All’ingresso del dipartimento di Chimica, su una delle colonne laterali,
si trova, malamente inchiodata, una busta di plastica.
È incoronata da un foglio di carta,
senza le righe, tanto non è scritto a mano:
– BUTTA QUI I TAPPI DI PLASTICA,
NELL’APPOSITO CONTENITORE LE BOTTIGLIETTE –
Nel sottoscala del dipartimento di Fisica,
si trovano, tra le macchinette ristoratrici ed
in buona compagnia di altri bidoni,
i recipienti adatti per i
– BICCHIERI E CUCCHIAINI DA CAFFÈ –
Il buon riciclo è arte dura da imparare.
Quello della plastica più di tutti,
polimericamente incatenata,
sostanzialmente incasinata.
Ridare vita a ciò che da natura non nacque:
HDPE, LDPE, PVC, PET, PP, PS
E devo dirti di no,
non sono le sigle delle alleanze dell’ultimo minuto in vista delle Europee:
né Di Pietro che mette l’Italia a testa in giù,
né Vendola che firma i muretti a secco con qualche nuova tag.
Sai la coperta che hai infilato in borsa a Stoccolma
quella sera che Jens Lekman doveva esserci e poi non c’era,
che era malato ma la mattina dopo a vederlo stava benissimo?
Ecco, quella lì, così come i pigiami che nel letto mandano in autocombustione,
così come le felpe che ci ostiniamo a mettere
scoraggiate dalla primavera tardiva, è pile.
A metterle nel posto giusto le bottigliette in PET ti daranno il pile.
Poi c’è la storia romanzata dei soli tappi,
che tanto mettono insieme tutto nel termovalorizzatore,
che c’è il progetto della diocesi per dare l’acqua in Tanzania,
che è solo una leggenda metropolitana
diventata a tratti realtà a tratti possibilità.
I tappi sono in PE, anche quello riciclabile,
fatti bastare questa informazione sommaria e chiedi nella tua città,
che non è mai la mia.
Per i bicchieri, i piatti e le forchettine in plastica, invece,
dovrai invitarmi alla tua prossima festa.
Come dici? Che oramai organizziamo solo cene
e che per meno di sei persone ci vanno le stoviglie vere?
Allora ti parlo di quelle bottiglie che appoggi in fila
sotto il lavello in cucina,
svuotate da multipli passaggi dei Bormioli Rocco.
Potendo, dovresti separare i rossi dai bianchi.
E non solo perché “mischiare non va mai bene”.
Dal trasparente il trasparente.
Chi venne generato al mondo oscuro
continuerà ad esserlo.
Almeno per un altro po’ ancora.
la leggenda vuole che i tappi vengano venduti a peso. è bello raccoglierli e regalarne tanti alle onlus che li raccolgono!
Poesia!
Per meno di 6 persone necessariamente stoviglie vere e calici tintinnanti, chissà forse una mano così la si dà davvero all’ambiente e pure ai rapporti interpersonali.
gli italiani si bullano d’essere popolo di artisti. che l’afflato poetico di playm possa trovare terreno fertile e ricettivo…
oh.
anche differenziare è un’arte