Se esistesse un manuale del bravo blogger (esisterà, probabilmente), uno dei primi comandamenti reciterebbe che non si comincia mai un post scusandosi perchè si sta trascurando il blog. Ma quando si lavora da tre weekend di fila (quattro, contando anche un paio di pomeriggi a Pasqua), due volte si sono toccate le 12 ore nette lavorate al giorno, e sabato sera, per recuperare due giorni di malattia (di cui uno passato comunque a letto col portatile, da una parte un file XML e i colleghi su Skype e dall’altra una tazza di tachifludec), sabato sera dicevo si sono fatte le due a rispondere alle mail di clienti rompiballe e a portarsi avanti perchè durante l’orario di lavoro normale di tempo non ce ne sarà, preoccuparsi del galateo del bravo blogger (e proprio del blog, in generale) non è esattamente la più importante delle priorità. Del resto uno certe cose se le deve guadagnare, e quando tra una decina di giorni salirò su un certo aereo e vi farò ciao con la manina, capirò che ne è valsa la pena.
Nel mentre chiudo tutte le finestre (ne lascio aperta una per i risultati delle elezioni, così per scaramanzia; ma le dò mandato di non aggiornarsi prima delle cinque, chè gli exit poll abbiamo imparato a ignorarli, con gli anni), tengo aggiornata un’agenda mai così piena, ascolto musica cupa e ripetitiva e stringo i denti. Se tra qualche giorno ritrovano il mio cadavere stecchito davanti alla tastiera, ricordatemi così.
Tieni duro, mate.
Maria vaffanculo te e Berlusconi
…se il tuo aereo è diretto fuori dall’italia (sì oggi la scrivo minuscola) per i prossimi 5 anni, vengo con te…n.
Out of curiosity, che lavoro fai?
Carlito.
Ciao da Maria