Era solo questione di tempo: prima o poi doveva accadere. Come riportano diverse fonti (1, 2, 3), un giornale musicale piuttosto blasonato (Rumore) ha recensito, senza accorgersene, la versione fake di un disco diffusa su internet al posto di quella vera. Il disco in questione è Narrow Stairs dei Death Cab for Cutie, eletto Disco del mese dal mensile in una recensione firmata da Sara Poma (ma probabilmente, c’è da dire, di questi tempi una cosa simile poteva capitare quasi a chiunque) che con tutta evidenza parla del disco sbagliato, citando arrangiamenti elettronici, inserti di pianoforte, o sperimentazioni rumoristiche di cui nei brani originali non c’è nemmeno l’ombra (e nei fake sì).
E’ già noto da un po’ che la copia del disco che è stata diffusa in rete ad inizio Aprile è in realtà per lo più composta da pezzi della band tedesca Velveteen, e complici l’incredibile somiglianza tra il sound dei due gruppi e gli mp3 perfettamente taggati, ci sono cascati quasi tutti (anch’io). Se avete scaricato una copia del disco ad Aprile, è probabile che anche voi abbiate la versione sbagliata (controllate su wikipedia se la durata delle canzoni coincide).
Lascio a voi le prese per il culo (qui c’è già un instant-blog), i sorrisini per la palese figura di merda e i sacrosanti O tempora o mores, che in prima battuta di fronte a un passo falso così evidente sono quasi inevitabili. Chi sa come va il mondo, però, sa anche che qualunque appassionato di musica nel 2008 (anche i professionisti, sì) non può prescindere dall’ascolto e dal download, legale o meno, di canzoni e dischi da Internet, e che incidenti del genere sono -e saranno sempre di più- all’ordine del giorno. Le cause e le conseguenze di una situazione simile sono tante, e anche se a tal proposito sono già stati scritti fiumi di inchiostro, siamo certamente ancora ben lontani dall’averle approfondite tutte.
Mi piacerebbe che nel prossimo numero di Rumore, invece di far finta di niente (ce ne scorderemo, in fin dei conti) o di liquidare la cosa in qualche trafiletto, ci fossero un po’ di articoli, magari firmati dai collaboratori più lucidi del giornale (da Campo a Lo Mele, da Compagnoni a Girolami, da Pomini a Messina) che approfondiscano la questione e riescano a farcela vedere anche dalla prospettiva che noi non addetti ai lavori non abbiamo. Sarebbe una prova di onestà e lungimiranza non da poco.
Perchè -c’è poco da fare- questo è solo l’inizio.
Death Cab for Cutie – No sunlight (MP3)
Velveteen – The drummer goes berserk (No sunlight FAKE) (MP3)
Bonus:
Death Cab for Cutie – Long Division (MP3)
molti di voi sopravvalutano la professionalità di Rumore, mi sa.
mi piace scrivere commenti su questo blog e non ricevere mai una risposta.
per me, è una delle poche certezze di internet.
brugo
scusate ma siete davvero talmente ossessionati da accusare qualcuno di aver sbagliato una RECENSIONE?
Io, ossessionata dai DCFC, non mi sono ancora tagliata le vene. Mah.
Eppoi non accusate Rumore- senza di loro non mi sarei mai innamorata di un certo tipo di musica in Italia. Sono seri professionisti anche- e soprattutto- Sara.
#69 ha scritto esattamente quello che volevo dire io. ma lo scrivo lo stesso.
ma che cavolo? e stiamo qui ancora a parlare. i velveteen NON POSSONO suonare uguali ai DCFC per ovvi motivi, budget, produzione, lavoro in studio e post-produzione, e si sarebbe dovuto capire. inoltre uguali de che? il cantante imita il timbro di quello dei DCFC ma la voce è diversa che cavolo. La “giornalista” di rumore ci ha fatto una gran figura di merda perchè ha dimostrato di non saperne niente, di non aver controllato le note di produzione su internet, tanto più in quanto sedicente fan dei DCFC. Passi per il fatto di aver recensito un disco scaricato da internet.
Che tutto ciò sia accaduto a una rivista con un’ampia tiratura è molto grave, ma alle centinaia di blogger indie che recensiscono centinaia dischi mesi prima della loro uscira come se nulla fosse può capitare lo stesso. Si rischia solo la figura di merda, è vero, e non il pubblico ludibrio come per SP, ma è frutto dei tempi in cui vive la musica e la critica musicale. Magari comprate più dischi, o scaricate meno.
rob.
ecco.
appunto.
ugo
mi state dicendo che nell’ultimo episodio di Gossip Girl hanno mandato in onda un fake?
brugo
mi spiace, vorrei essere più buono
e comprensivo
ma non ci sono scusanti
un giornalista musicale è pagato (!?!) per la sua preparazione. scrive in virtù della sua preparazione.
se tu non riconosci il gruppo di cui parli da un altro, non lo conosci abbastanza.
e non lo puoi recensire.
o meglio, puoi. ma devi studiare bene, prima.
il fatto che l’altro disco “ci somigli” va bene come scusa per mia zia, non per un professionista.
basta buonismo del cazzo.
diciamo le cose come stanno: una figura di merda colossale di una non-professionista poco preparata.
‘e il disco vero dei death cab alla fine è una mezza cagatina. ecco’
straquoto alla grande, l’ho sentito solo oggi e quasi mi addormentavo in treno, non c’è nulla di interessante, nulla di emozionante, solo mosceria della peggior specie. che si sia arrviati alla definitiva indiegestione?
t0r3
Lost, fakes, squirting, tag… aaargh
[..] Sarà capitato a tutti di cercare con emule l’ultimo film in prima visione e dopo averlo scaricato ritrovarsi con l’imbarazzante sorpresa di una gang bang animata da aitanti attori congolesi. A me, ad esempio, è successo di cercare la pu [..]
I will follow you into the dark
[..] Un po’ me lo aspettavo: dopo la bravata nel Duomo di Cesena di qualche giorno fa i promotori delle crociate contro la musica sporca e cattiva non aspettavano che un’occasione per rialzare la testa e scatenarsi. Eccoli serviti: una bella inchiesta sulle [..]
Fake Cab ovvero Sparare sulla Croce Rossa
[..] [Seth Cohen nell’istante in cui realizza di essere sempre stato un inconsapevole fan dei Velveteen, e si accinge a strappare il biglietto del concerto dei Death Cab For Cutie] La Cogne della scena indie: se ne parla qui, qui, qui, qui e poi ancora [..]
“Il fake é infinitamente migliore dell’autentico e vale una recensione da disco del mese.
Che tutti voi avreste voluto (e non potuto) fare.”
Bene, il problema è che la recensione è stata fatta inconsapevolmente, credendo di recensire un disco completamente diverso.
Quello che mi chiedo io è: se fosse giunto in redazione il disco dei misconosciuti crucchi Velveteen nella sua anonima ed odiosa bustina di plastica trasparente, su CD-R, titolo scritto col pennarello, corredato di copertina stampata a getto di inchiostro, bene, questo disco che trattamento avrebbe ricevuto? avrebbe mai avuto la minima possibilità di entrare nel novero delle nomination a “disco del mese”? Si sarebbe letta una recensione speculare a quella pubblicata, unica differenza Velveteen per DCFC? O forse il tutto sarebbe stato liquidato con quattro righe neutre ed un’anonima sufficienza politica?
Che non sia allora tutto un bel castello di carte che basta un fake a buttare giù?
PS: E la differenza nella registrazione si sentiva, eccome se non si sentiva.
“Il fake é infinitamente migliore dell’autentico e vale una recensione da disco del mese.
Che tutti voi avreste voluto (e non potuto) fare.”
parole SANTE
Varie
[..] Due recensioni di gruppi italiani: Hell Demonio e Le Strisce Leggo sul blog di Max che Rumore ha creduto di recensire il nuovo dei Death Cab, segnalandolo come disco del mese, ma in realtà parlavano del fake che circolava già da tempo (pe [..]
discussione seria sporcata e che si esaurisce nonostante gli spunti giusti e molto interessanti. purtroppo.
senza parlare in specifico della Poma (non possiamo sapere esattamente le dinamiche e le motivazioni) e senza generalizzare da giornalista a rivista tout court mi sembra che le riviste musicali “soffrano” e siano sempre più slegate con il pubblico qui presente e commentante. slegate perchè recensiscono dischi a volte reperibili già da mesi. soffrono perchè tranni pochi casi (enver che su blow up scrive nota finale con indirizzo per scaricare il disco) trovo che le riviste facciano finta di ignorare completamente internet, che li precede ormai costantemente di mesi.
boh ditemi un po’ voi
jack
Non dire vaccate Sara…c’è poco da ridere…se fosse capitato a me avrei detto:”ammazza che idiota che sono e poi avrei preso il calendario per bestemmiare con ordine”
http://blogd
[..] Iera sera, mentre per la prima volta davo un occhio distratto al commissario montalbano, ho aperto l’arretrato di sei mesi di lettere arrivate a casa: tutte solo bollette ed estratti conto; insomma una montagna di carta straccia da buttare. l’operazion [..]
@#56 – ahahaha.
quoto Enzo @#54 – qui non si sta attaccando la giornalista, ma ci si sta semplicemente chiedendo come mai su un “disco del mese”, che si suppone venga vagliato da più persone all’interno di tale rivista e abbia una certa importanza, non si sia fatta una minima ricerca. Bastava poco visto che la notizia circola almeno almeno da tre settimane.
L’hanno già detto altri, ma vorrei dirlo anche io: é un peccato che ci siano momenti di gne-gne-gne tra i commenti di un post veramente equilibrato come questo, in cui è evidente lo sforzo (in diversi passaggi) di stimolare la discussione senza cedere nel “dagli alla giornalista che ha toppato”.
Achille
Il prossimo anno Rumore in serie B con 22 punti di penalizzazione. E Il Mucchio compra Compagnoni con lo sconto. Girolami invece va all’estero a Mojo, ma a fare piu’ che altro della gran panchina.
Napolitano replica alle dichiarazioni di alcuni esponenti di Inkiostro che hanno interpretato la sua denuncia di ieri (“I dischi del mese di Rumore vengono dal web”) come un modo per scaricare le colpe dell’emergenza fake sui “soliti cattivoni dei blog”.
Poche e asciutte parole. “Basta rileggere la recensione firmata da Sara Poma”.
@#52: peccato per l’ultima riga del tuo commento, che sa un po’ di coda di paglia.
Offese qui non mi pare ne siano volate, almeno dalla gente che stava parlando. L’argomento del “meccanismo”, come dici tu, è stato tirato in ballo, senza risposta per ora.
“Competenza e dedizione” posso senza dubbio attribuirle alla Poma in generale (qui bastava un Wikipedia e un google), ma la giornalista non ci fa una bella figura se la difende un anonimo con questo tono da “lei non sa chi sono io”.
ciao,
e.
mi pare che in questi commenti non si parlasse tanto delle colpe di SP (a parte alcune boutade canzonatorie, che però non venivano seguite).
il problema è che han fatto un disco del mese sbagliato, che nessuno si sia accorto di niente, e che oramai tutti sapevano che quello era un fake. e la risposta di sara non ha detto, come giustamente ha fatto notare qualcuno, niente di più. questo perchè forse non deve essere lei, a rispondere. forse perchè non sappiamo come viene deciso, il disco del mese. è certo che, a giudicare da come son andate le cose, non è che ci si soffermi poi molto, su sto disco del mese, a Rumore.
Sara Poma la conosco e ci lavoro da anni. E’ una professionista seria, con una competenza ed una dedizione che sicuramente la maggior parte di voi si sognano.
Ci siamo cascati tutti, la cosa su cui dovremmo concentrarci é sul meccanismo attraverso il quale una cosa del genere sia potuta accadere.
Il fake é infinitamente migliore dell’autentico e vale una recensione da disco del mese.
Che tutti voi avreste voluto (e non potuto) fare.
@ilnomenonconta: si’ quello me lo ricordavo. No Poma there. Amen, a questo punto mi verra’ di sicuro in mente quando non interessera’ piu’ a nessuno.
Ma si’, alla fine tutto si riduce al fatto che se la situazione redazionale/economica tra carta e web e’ identica (cosa che non mi sorprende) uno si chiede cosa spende 5 euri a fare.
Forse a questo punto l’unica rivista musicale che ha senso – parlando in modo strettamente strutturale – e’ Il Mucchio Extra.
Cinquantesimo commento:
– Poma capoccia
– la Poma della discordia
– Girlfriend in a Poma
– Me ne andavo da quella Poma
e via
Un link per valido:
http://junkiepop.blogspot.com/2007/09/cera-una-volta-rumore.html
[scusate, era ancora loggata ele e io non me ne ero accorto..]
ecco. cerchiamo di non fare di ogni erba un fascio, please. che di pressapochismo in questa storia mi pare ce ne sia anche troppo, da parte di (quasi) tutti..
Paso
le riviste musicali sono inutili. le compriamo solo per abitudine. quanto scritto in un commento qua sotto rende bene l’idea dell’atteggiamento…surreale dei giornalisti musicali
“i discografici sono pidocchi e ci costringono a scaricare i dischi, poi sbagliamo ma vabbé, sbagliano tutti e comunque il disco mi piace davvero.
(E comunque io pensavo che il controllo delle fonti fosse una procedura essenziale nel giornalismo…)”
per quanto mi riguarda, penso che questo fatto mi farà togliere l’abitudine di comprare rumore dato che, minimizzate finchè volete, è un esempio di professionalità zero
yoshi
“parlato bene di un disco sbagliato” che però magari dopo avere cacciato (volentieri) 5 euro per leggerne su un giornale mi trovo a comprare vista la bella recensione.
Ma ups, ho dato venti euro al gruppo sbagliato.
E non ho comprato il disco giusto
Figo, ineccepibile.
L’essenza della critica musicale insomma.
Gianluca
Leggo la risposta (un po’ inutile a dir la verità, nel senso che nulla dice in più rispetto a quello che già raccontava Ink nel suo post) di Sara Poma e mi trovo un po’ sconcertato: “Non ho nessun interesse a commentare ogni singolo insulto o presa in giro che è stata postata in questo e altri forum”. Mi sembra che qui si stesse parlando in tutt’altro tono, altro che insulti e ironie facili facili (si discuteva di scelte redazionali, di pressapochismo, di mancanza di soldi, di problemi dell’editoria musicale, di fake registrati con 2 lire ma con la stessa resa di grosse produzioni). Il commento di Sara è riasumibile in: i discografici sono pidocchi e ci costringono a scaricare i dischi, poi sbagliamo ma vabbé, sbagliano tutti e comunque il disco mi piace davvero.
(E comunque io pensavo che il controllo delle fonti fosse una procedura essenziale nel giornalismo…)
Rispetto per Sara Poma.
Massimo Rispetto.
Giusto una domanda relativa alla replica garbata di Sara: Rolling Stone USA ha fatto uscire una recensione cartacea del disco dei Velveteen? E poi magari si è anche scusato?
In tantissimi ci siamo cascati. Come delle pere cotte. E cmq i Velveteen non sono male :p
Prendere altra gente per il culo? Piuttosto raccolgo il “pacco” che mi son preso ad Aprile e me ne vado via zitto e muto.
Anche perché ho ricevuto pure io la mia sana razione di prese in giro per questo svarione LOL
Fruskio
Salve a tutti, mi chiamo Sara Poma e mi permetto di intervenire in questo spazio, dove il mio nome è stato citato molte, troppe volte. Prima di tutto una nota tecnica per spiegare come sono andate le cose. Da tempo, alcune case discografiche tendono a essere decisamente parsimoniose nella condivisione dei dischi dei propri artisti, pretendendo che li si vada ad ascoltare nei loro uffici. Ogni mese la rivista con cui collaboro ha una data di scadenza e può succedere che, d’accordo con il comitato di redazione, in mancanza del disco fisico, si cerchi di recuperarlo in maniera “alternativa”. Detto questo, lo scherzetto che i Velveteen hanno tirato a molti fan dei Death Cab For Cutie ha tratto in inganno testate autorevoli come Rolling Stone USA, MTV.com e giornalisti molto più degni di quel titolo della sottoscritta. Ora veniamo al lato personale della vicenda. Amo molto i Death Cab For Cutie, possiedo tutta la loro discografia (originale), in passato mi è capitata anche la fortuna di intervistarli (http://www.mtv.it/news/news_page_int.asp?IDINT=6436). Sono incappata in un errore bislacco, è vero; ribadisco che il disco che ho recensito mi è piaciuto molto e confermo il voto attribuito ai sedicenti Death Cab sotto mentite spoglie. Non ho nessun interesse a commentare ogni singolo insulto o presa in giro che è stata postata in questo e altri forum. Amo l’ironia e mi sono fatta una risata anch’io. L’importante credo sia non prendersi troppo sul serio, soprattutto quando si insulta qualcuno che ha semplicemente parlato bene di un disco sbagliato. Peace&Love.
caro hank moody, innanzi tutto bella la scena in cui sbatti la sedicenne mentre lei ti riempie di sberle e pugni in faccia.
clap clap.
probabilmente tu sei quello che spende sempre soldi contribuendo alla causa, quindi non me la rifaccio con te. Io parlo di un atteggiamento generale che anche tu riscontrerai.
sei abbastanza grintoso e questo mi fa pensare che tu sia vittima di questo triste e ingiusto sistema.
btw, quelli che leggono questo blog sono informati sulle cose e sanno bene che è come dico io. Non c’è mica da discuterci sopra, eh. E’ un dato di fatto che in italia non ci siano soldi per fare le cose in modo professionale.
Mi vuoi forse dire di no hank, negando l’evidenza?
ehi, io almeno ci ho provato.
colgo l’occasione per salutare il barone inkiostro e tutti quelli che mi conoscono.
Scusa Matteo, ma no, non è colpa nostra. Noi siamo esattamente quelli che vanno ai concerti, comprano le magliette dei gruppi, comprano i dischi, comprano i giornali.
Non facciamo abbastanza? Forse no. Ma se non fosse per noi, la tua etichetta discografica avrebbe chiuso da un pezzo.
Il qualunquismo, i predicozzi e l’esterofilia da due soldi lasciamola agli altri, per favore.
Non ho letto tutta la sequela infinita di interventi, tanto ho capito il tono.
Classico esempio di pressapochismo che ci meritiamo, è colpa nostra. Il fatto che in Italia non ci siano figure professionali a sufficienza per supplire alle necessità di una rivista dipende dal fatto che NON GIRANO SOLDI.
Sento ogni giorno una infinità di persone che si lamentano della scena indie italiana, dei pochi soldi nei locali, pochi dishci venduti, poca promozione, troppi sbattimenti, ecc.
Bene, rendiamoci conto che la scena indie italiana è composta anzi gremita di dopolavoristi che, armati di passione e volontà, partecipano attivamente al fermento musicale scrivendo articoli, organizzando eventi, suonando ecc. Ma nel 90% dei casi viene fatto per la gloria o per farsi figo con gli amici.
Finchè i cazzo di indie non decideranno di sborsare qualche soldo (cosa che fanno regolarmente e senza batter ciglio per abiti, libri, cinema ecc) non saremo tenuti a lamentarsi.
Conosco gente che si crede stocazzo e che si lamenta di continuo della situazione. Poi quando si paga 5 euro per un concerto non si entra o si compra 1 cd a 10€ ogni 2 anni.
Come la mettiamo?
Non è discorso di farci dei bei soldoni, ma di permettere a tutto il meccanismo di funzionare da solo, fornendo occupazioni pagate e quindi professionalmente preparate a chi si occupa di musica.
Se così fosse non saremmo qui a parlare dello svarione capitato alla povera Sara. Che, per le ragioni di cui sopra, non ritengo responsabile.
Probabilmente la stessa non avrà beccato 1€ per sua recensione.
E’ quello che l’Italia ha da offrire.
Accontentiamoci o diamoci una mossa.
Mettiamo mano al portafogli e cominciamo a contribuire.
Oppure.
Stiamo ZITTI.
.matteo
Uh, e no, non mi ricordavo certo di Sara Poma per la band, quella l’ho scoperta appena ieri. Chissa’ per che cazzo era, ma giurerei che era un’altra polemicaccia di quelle che ai blog piacciono da morire…
…che poi si sa che le gare di “PRIMO!” le vinco comunque io.
E comunque a conclusione del tutto mi pare che ci sia un’unica vera grave osservazione, che ripeto: o la Warner paga una vagonata di soldi per un produttore che non e’ in grado di far suonare il disco dei DCFC diverso da due crucchi in camera loro, oppure bisogna davvero smettere di ascoltare i cd dagli altoparlanti del laptop.
Lo ammetto, non ho ascoltato nessuno dei due, ma minchia… volete dirmi Velveteen nuovi Nigel Godrich (uno a caso)?
PRIMO!
beh ora però insomma. il fatto che Rumore (e tutti gli altri, dai) faccia a gara per arrivar primo, come ha scritto Elena, mi sembra piuttosto normale -nel senso che insomma, a luglio il disco dei death cab for cutie sarà -giornalisticamente/artisticamente parlando- merda secca, specie se Blow Up è arrivato a giugno a dire che è un capolavoro. poniamo il massimo caso possibile, mettiamoli entrambi in copertina. il mucchio ha la cover a giugno e rumore a luglio… insomma, chi cazzo lo compra rumore con la cover del mucchio il mese prima? non so. così come il disco del mese segue una logica ferrea di tempestività che non è per nulla giornalistica ma molto ha a che fare con l’aspetto promozionale, cosa che ad una rivista di musica bene o male fa molto più bene pensare che al discorso scoop VS castroneria.
così insomma, se ce la vogliam prendere col fatto che i dischi sono sopravvalutati e nel 93% dei casi dovrebbero essere rimandati affanculo al mittente con scritto sopra NON CI OCCUPIAMO DI MUSICA DEL CAZZO a me va benissimo e firmo il vs. appello, ma non penso si stia parlando del rating. la maggior parte di noi aveva un fake in mano e ne ha parlato -anche bene- in posti pubblici; son cantonate che si posson prendere, non chiamerei in causa l’integrità di una rivista. è una rivista, che c’entra l’integrità?
Kekko (senza quella stracazzo di Z alla fine)
Non sono un grande esperto musicale (ciononostante, le differenze tra i due mi paiono piuttosto evidenti..), ma forse conosco un po’ meglio il mondo dell’editoria e delle riviste, nonché i personaggi che a volte vi stanno dietro.
È per questo che mi sento di sostenere che l’errore è stato grosso e trovo sia giustissimo che venga pagato.
Occorre prendersela, come dice #27, primariamente con il giornale e con il direttore, o meglio con il caporedattore (che probabilmente, se ha instaurato un rapporto di fiducia con il direttore, non viene neanche così tanto “controllato”, e direi giustamente), e ancora di più con tutta la politica che sta a monte, e per la quale, magari, si è data la possibilità a qualcuno di fare certe boiate.
Velocità, arrivare primi, fretta, foga… e magari un budget che però fa prediligere qualcuno che si accontenta di un compenso più basso fregando altri più capaci e dotati di quel “minimo di professionalità richiesta” che, come dice giustamente Kekkoz, dovrebbe portare primariamente il redattore/redattrice a svolgere determinati controlli.
Io però una cosa mi sento di dirla.Non credo che una cosa del genere potesse capitare anche su “Mucchio e Blow Up”, non perché credo siano meglio di Rumore, ma semplicemente perché noto un’attenzione maggiore ed un coordinamento di redazione sicuramente più funzionante.
Su Rumore capita spessissimo di trovare due recensioni diverse dello stesso disco. e spesso con voti contrastanti. Una dimenticanza troppo reiterata.
Questa volta sono incappati nella magagna delle magagne. E qui sono d’accordo con il BDD: l’argomento su cui riflettere è un altro. Lo spazio dato ad un disco mediocre (anche io ero caduto nel fake, ma lo trovavo bruttino) solo perché si pensa possa appartenere ai DCFC.
Cioè, io non credo che il disco del mese si scelga così, a caso. Non penso che Sara Poma si sia svegliata un giorno dicendo “faccio la rece da una pagina e morta lì”.
Quella scelta è stata ponderata da una redazione che a questo punto deve aver molto apprezzato il disco dei Velveteen.
Oppure: un redattore di Rumore ha ascoltato il disco in warner (con i tempi puo essere) l’ha apprezzato molto, ha proposto il disco del mese ed in un secondo momento hanno deciso di assegnare la recensione alla Poma.
Insomma: l’erroraccio – brutto- è chiaramente a monte.
http://www.indiessolvenza.blogspot.com
(e il disco vero dei death cab alla fine è una mezza cagatina. ecco)
[splinder mi si è mangiato una piccola precisazione rispetto a quanto precedentemente detto.. magari mentre posto questa qui riappare, chissà. comunque, era solo per dire che sul sito di audioglobe compaiono due date di uscita della ritampa dei mogwai, 30 giugno e 2 giugno; quindi, in quel caso, visto che non mi è chiara la data di uscita ufficiale, ritratto l’esempio :)]
[a proposito di errori, eccomi subito con una rettifica: stando al sito di audioglobe, mogwai young team esce il 30 giugno, ma anche il 2 giugno. in sostanza, appaiono due date di uscita, quindi non so. per i black lips, comunque, il disco era di sicuro scaricato :) ]
una cosa veloce: l’errore c’è stato, e grosso. non è stata solo un’ingenuità da parte dell’autrice della recensione e della redazione, ma qualcosa di più.
ciò detto, non facciamoci prendere anche questa volta dalla sindrome “in rainbows”. l’errore è contingente, paragonabile a recensire un 7″ di post-rock ascoltandolo a 33 invece che a 45 giri. non è che per forza qualsiasi cosa che riguarda internet debba essere commentata come se fosse un precedente fondamentale o un evento groundbreaking. insomma, uno sbaglio non è un fenomeno..
Paso
solo un piccolo appunto, che non vuole esaurire gli spunti dell’argomento..
dal mio punto di vista, il grosso, grosso problema di rumore è che fin troppo spesso recensisce dischi di cui non ha affatto i promo (o equivalenti), ma che sono stati evidentemente scaricati: e questo perché tali promo vengono mandati ai giornalisti/alle redazioni addirittura *dopo* che la loro recensione su rumore è già in edicola – visto che, per i più svariati motivi, in italia certi dischi escono più tardi che negli usa o in inghilterra e così via. per fare giusto due esempi: il disco dei black lips, recensito su rumore di ottobre 2007, uscito nei negozi italiani (e recensito sulle altre riviste) a inizio 2008: o, nello stesso numero dello *scandalo* (…) dcfc, la recensione della ristampa di mogwai young team, che esce solo il 30 giugno – cioè un mese dopo rispetto al giornale.
ora, questo può sembrare entrarci poco, e invece no.
il punto è che su rumore sembrano davvero avere la smania di arrivare primi, come se ci fosse un qualche merito particolare nel recensire dischi scaricandoli da soulseek o mininova o emule per uscire un mese prima degli altri – cosa alquanto scorretta, secondo me, e che, peraltro, probabilmente fa incazzare i distributori. poi però succede anche – e ci è andata di mezzo sara poma, ma appunto poteva capitare a chiunque altro, cosa che rende molto triste ai miei occhi bersagliarla di sfottò e cattiverie, nome e cognome + insulti ovunque, come se fosse una sorta di idiota subumana – succede anche, dicevo, che una volta finisci per scaricare il disco sbagliato, e ci rimedi una figura di merda. ma il problema non è la recensione del fake *in sé*; è l’approccio, il metodo di lavoro, la filosofia che sta sotto all’errore. per cui, dal mio punto di vista, la figura di merda è una *benedizione*; ma prendetevela col giornale e col direttore, con un certo modo di fare ‘giornalismo musicale’, non con la sfigata di turno che è diventata suo malgrado la protagonista della vicenda.
e.
Vedo dal suo Myspace che Sara Poma suona col suo progetto Emily Plays ( http://www.myspace.com/emiliplays : notare il curioso refuso nel nome del MySpace) stasera al Sagapò di Milano. Chi è che ci va e prova a chiederle qualcosa del fattaccio?
#20 indovinate quale blasonata rivista musicale riportò (un mese dopo) nella rubrica dei live il bill fasullo? :)
è impossibile che sia Rumore perché il Traffic lo organizza Alberto Campo.
@valido, #7 , sulle tracce di sara poma
http://www.myspace.com/emiliplays
giampiero
http://twitter.com/SaraPoma
sara quel che sara, ma se ha commesso un delitto, via, Poma!
icefake
Intanto mentre cercavo altre info sul caso, ho visto che sono uscite delle magliette ad hoc:
http://sarapoma.blogspot.com/
Anche io fregato dal fake, che però non mi era piaciuto ed era rimasto fermo al primo ascolto e un po’… tentiamo con quelli veri, stavo per non comprarglielo su errate supposizioni, sto CD :D
_ mich
l’anno scorso, in vena di scherzi, un allora piuttosto letto blog musicale pubblicò – in data 1 aprile – una locandina fasulla per l’edizione 2007 del traffic festival di torino.
nella locandina si annunciava la partecipazione di WHITE STRIPES, POLICE, AIR. si trattava di uno scherzo abbastanza semplice (la locandina la feci io in 20 minuti), eppure ci cascarono in parecchi. a tal proposito, indovinate quale blasonata rivista musicale riportò (un mese dopo) nella rubrica dei live il bill fasullo? :)
x.
secondo me è tutta colpa di Villalobos in copertina (ORA?): quello ha messo le droghe nella macchinetta del caffé della redazione. Come spiegarsi altrimenti anche quella tonalità di giallo?
kekko scrive molto di vero ed è clamoroso che due dischi mediocri piacciano a prescindere:)
Anche kekkoz parla bene. Insomma, su certi dischi un controllino superiore (viste pure le voci in giro) è opportuno.
La cosa più importante però è un’altra: tutti vi aspettavate una roba del genere per i Mogwai, che tanto tutti copiano tutti, fra crescendo ed emozionalità. Invece è capitato con i DCFC. Giustizia è fatta:)
delso
Da punto di vista più squisitamente musicale, poi, c’è anche forse da riflettere (al di là della questione sull’hype e sul pre-giudizio positivo generalizzato sui DCFC) su quanto facile sia diventato “clonare” un gruppo famoso sia sui suoni che sulla voce e fregare tutti. Un po’ grazie alla tecnologia di produzione, oggi più alla portata di (quasi) tutti, un po’ perché probabilmente molti gruppi che vanno di moda oggi, rispetto al passato, suonano e cantano un po’ troppo tutti simili tra loro.
Per me idem come kekkoZ, l’ho sgamato (solo?) grazie all’abitudine nerd di consultare la pagina di wikipedia quando ascolto dischi nuovi.
Penso anch’io che a un certo punto bisogna pur smettere di infierire sulla singola redattrice, che sarà già comunque ricordata a lungo per l’episodio. Per quanto riguarda la rivista nel complesso, invece, la sua credibilità ne esce malissimo: proprio perché il disco era stato scelto come disco del mese, e non si trattava di una recensione (sottopagata, frettolosa, fortunosa, come volete) tra le tante. Il velocissimo controllo incrociato sul web non solo non l’ha fatto la giornalista, ma non l’ha fatto nessun altro. Sarei proprio curioso di vedere come affronterà l’argomento la rivista nel prossimo numero. Anche se non inizierò certo a comprarla spinto da questa curiosità, ovviamente.
OT a parte, persino su Wikipedia i leak “veri” sono segnalati con una certa esattezza, e spesso e volentieri – come in questo caso, dal principio – anche la presenza di fake clamorosi.
Proprio grazie a Wikipedia (che non è mica una roba di nicchia, eh) non incappai nel trucchetto: ma effettivamente stavo già alla traccia 3 e non li avrei mai stanati da solo. Quindi, se anch’io per 10 minuti ho infierito mandando via mail fotomontaggi scemi su questo magistrale FAIL, quanto infierite, povera crista, emmobbasta.
Però quello che voglio dire è: se stai recensendo un disco che hai scaricato, e lo stai facendo per una rivista come Rumore, non dico fare un doppio controllo incrociato, ma almeno la pagina di Wikipedia del disco la puoi aprire. Credo che sia il minimo di professionalità richiesta, sotto la quale c’è il solito pilota automatico, il motivo per il quale molti di noi han smesso di leggere le riviste musicali.
La stessa cosa vale per il cinema: uguale. E prima o poi capiterà pure a loro.
(as usual, il #14 non sono io)
francamente io la metà dei dischi che recensisco li ho ascoltati da fonti diverse del CD originale. naturalmente non è la stessa cosa essere una vacca da webzine/blog ed essere un “giornalista”, ma suppongo che i tempi siano abbastanza stretti da giustificare sia questo genere di stratagemmi sia gli sfottò del pubblico lettore quando il giornalista prende una cantonata. magari hai la recensione bella e pronta da prima, magari no. al di là del fatto che non è detto che in questo genere di ambiti le cose non cambino dopo un episodio del genere, io per esempio lo vedrei come il chiaro e definitivo segnale che la preferenza di chicchessia per death cab for cutie è tanto pregiudizievole che quasi nessuno ha sgamato il fake e l’ha continuato ad ascoltare :) e di seguito, un buon caso negativland-oriented. e tutte quelle cose. non so, intanto i death cab for cutie mi hanno interessato per un pomeriggio intero. par poco? :)
Kekko
Hai scritto “inchiostro”, con il “ch”.
Fa un certo effetto.
in effetti, come prova di colpevolezza, il fatto che sia stato scelto come disco del mese, e quindi presumo che in redazione sia stato quantomeno discusso, e soprattutto il fatto che era da un bel po’ (minimo un mese e mezzo) che girava la notizia che il disco dei DCFC fosse un fake, avrebbe dovuto far scattare la lampadina a qualcuno. qualcuno che ad esempio lavora in una delle principali riviste del settore. purtroppo è, soprattutto, segno di superficialità e di pressapochismo.
Velveteen al Covo subito. Vado sotto al palco, canto tutte le canzoni a memoria a squarciagola, urlo “ti amo” e svengo.
Condivisibile il tono moderato di Inkiostro, in fondo anche i quotidiani “seri” ogni giorno sono pieni di “notizie che non lo erano” (vedi l’omonima rubrica di Sofri).
Eppure il fatto che girasse un fake era noto da un pezzo, soprattutto negli stessi canali attraverso cui entrambi i dischi erano reperibili. Ci sarebbe stato tutto il tempo per documentarsi, specie se non si aveva in mano un promo ufficiale.
Se leggessi Rumore nel prossimo non vorrei tanto “l’approfondimento della questione” o la difesa d’ufficio da parte dei colleghi, forse sarebbe più interessante sapere perché si è deciso di selezionare un “disco del mese” su base tanto precaria. Magari ne uscirebbe anche un buon argomento in difesa del lavoro redazionale, del tipo “decidiamo noi, non in base a quello che ci mandano le case discografiche” ecc.
ciao,
e.
Cosa vuol dire “avere la dignità di farsi da parte”? Dovrebbero chiudere? Non scherziamo. E poi a me il disco dei Velveteen (anch’io avevo il fake, e l’ho scoperto non più di 2 o 3 settimane fa) piace. Forse non sarà da disco del mese, ma questa è solo la mia opinione. Se Rumore l’ha messo disco del mese almeno il caporedattore l’avrà ascoltato, spero. Si vede che gli piace.
il problema non è tanto essere incappati nel fake, purtroppo c’è molto di peggio. lo scandalo vero è nel prendere sul serio un disco del tutto insignificante, spararlo come disco del mese, dargli un voto che è il doppio di quanto si merita, e applicargli tutte le frasi fatte del caso. solo perchè credi che siano stati i dcfc a farlo, e non degli anonimi cialtroni. questa è la dimostrazione pratica che chi scrive certe cose o è tragicamente incompetente o è in malafede, anche se poi ci se ne accorge solo quando ha la sfiga di inciampare sulla buccia di banana rivelatrice. per questo non ce la si può cavare dicendo “fanno tutti così”, mi spiace (anche perchè non è vero). nè il direttore di una rivista piuttosto blasonata può ammettere di non leggere nemmeno la sua recensione del mese: per coerenza, a rumore il mese prossimo dovrebbero mettere i velveteen in copertina. oppure avere la dignità di farsi da parte.
bdd
1) ma anche ‘sti Velveteen avevano un budget di produzione stratosferico, o bisogna licenziare il sound engineer della Warner? O e’ sufficiente smettere di ascoltare musica dalle casse del laptop?
2) non mi do’ pace finche’ non scopro per quale altro scandalo Rumoristico era rimasta invischiata Sara Poma in passato. E’ un nome che ho gia’ sentito, ed e’ mooolto difficile che io ricordi il nome di un giornalista a meno che non l’ho conosciuto di persona. Qualcuno ha indizi?…
Anonimo #4, purtroppo in questo caso la questione è un po’ più complessa di così:
– la competenza musicale c’entra poco, perchè il fake è DAVVERO un potenziale disco dei Death Cab for Cutie, la voce del cantante è identica a quella di Gibbard, lo stile di scrittura simile e gli arrangiamenti pure. Infatti ci siamo cascati quasi tutti, anche i grandi fan della band.
– chi scrive su un giornale ha delle responsabilità professionali in più rispetto ai semplici appassionati / blogger / ecc, siamo d’accordo. C’è anche da dire che – in particolar modo in questo paese – il ruolo del recensore di dischi è spesso considerato poco più di un’attività amatoriale dai giornali e dai giornalisti stessi. Conosco di persona parecchi giornalisti musicali (se ve lo steste chiedendo: no, Sara Poma non la conosco) e so per certo che in quasi tutti i giornali le recensioni non sono pagate, e hanno a disposizione talmente poco spazio che al loro interno è impossibile fare un discorso anche solo minimamente argomentato.
[io infatti le abolirei, come dicevo una volta]
In condizioni simili -quasi- chiunque poteva sbagliare.
[non voglio fare di tutta l’erba un fascio, eh: ci sono delle differenze tra giornale e giornale. Ma la tendenza è quella, e sono abbastanza sicuro che poteva capitare anche su Il Mucchio, o Blow Up]
_Gianluca #5: non vedo cosa c’entri quella storia (peraltro vecchia e a suo tempo chiarita dall’autore stesso), qui nessuno attacca nessuno. Anzi, semmai lo difende. :)
ma sbaglio o qualche blogger tempo fa fu massacrato per un attacco a rumore (e se non sbaglio tu eri tra quelli)?
Gianluca
Non sono completamente d’accordo ink. Oggi si scarica tutti, chi è del settore e chi no. E può di certo-in potenza-capitare a tutti una simile figura di merda. Ma nego che lo stesso errore valga per tutti.E quindi a tutti non dovrebbe capitare. Se scrivi sul tuo blog e fai una cazzata è una cosa. Se scrivi su rumore (o blow up o ecc.ecc.) è altro. Dovresti avere la competenza per distinguere, intanto. Ma lasciamo pure stare questo discorso, che dovrebbe contare molto ma credo ormai conti poco o nulla nell’omologazione totale. Il problema vero è che se recensisci dischi su una delle principali riviste musicali (piaccia o meno rumore la è, anche se io non la leggo da anni) non puoi commettere errori di questo tipo, competenza o meno, omologazione totale o meno.
Passino blog, webzine, forum, twitter et similia. Ma se fai la giornalista musicale su una rivista come Rumore no. Sarai bravissima in mille cose, ma in quello no. Ed il nome (il tuo), nel caso, conta. Conta per il ruolo che ricopri. Se la cosa mi fosse stata detta dal mio amico impiegato in banca non conta. Ma per te no, perchè nessuno ti obbliga a scrivere di musica su rumore. Se lo fai, dato che la gente paga per comprare il mensile, avrai pure qualche responsabilità in più rispetto agli altri…(sempre escludendo il fatto che tu, come presunta esperta del settore, dovresti avere la stracitata competenza)
Con tutta la solidarietà possibile, ma forse non devi fare quel mestiere.Perchè se lo fai tu, può farlo chiunque.Oppure fallo, ma siamo alla svalutazione massima della critica musicale.
Ed è qui che si arriva al nocciolo: come dici ormai si scarica tutti. E tutti possono (potrebbero) sbagliare. Ma se esistono (o vogliono ancora esistere) dei punti di riferimento per gli ascoltatori(nel caso si parla di riviste), chi lavora in quegli ambiti deve avere una competenza reale e non fittizia.
E non si parla di gusti, occhio lungo o “wow, abbiamo anticipato tutti sugli XXXYYX”. Si tratta di saper dire di chi sia un disco, di come suoni, di cosa ricordi e quali impressioni lasci. Sarebbe pure semplice, avendo un briciolo di competenza. Ma quando si sbaglia già dall’autore, permettimi, le giustificazioni si fottono da sole. E che il mondo vada così è opinabile. O meglio va così, ma qualcuno può ancora andare al contrario. Non leggere le Poma e cercare competenza.
Pubblica ammenda, anch’io a inizio maggio passai in radio un pezzo di questi tedeschi spacciandolo per il vero DCFC.
Noooooo!!! Anch’io ho il fake, e lo scopro adesso!!! Tra l’altro a me piace anche parecchio, ci sono alcune canzoni (come la finta No sunlight o la finta Pity and fear) davvero belle… Ora mi procuro il disco vero. Ma temo già la delusione…
‘sti tedeschi sono stati dei geni.
ci sono cascata anch’io e dopo 5-6 ascolti ho mollato il disco dicendo “carino, ma un po’ moscio”.
e però questa cosa la dice davvero lunga sull’attenzione che dedichiamo ai nostri ascolti. e dire che ci diciamo appassionati.
forse dovrei smettere di ascoltare musica nell’orario di lavoro. forse dovrei smettere di ascoltare musica mentre faccio altro, come facevo in quei tempi lontani in cui il supporto era tangibile e i gruppi pubblicavano i testi delle canzoni.
non credo ci sia via d’uscita, poveri noi.
ncp