Se lo prendi come un film musicale (così è presentato, per lo più) Across the universe -il film di Julie Taymor interamente costruito sulle canzoni dei Beatles, da poco uscito nelle sale- è un film agghiacciante. La trama è un’accozzaglia di banalità da soap opera di terza serie, siparietti lisergici giustificati dall’ubiquo clichè anni ’60, guest star (Bono, Joe Cocker, Salma Hayek) inutili e forse pure dannose e contorsioni di sceneggiatura utili solo ad inserire il maggior numero possibile di canzoni dei Beatles.
Se lo prendi come un musical, le cose migliorano un pochino: le performance vocali degli attori sono abbastanza decenti, gli arrangiamenti sufficientemente vari e personali, l’alternanza cantato/parlato ben bilanciata e le coreografie molto ben fatte.
Se lo prendi come una serie di video-clip di pezzi dei Beatles, però, Across the universe è decisamente un bel vedere. La Taymor, la cosa è nota, ha creatività da vendere, e il numero delle invenzioni che tira fuori per illustrare visivamente le canzoni e dar loro la sua chiave di lettura (tre esempi su tutti: With a little help from my friends, Strawberry fields forever e Happiness is a warm gun) è secondo solo al piacere del fan dei Beatles che gode per una messa in scena tanto curata e passa tutto il film a trattenersi dal cantare a squarciagola ogni singolo pezzo.
Peccato solo che questo dovrebbe -anche- essere un film, e le belle trovate da sole non bastano. Se però andate al cinema con l’idea giusta di quello che state per guardare, chissà, magari vi piace pure.
Rufus Wainwright – Across the universe (MP3)
[che non è nella colonna sonora di questo film ma in quella di I am Sam, altra opera Beatles-related. I brani della colonna sonora di Across the universe sono molto più trascurabili di questa bella -e insoltamente, visto il personaggio- sobria versione firmata da Rufus Wainwright]
a me è piaciuto moltissimo, non so se come musical o boh, e i beatles non mi fanno impazzire (troppo giovane o troppo superficiale)
MA il film ha delle cose belle..
oltre al bellissimo attore protagonista, le coreografie…
a me hanno fatto impazzire.
quella dei businessmen in mezzo alla strada. e quella della visita per la leva militare…
fantastico.
ilenia
ti è arrivata la mia mail, ieri?
Chamberlain secondo me ha colto nel segno, anche io vorrei stroncarlo ma mi è piaciuto. E comunque il doppiaggio lo uccide veramente: and where does that accent come from diventa e da dove viene quel taglio di capelli, per dire la prima
a me è bastato leggere questa chicca per confermare il giudizio di capolavuoro:
“When’ Jeff Beck’ ‘s instrumental cover of “A Day In The Life” plays, Jude is reading a newspaper – a reference to the lyric, “I read the news today, oh boy.”
Certo che quelli di Repubblica non perderanno proprio mai il vizio di non mettere uno straccio di link alla fonte quando segnalano contenuti del genere…
O.T. segnalazione
http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/spettacoliecultura/facce-da-lego/1.html
vorresti stroncarlo, ma in realtà non ci riesci. abbandona il cilicio e convertiti, in realtà ti è piaciuto.
in ogni caso mi sembra un musical, più che un film musicale ( le canzoni qui fanno progredire la storia e i testi sono parte integrante dei dialoghi).
come diceva truffaut “mai chiedere ad un film quello che non ti potrà dare”, la storia è quella che è anche perché la è stata scritta partendo dalle canzoni stesse, e non è che uno si può aspettare guerra e pace.
Una serie di videoclip di pezzi dei Beatles, inframezzati da dialoghi che ne citano i pezzi: serve forse altro per motivare ad andare al cinema?
(poi magari dopo averlo visto farò le mie critiche anch’io: ma la voglia di vederlo è alle stelle)
Vero. Doppiamente difficile perchè tradotto…
e poi, ma forse solo per gli appassionati, è un gioco divertente riconoscere le citazioni dai pezzi dei Beatles nei dialoghi (e nei personaggi) del film
I gusti son gusti: io mi son anche divertito, nonostante non mi piacciano i Bitols.
Vero è che a metà proiezione arrivi ad aspettare solo “come” verrà proposta la prossima canzone famosa.
Però hai dimenticato di dire una cosa fondamentale, che dà una dimensione diversa all’intera operazione: il 90 % delle canzoni è cantata in presa diretta; un esercizio di stile notevole.
Saluti,
Alessandro
Se esiste un post-titolo più bello di questo non l’ho ancora trovato.
(si allontana ridendo selvaggiamente)
– vb –
non ho ancora deciso se andarlo a vedere o no…
Miss Ann Abin