mercoledì, 16/07/2003

nessun titolo

Ms John Soda? Check it out, anzi, Go check!
Ok, lo ammetto: fino ad un mese fa non li conoscevo neanche. O meglio, avevo letto da qualche parte dell’ennesimo progetto collaterale di uno dei miei gruppi preferiti (sempre loro, i Notwist), ma visto che ne tirano fuori almeno tre all’anno non gli avevo dato tanta importanza. Poi avevo sentito da un’amica il singolo, Go check, dove il meglio dell’elettronica in puro stile Morr incontra un pop un po’ retrò, e quello che ne esce fuori è un gran pezzo, a dir poco trascinante, (provate a tener fermo il piede, se riuscite). Ma si sa, la pigrizia spesso vince su tutto, a volte pure su una bella canzone; e così tutto è sfumato di nuovo nel dimenticatoio. Tempo un paio di mesi, e me li ritrovo nelle line-up definitiva del festival musicale (sempre quello, Frequenze Disturbate) che ogni anno si svolge a un paio di chilometri dalla casa dove ho vissuto i primi 18 anni della mia vita, e a cui chiaramente non mancherò per nulla al mondo: a questo punto capisco l’antifona, mi sottometto alla volontà divina e mi procuro No P or D, primo ed unico album dei Ms John Soda.
Ed è stata una bella scoperta. I Ms John Soda, al secolo Micha Acher e Stephanie Bohm, si inseriscono nello stesso limbo indietronico che ha fatto la fortuna di Notwist e Lali Puna, rimescolando un po’ le carte senza però variare la formula. Elettronica minimale con sfumature glitch, approccio caldo e voce sospesa, con le chitarre a fare da contraltare alle macchine e a dare profondità al suono. Mancano la perfezione di Neon Golden e Scary World Theory, in cambio di una maggiore varietà di stili, che passa dalla Lalipuneggiante Elusive ai serrati intrecci chitarristici di Misco fino al grande pop della già citata Go check e della splendida Solid Ground, costruita su una malinconica melodia di pianoforte (ne è uscita anche la Piano version, pubblicata come B-side del singolo). Nulla di nuovo sotto il sole, ma qualcosa di bello, quello sì.


2 Commenti a “nessun titolo”:

  1. inkiostro ha detto:

    bravo, ottima definizione… :))

  2. AdRiX ha detto:

    “Elettronica minimale con sfumature glitch, approccio caldo e voce sospesa, con le chitarre a fare da contraltare alle macchine e a dare profondità al suono”. Definiresti un concerto di Paganini “Un layer di archi con supporto di legni e ottoni a sottolineare un approccio solista molto violinistico”? ;-) passa a trovarmi e partecipa al sondaggetto: http://www.splinder.it/myblog/view/1910/yes?date=1058031089#417231417231