Eat the Summer festivals /2 – Frequenze ammuffite
E’ giunto il momento che qualcuno lo faccia, e che il muro di omertà che circonda il più rispettato festival estivo italiano per una volta venga rotto: diciamo la verità, il programma dell’edizione 2005 di Frequenze Disturbate reso noto finora è decisamente deludente. La maggior parte dei nomi che dovrebbero fare la parte da leone vengono le rughe solo a leggerli: la reunion dei Dinosaur Jr, Echo and the Bunnymen, Julian Cope, Nikki Sudden, Daniel Johnston. Immagino che Nicola Arigliano fosse già impegnato, e che il resto dei nonnetti si sia stancato troppo a suobare quei tre pezzi ai Live8 in giro per il mondo. Scherzi a parte, tutti o quasi sono dei mostri sacri, ma nessuno è in grado di garantire una seppur decente resa dal vivo. Gli unici su cui si può contare sono gli Yo la tengo, e subito dietro i Sons & Daughters, chè almeno là ci si diverte, si fanno due salti e si fanno ballare le ragazze. Idem per i Raveonettes, che da quache parte compaiono tra i partecipanti; li si è visti di supporto a Beck meno di un mese fa (e vabbè), ma almeno teniamo su i bpm. Per Four Tet come per Barbara Morgenstern e Robert Lippock massimo rispetto, ma un festival del genere non è esattamente il loro contesto ideale, e rischiamo di maledirli perchè spezzano il ritmo piuttosto che prestargli l’attenzione che gli daremmo altrove. Per il resto, tra confermati e non (ora da qualche parte paiono spuntati fuori persino i Blonde Redhead; sarebbe qualcosa tipo la decima data italiana nel giro di 12 mesi. cose che manco i Karate) non c’è praticamente nient’altro di interessante. La compagine italiana, poi, è la più carente degli ultimi anni.
Insomma, passi la disorganizzazione massima (manca meno di un mese e ancora non si capisce chi suonerà esattamente, quando e quanto si pagherà), passi la presentazione di tutta una serie di eventi collaterali abbastanza fumosi (free stage pomeridiano, afterparty, area letteratura; tutte cose a cui crederò quando le vedo, chè a Urbino cose del genere difficilmente hanno successo), passi il terrificante Times New Roman delle locandine e del sito, ma un programma ben fatto, irrinunciabile e variegato era quello su cui si poteva sempre contare. E invece quest’anno, salvo aggiunte dell’ultimo momento che caldamente ci auguriamo, saremo là per timbrare il cartellino, segnare le tacche sul fucile di una manciata di dinosauri del rock che ci mancano, fare delle gran chiacchiere e mangiare la crescia al Ragno d’oro. E per uno che si è fatto tutte le edizioni del festival senza saltarne neanche una, già andare al festival pensando una cosa del genere è un vero peccato.
Come diceva sempre mia nonna: è tutto uno schifo.
ci sono molti più concerti a Zurich di quelli che avvei listato, ho controllato (non su quel sito).
c’è poco da fà, bolognetta non compete, mettiti il cuore in pace :)
Atene? al Rodon passa un pò di tutto, persino i Primal Scream in doppio gig un paio d’anni fa.
a Roma nun passa mai granché
ma vedersi throbbing gristle, pan sonic, bright eyes, new order, aphex twin, arrington de dionyso, calvin johnson, liars in 15 giorni è poco..?domanda senza un filo di retorica, davvero, per farmi un’idea di quel che si intende per ricchezza di concerti.
Avete detto i SISTERS OF MERCY????????? 8)))))))
inoltre i concerti costano l’ira di iddio, vengo preannunciati anche solo una settimana prima, i club in genere hanno acustiche di merda. i Franz Ferdinand li hanno fatti suonare praticamente in un cinema, che sarebbe il miglior club della città, il rodon. Non esiste una “scena” locale come da noi, gruppi accostabili ai nostri gdm, yuppie flu (che inoltre qui vendono bene in percentuale mi ha detto Jukka), non esistono concerti a meno di 28 euro. dalla Grecia non passa praticamente niente. qualcosa si è mosso nell’ultimo anno e mezzo, ma con quello che c’è a bologna o torino in un mese io ci camperei un anno. per fortuna che ogni tanto torno in Italia, che non sarà la germania o l’inghilterra, però musicalmente, rispetto alla Grecia sta avanti millenni
la situazione atenese fa schifo al cazzo, per usare uno di quei francesismi che tanto amo. il rockwave l’anno scorso aveva una buona giornata, in tutto 4 concerti di cui uno erano i numetallari ill nino (per il resto Brmc, mogwai e pixies). quast’anno , di degni di nota solo i sonic youth, fatti suonare di giorno, perchè lheadliner era MOBY. questa è la situazione ateniese. il paradiso dei metallari di ogni stampo, con una giornata presa pari pari dal gods of metal. e i white stripes hanno interrotto il concerto ad atene per via del vento, dopo 13 canzoni. viva salonicco
http://www.zuerich.com/events/veranstaltungen.php?lg=2
non so dove hai guardato ma non ci sono solo quei 3 concerti, te lo assicuro. fermi restando che la programmazione torna a regime ad ottobre.
Atene ha il RockWave che anche se quest’anno è stato un pò deludente è un bel festival.
mi dispiace, siamo le ultime ruote del carro. piacerebbe anche a me vederci come delle ferrari ma quelle le facciamo solo in quanto automobili, che poi ultimamente non vincono un cazzo neppure quelle.
a parte che a berlino e persino a bologna i concerti a fine luglio e ad agosto ci sono eccome, ma comunque: try again? volentieri.
ecco i concerti in programma per settembre:
-‘Agathonas Greek Rembetiko’
-Bryan Adams
-Subway to Sally
basta.
earsexplosion, lo ripeto: sono sostanzialmente d’accordo con te, ma non capisco perché tu debba polemizzare in maniera così agressiva ed estremizzare il tuo ragionamento a livelli così eccessivi – chiedi a benty, per dire, se davvero la situazione ateniese è così rosea.
ehm, ad agosto i liveclub sono chusi e la programmazione notoriamente si ferma, come le uscite discografiche. try again
>la Svizzera? falla finita. senza essere
>scortese ma deciso si, lo sono.
scusa, non ho capito. “lo sono” – cosa?
ad ogni modo, guarda, io sono germanofilo quanto te; ma sulla svizzera stai chiaramente esagerando. copio e incollo la lista dei concerti che si terranno a zurigo da oggi fino al 30 agosto:
-The Killers
-Stomp Music
-The Game
-George Clinton
-U2
-Télépopmusik
-Joy Denalane
-Joss Stone
-The Bill Evans/Randy Brecker Soulbop Band Music
-The Sugarhill Gang
-Brian Setzer Trio
-Sisters of Mercy
-Starz
-The Slackers & Scaramanga
-DJ Bobo
-Ligabue
-Status Quo
that’s all. ora, non so a te, ma a me non sembra esattamente una programmazione di alto profilo.
OT Delio: lo sapevo, c’è sempre qualcuno che mira a rompere la fragile unità raggiunta. Se non ti è chiaro, l’obiettivo è reale: strappare un voto di più a Pecoraro, DiPietro e Mastella, accreditandosi come terza forza.
Il tuo candidato (Faust) ce l’hai, siamo noi orfani (cit.) a non averlo, proprio dopo le derive neocentriste che condanni.
Col BDD per un futuro migliore
[e viva le chitarre tediose, sfiancanti e poco sgargianti, ché non dobbiamo andare tutti a pavoneggiarci nei club con la frangetta plastificata e i vestiti eccentrici]
MarinaP:
io non faccio nicchie, parlando di mafie le nicche le condanno, se facessi nicchia sarebbe limitata a me. sono un essere estremamente individuale, persino individualista, non potrei mai essere quello che prende parte a mafiette, si saluta con finta fraternità/familiarità al Covo ecc.
i Wilco? l’avete presa troppo sul personale, sono un buon gruppo, con 6 7 tracce notevoli, ma troppo glorificati, sopravvalutati si dice, molto dell’ultimo è stordito da eroina e fuori fuoco, molto del precedente catalogo va bene ad essere pubblicato su Nonesuch (anche se a ben vedere solo dall’Hotel, il penultimo), ergo è un pò tedioso, chitarre melliflue e poco sgargianti, appannate, sfiancanti.
ma restano un gruppo discreto, ancora: per nulla vicino alle vette su cui lo ponete, il vostro chilometro di giudizio ha esagerato, come Jeff con l’ero.
i Mars Volta? Frances The Mute è il più libero, bello, vertiginoso disco degli ultimi 400 anni. non mi interessa se sia mainstream o meno, certo han superato il milione di copie dnque dovrebbe esserlo. mi interessa (per) quel che è.
Non si tratta di aiule strette, anzi paradossalmente di aiuole troppo larghe: l’italia è un paese troppo grande (e bello) per avere un aiuola tanto malandata, una scena tanto malata, probabilmente morta ma per davvero, a differenza del rock che lo danno scioccamente per tale da sempre e non lo sarà mai veramente.
la “scena” non esiste, i locali nemmeno, la musica figurarsi
c’è ogni tanto un cazzo di gig dei Wilco, sai che munifizia!, ma di base quel che passa in una stagione, in n anno, passa ad Hamburg in una sera. e non è l’eccezione, Hamburg, è la regola, di qualsiasi città europea. e dico qualsiasi. a Roma ci sono meno concerti che a Praga, o ad Atene, o a Tallin. saranno aiuole più piccole quelle ma ben più rigogliose.
a me, tutto questo, non basta.
demu:
bologna ha un ventesimo della programmazione di Stockholm. punto.
ti sfugge forse che stiamo dietro a chiunque, dalla Finlandia alla Grecia al Portogallo, e non esagero!
ripeto che conosco bene la programmazione di concerti, eventi e festival (che in tutti i paesi da me citati esistono, da noi è dura da asserire)
hai fatto bene a citarmi: siamo la provincia dell’impero. e siamo provincialotti, di guisa.
la Svizzera? falla finita. senza essere scortese ma deciso si, lo sono.
ci passano tutti, soprattutto a Zurich ma anche altrove, un pò ovunque. e non in data unica come in italia a milano quando un tour si degna di toccarci. se si degna. se e quando.
non riduco tutto ai soldi, riduco tutto a come è ridotto, tutto., a come è ridotta la cultura, a come è ridotta la cultura in italia, a come è ridotta l’italia.
(mi autocorreggo prima che qualcun altro mi spari addosso: benicassim ovviamente non e’ in andalusia ma nella comunita’ valenciana).
Te lo dico io dove ho visto carovane, e oltre alle carovane una distesa di tende, di stranieri a un festival italiano. Si chiama Gods Of Metal. Alle 12 c’era più gente che a un qualsiasi Independent Day alle 21,30. E tutto questo che significa? (non lo so, lascio a voi, getto il sasso e ritiro la mano ;P)
si’! anch’io alle primarie, contro il neocentrismo del bdd.
Delio for president.
[come sempre, lucidità invidiabile]
ah, scusate, qualcuno potrebbe fare una veloce rassegna blog per citare qualche testimonianza del “boicottaggio di benicassim”? che letta così sembra che alla frontiera con la francia non ti facciano passare se dichiari di andare lì, e invece ho tanta paura che si tratti di una micro-chiacchiera da aperitivo bolognese trasformata in tema di cui discutere dalla nostra amata conventicola.
italia vs. resto del mondo? wow, mi ci tuffo.
partiamo dalla terna
>_Wilco=merda
>_Italia=provincia
>_Resto del mondo=paradiso.
su wilco=merda non posso che spezzare un’arancia, ma qui son gusti. la questione, imho – e qui mi ricollego anche agli altri due punti – è che davvero bologna è bologna è bologna. la teoria della mafia non mi piace, secondo me c’è un sacco di gente che lì si è sbattuta e davvero la programmazione di quest’estate è notevole, per una città di medie dimensioni. ma bologna NON è l’italia. ragazzi, indieblogger tutti (il 90% dei quali bolognesi, ovvio), ricordatevelo: l’italia È la provincia dell’impero, appena oltrepassi sasso marconi; persino roma ha una programmazione musicale imbarazzante, per essere una capitale di quelle dimensioni. se l’italia fosse tutta come bologna (musicalmente parlando) magari anche il fenomeno dell’indiemafia (ma non bastava il buon vecchio “indieconventicola”?) si attenuerebbe.
sul fatto che il resto del mondo sia il paradiso ho qualche dubbio: fai un giro in, chessò, svizzera per vedere quanto anche un posto pieno di soldi possa essere triste. il fatto è che ci sono realtà in sviluppo e realtà asfittiche: la spagna stando a tutti i racconti degli ultimi 10 anni sta marciando come un treno, e non solo in ambito musicale, mentre in italia c’è un’evidente crisi (di idee prima ancora che economica). la germania dieci anni fa faceva musicalmente acqua da tutte le parti, ora ha delle scene (non solo indie) di tutto rispetto – e se questo si traduce in adam green in copertina sul top girl tedesco, tanto meglio. ma perché tutto questo?
earsexplosion riduce tutto ai soldi, mi sembra. boh. è vero che i soldi contano, e che secondo me tanti concerti gratis a bologna (o ad arezzo wave) sono un simbolo della crisi, non della vitalità di una scena (quanti andrebbero a tutti quei concerti se si trattasse di pagarli anche solo 7€ l’uno?); però è anche vero che la spagna non è certo più ricca di noi, l’andalusia men che meno (e lasciamo perdere budapest e lo sziget). e allora? chi riempie benicassim? dai che ci siamo quasi: GLI STRANIERI. ecco, il fatto è che, con tutta evidenza, l’italia non ha un solo festival attraente per gli stranieri. voi avete mai visto carovane di auto dalla germania o dalla francia calare su urbino, genova, arezzo o (ah! ah!) imola? vorrà ben dire qualcosa?
ultima battuta e poi chiudo: a benicassim “vengono pescati i gruppi che piacciono a chi beve heineken”. che stronzata:
1) un festival heineken c’è anche in italia, e non mi sembra che ad imola la selezione sia anche solo vagamente simile a quella di benicassim.
2) quali sarebbero “i gruppi che piacciono a chi beve heineken”? se io preferisco la beck’s o la paulaner avrò altri gusti? quindi la differenza di programma rispetto a reading è dovuto al fatto che lì lo sponsor è carlsberg? scusa medo, ma mi sembra l’affermazione di un pubblicitario in acido (la brandizzazione, il target, profiliamo, trasformiamo gli assets in marchi).
Earsex, per te c’è da un lato una nicchia (una specie di – scusami, sempre più paradossale – una nicchia più mainstream delle altre nicchie, quelle vere che dei Wilco se ne fregano e ascoltano…i Mars Volta?) che decide cosa scimmiottare e dall’altro uno scimmiottamento, di suo molto deprimente, dell’ altrove di provenienza dell’oggetto dello scimmiottamento.
Beh, credo che essere rivolti alle campagne altrui sia normale quando la propria aiuola è stretta, così come è normale decidere di piantarci dei semi come i Wilco gratis perchè appartengono alla categoria di semi che sai per certo dare buoni frutti. E’ un aiuola stretta come ho detto, sfugge inevitabilmente troppo e da lontano arrivano solo le (spesso next) big things urlate. Beh? Dove finisce questo discorso e soprattutto dove cominciava?
A Benicassim e Urbino, credo. Con tutta la buona onestà intellettuale di cui parli, Benicassim è la campagna del vicino e Urbino la solita aiuola, ma i contadini, da bravi, provano a trovarvisi a proprio agio; quel tanto “wannabe” che non dispiace, ma anche quel tanto semplicemente appassionati a un buon raccolto. A me basta.
cazzate, medo.
Benicàssim è meraviglioso da 11 anni e l’Heineken è arrivata non da 12 anni. il fatto poi che ci siano “gruppi che piacciono a chi beve Heineken” è assurdo, è tra i 2 o 3 festival di musica (e non solo) più belli del mondo
Roskilde è un festival no profit e non fa una lira. dico neanche un cent di profitti, va tutto in beneficenza, e gli sponsor c’entrano assai poco.
Lou Reed non c’entra nulla, era un esempio per dire che ogni sera ad Hamburg c’è qualllo che in -ITALIA- c’è in una stagione, se è una stagione insolitamente grassa. stiamo con il culo a terra
Caro Earsexplosion, chiamiamo le cose col loro nome: “lì ci sanno fare” vuol dire che sanno trovare ottimi clienti (grandi aziende) per fare i loro festival. Benicassim è una grande promo Heineken dove non c’è una scelta artistica, ma vengono pescati i gruppi che piacciono a chi beve Heineken. Punto. Allora: all’estero sono più bravi di noi, come commercianti, come venditori, questo sì. Ma scambiare un commerciante di divertimento con uno che ti offre un gran concerto è diverso. Tienitela Amburgo, io adoro la Germania ma lavoro nella musica e continuerò a farlo, in Italia con tutti i pro e i contro. Se ti piace Lou Reed lampadato che rifa le stesse cose solo perchè commercialmente ha ancora un rating o un segmento di pubblico commercialmente utile, tienitelo tutto. Peccato che non si possa scaricare l’IVA quando si va ad un mega-festival: avrei comprato la Porsche già tre volte.
enver & inkiostro: abbiate pazienza, ma siete fuori dal mondo, fuori dall’europa.
quei 4 nomi che fate sono ridicoli, artisti pur niente male in alcuni casi alla fin fine, come Wilco o LCD, però non avete chiaro in testa cosa sia un Roskilde dove sono appena stato o un Beniocàssim dove andai e tornerò a breve.
siamo su livelli, su piani differenti.
Hamburg?
roba come Kraftwerk, Piano Magic e The National c’è in una sera sola, è la mia seconda città e ne conosco bene le programmazioni, l’anno scorso suonavano la stessa sera per fare un esempio Lou Reed, Prodigy, Bloc Party, Blood Brothers e qualcos’altro.
trilocazioni?
dozzine di locali piuttosto.
e cultura. e niente mafie.
lì davvero.
ok, provo a riassumere, vediamo se ho capito:
_gente che si conosce=mafia
_Wilco=merda
_Italia=provincia
_Resto del mondo=paradiso.
[suppongo che ad Amburgo siano dotati di trilocazione, altrimenti non si spiega come facciano a tener dietro al triplo degli eventi che ci sono in Italia in questo momento. Io già ho sofferto ad aver dovuto scegliere tra Kraftwerk, Piano Magic e The National che suonavano in 3 luoghi diversi la stessa sera, evidentemente tu hai gusti più definiti o dei superpoteri. Ci fossero anche 15 concerti a sera, è già un lavoro a tempo pieno seguirne uno a sera, di concerti]
intervengo solo dopo che Ink ha dato il placet, per dire una cosa sola di quelle tante che vorrei.
Se a te, orecchie esplose, nomi come Conor Oberst, Wilco, e anche Antony (che a me non piace) non stanno a genio, e pensi che qualsiasi cazzatucola escogitata da NME per vendere valga di più, sono affari tuoi. Ma non puoi sminuire il loro valore internazionalmente riconosciuto, come io non faccio con artisti di assoluto rispetto che però non amo ascoltare.
In Italia (guarda i cast dei festival di Genova e Napoli, dei quali poco si è parlato) sono venuti artisti veramente rimarchevoli, che coprono tutti gli ambiti dell’indieness, da LCD Soundsystem a Beck. Forse non te ne sei accorto. Frequenze alla fine non è manco il migliore.
Non rincaro la dose sui festival esteri, perché quello che può essere valido per me (Route Du Rock, The Green Man Festival) magari per te non lo è. Ormai è appurato che ci sono *almeno* due strade all’ascolto indie (una fa saltare la gente nei club, l’altra fa stare bene con se stess*), se non più.
Infine mi risparmio ogni considerazione su mafie e cose varie, che devo lucidare la lupara per fare un piacere agli amici degli amici. Anch’io pens(av)o che il mondo visto dagli occhiali di Castellitto in ‘Caterina va in città’ fosse la fotografia del reale, però ho scoperto da solo che se proprio c’è un ambito in cui questa affermazione non vale, è proprio l’indie italiano. E -senza spocchia alcuna- anche grazie all’affermazione dello strumento blog: nessun* viene rifiutat* a priori, e spesso manco a posteriori. Bisogna fare, e valere: le conseguenze arrivano da sole.
ele: se portano a qualcosa?
non so quale possa essere l’approdo, o meglio ho delle idee ma non è questo il punto, il punto è che contro la mafia, l’ignoranza, tutto quello che NON VA BENE insomma bisogna levare una voce, non starsi zitti. è un atto politico dovuto alla propria onestà intellettuale e a quella di tutti gli altri, ed è dovuto altresù alla -dis-onestà di certi figuri.
insomma, meglio parlare che starsi zitti, meglio criticare che soprassedere, meglio attaccare che lasciare impuniti e così via
inkiostro:
tu dici: “fintanto come in questo periodo riesco a vedermi praticamente un (bel) concerto a sera -quasi tutti gratis- e finchè mi esalto a scoprire che i Wilco verranno a settembre a Milano (gratis anche qui, guarda un po’), mi interessa poco di fare confronti con l’estero.”
BINGO, cristo. ed ecco il provincialismo, ecco il pensare solo al proprio orticello avanescente di una stagione smorta proprio come frequenze disturbate, proprio come la scena italiana in genere.
ti esalti per un live del cazzo dei Wilco o per una stagione che ha portato chi, Bright Eyes ed Anthony and the Johnsons.
già di per sé la cosa è inquietante, ma diventa raccapricciante pensare al fatto che non pensi ad altro che all’orticello, appunto.
è il provincialismo che denunciavo e che, spietatamente, confermi.
non ci sta un cazzo da fare, siamo una provincia dell’impero ed abbiamo mentalità di provincia.
ti esalti per i Wilco demmerda a Milano e te ne sbatti di un francamente fenomenale T In The Park.
dici: “un panorama che si sbatte e organizza talmente tante cose che spesso non gli si riesce a stare dietro”
dio mio, te lo chiedo inocentemente, un pò tra lo stordito ed il sorpreso: ma hai mai messo piede fuori dall’italia?
ovunque, eh, persino in ungheria o in portogallo, per non parlare di spagna o germania o cose così vicine così LONTANE
se ti dico la programmazione di una settimana ad Hamburg, ad esempio, mi sa che stramazzi per terra, ci vai sotto più che Jeff Tweedy con l’eroina.
mi sa che non hai proprio la misura di quanto accade laddove le cose effettivamente accadono.
ma per nulla, eh!
:
la questione della mafia è assolutamente vera, in tutta la sua sfiga e la sua dimensione da (micro)cosmo canceroso.
ormai lo ammettono scherzandoci amaramente un pò tutti, per fare un esempio tra i mille lessi su qualche blog tempo fa che è d’obbligo salutare almeno 5 persone nei primi 10′ metir di entrata al Covo di bologna per farti riconoscere come parte della ”setta”
è ironia, ma nasconde tanta verità ben più ridicola della cosidetta ironia stessa.
nessuna mafia, dici?
figurarsi, in una paese come l’italia poi.
hai ragione.
Solo per precisare: il boicotta benicassim dipende solo dall’estate calda spagnola per noi insopportabile. A differenza degli ATP invernali nella cara Gran Bretagna con meno dieci gradi e la neve. Lì andiamo a scatola chiusa. Questione di fisico. Tutto qui.
byez
m
uau.. eyesbomb!
mi permetto solo una domanda: portano davvero a qualcosa, secondo te, tutte queste generalizzazioni? del tipo l’indie italiano è una mafia (ma anche i giornalisti musicali italiani sono tutti incompetenti&mafiosi, per rifarsi ad un glorioso thread sul forum del mucchio)? no, perchè sembrano solo polemiche estremamente sterili e fini e se stesse.. e non è una domanda retorica, mi interessa davvero.
_Anonimo: il tuo commento fa acqua da tutte le parti. Non solo il sottoscritto non ha mai posseduto un paio di Converse nè indossa spillete, ma in questo post attaccava invece che difendere. Quando hai voglia di fare una discussione vera fai un fischio.
_Ears: Francamente a me interessa poco dei 25.000 paganti di T in the Park: fintanto come in questo periodo riesco a vedermi praticamente un (bel) concerto a sera -quasi tutti gratis- e finchè mi esalto a scoprire che i Wilco verranno a settembre a Milano (gratis anche qui, guarda un po’), mi interessa poco di fare confronti con l’estero. Se per te è una mentalità provinciale, forse è un problema tuo. Per me si chiama essere soddisfatti di un panorama che si sbatte e organizza talmente tante cose che spesso non gli si riesce a stare dietro. La questione della mafia mi fa assolutamente ridere, fai sembrare un gruppo più o meno vasto e articolato di persone con gli stessi gusti e a cui piace frequentare gli stessi posti (e che, di conseguenza, prima o poi finisce per conoscersi) come un’associazione a deliquere che ‘annega nelle stesse sfighe-mobili’. Non mi sembra una grande argomentazione, via. Se poi la maggior parte delle cose della ‘scena’ indie non ti piacciono liberissimo di starne fuori e lamentarti, ma con la paranoia da cospirazione che vede mafie ovunque non si va lontano..
Voi indie tutti con Converse e spillette mi fate morir dal ridere, sempre pronti a difendere l’indifendibile e a preservare il vostro orticello..
nessuno spara sull’indie, è il contrario: è l’indie che spara su tutto il resto, su tutto quello che non fa parte del proprio stesso mondo, della propria confraternita, della propria mafia.
Parli di evidente intento ironico nel ”boicottare benicàssim”;
beh, io sono più critico, più cinico probabilmente, meno buono forse:
ci vedo un gretto far comunella di un gretto ‘genre’ degli indie italici.
qualcuno ha lanciato ‘sta stronzata per invidia, per la storia della mela marcia in quanto troppo in alto, in quanto valencia troppo distante e in generale l’italia troppo distante da tutto, come giustamente fa notare http://www.delay-decay-attack.splinder.com/
e tutti a seguirlo come indie-pecore.
il problema è che in italia siamo provincia dell’impero, e come tale siamo provincialotti, e inoltre -dannazione, i cliché rispondono spesso al vero- siamo paese di mafia. mafia nella testa, innanzitutto, tutti quanti, dalla vecchia al ragazzino..
dunque: provincialotti e mafiosetti, proprio come molti di quelli che hanno un music blog, che si ritrovano al Circolo degli Artisti o meglio al Covo con le loro patetiche spillette sui loro patetici cuori a star tutti assieme, a sentir gli stessi dischi, a fare le stesse campagne di boicottaggio ed in genere ad inzupparsi ed annegare nelle stesse sfighe-mobili
se neghi che c’è un’indie mafia dalle ”nostre” parti è in piccolo un pò come negare che ci sia della mafia dalle parti di Corleone.
azzardato, ecco.
”La cultura musicale forse non ci sarà a livello di massa”, dici?
sorrido. anzi, rido proprio.
in italia non c’è l’humus, non ci sono le fondamenta, non c’è neanche qualche castelluccio di sabbia o di carte per quanto riguarda la musica. non abbiamo BEI live-clubs, non abbiamo BEI festival, abbiamo solo l’omologazione delle spillette e delle classifiche di fine anno tutte uguali, e si anche dei ‘boicottaggi’, alleanze e lotte dei poverissimi.
T In The Park vende 25.000 biglietti per l’edizione che si terrà fra una trecentosessantina di giorni senza aver annunciato manco mezzo nome e noi abbiamo ”’eventi”’ gratuiti mezzi, se non quasi completamente, vuoti
c’è anche un problema di improvvisazione, di millantature, candidature ad altari che non spettano, altarini che si scoprono e ruoli svolti di male, in peggio in peggio ancora.
non sto dipingendo una catastrofe, sto osservando il quadro della catastrofe.
Polemica? E sia.
Credo che sparare a zero sull’indie italico sia uno sport nazionale fin troppo praticato da tutti (me compreso), figlio di un’estrofilia di ritorno che probabilmente non riusciremo mai completamente a scrollarci di dosso. Tanto eccede chi procalama orgoglioso di boicottare Benicassim (ma sono sicuro che non ti sarà sfuggito l’evidente intento ironico di costoro, e la chiara invidia di fondo verso un cast così ricco che da queste parti manco possiamo sognarcelo), quanto chi, come te, vede mafie ovunque e parte dal presupposto che in Italia non ci sia musica e cultura musicale decente. Le mafie sono fatte dai tanti che si sbattono per organizzare eventi, portare gruppi, scrivere su giornali o blog e che necessariamente dopo un po’ si conoscono tutti e si sostengono (o boicottano) come in tutti gli ambienti musicali. Chi sta fuori si sente escluso e si rode, senza fare null’altro che lamentarsi. La cultura musicale forse non ci sarà a livello di massa, ma vedere locali esauriti per gruppi non di massa nè di moda e assistere all’allucinante quantità di concerti interessanti di questo periodo (molti dei quali patrocinati da comuni, province e regioni, eh) qualcosa vorrà pur dire. Detto ciò, io esprimevo la mia opinione su un festival che mi sta a cuore per molti motivi e che finora non mi aveva mai deluso. Resto speranzoso per le aggiunte dell’ultimo momento e per i palchi collaterali, e alla fine sono sicuro che l’atmosfera sarà impagabile come è sempre stata. Però il cast sulla carta mi piace davvero poco.
è vero. è piuttosto inusuale che un ‘music blogger’, per quanto una persona che in qualche maniera “conosco” & stimo ed apprezzo, facendo inconsapevolmente (?) o comunque incolpevolmente, più o meno, parte dell’indie italiano, spezzi uno dei silenzi, sfati una delle stronzate dell’indieitalianodemmerda.
ovvero che FD non è nulla de che, quest’anno. loffio.
in realtà anche gli altri anni, nonostante i vari Mogwai, Beck & Giant Sand.
il fatto è, come da copia ed incolla di una mia entry pubblicata su un forum proprio oggi, che: “comunque boh, anche leggendo dei 25.000 biglietti di T In The Park (non è novità, e non ci si stupisca, in Britannia si comprano spessissimo e assai volentieri biglietti per festival in advance, senza sapere un cazzo della line-up, Glasto docet) ripensavo che oltre che un problema culturale forse è un problema di cartamoneta: non abbiam denaro in italia, per troncare e farla breve, ergo non possiamo proprio permetterci festival di un certo livello e di pagarne il biglietto, figuriamoci poi pagare in anticipo, nel paese (e qui si torna al fattore culturale) in cui non ci si fida di nulla e di nessuno, terra di malafede oltre che di malafemmene l’italietta, e si pensa male anche quando non è giusto farlo [vedi critiche alle defezioni dell’Independent 2004].
non abbiamo soldi, non abbiamo cultura, non abbiamo musica, non abbiamo niente”
terrei a sfatare altresì la STRONZATA-tormentone del boicotta benicàssim, che nun vor dì un cazzaccio de nulla.
fottuta mafia stupida che altro gli indie italici tristi non sono (fatto salvo l’autore del blog che ospita il mio commento e [troppo] pochi altri che ivi bazzicano)
moràl: yo me voy a benicàssim *
* dalla campagna pubblicitaria per festival più azzeccata dell’anno. altro che il Times New Roman
mi unisco a marcello nell’essere pro cariatidi (ovvio da parte mia, no?). confermo la scarsezza live dei dinosauri, visti un paio di volte all’epoca, ma li rivedo ugualmente con immenso piacere.
Sulle cariatidi: posso garantire che i dinosaur jr dal vivo erano già scarsi 16 anni fa. Questo nonostante You are living all over me sia praticamente il disco della mia vita.
_Blackhair: come non dovrò rispondere…dovrò rispondere eccome, e mi immagino già le facce deluso-perplesse…[‘Nisciun’, sarà la mia risposta..]
_Marcello: lo so, ma ammetto una certa scarsezza di interesse nei confronti delle cariatidi presenti a FD (problema mio, ovviamente)..
_doc: è semplicemente un’opinione, non più interessante di quella di chiunque altro. Del resto il blog serve anche a questo, no?
[blogstar due palle]
Finalmente un post che non le manda a dire. Ho pensato anch’io le stesse cose, ma non pensavo che una blogstar del tuo calibro avesse il coraggio di dirle. Pensavo fossi uno di quelli che parlano bene di tutto e male di niente, invece devo ricredermi, bravo. .doc
Spezzo una lancia in favore delle cariatidi. Molti di questi gruppi fanno parte dell'”almeno una volta nella vita”. Suvvia!
La cruccoelettronica me la sarei evitata invece, questo si.
m.
anzi :”Chi è sta gent c’vien a sonè ma la fortessa?”
La petizione c’era ma non è stata mai consegnata…chissà forse è colpa nostra e ci meritiamo nonni e cresce…Almeno tu non dovrai rispondere a un’orda di persone che ti dice “Chi è sta gente che viene?”…sigh..
indiepostflamenco, wow. Ma Frequenze Masturbate, wow.
l’ovvio sfugge. Che battutaccia, comunque, si.
Mogwai ovviamente
Tra l’altro la scaletta non è da buttare: prima del gruppo più punk del mondo ci saranno Ivan Ferreiro,
Una Sonrisa Terrible e Camino Cruzado. Indiepostflamenco
m.
di-sturbate
ma-sturbate
a questo punto credo che fosse prevista una risata.o un sorriso. o un ghigno.o..misericordia, che tristeza che amareza.
Più che altro qualcuno mi spiega perchè l’autore di questa news su Tiny Mix Tapes sostiene “the italian date sounds like masturbate”?
che c’è il 3 settembre a valencia?
[cmq confermo l’esclusivissima cena nel giardino della maison inkiostro’s parents di cui si diceva, la sera prima dell’inizio del festival. quello sarà il vero evento]
_Enzo: grazie per la segnalazione. Niente di nuovo sotto il sole, quindi. Benicassim e Route du rock? Sì sì..
_Enver: appunto, io sono stato da sempre il sostenitore numero 1 di Frequenze (un anno stavamo addirittura per fare una petizione; anzi, forse l’abbiamo fatta ma mai consegnata), quindi me sento in diritto di essere deluso dal programma di quest’anno..
_EnzoP: io era un mese che ce l’avevo in canna, poi sai, qua c’è un festival alla settimana e non si ha neanche il tempo di indignarsi..
_Più querula: un cervo? boh, cmq vista l’organizzazione parecchio tardiva non so se avranno il merchandising. Io ho solo la maglietta di 3 anni fa, che aveva ancora il vecchio logo pixelato.
Il comunicato con i prezzi gira da qualche giorno. Comunque si è d’accordo, ahinoi. Tuttavia anche quest’anno faremo presenza(fosse solo per boicottare benicassim e per un’osteria di cui non ricordo il nome ma rammento cibo e vini). Ma per consolarmi temo mi toccherà partire in autostop il 3 settembre per valencia. Sì, sarà l’unica soluzione.
m.
oh mai contenti, eh?
..io ribadisco l’importanza del lancio nel merchandising di FD delle tshirt col capriolo (o che altro diamine è l’animale sulle locandine)..che qualche anno fa, quando lo vidi io e una mai-abbastanza-compianta exblogger pensammo di essere alla sagra della polenta :)
diciamo che mi hai rubato il post, ce l’avevo in canna, giuro. d’accordo su tutto quello che hai scritto, yo la tengo e dinosaur jr valgono il viaggio, però…
ecco, parlato troppo tardi… grazie Enzo! 4tet e Lippok/Morgenstern mi vanno bene, i Blonde non ci saranno, peccato perdermi (per la seconda volta) Johnston, i Jennifer li vedo quando voglio, al resto faccio ciao ciao
la fai facile, tu, a timbrare il cartellino là ;)
per conto mio avevo già deciso di puntare sulla data degli Yo La Tengo, sperando che sia rimpolpata con altre delikatessen. Se mi mettono i 2Pace+Makino quella sera certo non ci sputo in faccia, neanche se piazzano un qualche crucco tronico o Daniel Johnston
A differenza del sito ufficiale, su Kronic c’è già il programma delle tre giornate, i prezzi delle prevendite e un accenno agli eventi di contorno (thanx to Lucio).
Nel comunicato si lanciano in paragoni con Benicassim e Route Du Rock.
ciao,
e.