I Tunng sono uno di quei gruppi che quando pensi a dischi belli che hai ascoltato negli anni scorsi, o a gruppi bravi che avresti voglia di rivedere dal vivo, di solito te li dimentichi. Sarà che la loro musica è un crossover tra i generi praticamente inafferrabile, sarà che in America e in Inghilterra se li filano poco e sui blog anglosassoni non se ne parla quasi mai, sarà che hanno fatto un sacco di dischi belli ma forse ancora nessuno bellissimo.
Sia quel che sia, da un mesetto qua i Tunng sono tornati fissi sullo stereo, visto che la loro etichetta (che ha uno dei miei nomi di etichetta preferiti di tutti i tempi: Full Time Hobby) ha pubblicato da poco ben due dischi che li riguardano.
Il primo è This is Tunng…Live from BBC, collezione di session registrate dalla band negli studi della radio inglese dal 2005 al 2010; i classici ci sono tutti (da Jenny Again a Pioneers a Bullets a Hustle) e, come sappiamo, dal vivo rendono alla perfezione.
Il secondo è il disco solista del cantante Sam Genders, che sotto il nome Diagrams ha deciso di affiancare un side-project all'attività con la band. Il sound del disco d'esordio Black Light è una specie di precipitato della folktronica dei Tunng: la miscela contiene ancora tantissimi ingredienti (indietronica e folk, soprattutto), ma le componenti più ipnotiche e sperimentali si fanno qua più concrete e orecchiabili, rivelando una sensibilità pop mai esibita con questa chiarezza. Una bella scoperta, e un disco che, anche se non cambierà la storia della musica, è difficile togliere dal lettore.
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