La cosa più bella è che se te lo chiedono non sai raccontarlo.
Magari ci provi, ma non ci riesci.
E non perchè non ci sia niente da raccontare, ovviamente. Solo che la banale narrazione della trama, la descrizione anche precisa degli straordinari effetti visivi ‘poveri’ utilizzati nel film e la ricerca di metafore adatte a spiegarne l’atmosfera finiscono per sembrare tragicamente incapaci di dire qualunque cosa davvero importante su un’opera tanto inafferrabile. E’ una grandezza che non si spiega, frutto di un equilibrio talmente fragile e fatto di suggestioni che non si può capire senza averlo visto.
L’arte del sogno, in originale La science des rêves, è un film che non si dimentica, ma non si fa afferrare. E’ molto frustrante. E’ bellissimo.
La science des rêves è il nuovo film di Michel Gondry. Dopo essere stato presentato con grande successo al Sundance, a Berlino e a Taormina, il film è finalmente uscito nelle sale francesi il 16 Agosto, in anteprima mondiale. Il 17 Agosto il sottoscritto (che lo attendeva da tempo) era in un cinema di Marsiglia, pronto ad aspettarsi qualunque cosa; meno di due ore dopo, stava già sommergendo di parole la sua compagna di visione nel vano tentativo di prolungare almeno un po’ le sensazioni suscitate da un film tanto bello. Non bisognerebbe farlo mai, in situazioni simili, tantomeno in questa. Ma è pura utopia.
La trama importa poco; anche questa è una storia d’amore, e tanto vi basti. Il confronto con il precedente Eternal sunshine of the spotless mind / Se mi lasci ti cancello è inevitabile; ma quello che per chi scrive è uno dei film più belli, creativi e dolorosi degli ultimi anni non si fa pareggiare con tanta facilità. Eppure, nonostante ciò, La science des rêves, sotto certi punti di vista, è persino meglio. Ogni vero paragone, è, però, impossibile; sono due film troppo diversi. Anzi sono due film esattamente complementari: quanto Eternal sunshine è spietatamente realistico nel descrivere (in maniera tutt’altro che realistica, com’è nello stile di Gondry) lo sfasciarsi di una storia d’amore (di tutte le storie d’amore) tanto La science des rêves è invece completamente surreale e dichiaratamente irragionevole nella sua volontà di dare forma reale ai sogni (nel senso di esperienze oniriche, ma anche di desideri), portando alla luce quello che non può essere, che forse non deve essere o che forse si ha troppa paura perchè sia.
Un mutamento di prospettiva così grande, dal Gondry matematico al Gondry poetico, da una visione razionalmente pessimista a una posizione ottimisticamente sconsiderata non può essere casuale. E infatti non lo è; tale rivoluzione copernicana è sicuramente causata dal passaggio dagli incastri perfetti della sceneggiatura meccanica di Charlie Kaufmann alle suggestioni impressioniste della sceneggiatura naif firmata dallo stesso Gondry, che questa volta decide di fare tutto da solo e di mettere la sua firma su un film fortemente autobiografico.
Il ritorno alla cameretta del regista, tra l’altro, non è solo metaforico. La science des rêves non è infatti semplicemente il primo film di Gondry interamente girato in patria, ma è persino ambientato nello stesso palazzo e nella stessa camera di Parigi in cui il regista viveva quando aveva vent’anni.
Altri dettagli personali a parte, la vicinanza delle vicende narrate con quelle da lui realmente vissute è ulteriormente (e dichiaratamente) sottolineata dalla scelta di girare il film in due (a volte tre) lingue che spesso si danno il cambio senza soluzione di continuità, come a Gondry succede da anni a questa parte. Se si ha l’occasione di guardarlo in lingua originale la sensazione di estraneità è palpabile, come la distanza non solo metaforica tra i personaggi che gli impedisce di capirsi veramente. E a quel punto, forse, non c’è che un’alternativa.
La science des rêves è un film auto-indulgente e imperfetto, confuso e cerebrale, ma visto ciò di cui parla non poteva essere altrimenti. Gael Garcia Bernal è un protagonista bravissimo e assolutamente convincente, e riesce persino a non farsi odiare nonostante sia praticamente perfetto. Charlotte Gainsbourg è, come al solito, meravigliosa. Il terzo protagonista sono ovviamente gli effetti visivi creati da Lauri Faggioni, una fantasmagoria di bricolage onirico, sartoria animata e schizometria analogica già vista in diversi videoclip che si fonde alla perfezione con una trama tanto involuta e surreale, consentendole di raggiungere picchi di lirismo naif da applausi a scena aperta. Dopo aver visto il film, è quasi troppo facile decidere di aver scoperto la materia di cui sono fatti i sogni: stoffa, fili, carta e colla, cellophane al posto dell’acqua e cotone da lanciare in aria a mo’ di nuvole.
Perchè la ritirata del bricoleur onirico nel suo mondo (in cui -forse- non potrà mai entrare nessuno) non è una fuga ma una vittoria.
Bonus:
La science des rêves – website (in francese) (link)
The science of sleep – website (in inglese) (link)
The science of sleep – Myspace (link)
The science of sleep soundtrack – Myspace (link)
The science of sleep – Trailer (in inglese) (MOV)
Gael Garcia Bernal & co. – If you rescue me (Velvet Underground – Afterhours) (MP3) updated!
” perchè?io? Cosa posso fare per te?”
“Potresti accarezzarmi i capelli….”
sarò cieco, ma la Charlotte Gainsbourg che ho visto a 50 cm di distanza al lido (vedi flog) la trovo bruttina. oh, sarà anche figlia di. ma pure lui bruttone.
comitato “Laura Morante 4eNver” sez. Maria Bello (le più belle del Lido)
ti odio un po’ perché l’hai visto e io no.
mmh, ma io ho visto Lynch.
(no, non funziona, l’invidia non scema)
Visto anch’io. Bellissimo davvero. Forse addirittura, per me, più dei precedenti. Manca Kaufman è vero, ma a livello di immagini e inventiva visiva è straordinario.
si si…!
Quando esce in italia???
a colei che lo ha trovato su emule (e a tutti coloro che pensano di farlo): è illegale!!
ah aha aha ahaha ha
rampino
a colei che lo ha trovato su emule (e a tutti coloro che pensano di farlo): io l’ho scaricato sulla base del mio pessimo francese pensando massì, vediamolo comunque. aspetto due ore, finisce il download ed io curiosa curiosa apro il file e la prima cosa che si vede è, come dire, un fallo maschile niente meno che poderoso circondato da altre cose che qui non narrerò – il che mi ha fatto capire in tre secondi che quel file lì, uhm, era un fake altrettanto poderoso.
f.
Bravo. Io avevo le impressioni, e non le parole. E’ bello che le abbia trovate tu ;-)
Serge Il Fiammingo
Io il post non l’ho letto perchè voglio arrivarci vergine al film. Però lo aspetto come il natale.
inkiostro, perfetto. manca solo una notizia, quando esce in italia.
l’mp3 non funziona
me lo mandi?
:D
indiessolvenza.blogspot.com
io ci faccio la tesi su gondry e l’assurdo nella rappresentazione del quotidiano nei sogni
‘se mi lasci ti cancello’ è l’unico film su amore che poi amore non è ma alla fine lo è, che mi fa venire i lacrimoni
Non vedo l’ora di vederlo. Altro che documentari sul RAP! :D
ho provato con emule, ma è solo francese, e da queste parti si è troppo angolofoni…
marina
_Marina: mi sa che da queste parti bisognerà aspettare un po’.. Però forse prima o poi esce Maria Antonietta, è già qualcosa..
_Fio: pensa che, memore del commento che mi avevi scritto a suo tempo, volevo anche mandarti un messaggio dalla Francia. Così, per pura cattiveria..
_eMa: la prima ero in vacanza, la seconda sempre alla festa dell’unità, e in questa ho ricominciato a lavorare. Poi volevo scrivere un post che rendesse giustizia al film, prima di rendermi conto che non era possibile.
_Subliminal: L’ho scritto apposta, questo post.. :)
_Nepo: non saprei, ho ancora letto poco a riguardo. Comunque non mi stupirebbe, è un film talmente naif che chiaramente non può piacere a tutti. A me (anzi, a noi), però, sì.
_Thisisremarecontro: aspettate fiduciosi.
_Junkiepop: ripeto, niente confronti, sono cose troppo diverse.
_Anonimo OT: mi si dice che quella della pubblicità sia la versione dei Finley della suddetta 7 Nation Army. Su chi siano i Finley, meglio stendere un velo pietoso.
OT
ma qualcuno vuole avvisare i white stripes che la fiat gli ha storpiato 7nation per non pagare i diritti, tema qui già toccato (nuvenia pocket e smells like dei nirvana etc.)?
speriamo esca anche qui, e che sia in cartellone per più di una settimana.
anche se penso che eternal sunshine viva su una di quelle combinazioni atrali per cui tutto funziona e niente va storto
perfino kirsten dunst
junkiepop
anche da queste parti si aspetta con ansia…
oh menomale, la tua bella recensione mi conforta… ma mi sbaglio, o su molte riviste il film è stato tremendatamente stroncato?
dj nepo
invidia…
Quoto quelli sopra, ma soprattutto dico: Com’è che hai aspettato quasi 3 settimane per parlarcene…?!?
eMA!
(la fio, sloggata)
oddio, fabrizio, che cosa hai fatto. dopo questo post vivrò sulle spine fino alla visione – un mese, due mesi di spine? grazie, eh.
aspetto ansiosa.
marina