The body apartment complex
Oggi mi hanno scritto in una mail «Davvero ti piacciono i Postal Service? Non lo sapevo. Non ne hai mai scritto sul blog…» (eccole qua, le relazioni sociali al tempo dei blog..) Ho realizzato che è vero: nonostante io abbia ascoltato tantissimo Give up tra Marzo e Luglio, ho scritto al massimo un paio di post che toccavano tangenzialmente il disco di Gibbard & Tamborello (qua un post notturno e intimista di nessun interesse). Suppongo a questo punto di non potermi candidare nell’apposita categoria degli IndieBlog Awards (tra l’altro non ho mai parlato neanche dei Radio Dept, anche se entrambi i gruppi hano avuto un posto d’onore nel mio celebre nastrone estivo)..
Forse se qualcuno avesse visto l’esaltazione d’altri tempi con cui ho ballato Such Great Heights e Clarke Gable le ultime volte che sono stato al Covo, oppure se avesse sentito gli ululati che emetto quando tento di riprodurre sotto la doccia le versioni acustiche di We will become silhouettes (rifatta dagli Shins) e della solita Such Great Heights (nella Iron and Wine version), magari cambierebbe idea. Oppure se aveste sentito la mia bizzarra teoria sul significato di The district sleeps alone tonight, basata sul fraintendimento del verso in this gaudy apartment complex…ero convinto che Ben Gibbard cantasse in this body apartment complex, ed ero ammiratissimo per l’espressione tanto stringata ed efficace con cui era riuscito a riassumere la sensazione di estraneità e non appartenenza al proprio corpo (il complesso del corpo appartamento, appunto). Che delusione, quando ho scoperto la verità. Ma il disco rimane grande.
è inutile che mi perda in calcoli parametrici per calcolarla…contro te, maxcar e i polaroidi non ho speranze di vittoria… ;-)
mmm. ora vediamo cosa possiamo fare ai sensi dell’art. 43 comma c del regolamento. [appoggia gli occhiali sul tavolo] senta, ma mi dica, senno` non perdo neanche tempo: ma la media pesata tra i giudizi ai postal service e ai radio dept.?
forse è un po’ troppo, ma cmq è anche una delle mie preferite dell’album. e per le scoperte tardive credo non ci si possa fare niente, come scrivevo sotto è l’overload informativo.. :)
ah, i postal service. Ci sono arrivato per vie traverse, un mese fa. Esempio lampante del mio stare i mezzo tra gli indieblogger intenditori (“ah, mo li hai scoperti, buongiorno!”) e gli amanti della musica mainstream (“postal chi?”)…siamo a metà novembre, possiamo dirlo: Sleeping in (traccia tre, se non sbaglio) è una delle canzoni più belle dell’anno. Secondo me.