In linea teorica
Secondo una ricerca della banca federale di Saint Louis, i paesi in cui una larga parte della popolazione crede nell’esistenza dell’inferno hanno tassi di crescita economica maggiori. In linea teorica sembra una cosa abbastanza logica (paura dell’inferno -> meno vizi -> più onestà -> più produttività -> economia migliore), non fosse che il paese che in linea teorica dovrebbe crederci maggiormente, con diffuso bigottismo, presenza della Santa Sede tra i suoi confini e infimo livello culturale (l’Italia, ovviamente) ha un’economia sempre più allo sfascio. Ma tutte queste teorie fanno un po’ acqua, mi sa.
Calvinisti decisamente no, ma il peggio bigottismo del cattolicesimo più oscurantista ce l’abbiamo tutto, e in questo non siamo molto diversi dagli USA. In ogni caso, sono abbastanza convinto che una certa componente di paganesimo (quella devota all’adorazione degli oggetti come dèi aventi una volontà propria) faccia parte di un certo cattolicesimo. Poi non so, forse è un’idea mia.
Gli italiani non credono nell’inferno: siamo un paese pagano con una verniciatura di cristianesimo data sopra. La religiosità dei nostri compatrioti è superficiale, pick-n-mix. Ci affidiamo agli idoli (da San Gennaro a Costantino) perché Dio è un concetto impegnativo. E non siamo calvinisti.