La cosa bella di andare ad eventi come il Primavera Sound è il fatto che, con i suoi 7 palchi e le sue più di 200 band spalmate nel corso di 3 giornate, nessuno degli astanti vede lo stesso festival. C'è chi si lancia in un tour de force per riuscire a vedere il maggior numero di band possibile, chi ignora i palchi principali per dedicarsi a coprire i progetti che non si vedono mai in Italia, chi costruisce le sue giornate intorno a un paio di gruppi e passa il resto del tempo a ciondolare, e chi fa piani complicatissimi che poi manda per aria perchè ha voglia di una birra, ha fame o non ha voglia di fare la strada tra un palco e l'altro. Ci si stupisce di quanto poco ci voglia ad abituarsi a vedere più di 12 ore di concerti al giorno, e di quanto il corpo e lo spirito, a fronte dell'età che avanza e della voglia che in teoria dovrebbe essere in calo, riescano a trovarsi subito a loro agio sotto il sole o il vento, in piedi per ore ed ore, con litri di birra nel sangue e robaccia fritta in corpo e ad avere ancora la voglia di fare tutto in fretta per arrivare in tempo per il primo live della giornata o di ballare un ultimo pezzo anche se sono le 5 di mattina. E ovviamente, tanto è bello lì per lì quanto ora è difficile tornare alla realtà.
Il mio Primavera personale é stato probabilmente vinto dai Pulp, la cui reunion è stato lo show magistrale e intenso che tutti volevamo. Ma anche l'algida versione bianca di PJ Harvey che canta storie di amore e morte (soprattutto di morte), Sufjan Stevens e la sua folk music cosmica (mezz'ora in meno e il concerto sarebbe stato perfetto, ma anche così chapeau), e i P.I.L. sopra ogni ragionevole e irragionevole aspettativa (chi l'avrebbe mai detto di trovare un Johnny Rotten così in forma) sono stati tra gli highlight del mio festival. Tra i nomi grossi non si possono non menzionare anche i Flaming Lips (che sono sempre sole cuore amore però al prossimo tour dovrebbero cercare di inventarsi qualcosa di nuovo), i Fleet Foxes (perfetti negli ampi spazi, e al tramonto, poi) e i Belle & Sebastian, che sono sempre piezz'e'core ma che io avrei fatto suonare su un palco più intimo.
Tra le cose piccole si confemano provenire da un altro pianeta James Blake, e Merril Garbus degli spettacolari tUnE-yArDs (entrambi i progetti, pur diversissimi, dal vivo lasciano davvero a bocca aperta). Sopra le aspettative gli hypatissimi Cults (ma sotto il fumo c'è dell'arrosto), i valvonauti Yuck (super '90s e molto molto divertenti), i tesissimi Soft Moon e i Ducktails (assai più indie-rock che su disco). Divertenti gli Holy Ghost. e scenograficissimo DJ Shadow (che DJizza live da dentro una palla con delle proiezioni spettacolari) Una certezza che non ha più bisogno di parole Caribou, come anche i Battles. Il resto non mi ha colpito, o non l'ho visto, o non mi è piaciuto (vedi alla voce Grinderman -l'orrore, l'orrore- ma anche Animal Collective), oppure ero in fila per ordinare una San Miguel o dei Xurros.
Ora ci dovrebbe essere la parte in cui ringrazio i miei eccellenti compagni di viaggio, dico che è stato bello incontrare così tanti amici al festival e mi rammarico di non aver incontrato gli altri di voi che c'erano; ma non ne ho voglia, sennò mi intristisco. Preferisco pensare che siamo ancora tutti là, e che la primavera ce la porteremo dentro per un po'.
[…] di una decina di giorni sarà di scena come al solito al Parc del Fòrum di Barcellona. L'ultima volta che ci sono stato mi ero ripromesso di non tornarci a breve (non perchè sia brutto, anzi) e di provare a […]
Ciao, seguo inkiostro da parecchio tempo, complimenti vivissimi, mi dai spunti interessanti e originali.
Anch’io al Primavera (ho perso giovedì, ahimé!): ho amato Yuck, James Blake, Belle&Sebastian, commossa sui Fleet Foxes, emozionata tanto sui Mercury Rev. Kurt Vile pure m’è piaciuto, con la sua band di smetalloni mancati. PJ Harvey mistica.
Sì, dici bene, un’esperienza che segna, un po’ come il Vietnam: si resta lì con la testa, chi non c’è stato non può capire e le persone che hanno condiviso quei giorni non possono che ricordarlo con velata malinconia.
[…] Nomi grandi e nomi piccoli, si ascoltano qua e qua. I miei consigliati sono nell'apposito post. inkiostro | # | shorties | […]
confermo che il ray-ban aveva volumi assurdi. in seconda fila per gli EITS (che mi sono piaciuti molto) ho sentito quasi dolore ai timpani quando hanno usato l’e-bow, mi pare più o meno sul finale.
a me i flaming lips son piaciuti: su disco mi strappano le palle a morsi, ma dal vivo mi hanno divertito.
concordo dibbrutto sui PiL e dico staminchia su caribou, che damercoledì a giovedì hanno suonato una setlist arricchita e in cui i brani “doppi” erano completamente diversi dal giorno prima.
segnalo pure einsturzende neuebauten mentre cheppalle mondiali explosions in the sky e (ahimé) suicide…
il rayban stage aveva dei volumi inumai in ogni caso: è stata la prima volta in vita mia che mi tremavano le narici a causa dei bassi.
io c’ero. e non ci conosciamo (forse ci ha presentato tanti anni addietro Marina P.)
mi trovo concorde su queste tue brevi battute, tuttavia dissento sulla performance di Grinderman che ho trovato molto coinvolgente (sarà l’effetto camicia abbottonata a metà e collana d’oro con urla e scuotimenti vari) ed aggiungo che ho trovato i Flaming Lips sotto tono (ho assistito a performance migliori in passato).
detto ciò ti saluto. ci sarebbe molto da scrivere sul festival appena conclusosi ma devo lavorare…
p.s. ai Belle and Sebastian li salva il fatto che sono “piezz’e’core” anche per me….
p.p.s. anche i Black Angels non mi sono dispiaciuti (ma in questo caso sono stato pervaso da uno strano fervore adolescenziale…)
ma sono l’unico che trova noiosi i flaming lips dal vivo? code dei brani inutilmente lunghe, discorsi ridicoli e poca musica rispetto al tempo a disposizione. sono l’unico??
Come al solito sono più attratto dalle critiche delle cose che non son piaciute piuttosto che dai pregi delle cose pregevoli. Qundi sono curioso dei dettagli su Grinderman e Animal Collective.
Ero a mangiare i Xurros. Xurros batte Shellac.
non c’è scritto Shellac… :(
:(