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giovedì, 04/11/2010

Di pozzi petroliferi, divinità e gas intestinali

Ieri, su uno dei tumblr che leggo abitualmente, mi sono imbattuto in questo video:

 

 

E' stata una mezza illuminazione. C'erano diverse cose interessanti, soprattutto il fatto che quest'uomo, con il massimo candore, dice cose che volendo essere adulatorie si rivelano in realtà piuttosto ambigue, se non offensive.
Incuriosito dal personaggio, ho deciso di cliccare su uno dei video seguenti. E lì ho visto davvero la luce.
ATTENZIONE: il filmato può offendere le anime sensibili. Siete avvisati.

 

 

Lasciando da parte il finale del video, divertente ma triviale, trovo che i primi tre minuti siano assolutamente irresistibili. Una sorta di rivoluzione teologica, che avvicina l'uomo alla divinità grazie al potere accomunante dell'aerofagia. In questi tempi in cui etica e morale sono termini sempre più vuoti, strapazzati dal caos imperante, queste parole pacate ma ferme aprono nuovi squarci sui dibattiti del nuovo millennio.

 

Potete dire che è blasfemo, misogino, sessista, parecchio confuso sul senso delle parole e sulla loro pronuncia. Ma difficilmente potrete negare il potere eversivo delle sue idee.

lunedì, 11/10/2010

Banksy sui muri di Springfield

I tempi in cui le puntate dei Simpson meritavano di essere viste riviste e straviste per la qualità stratosferica della scrittura e per la quantità di battute e frasi memorabili sono ormai lontani, purtroppo. I Simpson di questo decennio raramente sono stati all'altezza di quelli del precedente. Le uniche cose per cui vale la pena vederli sono le ospitate e le cosiddette "couch gag", cioè il siparietto che da vent'anni cambia alla di ogni sigla.

Ieri sera le due cose si sono fuse, e ne è uscita un'intera sigla pensata e diretta da Banksy (mi rifiuto di scrivere una parola in più, se siete attenti lettori di questo blog sapete bene chi è). Il risultato è in linea col personaggio: ironico, dissacrante, geniale.

 

 

Se poi, come me, sapete a memoria tutte le puntate di quando erano la cosa più rivoluzionaria della tv e vi basta un frame per cominciare a ridere, vi consiglio di fare un salto qui.

lunedì, 22/03/2010

Composizione con retrogaming no.1

 

Questa geniale gif animata si chiama Pongdrian, e arriva da Make art more awesome, un concorso di Photoshop organizzato da quelli di b3ta.
Mi piace un sacco anche questa, che si potrebbe intitolare Cecì n'est pas un silly walk.

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venerdì, 26/02/2010

Macchie poetiche

Esiste poco di più imbarazzante di rovesciare un bicchiere di vino a tavola, specie quando si è in una tavolata con un bel po' di gente.
Io lo so bene, sono un versatore di prima categoria, datemi un bicchiere a stelo lungo e la vostra tovaglia diventerà un Pollock apocrifo. Ecco perchè quando ho visto la tovaglia qui sotto mi sono commosso: qualcuno ha pensato a me, e ai tanti come me, e ha deciso di trasformare quell'imbarazzo in un momento di poesia.

 

Ringrazio sentitamente Kristine Bjaadal.

 

lunedì, 14/12/2009

Everybody be cool, this is a mixtape


A volte la contemporanea presenza di tempo libero (molto), senso del ritmo (parecchio), e capacità nell’utilizzo di programmi di montaggio (un bel po’) dà vita a grandi cose.
Questo video che mette insieme musiche, dialoghi, rumori e spezzoni dei film di Quentin Tarantino ridefinisce l’idea di mixtape, e se non è un capolavoro ci va vicino.
A tutto schermo si gode di più.
(via)

giovedì, 12/11/2009

Non saremo mai come ci volete voi

Oggi, come ogni 12 novembre, è lo Zuava Day.

lunedì, 13/07/2009

O Valido, where art thou?

Per postare un video del genere sarebbe più adatto il prestigioso collaboratore di questo blog citato nel titolo, ma magari è distratto, quindi provvedo io.

 

Metal is just a step away from indie.

 

giovedì, 07/05/2009

Toh, guarda, un post per punti

_Se scrivi un post per punti è perchè non hai tempo, o non hai idee, o non scrivi niente da più di 5 mesi. Oppure perchè ti pare sia passato un sacco dall’ultimo post per punti su Inkiostro.

_Questa cosa l’ho vista poco fa, magari però è vecchia, non so. Si chiama in Bb 2.0, che significa in Si bemolle due punto zero. La cosa interessante è che con qualunque tempistica si faccia play sui video il brano ha perfettamente senso. Nonostante sia piuttosto breve, potrei perderci tranquillamente la giornata (il mio strumento preferito da mettere e togliere è la tromba con la sordina).
(via Giavasan)

_L’altra sera c’era J.J. Abrahms da Stephen Colbert. "Quante foto hai di te nudo sulla poltrona del capitano Kirk? Perchè se io fossi te ne avrei un album intero". Non male, merita un’occhiata.

The Colbert Report Mon – Thurs 11:30pm / 10:30c
J.J. Abrams
colbertnation.com
Colbert Report Full Episodes Political Humor Gay Marriage

_A livello grafico, una delle cose più belle della storia della discografia mondiale sono state le copertine dei dischi della Blue Note degli anni 50 e 60 (qui ne trovate un bel po’). Sono semplicemente fantastiche, e spesso ti viene voglia di comprare il disco solo per quello.
Il Wu-Tang Clan è una delle cose più belle che l’hip hop abbia prodotto, e considero il loro primo album uno dei grandi capolavori della storia della musica, non solo hip hop. Per me è stato il punto di accesso ad un genere a cui col tempo mi sono appassionato, quindi anche se avete avuto un brivido lungo la schiena al solo sentire le due parole da tre lettere di cui sopra, io vi consiglio di dargli un’ascoltata, se ancora non l’avete fatto.
Comunque. Pur rendendomi conto che forse a molti di voi non frega nulla, per me queste finte copertine di dischi del Wu-Tang stile Blue Note sono stupende.

_Ieri sera ho giocato a tennis all’aperto per la prima volta nella stagione.
"E ‘sti cazzi n’ce li metti?"
Giusto. Però la cosa divertente è stata che in questo periodo a Milano ci sono "i pioppi", cioè quegli affari che svolazzano per l’aere facendo starnutire migliaia di persone in giro per la città. Ecco, nell’aria era pieno di questi affari, e non so se è perchè il campo era l’unico luogo illuminato nei dintorni, ma con questa miriade di piumini bianchi sospesi sopra la testa l’impressione era quella di giocare dentro una enorme palla di vetro di quelle con la neve dentro.
Ho vinto 6-4.

martedì, 02/12/2008

Un deciso passo avanti per l’umanità tutta

Il tizio qui sotto ha creato un theremin usando un computer, un sintetizzatore e il telecomando della wii. I guanti neri in tessuto pile servono semplicemente a dare un tocco di classe al tutto, secondo me.

Domanda: si può essere più geek di così?

Risposta: si, si può utilizzarlo per suonare la sigla di Star Trek.

martedì, 25/11/2008

Ditelo con i coretti!

Da una decina di giorni, precisamente da sabato 15, non riesco ad ascoltare musica che non contenga almeno trelinee vocali armonizzate. Dopo l’incredibile concerto dei Fleet Foxes ai Magazzini Generali di Milano, il mio doping personale sono diventati i coretti e le canzoni piene di aaaaaaaaahhhhhhh uuuuuuuuuuuuuhhhhhhhhhh oooooooooooohhhhhhh.
Dopo aver consumato il disco e l’ep delle suddette volpi agili sono andato alla ricerca di altri gruppi che potessero darmi la modica quantità di voci modulate di cui ormai abbisogno per sopravvivere. E ho notato una cosa curiosa: sotto il velo di melodie dolci e melassose, spesso le canzoni coi coretti (da qui in poi CcC) celano retroscena decisamente inquietanti.
Prendete i Fleet Foxes.

Fatto? Immagino che una larga percentuale dei lettori di questo blog conosca il loro singolo più famoso, White Winter Hymnal. Vi siete mai messi a leggere il testo? Se l’avete fatto vi sarete probabilmente resi conto del fatto che la canzone, nonostante quel diffuso sentore natalizio – che come tutti sanno è dato da un misto di mascarpone, zenzero, cannella e sterco di renna – cela un terribile segreto. Andiamo a vedere.

I was following the pack
all swallowed in their coats
with scarves of red tied ’round their throats
to keep their little heads
from fallin’ in the snow

Ok scena bucolica, gruppo di gente… Ma andiamo a vedere dopo.

And I turned ’round and there you go
And, Michael, you would fall
and turn the white snow red as strawberries
in the summertime

Qualcosa non quadra. Ad un’analisi attenta, la drammaticità della scena appare in tutta la sua evidenza.
Michael cade e la bianca coltre di neve si trasforma in una distesa di fragole. Michael non si è semplicemente sbucciato un ginocchio. Michael, chiaramente, perde sangue a fiotti, una quantità probabilmente simile a quella che esce dall’ascensore di "Shining".
Al sesto verso della canzone Michael ancora non lo sa, ma è già morto.
Delle cause della morte del povero Michael non è dato sapere. Ci sono però indizi interessanti nella canzone Mykonos, in cui pare evidente la fuga del protagonista verso lidi pacifici, il sole il mare lo iodio per "dissipare le ombre del casino che hai combinato".

And you will go to Mykonos
With a vision of a gentle coast
And a sun to maybe dissipate
Shadows of the mess you made

I particolari della fuga sono tutti in questi quattro versi. L’interpol indaga.
Appare evidente, quindi, che Michael – da tutti descritto come un bravo ragazzo studioso e diligente che faceva volontariato – è stato brutalmente assassinato dal branco, gente avvolta in cappotti e sciarpe in modo da meglio occultare la propria identità. Poichè ci troviamo negli Stati Uniti, è probabile che ognuno dei partecipanti al massacro avesse con se almeno un paio di pistole, e lo zampillare del plasma dai fori dei proiettili trasforma un pomeriggio in campagnia in un agghiacciante bagno di sangue.
Nessuno si era però accorto di tutto questo, perchè il cantante cela la brutale confessione sotto un tappeto di coretti simil-natalizi, che sviano l’attenzione dell’ascoltatore dal terribile fatto di sangue.
Qualcuno però è stato attento e ci ha fatto un film.


Mentre andavo a caccia di CcC mi sono imbattuto in un gruppo che ascoltavo quando ero piccolo, dai vinili di mammà: i Mamas and Papas. Noti all’universo italico come quelli a cui i Dik Dik devono metà del loro successo (per l’altra metà "sentiti ringraziamenti" ai Procul Harum), sono una band ingiustamente sottovalutata. Al di là di California Dreaming, capolavoro assoluto menomato dal fatto che tutti la conoscono ma quasi nessuno si è preso la briga di ascoltarla attentamente, i M&P hanno scritto una buona quantità di canzoni meravigliose, con intrecci vocali e arrangiamenti tra i migliori di sempre.
Tra le mie canzoni preferite ce n’è una che si chiama I Saw Her Again Last Night. Anche qui, coretti a profusione, cambi di tempo e di mood, in una canzone pop pressochè perfetta. Ad un ascolto superficiale pare una sincera ballata d’amore, di un uomo che ripensa alla sua bella incontrata poche sere prima.
La realtà ancora una volta è ben diversa.

I saw her again last night,
And you know that I shouldn’t

Perchè non avrebbe dovuto? Lei è fidanzata? E’ sposata? Niente di tutto questo.

Just string her along; it’s just not right
If I couldn’t I wouldn’t.
But what can I do; I’m lonely too.
And it makes me feel so good to know
She’ll never leave me.

I’m in way over my head;
Now she thinks that I love her (yeah, yeah)
Because that’s what I said
Though I never think of her.
(No, no, never think of her)

Se avete ascoltato la canzone, il modo in cui queste parole sono cantate, l’arrangiamento, le armonie zucchero e miele, vi sentite un po’ truffati. Mai sareste andati a pensare che questa fosse la versione cantata del noto detto latino "in tempo di carestia ogni buco è galleria." Il simpatico figlio di mignotta canta del fatto che si vede con ‘sta tipa di cui non gli frega granchè ma siccome lei ci sta alla fine perchè negarsi una bottarella o due?
Ma fosse solo questo, vabbè. Lui no, la illude pure, le dice che la ama, lei è completamente persa e lui si vanta con gli amici al bar bevendo crema al whisky col ghiaccio, per poi andare a fare le penne col Booster al parcheggio vuoto dietro lo stadio.

Every time I see that girl,
You know I wanna lay down and die.
But I really need that girl
Though I’m living a lie;
(Though I living a lie…)
It makes me wanna cry

Ma vai a cagare, ipocrita! Pensate, gli vien pure da piangere, povero ragazzo…

Insomma la lezione l’abbiamo capita: con i coretti si può dire qualunque meschinità o nefandezza, e la gente se la beve meglio di un chupito.
Avete detto ai vostri genitori che vi laureate a febbraio ma in realtà avete dato solo due esami in sette anni?
Non c’è più bisogno di impiccarsi il giorno della laurea nel bagno dell’università, che si sporca pure il vestito buono: ingaggiate un gruppo vocale che metta in musica il vostro misfatto e vedrete che i vostri parenti lo accetteranno di buon grado!
Probabilmente vi daranno un buffetto e vi diranno sorridendo "sei sempre il solito…Però potevi avvertirci prima che vendessimo tuo fratello per pagarci il viaggio in corriera per venire da Agrigento ad Aosta…".


Extra: un po’ di mamme e papà
:

The Mamas and The Papas – I Saw Her Again Last Night (MP3)
The Mamas and The Papas – Creeque Alley (MP3)
The Mamas and The Papas – I Call Your Name (MP3)

venerdì, 14/11/2008

Il superquizzone

1) "La Repubblica" di oggi, pagine 6-7: Diaz, assolti i vertici della polizia. Appena tredici condannati su ventinove imputati.

2) "La Repubblica" di oggi, pagina 10: Salta l’elezione di Leoluca Orlando alla presidenza della Vigilanza Rai. Il centrodestra elegge Villari, PD.

Quesito: secondo voi in quale di queste pagine, con grande senso dell’opportunità e della proporzione, compare il titolo Veltroni e Di Pietro: siamo al regime?

Domanda aggiuntiva: sempre a proposito di proporzioni,  se per una battuta (rozza e ignorante) abbiamo fatto un sito internet di scuse, cosa dobbiamo fare per tutti i ragazzi stranieri che c’erano alla Diaz?

mercoledì, 15/10/2008

Appunti per una pièce da spogliatoio


Da qualche mese a questa parte ho preso la decisione di fermare la lenta ma inesorabile demolizione del mio corpo ricominciando a fare sport. Dopo un periodo passato a fare attività che appartengono alla categoria "noia mortale" (cyclette, corsa, aratura manuale dei campi fuori Settimo Milanese) ho deciso di staccare dal chiodo la racchetta da tennis e vedere se valevano di più i dodici anni di attività o i dieci di inattività. Se avete scommesso sulla seconda complimenti, avete vinto, passate alla cassa e ritirate il buono omaggio.  

Tra gli elementi collaterali al fare sport che possono rivestire grande interesse sociologico c’è senza dubbio il filone dei cosiddetti "discorsi da spogliatoio" (o, come li chiamano i sociologi tedeschi, gewurtztraminer), che spesso riservano grandi sorprese. Il rilascio di endorfine dovuto all’attività fisica appena conclusa, unito a quel minimo di intimità necessaria a svestirsi davanti ad una persona estranea e sessualmente non attraente porta le persone a denudarsi in maniera anche metaforica, lasciando emergere parti dell’io sconosciute e sommerse. Questo fa si che vengano formulati discorsi di grande pregnanza filosofica e poetica, che potrebbero rivaleggiare con le più grandi pièce teatrali della nostra cultura contemporanea.

(Va anche detto che questi discorsi sono nulla a confronto di ciò che accade negli spogliatoi femminili, almeno a giudicare da alcuni filmati che mi è capitato di visionare per sbaglio convinto che avrei assistito a Caos Calmo.)

Certo dell’alto valore teatrale e, perchè no, poetico del monologo che ho ascoltato oggi, mi sono riservato di arrivare a casa e appuntarmelo, sai mai che torni utile a qualcuno.

Luogo: spogliatoio di circolo tennis. La stanza che ospita lo spogliatoio è divisa a metà dalle docce. Due amici quaranta-cinquantenni chiacchierano, probabilmente convinti di essere soli, mentre si svestono per farsi la doccia dopo la partita. Entrambi lombardi, uno dei due ha un accento che tira verso il Veneto, e di quelle parti ha la caratteristica erre arrotata. Dopo una breve disamina della partita, quello dei due che pare aver perso – il veneto –  porta il discorso verso una decisa deriva esistenzialista. Il dialogo che segue ha forma di monologo perchè l’amico non controbatte alle affermazioni del primo ma si limita ad ascoltare e talvolta interviene annuendo o sogghignando. Pur non vedendo la persona che parla, la immaginiamo con lo sguardo perso nel vuoto, come in trance, mentre dal profondo della sua anima emergono concetti profondi ma al tempo stesso estremamente limpidi.

<RUTTO SONORO>,
…ieri sera l’ho trombata, ma di malavoglia…
…il problema… è che non c’è più l’amore…
…eeeehhh, beato te che sei innamorato, beato te…
…certo che poi, alla fine, l’uomo innamorato è l’ombra di se stesso.


Sipario. Applausi.

giovedì, 11/09/2008

Questione di Ink

Oggi, per la serie my favourite things, vi dirò che Inkspinster di Deco è, per quello che mi riguarda, la migliore striscia a fumetti prodotta oggi in Italia, e una delle migliori di sempre. Se questa frase vi par eccessiva,  poco mi cale: io per quei disegni lì, e quelle parole scritte con quel carattere lì, e per quell’umorismo lì, vado semplicemente giù di testa.


Per ingrandire, clicca sulle immagini o comprati una lente di ingrandimento

Qualche altro esempio: 1, 2, 3, 4, 5 e malinconicamente 6.
Trovate altre strisce qui, e in più ne esce una nuova ogni martedì su Baloons.

mercoledì, 03/09/2008

Salvation not included

Da qualche giorno in rete gira la notizia dell’ imminente uscita – metà settembre – di Guitar Praise Solid Rock, la versione "Christian Rock" del noto gioco con la chitarra di plastica. Immagino la spasmodica attesa dei ragazzini sciroccati che si vedevano in Jesus Camp, pronti a "…rockeggiare con i migliori mentre pregano il Signore". Il gioco sarà purtroppo (?) disponibile solo per PC e Mac.
Questo naturalmente è un grosso errore: da convinto possessore di un Nintendo Wii posso tranquillamente dire che coloro che hanno prodotto Guitar Praise dovrebbero meglio considerare i loro investimenti.
A questo proposito, sono fiero di presentare in esclusiva qui su inkiostro le prime anticipazioni di un gioco di cui è ancora sconosciuta la data di uscita ma di cui si fa un gran parlare nelle comunità di giovani cattolici online. L’ Osservatore Romano, interrogato sull’argomento, ha dichiarato al sottoscritto: "Benedetto figliolo, non ho capito una parola di quello che hai detto… Sei sicuro di essere italiano?". 
Un videogioco che, ne sono certo, non potrà che fare epoca.

Wii Priest: the Path to the Light.
Proprio così, cari lettori, in questo straordinario videogame sarà possibile seguire passo passo la carriera di un giovane parroco appena uscito dal seminario!
Ecco alcune delle features incluse:
– Scegli il tuo percorso di carriera! Sarai un prete comunista che lotta giorno dopo giorno nelle favelas brasiliane o un prete militante di Militia Christi, pronto ogni anno il 20 settembre a commemorare i morti pontifìci di quel tragico ed irreparabile evento che è stato la breccia di Porta Pia?
-Grazie alle sensazionali possibilità offerte dal sistema wiimote le funzioni svolte giorno per giorno da tutti i preti del Mondo possono essere riprodotte in maniera estremamente fedele: dondola il turibolo con perizia e spandi l’incenso per sbloccare il Patchouli Power Up!

-Fai il pellegrino di casa in casa sotto Natale, impugna saldamente il tuo aspersorio e benedici più case possibili! (acqua benedetta non inclusa). Cerca di rispondere con santa pazienza ai rifiuti sdegnati degli atei (che friggeranno all’inferno) e impara a sorridere mentre mangi i cantucci fossili offerti dalle ottuagenarie!

-Con il potere dei due controller incrociati, pacifica le anime degli indemoniati e salvali dalla dannazione!
Esci da questo corpo! ESCI DA QUESTO CORPO!

Poichè il gioco è ancora in fase di sviluppo, ogni suggerimento è beneaccetto. Poi, eventualmente, ai soldi ci penso io, per sicurezza.
WiiPriest: the Path to the Light: finalmente un gioco educativo.
Decisamente meglio di certi giochi pieni di insensata e brutale violenza.

(Un enorme grazie ad Albi per il supporto fotografico)

giovedì, 28/08/2008

Che brutte figure!

Sull’aereo, come è noto, nessuno presta attenzione alle istruzioni pre-volo. Dopo la diffusione del filmato qui sotto, che svela il significato di quegli orrendi disegnini riportati nella "scheda posta nella tasca del sedile di fronte a voi", c’è il rischio che il personale di bordo sia costretto a interrompere le spiegazioni di rito a causa delle grasse risate dei passeggeri.
Come se Alitalia non avesse già abbastanza problemi.

Sentiti ringraziamenti a Lupo Ululì (e a Teo per la segnalaz.)

Attenzione: durante la visione del filmato si potrebbero verificare turbolenze. Se siete al lavoro i vostri colleghi potrebbero pensare che avete definitivamente perso la brocca e approfittarne per farvi le scarpe. In caso di malessere, siete pregati di NON utilizzare il sacchetto di carta posto di fronte a voi. Contiene il panino e la pera che il vostro collega si è portato per pranzo.
Se il collega in questione è quello che vuole farvi le scarpe, utilizzate il sacchetto liberamente e con gusto.

lunedì, 18/08/2008

Cronaca di un concerto di mezza estate

Settimana scorsa ero al concerto di Iron and Wine all’Hana-Bi. Concerto che ho visto ma non ho visto,  in realtà, perchè stando seduto al bancone mi era piuttosto difficoltoso guardare in faccia i componenti del gruppo, sovrastato come ero da file e file di gente in piedi, in gran parte effettivamente interessati al concerto e in parte attirati dal fatto che l’Hana-Bi fosse, apparentemente, l’unico posto aperto. Lasciare la sponda del bancone avrebbe però reso difficoltoso procacciarsi le caipirinhe necessarie a godere appieno dell’evento, mettendosi in sintonia coi membri del gruppo che di certo non avevano lesinato sui beveraggi spiritosi durante la giornata. E in fondo bastano le orecchie per godersi un concerto, a meno che non si tratti dei Kiss.
Dello scontro fra estimatori di Iron and Wine e gente ignara dell’esistenza del medesimo darò conto citando a mò di esempio uno stralcio del dialogo svolto dal sottoscritto e da un ragazzo marocchino capitato lì per caso, attirato dalla massa di gente presente in loco e speranzoso di passare una serata da sballo:

– Lui: sono qui da due settimane, tutte le sere fuori, discoteca, ballare. Ma stasera negli altri bagni non c’è niente?
– Io: non so, sono stato tutto il giorno qui.
– Lui: quello che ho visto io è tutto chiuso. Non c’è nient’altro.
(1 minuto in silenzio)
– Lui: ma a te piace questa musica?
– Io: si.
– Lui: ma sul serio?
– Io: si.
– Lui: per me è buona per dormire…

In ogni caso, al di là dell’opinione dei non interessati, il concerto è stato notevole. Buona parte del fascino è arrivata come sempre dalla splendida location, e dall’atmosfera che puntutale si crea ogni volta che si è al bagno 72. Il buon Sam Beam avrebbe potuto riparmiarsi un paio di mojitos durante il pomeriggio, dato che non dava l’aria di essere proprio sobrissimo, e nei pezzi più veloci arrancava un tantino. Ma sono inezie, chi c’era sa che è stata una bella esperienza. Come spesso mi capita, ho ri-scoperto un pezzo che avevo sottovalutato, con conseguente voglia di riascoltarlo appena giunto a casa. Peccato che la versione live di "Sodom, South Georgia" dia parecchi giri a quella che c’è su disco. Quindi, cerca che ti cerca, sono riuscito a recuperare una versione un po’ più recente del pezzo, che vi posto qui sotto.

Iron and Wine – Sodom, South Georgia (live @ KCRW)

Ma non finisce qui. Per quelli di voi che non rinunciano alla malinconia neanche a metà agosto, per quelli che agostoèilmesepiùfreddodellanno nonchè estateeeseicaldacomeibacichehoperdutoooo, ho preparato il Pasqualone-Fuori-StagioneTM di Iron and Wine. Come il mitologico oggetto ricordo dell’infanzia di alcuni di noi, esso è un uovo di plastica che contiene sorprese varie ed eventuali,. Pensa, o giovine! Lo apri e non sai quello che ti capita, come la scatola di cioccolatini di quella stordita della mamma di Forrest Gump.
Io qualche indizio ve lo voglio dare, comunque: altri 4 pezzi tratti dal live di cui sopra, e un po’ di chicche sparse non presenti sugli album. Non vi svelo altro, altrimenti che pasqualone-fuori-stagione è?

Il Pasqualone-Fuori-Stagione. (occhio, 90 mb circa)

 

Clicca sulle immagini per ingrandirle

 

 (Grazie a Roi per le splendide foto)

giovedì, 31/07/2008

AAAAAAAHHHHHHHHHHHHHPUM!

 

Ieri ho fatto un lavoro molto, molto noioso. Non retribuito. E’ un lavoro che in realtà ho fatto per me, perché mi andava di farlo, ma questo nulla ha tolto all’evidente noia totale del mestiere in questione.

Il tenutario, qui, in un post di qualche giorno fa ha raccontato diffusamente del concerto del signor Thomas Alan Waits. Quello nato, stando a ciò che racconta, sul sedile posteriore di un taxi. Quello col vocione. Quello che quando quelli che non lo conoscono ti chiedono di dirgli qualche canzone famosa non te ne viene in mente neanche una, mannaggia neanche una, che possano aver sentito per caso, alla radio. Eppure tu sai che lui, semplicemente, è il più grande di tutti. Comunque.
 
Comunque c’ero anch’io, al concerto agli Arcimboldi, col tenutario qui. Ero in un’altra fila, per la precisione in prima fila, alleggerito di 150 euro e spicci ma ben contento di essere lì. Posso anche vantarmi, ma per la cronaca devo ancora un terzo del costo del biglietto alla persona che l’ha comprato per me. Non sono pentito, neanche un po’, perché alla fine quest’estate non mi capiterà di fare di meglio. Comunque.
 
Comunque, appena usciti dal concerto e per tutta la giornata seguente, noialtri amici che c’eravamo non si faceva altro che ripetere AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHPUM,
che poi è il versaccio primordiale con cui inizia Lucinda, la canzone con cui ha iniziato tutti i concerti del Glitter and Doom tour. Fa questo versaccio tremendo, e intanto sbatte lo scarpone da carpentiere sul palchetto tondo da cui canta, sollevando una nuvola di polvere fitta. Appena uscito dalla sala ho pensato a due cose: la prima: porca miseria è già finito; la seconda: voglio risentire i pezzi, ma voglio risentirli come li ha fatti stasera. Nei giorni seguenti ho pure cercato qualche bootleg decente, senza trovarne. Finchè.

Finchè un paio di giorni fa ho visto che i tipi della NPR avrebbero messo online in streaming il concerto tenuto da Tom (sapete com’è, ci conosciamo) il 5 luglio al Fox Theater di Atlanta. La scaletta non è identica a quella che ha fatto la nostra sera a Milano, ma tutto sommato ci va vicino. Si sente molto bene, uno si mette lì, se ha due ore e 20 da buttare, e se lo ascolta tutto in fila, senza poter scegliere la canzone, costretto a stare inchiodato al PC. Oppure.
 
Oppure uno può cliccare qui sotto. Perché io ieri ho fatto un lavoro molto, molto noioso. Lungo, forse inutile. E’ probabile che io non sia stato l’unico a farlo, è probabile che altri l’abbiano fatto meglio. In ogni caso ho registrato, tagliato, rinominato, taggato. Magari l’avete già trovato altrove ma, insomma, nel dubbio lo metto qua. E lo faccio solo perché anche voi, anche voi che non c’eravate, possiate dire una, cento, mille volte AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHPUM! 


Tom Waits – Live@Fox Theater, Atlanta 05/07/2008


                                                                                                                                                               (Foto: anomallie)