(la cultura indie e i danni del precariato in trentun punti)
1. L’ultima volta che qualcuno mi ha proposto di fare qualcosa di indie io gli ho risposto “vorrei, ma ho una valanga di porno con amputazioni da riavvolgere”.
2. Provo quindi un certo disagio di fronte all’invito del padrone di casa. Ma devo andare dove sono invitata, altrimenti non andrò più da nessuna parte. E non vogliamo che questo succeda.
3. Se state leggendo il blog del ragazzo Inkiostro, esiste una forte possibilità che voi siate, sarete o siate state Persone Indie.
4. Se siete Persone Indie, abbiamo poco da dirci. Spiacente. Questa casa non è mia.
5. Non è tanto questione di gusti musicali. È solo sfacciata allegria se alla domanda “ehi, per caso hai sentito l’ultimo di…” io taglio corto con un “sprechi il tuo tempo, straniero, io ascolto solo Rufus Wainwright e i Warrant”. Non sono così chiusa di mente. A casa ho ancora tutti i dischi dei Pavement. Seminascosti da una catasta di cartonati di Tony Stark, però devo averceli, quei cari piccoletti.
6. Il problema dell’indie – cioè, il problema più immediatamente evidente dell’indie – sta nel suo essere una cultura da a) maschi: b) eterosessuali; e c) bianchi, categorie che prese singolarmente potrebbero non essere inadatte alla vita su tutta la linea ma insieme vanno a formare un triple threat con cui non ho nulla in comune, anzi, che per quanto riguarda le Arti e Intrattenimento vorrei vedere confinato alla consegna di orange mocha frappuccini negli uffici per la prossima trentina d’anni.
7. Dopo di che, lo sappiamo, o saremo già arrivati all’implosione e avremo avviato una nuova società usando le perline dei villaggi vacanze al posto dei soldi, oppure se ne potrà riparlare. Con calma e per piacere. Del vostro reinserimento, intendo.
8. Prendiamo ad esempio (uno tra i tanti) Californication, serie culto del padrone di casa [che al suo ritorno, direte voi, si pentirà di avermi dato la password? Oh, sì.], la serie wannabe zeitgeist che una Persona Indie non può non seguire, tanta è la precisione con cui inchioda i feticci e i solletichi indie sotto una patina masochisticamente, falsamente scorrevole.
9. Di fronte a Californication, mentre la Persona Indie Femmina alza gli occhi al cielo e sopporta per inspiegabile attaccamento al tetto coniugale, la Persona Indie Per Definizione (Maschio) pigola “oh, vorrei tanto essere anch’io così”.
10. Vediamo se ho capito: tu vorresti essere un depressivo col blocco dello scrittore che caragna dietro all’ex moglie. Quindi consideri “frustrazione” e “impotenza” stati d’animo altamente desiderabili. Hanno fatto bene i tuoi genitori a farti studiare.
11. Non puoi desiderare di essere Iron Man come tutte le persone sane di mente?
12. Wolverine è gay, quindi non ci provo nemmeno, a proportelo come role model praticabile. Lo so che di fronte all’elemento omosessuale invocheresti la Twinkie defense. L’indie è una frangia omofoba e misoginissima, con lo svantaggio, rispetto al picchiatore/piromane medio, di mentire a se stesso e agli altri dipingendosi come equo solidale e tollerante.
13. Tra parentesi, il fatto che Wolverine sia gay riempie di orgoglio quella certa altra frangia socio-etno-antropologica a cui appartengo, una frangia che, là dove la Vita decida di impartirle un sonoro schiaffo a dorso mano, prova conforto e sempre nuova meraviglia nel dire “… ma ti rendi conto? Wolverine è uno di noi”.
14. La stessa frangia che, pur comprendendo razionalmente le chiavi simboliche dietro all’arcobaleno come simbolo-ombrello di molti orientamenti sessuali, se avesse potuto dire la sua avrebbe preferito, che ne so, una bandiera a teschi e tibie, oppure trecento miglia di vegetazione tumultuosa.
14.b (Di solito di questo passo si finisce a invocare un mondo in cui la riproduzione avviene tramite spore. Stavolta NON andrà così. Non siamo indie, noialtri.)
15. Il vero motivo per cui sono estranea all’indie – anzi, il motivo per cui non sono mai stata e non sarò mai indie, anche se i miei consumi culturali a tratti possono sovrapporsi ai vostri – è che non sopporto il dilettantismo.
16. Ad esempio.
17. Una persona indie spenderà più volte all’anno soldi e/o energia in film che trattano di relazioni amorose non consumate.
18. Lo farà perché la sua, di vita sentimentale, è florida? No. Perché desidera rispecchiare la propria sfortuna in quella di un personaggio fittizio? Nemmeno. Lo farà perché il film con l’amore non consumato è un film “piccolo e personale”.
19. La Persona Indie non vi dirà che “piccolo e personale” significa stiracchiato, molto mal scritto, montato alla il tassametro gira e girato con delle zoomate da video di un matrimonio.
20. Sto parlando con te, Once.
21. Sul serio. Di fronte a Once mi sono chiesta se alcune persone che nonostante tutto a tratti stimo fossero state sostituite, Quella Magica Tumida Sera In Cui Videro Once, da un branco di bot programmati su “pianto un casino, capito niente, piaciuto tanto”.
22. Il dilettantismo, in un’ottica da persona indie, rappresenta un di più: guarda come gira male, senti come suona male,
23. Non solo Rosario Dawson è molto più bona di Marketa Irglova, ma Marketa Irglova sembra mia nonna. E ha undici anni meno di me. Ouch.
24. Chi ha fatto le elementari negli anni Ottanta avrà anche vissuto al centro degli ultimi strascichi di guerra fredda, e avrà probabilmente percepito i primi pizzichi sessuali di fronte a cose quali il video di Personal Jesus sbattuto in piena tv dei ragazzi, ma potrà sempre dire di avere afferrato il senso della frase “il destino è una terra straniera” guardando Il Buio Si Avvicina, mica robe da donnicciole.
25. Perciò quando vi guardo – da distanza di sicurezza, ché tutti sanno quanto l’indie sia médusant – io mi sento come Ivan Danko che arriva in albergo, accende la tv, ci trova un film porno e scuote la testa borbottando “… capitalismo”.
26. Ecco. L’indie è il figlio più perverso del neo-liberismo.
27. Un contesto in cui la povertà complessiva (di mezzi, di risorse, di scambi fruttuosi) non porta al famigerato “ripiegamento sul privato” – nel senso del pensiero debole mucciniano – ma alla nascita di uno spirito di rinuncia progressiva e autoinflitta: diamo per scontato che il pubblico e il collettivo facciano schifo, perciò inseguiamo Lo Schifo anche nel nostro tempo libero, alla ricerca di qualcosa che sia sempre più marginale, perdente e vacuo. Non è soltanto La Merce a essere insoddisfacente per definizione: adesso lo è anche l’Alternativa alla Merce.
28. A scrivere queste cose in questo momento si rischia di essere taggati come postfascisti.
29. Come se invocare una maggiore risolutezza significasse impugnare la vis martialis come unico parametro di riferimento possibile. Come se “forza” e “decoro” significassero “bieco cinismo per cuori di pietra”.
30. La cosa grave – la cosa profondamente e, temo, irrimediabilmente grave – è il fraintendimento tra labour of love e dilettantismo di quinto livello, tra impegnarsi in qualcosa e portare tutto avanti come viene, che tanto la micro-coda lunga di una nicchia di mercato apprezzerà lo stesso qualcosa di “oscuro” e “scadente”, fosse giusto in nome del poterci piantare la bandierina del PRIMO!.
31. Che poi, se l’energia anche solo di alcune migliaia di persone ogni giorno fosse impegnata a escogitare nuovi modi per scagliarsi giù dai dirupi dentro un carrello del supermercato anziché a farsi malinconiche pugnette su Regina Spektor, il mondo sarebbe già di default un posto molto migliore.
[Violetta Bellocchio ha combattuto per il Sud. E ha perso. Oggi fa la sirena al luna park "L’approdo", in località Valdicastello. La si può occasionalmente trovare qui.]
stesso motivo del DottorCarlo, stesso percorso.. mi sa stessa generazione o quasi…
Eazye
Per farla breve: in uno degli ultimi numeri c’e’ una vignetta in cui Wolverine ascolta Laura Marling
nel fumetto non succede nulla di questo tipo. Assolutamente.
Pura speculazione, come dire “James Murphy scrive le canzoni mentre pensa a Master of Puppets dei Metallica”
Mha, così, perché sono un vecchio lettore degli X-Men e non mi pareva … (ma in realtà ho smesso da anni, perché a un certo punto mi ero rotto, quando le testate mutanti erano diventate 5 o 6. Per cui sarei anche curioso di sapere se nel fumetto succede qualcosa a questo proposito. In realtà è segretamente innamorato del vecchio rivale Ciclope?)
Fuck a iron man, iron man l’hanno visto i metallari, i veri indie aspettano ironic man.
@ 39: babe, dici così solo perché poi provi piacere a lamentarti dell’Uomo Ferro (e perché non ti sei mai per tua fortuna trovato a divorare galassie di zoomate ed equivalenti, che praticamente *nascono* con addosso l’etichetta “amatemi, faccio pietà”: certi consumi sono davvero l’equivalente giovane del borsettismo equo e solidale).
@ tutti quanti: l’equazione
“Wolverine = diversamente sessuale” non deriva certo da pettegolezzi di bassa lega sul conto dell’attore che l’ha interpretato su grande schermo. Ma perché vi state incaponendo proprio su quello?
PRIMO! a replicare al commento #39. No, nient’altro da dire, ma che i posteri lo sappiano.
Eh, però resta pur sempre una bella contrapposizione tra il mare di roba alternativa (di livello spesso discutibile, hai ragione su questo) e le “solite cose” che l’industria impacchetta e propone per il minimo comune denominatore.
Se senti piersilvio ti dice che la gente vuole il grande fratello e gli amici di maria, se senti la gente ti dicono che l’hanno visto perchè quello c’era in prima serata.
A parte questo esempio stupido, secondo me il problema non sta nella coda lunga, a me potrebbe pure piacere la zoomata da filmino, il problema vero sta in quel metterci la bandierina del PRIMO! come hai detto te, il problema sta nel predicarne nei blog, nello spompinarsi a vicenda e nel trarre soddisfazione.
O, anche, nel lamentarsi di tutto ciò, sempre su un blog :-)
ah vedi che allora non sono solo io!!!
Va be’ la provocazione… Ma Logan rikkione proprio non mi va giù…
Eazye
(Però quella su Wolverine gay non l’ho capita… forse Hugh Jackman? non sono granché informato su queste cose..)
#32, non mi pare che questo sia uno spreco di tempo; trovo che nella disamina (se vogliamo chiamarla così) vi siano degli interessanti spunti sociologici (nello stile tutto particolare di Violetta).
Poi riguardo la musica non mi azzardo, ma mi sa che non si voleva parlare di quello, nello specifico.
(Spero di non essere del tutto fuori strada.)
But you did reblog part of a comment, sugah.
This is me not intervening.
ecco ora la discussione è sui giusti binari e strumenti! finalmente!
2 left feetz
se sghignazzo mentre leggo questo post, sono indie oppure no?
cmq, dato che
1) l’indie non esiste, mentre
2) sprecare tempo su cose che non esistono è molto indie
…c’è un evidente paradosso. quindi indie è chi lo indie fa.
I punti erano 31, per cui come ho aperto chiudo (e vinco – di nuovo)
ma un bel W la Figa! per fare il 30esimo commento di un post in 30 punti?
Alfio Garozzo
Il pezzo è molto divertente, ma la contrapposizione “dilettantismo” / “forza e decoro” nella musica pop e rock di oggi non sta né in cielo né in terra. Con “dilettantismo” ti riferisci all’estetica lo-fi? Se è così, a me pare sia solo una delle componenti dell’indie rock.
ciao,
e.
secondo me sei mezzo ricchiò!
A.
sto’ a scherzà per carità…
Io vorrei essere Iron Man!
Rosario Dòson invece me pias minga.
Sarò quindi mezzo normale ebbàsta.
complimenti, bel post.
una finta polemica divertente e scritta con maestria.
se solo conoscessi almeno metà delle cose che hai citato mi divertirei ad abboccare all’amo… :)
@skywalker
io sto bene perché indosso care-free e questo mi ha aiutata a capire gli altri, te non so
daniela_elle
sempre meglio violetta.
l’affermazione #22 conferma la tua provocazione sui geek omofobi e picchiatori/piromani. :)
Si attendono pazienti e riconoscenti altre conferme. Dai, dai, dai, di più, ancora, ancora, sì sì sì sìììì.
beh ma ogni tanto uno spara minchiate random poi si mette in posa come a dire “l’ho detta io!!”
il resto viene da sè
o no?
Luke Skywalker
Oh che piacere leggere la Violetta…
però 3 “cosettine” 3….
Prima e fondamentale essere Indie é diventata una moda, ed io non ho ancora capito che cazzo vuol dire… (già nel concetto risulta essere un paradosso)
Seconda meno fondamentale, ma al limite del CAPITALE Wolverine é gay???? forse in your dreams (o piuttosto in quelli di certi fustacchioni) MA QUANDO MAI! Questa affermazione potrebbe valerti una scorta armata fino alla fine dei tuoi giorni per evitare l’orda di geek che vorrebbero piazzarti una bomba a casa per cotale eresia.
terza ed ultima sorprendente scoperta… Californication é Indie, ma perché mai? Magari piace al popolo indie… a me sembra finta alterna e ripetitiva… molto Cali-Style…
Eazye
Strepitoso pezzo Violetta, complimenti.
“Del resto, se volevo stare muta e appesa a un braccio altrui, mi mettevo con uno/a di voi.”
La verità.
Sei entrata però in un terreno dialettico insidiosissimo, perchè l’indie generalmente non ama discutere e discutersi.
Il tuo punto 12 effettivamente trova conferme in vari cineblog.
Il commento #13 è la fortunata conferma e la sintesi di tutto quanto hai detto.
Un abbraccio.
@ beh se proponessi una soluzione valida al tuo fastidio indie(non solo per te) oltre a danko i warrant e l’omosessualità.. si parla di preferenze quindi aria fritta, no? Tanto le bandiere non le porta più nessuno.. pesano le aste.
Bello; descrivi alcuni atteggiamenti e modi di fare e di essere che stigmatizzo da una decina di anni (ne ho quasi 34).
Il fatto che sono un po’ ritardatario non mi aveva mai fatto collegare tali caratteristiche a una (sub)cultura “indie”.
L’indie probabilmente è anche altre cose, ma mi fa piacere che qualcun altro pensi che ci vorrebbero un po’ di palle in più (se ho intuito il “senso profondo” del post).
Che non c’entra nulla con la sensibilità di una persona.
E che non c’entra una sega con neofascismi o similari.
“Implosione” culturale; giusto. Da aggiungere a quella sociale ed economica, direi.
ahi violetta, se solo avessi potuto leggere questo tuo commento dieci anni fa… ma forse è solo il solito patetico spleen da hangover
f
@ 14: Proprio non riuscite ad accettarlo, il fatto che a qualcuno non faccia schifo essere visto e sentito. Somiglierebbe troppo sinistramente a un’uscita dall’ombra. Con tutto quello che ne consegue: disponibilità a essere ridisegnato dallo sguardo degli altri, accettazione che quello che dici/fai possa non piacere, ridimensionamento dell’infinita permalosità della propria mente candida. Già.
Del resto, se volevo stare muta e appesa a un braccio altrui, mi mettevo con uno/a di voi. Ma chi nasce hoochie mama non muore suicide girl.
Indie o non-indie, col petrolio oltre i 250 $ al barile (entro 2009) saranno molti i luoghi dove sarà semplicemente impossibile ricaricare il proprio iPod. Anche l’ADSL diventerà un concetto di un passato lontano.
Preparatevi ad un mondo in cui la “riproduzione” della musica sarà semplicemente un concetto storiografico.
Altro che “indie”…
Vi dico questo dalla Costa Azzurra, da una terrazza sul mare che bolle terribilmente già a maggio.
medo
@ Toraz: Literal-mindedness kills everything.
Everything.
a dire il vero io ci trovo solo malcelata voglia di dire :”guardatemi!”
la persona indie in quanto persona indie non può che essere snob perchè ama le proprie cose che lo definiscono in quanto tale. Come
l’amante dei Warrant lo è se preso per ciò che lo si vuol autodefinire.. detto questo non vedo rivoluzionarie idee allo stato “indie” delle cose, e sì., preferisco i black kids ai warrant..non farmene una croce
L’uomo dai due piedi sinistri (firmatario anche del commento9)
PS: cmq sì nel tuo livore iconoclasta hai smosso qualcosa devo ancora capire che =)
Di californication deve esserle sfuggito il fatto che il tipo in questione gira in porscie e se ne scopa una più figa dell’altra ogni puntata…
“impotenza e frustrazione” già già
toraz
E chi parla di recupero?
(Farò un post sul fatto che lo scambio di battute “Danko.” / “Nato stanco!” in originale fosse “Danko.” / “You’re welcome!”)
Bel post, in cui emergono diverse verità.
Ma il recupero di modelli di cattivo gusto tardo 80s, come rock tamarro dei Warrant o lo Swarzenegger di Danko, non è un fenomeno molto in voga fra il popolo indie?
OX4
La Persona Indie è fighetta e snob.
.utente.
E’ verissimo.. puro indie.. quoto colas ..indi(e)
che ridere francesca!
davvero un bel post, ma in quanto indie (ovvero detentore dei 3 status ivi menzionati) ci rido sopra, e non mi fa pensare neanche un pò.
:)
d.
Santoddio, tutto ma una posa no. Io queste cose me le vivo sulla pelle ogni singolo giorno. Non a caso sono l’unica che ha capito Step Up.
(prossimo capitolo, “Dude, Where’s My Moral Compass: come pareggiare i conti con l’interezza della propria esistenza usando la forbice E’ Una Figata / Non E’ Una Figata”).
– violetta –
Questo post è una posa.
Ergo è un post indie.
Death to the false metal.
Eccheccazzo
:)
Però abbiamo almeno un parrucchiere in comune, credo.
TERZA!
(fa prima le corna metal, poi il gesto del surf, poi la stecca)
– Violetta –
Risolta questa formalita’ volevo dire che si’, c’e’ scritto “Warrant” e “Ivan Danko”, ma giuro che “Violetta Bellocchio” non e’ un mio pseudonimo
PRIMO!