lunedì, 28/09/2009

Il punk della generazione anni zero

Era un po’ che non mi capitava di andare a un concerto in cui si poga. Sto invecchiando.

Questo pensavo sabato al Kindergarden durante il DJ set dei Bloody Beetroots, mentre davanti ai miei occhi il rovinoso singolo Warp faceva succedere di tutto. Pogo dilagante, ragazzine esagitate quanto il metallaro più nerboruto, hipster di ogni ordine e grado in preda a un’estasi incontrollabile, cocktail pieni che volavano, sneaker che saltavano, mani alzate, stage-diving e body-surfing.

Ve lo assicuro: da vedere era una scena assai più improbabile (e quindi, impressionante) del pogo di un classico concerto punk.

 

Il termine «punk» è usato spesso per descrivere il sound e l’estetica del duo veneto. Io non oserei spingermi a tanto («punk» ha un significato e una storia, e non è il caso di scherzarci), ma è innegabile che per molti dei presenti la loro violenta electro croccante e pernacchiosa (fidget ma non proprio, mi dice chi se ne intende) sia una delle cose più pericolose ed eccitanti che si possano immaginare nel panorama musicale di questa fine degli anni zero.

 

Nonostante l’altra sera dopo un po’ io abbia cominciato ad annoiarmi (non è il mio genere e non era il mio ambiente, ma questo già lo sapevo), la potenza di un act simile è assolutamente lampante, e non mi meraviglia che il duo mascherato stia mietendo successi in giro per il mondo e che la sua ascesa verso il mondo dei superstar DJs sembri inarrestabile.

Anche perchè quando sento Warp o vedo il suo video (detestabile, perfetto), non riesco a non pensare che un ventenne di oggi ci vede il nichilismo che ciascuno di noi ai suoi tempi ha trovato in qualcos’altro. E ci veda un mix di esaltazione, disperazione e assenza di regole di straordinaria potenza.

 

Violento. Pericoloso. Eccitante. Anche se completamente privo di significato.
Come questi cazzo di anni zero.

 

 

 

12 Commenti a “Il punk della generazione anni zero”:

  1. utente anonimo ha detto:

    “come i Justice , questi “musicisti” fanno leva essenzialmente sulla paura indefinita di una parte del pubblico giovanile (e fa leva su questo per fare successo , eccitarsi , fare soldi e cose simili)”

    ci puoi spiegare in che modo fanno leva sulla paura indefinita del pubblico?

    Ammesso che poi che questo possa essere argomentato, credi che tutti quelli che seguono i Bloody Betroots li seguano per questa paura indefinita? Da cosa lo decuci?

    Poi, nel caso in cui questa paura venga definita, giustificata e resa motore del successo, anche i registi horror sono da non stimare perché fanno leva sulle paure? Gus Van Sant è da non stimare perché fa leva sulle insicurezze dei teenager americani?

    Saluti

  2. utente anonimo ha detto:

    A proposito di DJ mascherati…

    http://www.youtube.com/watch?v=HTcwanEQWGA&feature=player_embedded

  3. utente anonimo ha detto:

    Ma alla Marvel secondo voi sanno che sfruttano l’immaine di Venom? Facciamo le spie che ci paghiam il mutuo pure noi.

  4. il tipo (e mi sa anche la tipa) dei prozac+ sono dietro ai sick tamburo (in un video si mascheravano coi passamontagna pure loro)

  5. inkiostro ha detto:

    Questa è la prima volta che la sento. (che comunque non vuol dire niente)

  6. utente anonimo ha detto:

    ma è vero che c’è dietro il tipo dei prozac più o è una balla??

  7. utente anonimo ha detto:

    Ci provo:

    I Bloody Beetroots nelle testequadre che popolano il pensare elettronico (tra cui mi inserisco ben volentieri, e tra cui tiro dentro maxcar per bilanciare la mia cialtroneria) creano lo sesso vortice di sogni sadici vs amore -mica tanto- illibato che leggo quando si parla dei MAM.

    A me stanno pochissimo simpatici e passo qualche minuto a pensare “come mai li amano?” ogni volta che li incrocio, poi mi autogiustifico dicendo che in fin dei conti hanno ragione loro, che io son qui a mettere dischi da musi lunghi e prendere 50 sacchi mentre loro magari si pagano il mutuo meglio di me. Però ogni volta è un girotondo e quando li ritrovo torno a farmi le stessa domanda senza una reale risposta. Va anche bene così visto che è uscito il disco di Lawrence.

    Però ecco, se una colpa oggettiva ce l’hanno, è quella del singolo con Marrakash. Attendo smentite.

    bebo

  8. utente anonimo ha detto:

    come i Justice , questi “musicisti” fanno leva essenzialmente sulla paura indefinita di una parte del pubblico giovanile (e fa leva su questo per fare successo , eccitarsi , fare soldi e cose simili)

    chiunque fa leva sulla paura dell’altro per un proprio piacere , oltre ad incasellarsi nel sadismo non merita ne’ di essere considerato ne’ di essere stimato

    fare musica dovrebbe voler dire migliorare anche di un infinitesimo la comunità

    questa robaccia è e resta robaccia

    firmato :

    Cau Caso

  9. utente anonimo ha detto:

    Mi trovai in una situazione molto simile alla tua durante un concerto dei Justice qualche anno fa.

    Mai mi sono divertita così tanto.

    PeggyG

  10. utente anonimo ha detto:

    ONE TWO UH UUUUH!

  11. ho visto/sentito dal vivo per la prima volta a torino al traffic i Crookers e i Bloody Beetroots e i loro set mi hanno infastidito non poco. I primi troppo papponi, i secondi punk quanto i loro salti in piedi sulla consolle. Soprattutto i loro set sembrano pensati per un ascolto cocainico* che mi mette troppa ansia (e che era il problema che ho sempre avuto con la 2-step, per dire)

    * non che loro o il loro pubblico necessariamente pippino**, eh. ma dalla musica mi viene in mente quello

    ** più in generale il traffic ha avuto questa caratterizzazione cocainica (cfr il live di Nick Cave “saltellante” e la pompa dei Primal Scream, anche se loro erano più dalle parti del frullato di sostanze)

  12. utente anonimo ha detto:

    rivoglio i disco drive…

    clodhead