A day in the life
E’ cominciata alle 8 e mezza di mattina, andando in quella specie di ghetto di Varsavia che è il mio (ancora per poco) dipartimento, mentre canticchiavo Sunnyside of the street nel sole di questa falsa primavera, ed è finita alle 3 di notte circa, mentre tornavo a casa un po’ alticcio fischiettando I heard it through the grapevine nel gelo della notte bolognese. In mezzo ci sono state tante maledizioni all’inefficienza universitaria e alla maleducazione di un paio di amministrativi con manie di grandezza, decine di chilometri macinati avanti e indietro per la città, un litigio con l’ottusità di Word e con la logica aliena di una stampante Canon ascoltando i Modest Mouse, l’acquisto per 2 € di un vecchio De Lillo a me ignoto e di un calendario con le immagini di rapaci notturni, e altro che non ricordo. Poi una puntata di Airbag assolutamente memorabile, in cui la selezione musicale è stata assolutamente schizofrenica, spaziando senza ritegno dagli Afterhours agli Audio Bullys, da Jeff Buckley ai Serafin, dalle Chicks on Speed a David Bowie, e in cui alle nostre solite rubriche Cover me e L’angolo del ballatone si è raggiunta la rutilante Come diventare produttore dei Radiohead in 4 mosse e uno spazio dedicato alla campagna di sottoscrizione della radio Pro-fondo rosso (il tutto come sempre scaricabile in due comodi mp3 lo-fi disponibili per una settimana) . Poi al Pratello, a bere, come in un film o un libro qualunque, come se fosse giorno qualunque. Un giorno qualunque dopo di chè, però, cambia tutto.
Lo so, lo so che posso scaricarmi gli mp3. Comunque volevo dirvi che mi dispiace non avervi ascoltato in diretta…