In questi tempi in cui dopo due ascolti si è costretti a decidere se un disco vale qualcosa oppure non merita attenzione (e dopo dieci -in ogni caso- è già vecchio), e in cui anche i dischi migliori si perdono nell’incertezza delle mezze tinte e nelle perplessità dei ‘se’ e dei ‘ma’ che frenano in partenza quasi ogni entusiasmo, è stato strano imbattersi in un disco che suscita sensazioni forti come Amen dei Baustelle. Al confronto col disco intero, il gran parlare che abbiamo fatto del singolo Charlie fa surf appare ora oltremodo fuori misura, una discussione sproporzionata su un piccolo particolare (seppur importante) di un quadro che allora non avevamo ancora avuto modo di esaminare nella sua interezza. Amen è un disco patinato ma estremamente sporco, con momenti altissimi e passaggi a dir poco squallidi, un cerchiobottismo sapiente di cui sai di non poterti fidare ma che ti fa inesorabilmente vittima, e un’antipatia perfetta che ti concede la giusta distanza (cosa che non succede MAI con le band italiane) per odiarlo con intensità oppure innamorartene senza mezze misure. O anche, come sta succedendo a molti di noi, entrambe le cose contemporaneamente.
E questo, al di là dello specifico giudizio di valore sul disco, è più o meno un miracolo.
[nel senso baustellianno del termine]
I Baustelle suoneranno questo sabato all’Estragon di Bologna, e anche se è noto che la performance live non è esattamente la loro dimensione ideale, sono molto curioso di vedere cosa combineranno sul palco e, soprattutto, come sarà composto e come reagirà il pubblico che accorrerà sicuramente numeroso ad assistere. E sarò parimenti molto curioso di mettere i dischi dopo il concerto, ospite in consolle del principe DJ Mingo, per capire se a Charlie piacciono i Foals e se conosce i Don Turbolento. Mi porterò dietro una compilation di brutal metal, per ogni evenienza. E una mazza da golf.
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Baustelle – Bruci la città (live a Vicenza 2008) (MP3)
Amen è album magnetico…attrazione/repulsione e per me si tratta decisamente della prima.Condivido il sentimento critico e crudo di Francesco Bianconi così come il commento di Buldra.
Tra i numerosi blog che trattano dei Baustelle non riesco proprio a capire come E.Assante su La repubblica accusi il gruppo toscano di strafottenza e superbia..mah..
“oh poor man!” non vedo l’ora di sentirli domani sera a Roma!
BULDRA FA SURF
[..] Girovagando per la rete mi sono reso conto che il disco dei Baustelle da me osannato, ha provocato tra alcuni dei blogger musicali più autorevoli, un ondata di amre-odio che sconfina più nell’odio che nell’amore. In effetti, t [..]
nonostante conoscessi i primi tre album e amassi in particolar modo i primi due, devo dire che questo è stato una piacevole sorpresa, se non altro perchè avevo dei cattivi presentimenti al riguardo. invece…beh: capolavoro. il pop (di livello) è sintesi, decostruzione, collage, anche citazionismo e (apperente) nonsense. non sono cerchiobottisti: sono post-moderni (quindi contraddittori e non certo dogmatici), le prese di posizione sono complesse, mai bianconero, e si leggono nello stile e nelle sfumature… poi il gusto e la cultura personale ci fanno apprezzare quello stile, quella sfumatura, quella citazione…ma queste sono preferenze estetiche individuali. credo siano una band (in ogni caso) da rispettare e mai da liquidare sulla base delle prime impressioni…
il disco dei baustelle fa cagare e nient’altro.
and
sono pop. Il pop, anche quello buono, è cerchiobottista per definizione
ciao ink. restano sempre di un altro pianeta, lo sai…..
dj nepo
Per piacere non portare i foals
i baustelle non sono cerchiobottisti. sono così e basta. se ti piacciono bene, altrimenti amen. a volte la musica è più semplice di come la si fa. se li confronti alla media del panorama musicale italiano che vende dischi sono decisamente sopra la media, questo è indubbio.
we’ll be there!
sei cerchiobottista come i baustelle.