Raramente da queste parti ci sono stati Natali meno natalizi di quello che di qui a qualche giorno si impossesserà delle nostre giornate, per poi sparire in un baleno in un tedio di pile di panettoni in offerta.
«I don't feel very Christmassy at all», potrei dire, così come fanno i The boy least likely to nel loro disco speciale di Natale che, da ultimo arrivato in un genere molto affollato e squisitamente stagionale, rischiano invece di convincere come e più di tutti gli altri. Chi più di una band piccola piccola che ha fatto del recupero dell'infanzia e della naivetè più pucci la sua estetica può parlare di una festa che quando smetti di credere a Babbo Natale perde più o meno la totalità del suo fascino? Continuano a sembrare una band fuori dal mondo e dal tempo (e poi invece scopri che uno dei due lavora da Rough Trade, nel cui negozio di Brick Lane qualche giorno fa ho appunto comprato il disco), poi tra una ballad sulla neve e canzoni di auguri ci infilano pure un'omaggio a Last Christmas in cui George Michael e Andrew Ridgeley si incontrano al pub la vigilia di Natale e ricordano gli anni passati insieme nei Wham. Che per un secondo ti viene quasi voglia di crederci ancora.