi giorni?); volevo solo segnalare che di tutte le cose lette, viste e sentite sulla legge di Sirchia, tra le poche degne di attenzione (in modo diverso) ci sono quanto scritto da Achille e l’opinione di Massimo Coppola riportata da Pompeo. Del resto, personalmente, avrei fatto a meno.
Quei cd non avranno freddo? Mettigli una copertina, và*
Anche se ho sentito nominare meno della metà dei nomi citati, e anche se come al solito alcune presenze sono assai discutibili, la pagina delle 20 copertine di dischi dell’anno secondo Tiny Mix Tapes merita sempre un’occhiata.
[* perdonate il titolo]
Oh my geekness
Non so il pi greco a memoria fino alla centesima cifra. Non amo Star Trek nè Star Wars. Non parlo col modem a fischi e ronzii. Non ho il case del computer fatto di lego (anche se vorrei). Non ho mai avuto un Mac. Non peso più di 100 chili (parecchi di meno, in effetti). Ho lasciato perdere i giochi di ruolo molti anni fa. Ho una vita sociale. Non sono in grado di interfacciare il mio blog con il forno a microonde. Proverò ad ordinare Home hacking projects for geeks; ma non so se sarà sufficiente.
[il link ai Lego Case forse l’avete già visto da Magenta e Woland, ma mi è stato soffiato da sotto il naso -letteralmente- quindi non vale]
Senza commenti
[da qui, dove c’è anche un sacco di altra roba carina]
La perdita di tempo della settimana
E’ esattamente quello che ci vorrebbe adesso: un altro modo per perdere tempo. Beccatevi quindi Acno’s energizer, che dai primi livelli sembra assai promettente. Io -lo ammetto- mi sono fermato presto perchè avevo alcune cose urgenti da fare: smontare un motorino, scrivere un prospetto di valutazione e appaiare 19 paia di calzini spaiati. Raccontatemi come va a finire, però.
Sembra ieri
Oggi inkiostro -il blog, non il blogger- compie due anni.
Un po’ fuori tempo massimo
Ma mi è arrivato oggi, per posta, e mi ha folgorato. Un enorme grazie a chi me l’ha mandato.
Vedersi
di Stefano Bartezzaghi
L’amico istiga: «fa’ un lapsus sullo stress natalizio: tutti ne parlano, ma che cos’è? Non esiste!». Gli astanti lo guardano come si guardano i miracolati. Lo stress natalizio è come un mal di denti collettivo e sincronico. I pochi che non lo provano giustamente non sanno neppure cosa sia. Ma gli altri…gli altri!
Il sintomo principale è il ricorrere di un verbo che è tutta una sceneggiatura: «vedersi». Prima di Natale occorre farlo: vedersi. Se il 25 dicembre arriva senza che ci si sia visti è un peccato. Non vedersi prima di Natale equivale a non considerarsi per tutto l’anno, e così l’avvento laico è un puzzle che affolla le agende di pizzate con l’ufficio, o con i compagni di scuola; aperitivi con amici, brunch coi cugini, cene con parenti, spumantini, panettoni e pandori, addobbi, pacchetti e palle in cui si sostanzia la fatale incombenza del vedersi. Chi umanamente non ce la fa, «non si è fatto vedere»: infrazione civile per undici mesi, reato penale a dicembre.
Un presepe frenetico più che mobile ingombra strade, supermercati, case private e luoghi d’incontro. La dimensione religiosa è altrove, quando c’è. Nell’avvento laico occorre vedersi, per credersi.
(da Repubblica del 21/12/04)
Vie à gran vitesse
Sali sul TGV che parte tra un’ora, trovi il tuo posto nella carrozza numero 1 e ti siedi, chiedendoti cosa succederà in questa tratta del viaggio. Di mattina, in Intercity, hai incontrato una vecchia compagna del corso di Ergonomia, con cui vi siete riconosciuti dopo circa un’ora di inutili chiacchiere da treno. Qualche ora prima, in Eurostar, hai riconosciuto dalla voce un doppiatore di cartoni animati, che parlava al telefono di Domenica in e del fatto di aver passato il giorno di Santo Stefano a fare la voce di Geronimo Stilton. Ora invece sei circondato da americani, di cui ti stupisci di capire ogni parola, mentre leggi sul giornale gratuito del TGV un articolo su Camille, la chanteuse che ha cantato Too drunk too fuck sul disco di Nouvelle Vague. Davanti a te una ragazza molto bella legge Essere leader. La tua vicina è una distinta signora sulla cinquantina appisolatasi ascoltando Paolo Conte (così tipico) da un walkman del ’15-’18. Fuori c’è solo nebbia e neve, mentre pensi che non sei mai stato in Piemonte. Inizi a leggere il nuovo di Coupland che è come al solito infarcito di osservazioni geniali e che come al solito racconta una storia totalmente e fastidosamente inverosimile; rimpiangere i tempi de La vita dopo Dio e Microservi non servirà a niente. Ascolti i Bloc Party ma non si sposano con l’atmosfera, allora provi con Bright Eyes (che, wow, ti piace!) e coi Dears (che, wow, non ti piacciono!), e le cose vanno meglio. Quando passi la frontiera, il treno comincia ad andare velocissimo e la testa comincia a farti un po’ male. Tutta quella energia cinetica dovrà pur andare da qualche parte; ti pare addirittura di ricordare che secondo i principi della dinamica che hai studiato a scuola tu dovresti esplodere, bruciare o qualcosa del genere. Strana cosa, le leggi della fisica.
Dare i numeri
+ Ore trascorse da quando sono tornato a casa: sei
+ Ore trascorse in treno tra ieri e oggi: quindici
+ Di cui dormendo: nessuna
+ Chilometri percorsi in 24 ore: 1250 (circa)
+ Giorni trascorsi all’estero: otto
+ Foto scattate: nessuna
+ Escargot mangiate: tre
+ Baguette mangiate: tante
+ Bottiglie di champagne bevute: tre
+ Di cui la sera del 31: due
+ E l’altra: cazzi miei
+ Pezzi decenti ballati il 31 sera: uno
+ Monumenti principali visitati: quasi nessuno
+ Cimiteri: uno
+ Di cui con la tomba di Serge Gainsbourg: uno, appunto
+ Di cui con la tomba di Jim Morrison: nessuno (tié)
+ Musei: due
+ Negozi di dischi: una decina
+ Dischi acquistati: nove
+ Dischi normalmente acquistati dal sottoscritto in un mese: due o tre
+ Soldi spesi: troppi
+ Minuti trascorsi su internet in totale: trenta
+ Volte in cui è stata canticchiata la Primavera di Vivaldi: un sacco (lunga storia)
+ Volte in cui è stata canticchiata Gravedigger blues dei Beat Happening: innumerevoli
+ Col controcanto della versione di Jens Lekman: circa la metà
+ Volte in cui è stato nominato Calvin Johnson: centinaia
+ Volte in cui è stata ascoltata A lack of color dei Death cab for cutie: una di troppo
+ Volte in cui è stata sentita la parola ‘treppiede’: zero
+ Ore di mal di testa causate dalla sperimentazione della dream machine di Borroughsiana memoria: tre
+ La scusa è che: era in un museo
+ Cose che ci sarebbero da sapere della città che ho visitato: tantissime
+ Cose che so di lei: due o tre
+ Secondi necessari per concepire questo post: una decina
+ E si vede: lo so.