lunedì, 18/09/2006

May your shade be sweet

Giusto per darvi un’idea dei livelli astrali di glamour che è in grado di toccare il tenutario del presente blog, candidato diqquà e linkato dillà, il momento più bello del mio weekend è stato guidare in mezzo al nubifragio lungo la A14 ascoltando gli Sparklehorse a tutto volume e pregando che la Società Autostrade (si chiamava così, una volta) quest’anno avesse deciso, per una volta, di non tagliare la voce dei costi relativa alla spesa in asfalto drenante. C’è questa canzone che si chiama Shade and honey (che era già uscita anni fa nella colonna sonora di un film che non ho visto, cantata da uno degli attori; non da Lou Barlow, però, che pure recitava nel film), che avrò ascoltato di fila circa 10 volte, perchè se una delle auto che mi superavano ai 190 si fosse trovata a sbandare e i suoi pneumatici Bridgestone avessero perso la tenuta di strada, mi sembarava un pezzo particolarmente bello per morirci su.
[Non li faccio spesso, pensieri del genere. ma quando capita sono estremamente dettagliati, tipo con la sensazione fisica dello schianto e il momento interminabile in cui ti rendi conto che i giochi sono fatti. E con le immagini del funerale, il dettaglio di tutti i presenti e gli assenti, chi piange e chi no, chi ha tirato fuori qualche scusa per non venire e chi invece era meglio che se ne stava a casa, cose così. E’ talmente un clichè che a indulgere in pensieri simili uno non si sente neanche in colpa, ammesso che debba.]
Poi ha smesso di piovere. Sono stato distratto da certi pensieri su un progetto di lavoro, ho cambiato disco, e ho preseguito verso casa dei miei.
Ogni volta che vado a trovare i miei per il weekend, e mi ritrovo nella casa in cui sono cresciuto, nel paesello in mezzo alle colline che odorano di erba bagnata, molte delle mie certezze vacillano. Finisco per concludere che l’horror vacui di cui è pervasa la società occidentale, e in particolar modo le sue zone più urbanizzate, sia un’enorme stronzata, e che annoiarsi alla fin fine non sia poi così male. Mi vengono desideri assurdi tipo avere una famiglia, io che di solito faccio patologicamente fallire tutte le storie vagamente sentimentali che ho a causa di una malsana tendenza alla perdita di interesse e/o alla scarsità d’impegno. Mi viene voglia di avere degli animali, o almeno delle piante, o comunque qualcosa da accudire. Mi viene voglia di un lavoro pratico e faticoso, tipo taglialegna, come in un qualunque film americano in cui il protagonista fugge dalla città per ritirarsi in un ranch di un’anonima cittadina del Michigan. Mi viene voglia di mettere in pratica quasi tutte le cose che compongono il luogocomune fuga-dalla-città, se non altro per provare l’effetto che fa. Poi, quando riparto, mi passa. Perchè alla fine riparto sempre.
Anche al ritorno, in autrostrada, pioveva fortissimo, e le Audi mi superavano ai 190 mentre ero incastrato nella seconda corsia in mezzo a una carovana interminabile di camper. Anche al ritorno ho ascoltato gli Sparklehorse, cercando di concentrarmi sulle sfumature pazzesche che Linkous riesce a tirare fuori dai suoni di batteria invece che sullo stridore delle gomme e sul tonfo secco che si sente da qualche parte a metà del collo prima che la carrozzeria inizi ad accartoccarsi. Ci sono riuscito abbastanza bene.
Quando sono arrivato a casa, però, continuava a piovere.

Sparklehorse – Shade and honey (MP3)

19 Commenti a “May your shade be sweet”:

  1. LHOOQ ha detto:

    peccato..

  2. NicVancouver ha detto:

    Il film si chiama laurel canyon ed è pure caruccio, in programmazione in questi mesi su sky. La canzone (che già lì valeva da sola la visione) era cantata da alessandro nivola. Oltre a barlow c’è una comparsata dello stesso linkous.

  3. codyallen ha detto:

    @ Manuconta: La di Bob canzone mi sta tornando molto cara in questo periodo.

  4. utente anonimo ha detto:

    Canzone della madonna, e post della madonna. Inkiostro mi sorprende sempre, passa dalle cose più assurde della rete a canzoni stupende a grandi pezzi di scrittura come questo. Sei straordinario.

  5. utente anonimo ha detto:

    perché Bologna è una città ?

    mo va la….

  6. utente anonimo ha detto:

    Ti batto. Ieri notte ho rotto i freni in piena tangenziale a Milano. E avevo la patente scaduta. Purtroppo non avevo cd con me, alla radio c’era il Trio Medusa.

    Cmq io non mi sono fatto niente, ma il portafoglio è tuttora in prognosi riservata.

  7. NicoleDiver ha detto:

    Io spero sempre che quando morirò ci sia su una canzone degli Smiths

  8. milkandmint ha detto:

    ero anche io su quella strada, di ritorno dall’università, ma ero meno fortunata perchè l’autoradio è rotta, perciò niente distrazioni, solo tanta “scaga”… cmq non conoscevo gli Sparklehorse e questa canzone mi è piaciuta molto.

    Secondo me dovresti coltivarli quei pensieri di vita agreste che ti vengono quando torni a casa ;)

  9. utente anonimo ha detto:

    Quel disco è magnifico. E tu hai scritto un post davvero molto bello.

  10. manuconta ha detto:

    a me invece hai evocato Dylan:

    “When you got nothing, you got nothing to lose “.

    pensieri del genere sono fisiologici, a mio parere servono proprio a farci venir voglia di avere qualcuno/qualcosa per cui valga la pena di essere prudenti, una sorta di incitamento alla sempre attuale legge della sopravvivenza. Compiacersi di avere certi pensieri non è poi un reato, la noia a mio parere sì.che però non va confusa con la serenità.credo che ce ne sia parecchia, in campagna.

  11. utente anonimo ha detto:

    Ink, mi hai fatto venire in mente questo post di Garnant. Specie il finale col ragù :-)
    (anche a me hai fatto venire voglia di ascoltare gli Sparklehorse, ma un giorno senza pioggia e pensieri funesti)
    Kit

  12. Nin-Com-Pop ha detto:

    schianti e pensieri/immagini dettagliate a parte, mi hai fatto venire voglia di sc*ricare sparklehorse. che finora non mi era ancora venuta. più per la legna da tagliare, l’orto e gli animali da accudire che per la morte in autostrada, eh.

    (ink, hai tot anni meno di me e lavori da quanto? due anni?. ti voglio vedere a 35, coi pensieri di fuga dalla città. buon inizio settimana..)

  13. codyallen ha detto:

    ” mi sembarava un pezzo particolarmente bello per morirci su.”

    MA LOL! (mica tanto, dirai tu…)

    Io voglio morire sulle note di “Heil Sagan”

  14. benty ha detto:

    la canzone per morirci su non mi era venuta in mente mai. semmai la playlist dal funerale, che poi credo sia una idea di high fidelity. e c’era nick drake , way to blue

  15. Dontink ha detto:

    Le Audi?

  16. utente anonimo ha detto:

    come dire, uno a uno, anche io “nuotavo” da quelle parti tra sabato e domenica

    io la sensazione dello schianto ce l’ho agli incroci, mi sento entrare le macchine dallo sportello dell’ospite

    mah

    Junkiepop

  17. littelP ha detto:

    uuuuu