L’afterhour di progettazione
L’afterhour di progettazione se ne frega che siano le 10 di mattina o le 9 di sera, una domenica di Giugno o una caldo pomeriggio bolognese; lui comincia con una specie di volontà propria, e da quel momento non c’è virtualmente modo di fermarlo. Dell’afterhour di progettazione non puoi scrivere se non a notte fonda, quando ogni presunzione di produttività è ormai andata e serve solo una scusa per sottrarre altre ore al sonno, chè ormai ci si è abituati al famigliare sentore di neuroni morti dentro la testa. L’afterhour di progettazione vive di caffè e sarcasmo, e di 4 persone chiuse in una stanza tutto il giorno tutti i giorni, a tentare di salvare capra e cavoli dove la capra è progetto di vita e i cavoli sanità mentale. Io sono quello nell’angolo (tu guarda) vicino alla finestra, con i muscoli del collo contratti mentre fissa lo schermo con sguardo assassino e dentro la testa ha il ritmo di un pezzo cadenzato e ripetitivo tipo Lali Puna. Ogni tanto -quasi a turno- ci alziamo in piedi in preda a un’intuizione che nei secondi successivi gli altri faranno di tutto per demolire, scarabocchiando sui fogli a righe schemi un minuto dopo già incomprensibili, il cui potere descrittivo è dato dal mai tanto sottile collegamento tra retorica e plausibilità. Intanto al pian terreno i bambini dell’asilo fanno oh, dall’altra parte del muro un aspirante chitarrista tenta di imparare a suonare Andy Warhol, ci si (s)conforta a vicenda parlando della vita di chi ne ha una e le scadenze perdono consistenza e cambiano natura sempre qualche giorno prima della loro effettiva occorrenza. Dell’afterhour di progettazione non posso far altro che lamentarmi; eppure non si può dire che non mi piaccia. Come avrete capito, probabilmente il problema di tutto sta proprio lì.
però.
bellissima la canzone dei lali puna
come dire: benvenuto all’after! non ci sono guest list, ma vedo che hai già trovato posto :-)
ps OT: miglior canzone da afterhours di tutti i tempi, per il sottoscritto, “The Whistle Song”, Frankie Knuckles
Anonimo: ovviamente no, nessuna delle due cose. Ce ne vuole, oh se ce ne vuole.
[Omonimo: tra i lettori -noti- di questo blog tu sei uno dei pochi che può capirmi..]
Sottoscrivo parola per parola. E non so se rallegrarmi o dolermene.
L’afterhour di progettazione da fuori sembra molto brutto e molto bello. Ma adesso che sei così preso non smetterai mica di scrivere sul blog (e di fare il DJ), spero!