Come ricorderete, un paio di settimane fa ho dedicato un post ad Alessandro Raina, controverso personaggio della scena musicale indipendente capace di attirare sia lodi per le sue recenti produzioni che critiche e prese per il culo per il personaggio un po’ maudit che da sempre incarna. Dopo aver letto il post, Raina mi ha scritto una lunga (anzi: molto lunga) mail in cui argomenta le sue scelte e risponde a molte delle critiche che riportavo, sollevando molti punti interessanti che in più di un caso vanno oltre il suo caso specifico. La riporto interamente qui (su suo permesso); se avete una decina di minuti a disposizione merita la lettura e, se volete, un commento.
Caro Inkiostro,
ti scrivo innanzitutto per ringraziarti delle belle parole che spendi sul mio disco e sulla mia cover dei Bloc Party. Ho letto il post in un luogo non casuale. Oggi sono stato a Bologna, all’Alpha studio, il luogo dove anni fa entrai da sprovveduto fan dei GDM per cantare una loro canzone, e dove rimasi per i tre giorni successivi in cui mi fu dato il compito di cantare praticamente tutte le canzoni che avrebbero poi composto Punk… not diet.
Oggi ero lì per mettere la voce su un brano di un gruppo che ha qualche affinità con i GDM e sono stato ben felice di farlo, ancora di piu’ sapendo che prima di me aveva fatto la stessa cosa Jonathan Clancy. Apparire su un disco dove canta anche lui è motivo di soddisfazione. Il gruppo in questione sono i Kobenhavn Store.
Ti scrivo perchè mi sembri un ascoltatore entusiasta e preparato, pertanto trovo opportuno fare alcune considerazioni sul tuo post, che mi ha fatto tornare alla mente episodi importanti, belli e a volte un pò tragicomici della mia vita recente. E’ vero, i primi concerti con i GDM mi videro fragile e incerto. Ero un fan che di punto in bianco veniva catapultato su palchi davanti ai quali non c’erano mai meno di 4 o 500 persone (per non parlare delle migliaia dei festival grandi, tipo Urbino, Neapolis o Sherwood). Improvvisamente passavo dallo stare in prima fila ai concerti del mio gruppo preferito a diventarne il cantante, e -volenti o nolenti- il frontman. Si colse da subito una grande ostilità della ‘base’.
Si sa, l’Italia è un paese provinciale e conservatore in tutto, cerca disperatamente una dimensione cosmopolita e ricade perennemente sulle polemicucce da quartiere e soprattutto guai a toccargli le sue piccole sicurezze. E i GDM, come band strumentale Mogwai-derivata, erano una certezza per chi non aspettava altro che sentire Jukka aprire i suoi dodici delay e Corrado far ruggire i distorsori.
Dopo i primi concerti mi resi conto di una cosa. Chiunque ci fosse stato al posto mio sarebbe stato lapidato, anche se nessuno considerava mai quanto fosse difficile cantare intonati su un simile muro di suoni, con poche prove alle spalle e un gruppo che ancora non aveva assimilato la presenza di una nuova sorgente sonora…Se aggiungi che al primo concerto fra il pubblico c’era Emidio Clementi, un altro mio idolo di allora, puoi ben capire quanto me la facessi sotto.
Eppure senza quei concerti deboli e impacciati forse non sarei arrivato, poche settimane fa, a vivere l’esperienza indimenticabile e quasi imbarazzante di scoprire uno dei miei artisti preferiti in assoluto (Glen Johnson dei Piano Magic) intento ad ascoltare rapito il mio soundcheck e alla fine stare venti minuti a complimentarsi al punto da comprare tre copie dello stesso disco. Senza le secchiate di merda che presi ai tempi di Punk not diet forse quel soundcheck non l’avrei mai fatto.
Nessuno, in quei mesi, parlò dei pienoni che facemmo sistematicamente in Germania o in Grecia dove il pubblico non veniva al concerto con l’unico scopo di tornare a casa e scrivere sul sito della band o sul suo blog quanto se la tirasse il cantante, nessuno in Italia ebbe tutta questa fretta di scrivere sul proprio blog di tutti quei ragazzi che assimilavano i brani e li cantavano, dopo averli in un primo momento rifiutati , centinaia di persone che provavano a non farsi le pippe sul perchè io mi buttassi a terra, o urlassi o portassi i capelli in un certo modo. E magari dopo il concerto si avvicinavano e scioglievano le loro riserve in chiacchierate piene di inaspettato cameratismo.
Non so da chi sia composta l’ Indie Crew Italica, ho un’impressione ma te la risparmio. Detto ciò sostenere che ho rischiato di snaturare il suono dei GDM o la loro immagine è assurdo. Cantai su brani già arrangiati e registrati, non ci fu mai un mio minimo intervento a livello di songwriting o arrangiamento. E dubito che mi sarebbe stato permesso di farlo, almeno il primo anno. Ti racconto un aneddoto. L’ultima canzone che interpretai con i GDM è ‘Given Ground’. Scrissi il testo e lo cantai. Jukka all’inizio la bocciò perchè gli sembrava ‘troppo Coldplay’.
Per la cronaca la canzone è stata il primo singolo del disco.
Ad oggi sono convinto che se i GDM stessi non avessero messo in discussione il proprio suono, pagando in prima persona oggi il prezzo delle grandissime difficoltà poste dal cantato in un gruppo con una simile impostazione sonora, avrebbero seriamente rischiato di diventare una cover band di sè stessi.
A livello di immagine posso solo esprimere un concetto che ho sempre fatto mio. Un gruppo che suona musica pop, dedicata ai giovani, che appare sui giornali e vende prodotti di intrattenimento come dischi, t-shirts o dvd non può, nel
2007, prescindere dal concetto di comunicazione visiva. Non può non avere un immaginario e lavorare su di esso. Questo non centra un cazzo con le cretinate da studio di design milanese. O con la moda banalmente intesa. Ma se a tutt’oggi posso individuare un problema mai risolto in seno ai GDM quello è proprio il lato estetico della loro musica, che è enorme, e non è mai stato adeguatamente valorizzato, forse per paura, forse per mancanza di idee all’altezza delle canzoni, forse per un rifiuto mentale del rischio di apparire troppo ricercati (o fighetti che dir si voglia). E’ un problema che trovi nelle copertine della maggior parte dei loro dischi, nei video, nelle foto istituzionali della band. Da par mio, a suo tempo, ho provato ad introdurre un’attitudine, forse nei modi e nei tempi sbagliati, e con poca convinzione. Tanto per il fan medio della Italy Indie Crew se mi facevo la crestina volevo fare ‘l’emo’ e se mi mettevo la matita ero frocio. Poco male. Resto convinto che l’iniziativa di creare e investire sull’immaginario di una band del genere fosse e sia doverosa, anche se a tanti fan delle il concetto stesso di estetismo applicato all’indie rock suona come una bestemmia. E allora teniamoci le riviste con le foto sgranate, le copertine oscene e le band che sembrano ritratte alla fiera del salumaio. E poi facciamoci le seghe sui servizi di Cat Power per ID. Loro sono stranieri e possono farlo! Noi no. Noi al massimo le fanzine (perchè diy è sano) e al massimo le poppe di Violetta Beauregarde. Avanti popolo. E intanto continuiamo a comprare The Wire o tutte le testate straniere (di musica e non) che con il design e la comunicazione visiva lavorano da sempre. Siamo italiani, e per quanto anticlericali, siamo ben fieri dei nostri tabu’. Amen.
Leggo poi qualcosa che mi ha sinceramente inquietato, ossia che sarebbe sbagliato apprezzarmi perchè lavoro (o meglio lavoravo) in una boutique. Senza considerare il razzismo e lo snobismo implicito in un giudizio del genere ( la crew mi avrebbe accettato piu’ facilmente se avessi fatto il falegname o l’operaio, ovvio) lasciami dire che il modello l’ho fatto insieme a dieci altri commessi perchè il buon Kean Etro ha voluto così, e mi sono divertito anche perchè la cosa è durata circa venti minuti. Ma non ho il fisico per fare il modello (nel caso farei l’attore). Provassero quelli della crew a lavorare otto nove ore al giorno dal lunedì al sabato (piu’ due domeniche al mese) in piedi, al servizio di miliardari con la puzza sotto al naso o di trafficanti ucraini che comprano un tanto al chilo e ti trattano come se fossi il loro tirapiedi, con il fiato sul collo di un manager che minaccia di licenziarti se per una volta non vendi 20 mila euro di roba, con contratti precari e gli staordinari non sempre pagati. Quel lavoro mi fu offerto in un periodo di estrema necessità. Lo accettati ritenendomi idoneo a svolgerlo.Così come avevo fatto prima il fruttivendolo o il centralinista. Io dico che sarebbe carino se la crew, e gli addetti ai lavori tutti, pensassero un pò di piu’ ai fatti propri e all’onestà intellettuale di chi vogliono deridere invece di strumentalizzare la vita privata delle persone per prendersene gioco anonimamente.
Avessi potuto da subito fare della musica il mio strumento di sostentamento, potendoci dedicare 24 ore al giorno l’avrei fatto, ma esiste una cosa chiamata gavetta, che è concetto differente dall’isteria condita di sorrisini di gruppi creati in funzione di quello che brand new trasmette o peggio di quell oche l’NME propone come next big thing. Band che dopo venti concerti venti vengono già paragonato a nomi che hanno scritto la storia della pop music -in questo fiancheggiati proprio dagli amici blogger o webwritersche sono diventati giornalisti… per ispirazione divina. Mi dispiace ma andare a suonare mantenuti dai genitori o sulla base di cachet con cui non pagheresti nemmeno la benzina della macchina è una cosa diversa dal rischiare in prima persona per anni e lavorare, farsi fumare il cervello, studiare, leggere, in funzione di un progetto artistico e di una vocazione che a un certo punto viene ricompensata, anche economicamente, da chi la promuove. In tutto questo non ho paura a dichiarare di non sentirmi particolarmente ‘indie italiano’ e ambizioso. Esiste un’ambizione sana, che è un valore fondante di qualsiasi opera (artistica e non). Demonizzare questa parola è sempre ingeneroso, perchè si disprezza anche la sana ambizione che è figlia dei sogni di bambino, è sofferenza pura ed è spesso l’unica leva, insieme a una grande passione, che ti permette di andare oltre la confusione e il qualunquismo di un luogo o di un periodo storico in cui tutti reclamano la propria fettina di spazio per dire, scrivere, suonare la loro.
Un’epoca in cui gli utenti hanno sempre piu’ difficoltà a capire la differenza fra un artista con una storia alle spalle e le next big thing create dal web, finendo per ascoltare tutto in modo random, con il rischio di non riuscire piu’ ad amare nulla in modo esclusivo, ma facendosi piacere un pò tutto. E’ un punto di vista neo-moralista e sicuramente reazionario, che trovo però (amaramente) inevitabile.
Infine, in tutta sincerità, caro Inkiostro, io proprio non capisco questo accanimento nei confronti di tre foto che ho postato su un sito. O meglio lo capisco ma solo alla luce del livore e del provincialismo dell’utente medio della musica indie italiana (specie se la musica in questione è fruita con casualità, in mp3 con l’ipod pur di ascoltare tutto e tutti, e il contenuto che vi è dietro è assimilato per sentito dire sui forum o i blog).
Perchè, ti chiedo, mensilmente io ricevo contatti, segnalazioni o richieste da contatti stranieri che sono nati e cresciuti in seno alle culture che mi affascinano, o hanno studiato Pasolini o i costumi della Repubblica di Weimar, o sono cresciuti a pane e Godard, e con costoro intraprendo bellissime corrispondenze per poi scoprire che sui forum italioti qualche utente anonimo ha le prove definitive del fatto che sono finto? Quali sarebbero i clichè dell’artistoide bohemienne ? La copertina di un libro? Il kajal ? Una bella ragazza che si solleva la gonna? Ma dai!
Io lo so bene, Inkiostro, di stare sul culo ad alcuni. So bene di poter suscitare perplessità o battute in base al mio look o alle mie passioni. O al fatto che sono un pò bacchettone. O al fatto che mi scrivono molte ragazze. Ciò è una contingenza dei tempi moderni e dell’edonismo terra terra di questi anni. So bene che un tot di utenti, nel calore confortante della loro scrivania, ridono di me nel vedermi fotografato da una cara amica, un pò per gioco e un pò no, davanti a una locandina della Dietrich. Ma al contempo mi chiedo perchè nella crew ci si fermi sempre e solo alla superficie e spesso questa superifcie la si giudichi in modo grezzo e violento. E ignaro dei presupposti. Quale strana cultura critica può mai emergere da una tale schizofrenia? Siamo davvero tutti sicuri di possedere un background tale, in merito alla cultura europea degli ultimi ottant’anni, da poter comprendere, deridere e liquidare l’autenticità di un’opera o di un artista, guardandolo per trenta secondi su my space ?
Qualcuno ha mai verificato quanto sia sana e solida la mia passione per la cultura francese….per il burlesque…per certi alfabeti stilistici che dall’arte rinascimentale arrivano fino al pret a porter degli anni 70…per il neorealismo…per i dandy (di cui Totò e Charlot rappresentano una straordinaria metafora)…per Elio Petri o il grande Eduardo…così come per il calciomercato o la pizza salsiccia e friarielli ???? Temo che in pochi, fra i miei detrattori, lo abbiano fatto. E io banalmente mi chiedo a cosa porti diffamare la gente sulla base delle proprie pruderie. Quale strana soddisfazione provi l’utente anonimo a scrivere ‘Raina è ridicolo e finto’ se nemmeno mi conosce. Sarei molto piu’ tranquillo se queste persone passassero mezz’ora con me e poi traessero le stesse conclusioni.
Ma a questa gente interessa comunicare faccia a faccia ? O gli interessa solo ridere e covare risentimento con il ditino puntato ?
E’ piu’ che lecito che a tanta gente non freghi una ceppa della repubblica di Weimar o di Charlotte Gainsbourg. Ma ti chiedo, Inkiostro, cosa facciamo noi poveri umani per onorare coloro o ciò che amiamo?
Deponiamo fiori sulle tombe, attacchiamo poster alle pareti, ci vestiamo in una certa maniera, facciamo nostro uno slogan. Perchè mai io non dovrei rivendicare le mie passioni e i miei eroi sulla mia pagina personale? E’ davvero sinonimo di inautenticità? Io credo di no e credo che il tempo sia sempre galantuomo. Credo che certe foto o certi libri siano un modo efficace di far capire a un utente a cosa io mi ispiri e che tipo di sensibilità artistica io possieda.
Cosa si dovrebbe dire allora dei poser strafatti di mdma fuori dai club perchè è new raveo di quelli che non fanno una piega quando gli amichetti della rete li paragonano ai mostri sacri della musica sulla base di un demo registrato male?
Credo che non sia mai per caso se su un sito internet generalista come my space compare la cover di un libro di Nimier. Se sono io a postarla stai certo che ci metto la firma e la faccia, ed è anche per evitare l’oblio a quel libro. Perchè l’ho letto e mi ha -in una piccola misura- cambiato la vita. Se qualcuno ha interesse a discutere con me di questo film o di quella diva del cinema anni ’30 si faccia avanti. E poi potrà a buon titolo dichiarare se tutto ciò che diffondo sono sterili clichè. E se io sono finto.
Nel mio piccolo o meno faccio l’artista, ho la fortuna di frequentare grandissimi artisti dai quali imparo quotidianamente e spero di consacrare la mia vita a valori che oggi sono sempre meno ‘stilosi’. Negarlo sarebbe molto piu’ ipocrita di quanto per qualcuno è irritante che io abbia una determinata considerazione di ciò che faccio.
E se un artista è anche un piccolo grande narcisista che chiede a tot persone di ascoltarlo o leggerlo o guardarlo mentre si dimena su un palco mi vorrai concedere una o due foto ‘in posa’? Non è forse questo parte di un prodotto e della storia di un progetto? Non sono io forse, in quelle foto, niente piu’ che la personificazione di un personaggio? Di cosa è fatta la storia del rock ‘n’roll? Di soli educandi in giacca e cravatta ? Di soli nerd con i pantaloni larghi e lerci ? Di soli drogati che a trentanni vogliono dimostrarne sedici? Per fortuna no.
Ma non per questo è lecito affermare che chiunque si identifichi in uno stile sia finto o falso. E’ un insulto gratuito e volgarotto. Molto piu’ volgare di qualsiasi clichè dell’artistoide bohemienne. Pensi davvero che io passi le mie giornate davanti allo specchio? Ti dirò che al momento la mia massima preoccupazione è capire se la Juve risucirà a prendere Gabriel Milito, che è un fenomeno.
Mi dispiace Inkiostro se mi consideri un presuntuoso perchè ho cercato di far luce, insieme ai miei collaboratori, su una serie di figure (alcune delle quali rimosse) del novecento italiano. Quel novecento l’ho sentito mio e l’ho rappresentato a mio modo. Forse nell’atto stesso di produrre arte (o provare a farlo) c’è presunzione, non so. Io sarei meno categorico. Ci sono sempre piu’ cose in cielo e in terra che in tutta la nostra filosofia.
Con questo ti chiedo scusa per la lunghezza di questa mail, che immagino ne renda piuttosto noiosa la lettura, ma spero che la considererai un atto propositivo e rispettoso verso i tuoi contenuti.
Sincerely
Alessandro Raina
[un paio di emmepitrè, che non guastano mai:]
Raina /Petris / Spazio – A Room Forever (MP3)
Raina /Petris / Spazio – Red Cloud Slaughtered Beach (MP3)
100 di questi commenti alessandro!
certa gente che scrive quì sopra starebbe meglio in una curva di ultras a menare le mani. Tutta sta aggressività per dare addosso a un musicista…che pena.
vabbè ma meglio parlare di quello che degli styles
mamma che roba..vabbè dai stiamo parlando di raina mica di thurston moore!
L’Italia è un paese conservatore e reazionario. Appena uno si comporta in maniera non conforme viene escluso e sfottuto.
Alessandro Raina compreso.
sto qua sotto di me dice delle cose giuste.ma perche la discussione si è spostata su ROCKIT? dico io perche? nasce una bella discussione e subito alè… rockit. boh
Io sono rimasto piuttosto indietro “ai tempi belli” (come qualcuno ha citato) di Punk…not diet!
Mi sa che qui sono l’unico nostalgico del Raina old style..
I Giardini sono all’oggi il gruppo migliore in Italia ma hanno perso parecchio con l’assenza della sua voce, inutile negarlo.
Ricordo momenti da brivido quando cantava Blood Red Bird in chiusura, per fortuna nessuno della band ha tentato di replicare quel finale!
Raina di stile ne aveva anche allora,certo era più casual, al posto di camice con i volant indossava t-shirt davvero fiche (che io gli ho sempre invidiato), ma lo stile è qualcosa di innato, i poser si smascherano subito e lui non è di quella categoria.
Anch’io ai concerti lo vedevo accompagnato da un ragazza castana mooolto bella….
In fatto di donne e di stile non gli si può proprio dire nulla!
Il nuovo Raina non mi dispiace, la gente evolve e cambia, probabilmente ora nella forma solista ha trovato un look che maggiormente rispecchia la sua personalità e la sua evoluzione artistica.
Niente di più niente di meno.
Non credo che qualcuno come lui e alla sua età abbia come massima aspirazione nella vita quella di pensare a come vestirsi per rimorchiare ragazzine ai concerti..
Alcuni dei commenti che ho letto sono ridicoli oltre che gratuitamente offensivi ed esagerati.L’Italia è il paese degli invidiosi!
Resta il fatto, da quanto leggo, che un buon look fa meglio alla musica che al cuore.
It’s a swimming season…
—L’intervento di Nuxx è spettacolare!
m.
ma che educati rosiconi…e che vi avrà fatto mai….ma se lo conoscete così bene perchè non vi firmate ?
rob casttaldo – zone x
Fidatevi. Raina è una merda. Come uomo e come “artista”.
Mi pare evidente. Raina è un idiota. Se poi aggiungiamo che fa musica ridicola e plagiata… ill gioco è fatto.
#88
Un. Fottuto. Genio.
Nuxx, ti aspettavo, sapevo che in questo post non potevi mancare. Sublime come sempre.
[e il mashup Pezzali / Collini è spettacolare]
Caro Inkiostro,
ti scrivo innanzitutto per ringraziarti della pizza dariella e friarielli, delle insoportabili mossette di Cannavaro vestito da pederasta su The Wire, del medialog imbarazzante (foto, audio, dodici delay e cazzi propri) di Bono Vox. L’indie è bello perche è slacker… Sono un genio, sono maudit, sono grasso. E se fossi gay?
Ti scrivo da un luogo non casuale (dal negozio di motoseghe di Cat Power) perchè mi sembri un ascoltatore con problemi caratteriali, pertanto non trovo opportuno fare considerazioni sulle canzoni stupidine dei Finley, sleazy-gobbo-geek che non sei altro. gobbo …che bel parolone…
Oggi sono stato a Villa Mazzacorati, il luogo dove entrai da modello di Etro e dove rimasi per i 18 anni successivi per uscire muratore affidabile.
Cioè se tiro su i muri del Gabinetto del Dottor Caligari e mi definisco artista non sono presuntuoso, ma se scrivo poesie o racconti per Pasolini e canzoni per Clementi e Capossela sono uno sprovveduto? Non ho ben capito.
Ti racconto un aneddoto Inkiostro.
Sul palco di Urbino ho avuto la fortuna di conoscere personalmente le tette unplugged di Jennifer Herrema. Ci siamo strafatti di mdma e poi mi ha chiesto soldi per un paio di sneakers e per la benzina per tornare a Berlino, un filo di (auto)stima in più e sarebbe stata perfetta.
Io lo so bene di stare sul culo a Muntari perché a un concerto all’estragon due anni volevo fare ‘l’emo’ con la sua ragazza davanti a una locandina della Dietrich … Il resto sono chiacchere.
So bene di dedicare 24 ore al giorno al mio taglio di capelli ‘troppo Conrad Veidt’. Jukka all’inizio lo bocciò perchè voleva usare distorsori HTML nei commenti per fare colpo sulla figa di turno. Totò era un poser. A modo suo.
Se aggiungi che al primo concerto fra il pubblico c’era Bombolo, un altro mio idolo di allora, puoi ben capire quanto me la facessi sotto davanti a migliaia di persone che indosseranno camicie con i volant e pantaloni damascati per il resto della loro vita.
Si sa, l’Italia è un paese di blogger psicotronici cresciuti a pane e calciomercato, cerca disperatamente la next big thing cosmopolita e ricade perennemente sui gruppi indie-goth che si vestono con costumi a pois della Repubblica di Weimar. Ma dai! Per poi scoprire che sui forum italioti i trafficanti ucraini ne vendono un tanto al chilo!
Ma a questa gente interessa il kajal terrificante di Iaquinta? O gli interessa solo ridere delle 30 canzoni memorabili di Violetta Beauregarde?
Nel mio ultimo libro ho paragonato Flavia Vento a Godard per la scrittura bohemienne, per l’isteria amletica che trasmette, per il lo-fi (studiato o vero trasandato che sia) e per il fatto di essere lì.
Inkiostro, non ti conosco ma hai la mia stima per il look rimasto fermo agli anni ’90, io comunque voto Cicciolina, le sue idee e pensieri sono molto più civili e moderne dei soliti indie-conservatori di casa nostra.
E il cerchio si chiude, una pernacchia burlesque ci seppellira’.
cosa e’ un “taglio” ?
anche io c’ero alla villa venerdi ma mi son persa il collegamento. cos’hanno detto gli otaghi?
ilenia
Uh, venerdì a Villa Mazzacorati? C’ero ma devo essermelo perso. Cosa hanno detto in merito?
Che anche gli Otago abbiano fatto riferimento a questo post e’ stato un taglio assurdo!
(bisogna arrivare a 100)
basta con questo teaser del poser che fa il loser
mario
povero moroldo o dariella, dipende, quanti artisti incompresi , gente che si da completamente alla musica e poi trova slo invidiosi che criticano. ma dai tanto su blow up vi daranno ciò che vi meritate, cioè tanta gloria e poi tra poser ve ne intendete.
Naturalmente sono molto d’accordo con Alessandro Raina, soprattutto per quel che riguarda le varie questioni dell’estetica, sulle foto sgranate, sulla mancanza di accuratezza, sui video che fanno cagare. Mi colpisce ancora di più, comunque, il tempo che Alessando dedica a dare delle risposte a delle critiche. Non è vero che non bisogna rispondere alle critiche, se si ha qualcosa da dire e da argomentare lo trovo giustissimo, mi sembra un gran segno di rispetto.
Cmq: Ale, ti preferisco con la matita nera sotto agli occhi che non con la crestina! ;)
quella sulle tette di violetta è fantastica!!!!!!
Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Ale recentemente, dopo averlo sempre visto da sotto al palco.
Non posso che dirvi che è una persona splendida, semplice e genuina. Non è da tutti i giorni conoscere gente come lui.
Comunque firmare autografi e far colpo sulle ragazze non so se è il sogno e l’obiettivo di Ale (non credo) ma so per certo che è il mio! :)
Chiamatemi scemo, chiamatemi unplugged… :)))
g_
ma sti Kobenhavn Store chi sono? voci di Jonathan Clancy , Alessandro Raina tour coi Mono ma di loro non c’e’ traccia da nessuna parte. boh non trovo nulla da ascoltare
Ma si:Punk! not diet
E i Kobenhavn Store non sono niente male… A me il nome piace pure!
Ale è vero ..sei un GOBBO !?! Me n ero dimenticato..
Kobenhavn Store è un nome “di merda” ma posso garantire che il Rainer non c’entra nulla..
Muntari poteva diventare parecchio forte.. Martina Stella sta ingrassando precocemente..
L’indie è bello perche è litigarello..
Sono grasso.
nico
Kobenhavn Store
ma che cavolo di nome è dariella?
io comunque voto raina che ai tempi belli del fest di urbino stava insieme ad una tipa niente male
una a roma, l’altra non so
ma dove si trovano le tette della beauregarde?
[non saprei. secondo o terzo, che io ricordi. non so se ho accesso a un pannello che me lo dica, poi ci guardo]
ink, x la statistica: nella classifica dei post + commentati questo dove si colloca?
caro moroldo non è questione di farsi i cazzi propri ma se ti metti su un palco vuol dire che vuoi comunicare qualcosa se no suoni da solo per i cazzi tuoi. se poi arrivano prime le tue pose rispetto alla musica è un altro discorso. sei un poser.
Bombolo era un poser. A modo suo.
E il cerchio si chiude, una pernacchia ci seppellira’.
è in momenti come questi che vorrei fosse ancora vivo bombolo
Per il genio che ha tentato di comunicarmi qualcosa alcuni commenti fa:
sei la conferma di quanto ho già detto…”soprattutto nessuno si fa i cazzi suoi!”….
esemplificativo direi..
Dariella.
Il problema non è tanto che vada al barcellona che lo sopravvaluta…il problema è se arriva gente come Fernando Meira o Andrade…l’unico portoghese buono è Ricardo Carvalho…a quel punto tanto vale riprendere Cannavaro e fargli fare da mamma chiozza per Criscito. O Heinze che copre due ruoli.
comunque notizia di oggi milito va al barcellona…il songwriting ne verrà influenzato?
Cioè se tiro su i muri e mi definisco muratore non sono presuntuoso, ma se scrivo canzoni, faccio concerti, scrivo poesie o racconti e ci campo ma mi definisco artista sono presuntuoso? Non ho ben capito.
Allora io che lavoro faccio?
Perchè tutti questi pregiduizi verso delle normalissime terminologie ?
Perchè si vede ancora il cocnetto di arte come qualcosa di rinchiuso in una torre d’avorio di assolutezza e irraggiungibilità ?
Si possono definire artisti solo quelli nati prima del 1850? O forse solo quelli che espongono alla Biennale ? Guarda che io non ho scritto ‘sono un genio’ ‘sono un figo’ ‘sono il nuovo pinco pallino’, allora si che sarei presuntuoso…ho solo ammesso quello che faccio per vivere…che lo faccia bene o male è opinabile.
Sono daccordo con te sul fatto che la dimensione pubblica comporti il rischio di essere giudicato. Ma quando si sconfina nella diffamazione c’è anche un sacro diritto di replica.
Flavia Vento
marò ma la piantate tutti quanti???
me pare il circolino dell’oratorio aka asilo mariuccia !!!
una cosa basilare da dire è che siete tutti un pò frustrati mi sa e qualcuno è anche un musicista mancato,ma sopratutto tutti invidiosi …ognuno esprime la sua forma comunicativa come cazzo vuole l’importante è che si faccia con intelligenza e con stile e che dietro ci sia qualcosa di buono…e purtroppo c’è tanta gente poser cazzuta in giro che è tutto fumo e niente arrosto ..ma qua nn è proprio il suo caso
comunque la sua musica parla già è questa è la cosa basilare …quindi piantiamola di dire fregnacce
chi semina raccoglie le proprie voglie
donut
letto tutto. condivido alcune cose, altre no. nello specifico
1.penso che nessuno mai dovrebbe avere la presunzione di definirsi artista.
2.ognuno ha il diritto di proporsi nei modi e con i vestiti che più gli piacciono. Ma nel momento in cui uno si dà un’immagine pubblica, deve poi sapere che questa immagine è passibile di critica. Se ti vesti e ti presenti in un modo, verrai giudicato di conseguenza. Le note a margine non correggono il tiro a posteriori.
Per cui ecco. Tu libero di far quel che ti piace. Gli altri liberi di criticare e di appellarti -a seconda del loro giudizio- artista o meno.
senza rancore.
alberto
ma Raina non è la Flavia Vento dell’indierock? adesso è diventato anche intelligente! (quindi tipo alba parietti. tipo..)
MA DAI CHI SE LO CAGA ANCORA RAINA?!!!! E POI CHE CAZZO DI NOME DI MERDA è København Store??? a bologna solo anna karina..
alessandro, ho appena letto che aprirai a torino per i wilco! complimenti! un motivo in più per attraversare lo stivale…
VOGLIO LA TAV
r
dariella vaffanculo poser di merda tu e gli amari in toto! ma che cazzo alzi la testa che non ti sei mai neanche alzato per andare a lavorare, mantenuto dui merda. ecco chi piuo fare la musica in italia chi i genitori sponsorizzanti…anzi se non tornate più a udine fate un favore.
muntari alla fine non era molto affidabile, su iaquinta sono contento che sia andato via, ora vediano cosa vuole fare pinzi. ma il d.g. laonardi è stato chiaro, chi non ama la maglia e la città se ne vada….dopo un fioerno è stato ceduto di natale.
artsy fartsy.
Evito di leggere tutti i commenti perché mi vien già fastidio…devo ammettere che sn pienamente d’accordo con lui praticamente su tutto…
Qua in Italia nn si può mai alzare la cresta, mai cagare fuori dal boccale…e soprattutto nessuno si fa i cazzi suoi!
Appena fai “quello che vuoi” o ti danno del pederasta o iniziano ad insinuare che porti sfiga…
e siamo tutti colpevoli in un certo senso…
Indipendenza..che bel parolone…
Dariella.
tempo altri 2 anni massimo e il fenomeno indie imploderà
per noi non cambierà nulla
la maggior parte se ne andrà altrove
nessuno potrà più indulgere in sentimentalismi da “c’hanno preso proprio tutto” perché ce lo avranno restituito
in tutto questo, la cosa più divertente è stata vestirsi da circa 18 anni più o meno nella stessa maniera e ritrovarsi a 33 anni suonati, per un paio d’anni, con un look cool
poi si tornerà a essere invisibili
per fortuna
mario
ps
la sottolineatura impietosa della pancetta con ste magliette iper-attillate mi fa rimpiangere il baggy e di essere ADORATO per quello che sono
gio’
rino…ovunque e sempre ci sarà chi è piu’ sedotto dalla superficialità (spillette etc.) che dalla sostanza. QUando ho iniziato a fare concerti e ancora prima, quando ero semplciemente un fan, ai concerti indie c’erano pochissime ragazze (e i gruppi erano un filo migliori). Oggi sono quasi piu’ dei maschi, ciò i nrelaizone al fatto che c’è molto piu’ spazio per l’edonismo adolescenziale (leggi: le band di electroposer di 18 anni), i canali televisivi hanno messo l’indie giovanilista un pò ovunque e myspace ha fatto tutto il resto.
Però al centro – sud ho sempre venduto piu’ dischi che nelle cpaitali del nord…dove chiaramente è piu’ facile trovarl inei negozi, ma mi pare che in certe zone del paese ci sia piu’ sincerità nell’ascoltare, piu’ entusiasmo nel valorizzare i concerti e gli incontri con gli artisti.
Forse è un’impressione…
Però c’è una cosa che devi sapere. Il mio look e’ ASSOLUTAMENTE DEMODE’ !!!
Per me un uomo bellissimo ed elegantissimo è Conrad Veidt nel Gabinetto del Dottor Caligari..oppure Antonio de Curtis (quando non fa Totò)…tutta roba anni ’30/40…
Di next big thing ne sono venute prima e dopo di me…ma non è cambiato molto, e questo proprio perchè sul mio look (o meglio su una mia foto!!!) si sta ricamando in modo esagerato basandosi sul nulla…manco mi proponessi vestito come Fischerspooner.
Rino, sono i ‘disconi’ che fanno il successo vero e prolungato di un artista, le canzoni, la scrittura, la voglia di maturare…da quanto è che non esce un discone in Italia? Ma non un discone da 2/3 mila copie in due anni. Un successo di critica e numeri. Da secoli. Se togli gli After, i Baustelle e Capossela, a livello di autori premiati anche dai numeri c’è il nulla.
E questo nulla parte proprio dalla mancanza di autori veri.Al di là del genere musicale. Di gente che scriva almeno 3 o 4 canzoni memorabili, di cui migliaia di persone conserveranno in sè musica e parole per il resto della loro vita. Non basta un demo…non basta un disegnino simpatico…o un bella frase come titolo del disco….non basta mettersi di punto in bianco a cantare in italiano…
eppure non mi pare siano in tanti nell’Italy Indie Crew a pensarlo, anzi. E’ molto piu’ divertente parlare di look…o sputtanarsi a vicenda.
Ale
sono quello del commento 45…
alcune precisazioni:
1) negli anni ’90 ero appena adolescente ma le camicie a quadroni le ricordo bene. quello che intendevo dire era esattamente che ci sono gruppi e musicisti il cui look (studiato o vero trasandato che sia) è rimasto fermo a quegli anni, ciononostante la loro musica è già nel 2020. impostare qualunque discussione su questo punto è fuorviante, anch’io penso che ognuno debba vestirsi come vuole ma ognuno dovrebbe avere l’intelligenza di farsi una risata e badare alla sostanza.
2) shy, sarò ipocrita ma a me interessa la musica di raina e la musica di raina è bella.
non condivido il suo discorso sull’immagine perché lo trovo controproducente per la diffusione della sua musica: magari questa estate tutti indosseranno camicie con i volant e pantaloni damascati, si pettineranno come alessandro e berranno pernod e cola o quello che cazzo beve lui. a settembre uscirà la next big thing con il suo next-old look e di alessandro raina tutti penseranno che è quello demodé. e la sua musica?
2) alessandro, ti posso assicurare che qui al sud la situazione non è molto diversa. l’indie è di moda, c’è poco da fare. ragazzine che facevano le goth e ascoltavano metal progressive, ora si vestono come le cocorosie e vanno al primavera. magari hanno soldi da spendere e tra un paio di sneakers e una maglietta a pois andranno pure a comprarsi un cd al banchetto, ma mi chiedo quanto possa durare.
rino
Bella lettera di una persona che, pur non conoscendola, mi pare bella.
Continua a fare quello che fai e quello che vuoi Alessandro.
e.
RAINA: non ti conosco bene come artista ma hai la mia stima per le tue idee e pensieri, molto più civili e moderne dei soliti indie-conservatori di casa nostra. Ma la facessero finita di star li a criticare la gente ed imparassero ad esporsi anche loro
SHY
“Noi italo-indie-sposti non possiamo far altro che ammirare e sognarci la qualità di gruppi americani o canadesi che si vestono come taglialegna alla fiera delle motoseghe, gente che nessuno si sognerebbe di imitare.
ma abbiamo l’underground che ci meritiamo.
E poi tutta sta storia ti ha fatto anche un bel po’ di pubblicità.”
MA dov’eri durante i primi anni 90 dove anche in discoteca si andava con le camicione a quadri?? le tue parole sono di una ipocrisia assurda caro mio. E basta fare quelli che son fuori dalle scene, che esiste solo la musica, ecc. ecc.
vestiti come cazzo ti pare ma nn fare le prediche su sti argomenti triti e ritriti
SHY
Ovviamente l’ultimo concisissimo post era mio. E nella mail a Inkiostro ho fatto un erroraccio, segnalando che l’ultimo brano scritto con i GDM è ‘Given Ground’…quando invece è ovviamente ‘Broken By’.
Un saluto e un grazie a chi ha letto e commentato nel bene o nel male
Alessandro
I problemi recenti della ‘scena’ li conosco abbastanza perchè soprattutto grazie ai Giardini ho partecipato a tantissimi concerti in tutta Italia. La descrizione che fai tu è valida, ma fotografa solo la dimensione settentrionale della realtà italiana, per non dire Milano e dintorni. A Roma, a Bologna, al sud la gente i dischi li ha sempre comprati. Per me il problema, come invece continuano a voler pensare alcuni, non sta nel look o nell’uso del look. Il look è una componente fondamentale di ogni forma d’arte che implichi una performance… e di tutta la musica popolare. A me fa veramente stranissimo che gente di 20/30 anni abbia ancora difficoltà a rapportarsi all’idea di ‘look’..e non riconosca o no ncapsica il valore simbolico dell’abbigliamento..ci sono secoli di storia del costume che dimostrano come esso sia un concetto inscindibile da qualsiasi idea di performance (e non solo).
I gruppi americani e canadesi a cui pensi tu hanno un look preciso, studiato e replicatissimo, semplicemente piu’ ‘nerd’..piu’ slacker..piu’ (spesso fintamente) povero…che ha in questi anni sostituito l’immagine classica che per semplificare possiamo definire ‘da rockstar’. Ma le camicione, le t shirt vintage, i pantaloni slacker e le all star hanno solo sostituito altre cose. Se poi tu le consideri piu’ accettabili di una giacca sciancrata o di un pò di kajal è solo un tuo punto di vista.
Ribadisco che a me certe critiche in fatto di look sono, purtroppo, sempre e solo arrivate da italiani.
Ho vissuto a Londra, ho frequentato le principali capitali d’Europa e francamente non ho mai avuto alcun tipo di problema in tal senso.
Anzi…al massimo ho ricevuto moltissimi stimoli in un clima di assoluta serenità. In Italia c’è purtroppo ancora molta isteria verso ciò che va fuori da determinati schemi…purtroppo anche fra i giovani. C’è molto moralismo anche fra chi pensa di essere open minded.
Tutto ciò, compresa tutta l’energia che si perde per diffamarmi a causa di una mia banalissima foto, mi fa pensare al modo di ragionare dei giornalisti democristiani anni ’60 che attaccavano (o deridevano) in modo ultramoralista i rocker perchè avevano la chioma o i cantautori esistenzialisti perchè avevano le occhiaie da tossici. E siamo nel 2007….
Leggetevi gli articoli post suicidio di tenco. Tutti a stare lì a dire che era un fattone, un depresso, un puttaniere disperato..che nelle foto faceva il figo…che era un egomaniaco sciupafemmine. Solo Quasimodo capì cosa fosse realmente accaduto, e scrisse questa frase bellissima e durissima, invitando tutti a lasciar perdere il look di Tenco o la sua vita privata, e pensando alla sua poesia:
“Chi non è in grado di domandare un minimo di intelligenza a una canzone non può certo capire una morte”.
Io nel mio piccolo vorrei che si considerasse in primis la mia musica, e si prendesse il mio look con piu’ serenità, e si lasciassero perdere le congetture sulla mia vita privata (rimorchio le ragazzine e stronzate simili da bacchettoni che leggono Chi sotto l’ombrellone).
Detto ciò mi sento fieramente e radicalmente europeo, non ho nessuna voglia di copiare il look dagli americani di provincia e in tema di stile continuo a guardare piu’ a Parigi, a Londra e a Berlino piuttosto che a Portland o Washington dc. Ma scordati che i gruppi indie americani o canadesi non abbiano un look o non diano risalto a questa cosa. Ti dico solo che in America anni fa sono usciti tutta una serie di prodotti per capelli (i cosiddetti out of bed) creati per imitare il look marcio e sfatto del musicista indie anni ’90. I Sonic Youth (dei poser?) hanno posato per Calvin Klein e come loro Jennifer Herrema dei Royal Trux (non è indie americana underground lei?). Potrei farti mille altri esempi e ti basterebbe leggere i numeri anni ’90 di riviste come The Face, Dazed and Confused, ID, Sleaze Nation….
Il problema della scena o del mercato discografico indipendente (non solo italiano) credo sia fondamentalmente uno solo: la quantità esagerata di prodotti immessi sul mercato ogni mese. La facilità con cui ci si può fare un cd, un sito e una pseudo reputazione grazie al web. Senza gavetta, senza conoscenze tecniche, senza studio, a volte purtroppo senza onestà, con il solo intento di trovare il passaggio televisivo o la popolarità locale…tutto solo sulla base del dover arrivare in piu’ breve tempo possibile sulla bocca (o nell’i pod ..o sul blog…) di tutti.
Continuo a confidare nel fatto che il tempo sia galantuomo. C’è chi fra dieci anni sarà cresciuto, chi sparirà e chi sarà ancora in giro per gli arci o i pub a fare sleazy electro geek pop o quello che i blog pomperanno al momento. Siete mai stati a un mio concerto ? In genere suono in camicia. Non so dove sia tutta sta fuffa del maudit. Posso anche togliere le foto da my space, ma le canzoni restano e se quelle dopo mesi e mesi hanno ancora 2/300 plays al giorno forse non è solo grazie a una foto. Ma chiunque, se ciò lo fa stare meglio, è libero di pensarlo.
Lascia perdere, ci avete dato Iaquinta e vi siete presi Quagliarella…mi sa che l’affare l’avete fatto voi. Però Muntari non l’avrei mai venduto.
Alessandro
ma invece di pensare a milito pensa al fatto che sono in debito perpetuo e comprano ancora giocatori, porcodio! gobbo di merda, frangettato e smanicato, gli unici bianconeri siamo noi!
Siamo l’armata bianconera
e mai nessun ci fermerà
noi saremo sempre qua
finchè l’Udine esisterà
l’Udinese è la squadra
del mio cuor!
Alessandro, stai dicendo che l’indie italico resterà una nicchia per sfigati e gente dall’odore sgradevole perché non cura abbastanza l’immagine/immaginario? A me pare proprio di no. Mi sembra che uno dei più grandi problemi della scena (odio questa parola, odio tutte le scene e quelli che ritengono di esserne parte) sia il numero impressionante di poser che la popolano, quelli che sperano di vendere i dischi vestendosi come degli mc anni 80 postando foto e grafiche molto retro-fashion-old-skool-proto-qualcosa. e quelli che li giudicano cool e brillanti per questo e solo per questo. Ti sei mai chiesto perché c’è gente che ai concerti preferisce andar via carica di pins carine piuttosto che con un cd? Forse perché della musica che ha appena ascoltato non gliene frega niente, al massimo la scaricherà da emule, ma la cosa che conta davvero è l’ambiente, la maglietta threadless, il lo-fi ostentato e il fatto di essere lì. A ben vedere tu non sei molto diverso, perché, tuo malgrado, sei parte della scena, ne sei un personaggio.
Ti vesti da bohemienne e ti fai la crestina e qualcuno ti critica per questo. E manco si prende la briga di sentire la tua musica. In questo modo dai loro un alibi.
Noi italo-indie-sposti non possiamo far altro che ammirare e sognarci la qualità di gruppi americani o canadesi che si vestono come taglialegna alla fiera delle motoseghe, gente che nessuno si sognerebbe di imitare.
ma abbiamo l’underground che ci meritiamo.
E poi tutta sta storia ti ha fatto anche un bel po’ di pubblicità.
Raina è bravissimo.
Federica_P
mi è piaciuta la lettera, ma invece di capire se la juve riuscirà a prendere milito, faresti meglio a interrogarti su bettega e tardelli. gobbo maledetto che non sei altro.
Ammemmipiace
letta tutta.
conosco poco alessandro, ma con questa mail ha guadagnato tutta la mia stima.
max
Chi è Alessandro Raina?
su quì e su quà l’accento non ci va
precisino
“chissà perchè però se uno ti conosce di persona non può che giudicarti per quello che sei”
Se tu mi conosci di persona abbi la dignità di firmarti, così potremo chiarire se mi conosci davvero. Altrimenti le chiacchiere quì sono solo le tue.
Alessandro
http://www.flutwacht.de
@33:
“… quello che sei. uno che doveva firmare autografi e fare colpo sulla figa di turno. insomma una merda..”
ti sbagli, o almeno, l’alessandro raina di ora non è così.
i.
mi secca ammetterlo ma il buon raina ha ragione su tutto! peccato solo sia un gobbaccio..
E poi facciamoci le seghe sui servizi di Cat Power per ID
questa frase contiene il segreto del mondo e della scena indie italiana.
un artista incompreso, un genio…ma che bella dose di umiltà…ora sappiamo che tutto il tuo essere stiloso e dandy è frutto di anni di ricerche approfondite e di letture appassionate. chissà perchè però se uno ti conosce di persona non può che giudicarti per quello che sei. uno che doveva firmare autografi e fare colpo sulla figa di turno. insomma una merda. il resto sono chiacchere.
alessandro, io ho letto tutto, fino in fondo. e ho anche scaricato i due brani, che mi piacciono.
la cosa che non mi torna è la storia dell’indie-crew.
già una volta, tanto tempo fa, avevo scritto qualcosa di negativo (o ironico, ma comunque negativo) sul tuo modo di apparire sul palco. mi avevi contattata in privato, usando termini quali “voi bloggari”. troppo ggiusti e troppo indie.
ti avevo risposto che tra i vari miei pezzi di identità non c’era neanche spazio per quella ggiusta/indie. perché non ho proprio più l’età per identificarmi in gruppi/culture musicali. ma c’è anche altro. la vita è altrove, insomma. anche se la musica è fondamentale. e a quelle culture ci guardo e con quelle culture ci gioco.
e comunque ti stupirò, perché in fondo sto scrivendo un commento per difendere il tuo intervento. se non altro perché la tua musica mi piace. e soprattutto perché di certi artisti vestiti bene/giusti/rockenroll perché fanno gli artisti a volte sorridiamo. magari pensiamo “ma guarda questo”, ma sorridiamo. e invece su di te è facile dire “ma guarda ‘sto ..[l’offesa che ti pare]..”, perché sei qui vicino e scrivi anche le mail.
ascolterò il disco, magari lo compro pure, se mi piace. però permettimi di dirti che la tua sarà anche passione sincera, ma l’attitudine è da rockstar. niente da obiettare al riguardo, anch’io io ho avuto bisogno delle mie rockstar. ma capisci che non tutte le critiche arrivano da bloggari (mancati giornalisti, invidiosi) o da sfigatini (non sanno essere cool, invidiosi) o da bruttini (le ragazze non li cagano, invidiosi). mancati qualcosa, insomma. invidiosi.
per quanto mi riguarda semplicemente metti in conto che magari non mi piace il rock’n’roll.
Su una cosa si sbaglia di sicuro: Milito non è un fenomeno.
Forse non bisognerebbe mai andare a vedere cosa si nasconde dietro le quinte di una produzione artistica. Il look, la scelta di un mercato, le piccole polemiche… Non voglio sapere cos’è successo alla mia bistecca prima di finire nel piatto.
giovanni
MU-RAINA!!
MA LOL :D
In realta’ la nicchia tutta rosica d’invidia :D
comunque a un concerto dei giardini all’estragon di due anni fa ero vicino alla ragazza di alessandro e posso garantirvi che con una cosi non è possibile diventare gay…
Detto questo i GDM rimangono una grande prog-band, e lo dimostrano soprattutto dal vivo. Nonostante le insoportabili mossette all Damon Albarn, che effettivamente sono molto gradite al pubblico femminile.
Non ho capito. Adesso sono i cantanti che si scielgono il pubblico? Se un artista riesce ad accattivarsi la simpatia del pubblico o scrivere canzoni che arrivano al cuore delle persone e’ merito di personalita’ e talento, poi se uno si e’ sbattuto a far gavetta e rimane un mediocre ambizioso con problemi caratteriali dovrebbe esaminare se stesso e non dei semplici fruitori di mp3, concentrandosi a tenere stretta la sua nicchia e uscendo fuori dal ruolo di predicatore, che per ora lascierei nelle mani di Bono Vox.
l’unica cosa che mi permetto di appuntare a Raina è che cerchi approvazione nel regno del geek cazzaro ignorante twittertaro par excellence
ma chettefrega, lasciagli il loro garden state e vattene
..e ci mancava che fosse pure juventino…
_Pat: cosa ne penso? Ne penso esattamente quello che ho scritto nella risposta ad Alessandro: sono stato contento che abbia avuto voglia di spiegarsi, e che abbia scelto il mio blog per farlo. Denota convinzione, e anche fegato nel (continuare a) esporsi alle critiche, e già non è poco. Sono convinto che la sua mail avrà l’effetto di tagliare un po’ di commenti superficiali e sprezzanti (e il diversissimo tenore dei commenti di questo post rispetto ai commenti dell’altro post parla già chiaro), ma -parimenti- non cambierà particolarmente le opinioni che spesso suscita un certo modo di presentarsi al pubblico. Nonostante mi piaccia molto la sua musica, la sua immagine non è decisamente il mio genere, e un certo modo di porsi (da Artista con la ‘A’ maiuscola, per intenderci, con poca sobrietà e non molta autoironia) a volte rischia di pregiudicare la mia possibilità di apprezzarla. Probabilmente è un mio problema, ma, a giudicare da certi commenti, non solo mio. Con questa mail Alessandro dimostra che è un approccio conscio e molto ben motivato, e per questo merita rispetto; io, fermo restando l’apprezzamento per la sua musica, continuo a preferire un approccio un po’ più sobrio. Ma la cosa finisce qui.
[e sono molto, molto curioso di sentire il disco d’esordio degli Amor Fu]
be’, c’è gente che critica rockit solo perché la sua creatura fetivaliera ha avuto successo
tutte queste mi sembrano discussioni dello stesso livello e tipo di quelle del mondo hip hop, cioè di un mondo autoreferenziale e chiuso, in buona sostanza
che beffa, che ironia. dalla dichiarazione di indipendenza ed individualità alla omologazione il passo è davvero breve
anonimo
(tanto se scrivo mario che cambia?)
la gente parla solo per dare aria alla bocca.. ma noi lo conosciamo Alessandro? io no, mi limito a giudicare i suoi lavori.. sinceramente non me ne frega niente di che lavoro faceva,cazzi e mazzi. è un artista, se si apprezza bene, se non vi piacciono i pezzi e vi infastidisce il suo stile (??), cosa ci guadagnate a spalare merda su persone che su ogni palco dimostrano di amare quello che fanno? mamma mia che tristezza,non c’è nient’altro che vi rende fieri di voi?
bella lettera, se lo apprezzavo come artista, ora lo apprezzo anche come persona.
Mrs
ps: in qualunque modo ci si comporti, si suscitano sempre invidie e commenti negativi; sempre meglio che suscitare indifferenza direi..
raina è gay, confermo. io ho avuto una storia con lui. è il momento di gridarlo al mondo.
Nella semplicità: questa lettera dimostra di essere oltre ad apparire.
al solito condivido molte parole di ale, soprattutto la sua ansia per milito. E non scherzo.
Raina è gay, ne ho le prove
Non so, c’è qualcosa che non mi torna nè nei livorosi commenti anonimi nè nelle pubbliche attestazioni di stima di persone che, fatte adesso, suonano un po’ posticce. Tu inkiostro cosa ne pensi?
Per suscitare tutto questo odio dai soliti coraggiosi anonimi quest’uomo deve aver fatto qualcosa di realmente terrificante.
Tipo, aver mantenuto attaccato il cervello.
bella la lettera. io magari avrei fatto più nomi quando si parla di indie-crew italica, ma può essere un mio limite da emigrante quello di non cogliere gli occulti riferimenti. può piacere o non piacere il suo look (parola orrenda) o l’arte che “produce”- ma io credo nell’autenticità di Raina (se parlare di autenticità quando lui stesso dice di essere “personaggio” ha senso). e fa piacere che i commentatori anonimi dimostrino il solito coraggio delle loro opinioni superficiali e offensive
Bella lettera, un filo di (auto)ironia in più e sarebbe stata perfetta. Comunque Raina non dovrebbe preccuparsi di ciò che gli indie-bloggers pensano di lui, lui è una figura più profonda rispetto alla media delle figure proposte dagli indie-bloggers italiani. Non è una critica a questi ultimi; è solo per dire che se uno ascolta i Finley non si cura degli indie-blogs, ma anche se uno ascolta – per dire – Max Richter non si cura degli indie-blogs. Insomma, ognuno si occupa di quello che più gli piace e ogni artista dovrebbe aspettarsi un’accoglienza diversa dai diversi ‘gruppi’ di utenti… (come peraltro disse Cicciolina). Aloha, j_
concordo ma francamente credevo fossero cose già note. detto questo le foto nel myspace di ale fanno ridere anche me esattamente come cat power conciata su ID o i klaxons vestiti da guerrieri psicotronici. tutta gente di cui compro puntualmente i dischi, piuttosto soddisfatto tra l’altro. forse quello che manca è l’ironia, nell’iconografia indie italiana ma soprattutto in chi ne fa uso. spero ancora che le cose cambieranno, col tempo.
come si fa a non dare ragione a Raina dopo avere letto certi commenti qui sotto…
j.mascia
E se fossi gay? Ci hai mai pensato? Tutte queste ragazzine che rimorchio mi piacerebbe tanto conoscerle visto che sono single da due anni…ma di sicuro tu, essendo un veggente anonimo, le conosci meglio di me.
Uno che sceglie quel look lo fa come tu scegli il tuo. Sinceramente che qualcuno ci caschi è l’ultimo dei miei problemi. Tu continua pure a credere che le ragazze siano tutte stupidine abbindolate dai look, e gli altri tutti poser. Sicuramente andrai in paradiso.
Alessandro
anche a me è piaciuta molto, poi uno pensa quello che vuole, ma secondo ha fatto bene a scriverla. mi piace che cerchi di spiegare qualcosa in più di lui, qui dove molti lo criticano già da tempo e continueranno a farlo.
ma anche la mia è solo un’opinione. fa.
Ok, abbiamo scoperto che Raina non è uno stupido. Ma abbiamo comunque la conferma che è un cretino: uno che sceglie quel look e si dà tante pose lo fa perchè sa che qualcuno ci cascherà. Non discuto che ci creda anche, ma l’onestà intellettuale in questo caso è secondaria. Rimorchia ragazzine affascinate dal suo bel taglio di capelli e dalla sua tanto esibita sensibilità, fa un po’ la rockstar, però quando qualcuno sottolinea che facendo tanto il figo sembra anche tanto un cretino, eccolo qua con duecento righe di giustificazioni. Mi sa che faceva più bella figura se stava zitto..
zzzzzz
albi
a me é piaciuta parecchio.
davide.
Bella.
ho letto solo la citazione amletica finale, e mi è bastata..
sinceramente è troppo lunga… non ho voglia di leggerla