Venerdì sera Erlend Oye live@Calamita
Mi chiedo spesso in base a cosa i promoter scelgano il locale in cui tenere un dato concerto. Immagino ci siano molte variabili in gioco, che poche siano controllabili e che ci sia da fare un notevole lavoro di public relations, eppure non riesco proprio a capire cosa abbia portato un promoter ad organizzare il concerto di Erlend Oye in un piccolo locale di un paesello sperduto in provincia di Reggio Emilia. Erlend Oye è metà dei Kings of Convenience, duo acustico norvegese il cui bellissimo disco d’esodio ha ottenuto i plausi della critica un paio d’anni fa, ed è ora in tour per promuovere Unrest, il suo disco solista che abbandona le atmosfere acustiche per buttarsi in un electro-pop molto ben fatto, simile a quello dei Royksopp, coi quali ha tra l’altro collaborato. Un personaggio eclettico e molto trendy, che avrebbe riempito un locale di medie dimensioni in una città come Bologna, ma che ha lasciato semi-vuoto il peraltro non brutto Calamita di Cavriago (RE), cantando per una platea per lo più composta di autoctoni poco untusiasti. Il concerto non è stato affatto male, ma è stato fortemente inficiato dall’atmosfera distratta della platea, letale in un locale così piccolo.
Detto ciò, lo show ha comunque esaltato i pochi fan -tra cui il sottoscritto- con un complesso mix di beat e musica suonata, atmosfere ora rarefatte ora festaiole, pervase dalla vulcanica personalità dell’allampanato cantante scandinavo. Bellissime le canzoni più dilatate come Like gold o A while ago and recently, notevolissime le improvvisazioni degli inediti The fall e Black Keys Work, meno esaltanti il singolo Sudden Rush e gli altri pezzi più pop. Inevitabile, però, pensare che al Covo o al Vox le cose sarebbero state ben diverse. Prevedibilissimo, eppure il promoter non ci ha pensato.