Il titolo, In our bedroom after the war, è perfetto, e potrebbe stare tra gli esempi utili ad illustrare in un vocabolario la voce «indie-pop». Un paio di classici, mandati a memoria e lì per sempre incisi, li hanno scritti. La band ha repertorio e personalità, e porta in giro un live niente male. In più, sono canadesi, e la cosa non guasta mai. Perchè allora gli Stars stanno cominciando a diventarmi insopportabili?
Dev’essere perchè il loro ultimo disco è fastidiosamente deludente, con ogni probabilità. Un singolo trascinante (Take me to the riot), un paio di ballate pianistiche da manuale (Personal, a doppia voce, e la toccante-a-tavolino Barricade), come da manuale è il loro effetto spaccacuore, poi quasi più nulla. Ho tentato in tutti i modi di azzerare le aspettative (diventate enormi dopo che il precedente Set yourself on fire mi aveva fatto letteralmente secco – cfr. qui e qui) e di farmelo piacere, di ignorare la blanda inoffensività della maggior parte dei pezzi, la povertà di scrittura, la scarsa personalità, e di non pensare alla bellezza dei vecchi classici Your ex-lover is dead ed Elevator love letter, ma non c’è stato verso.
Può la sindrome del fan deluso -come quella dell’amante deluso- portare a sviluppare un’intolleranza del genere? O era predisposizione, e i vecchi dischi erano una miracolosa eccezione? Oppure -davvero- sono proprio gli Stars che stanno diventando oggettivamente insopportabili?
Ma soprattutto, c’è in giro qualcuno che la vede nello stesso modo, o devo preoccuparmi?
[Per tutti gli altri, intervista e altri due pezzi sul sito della Minnesota Public Radio]
Stars – Personal (live on The Current, nov 2007) (MP3)
Stars – Take me to the riot (live on The Current, nov 2007) (MP3)
http://quellochesentiamo.blogspot.com/2008/01/war-is-over-e-io-lho-persa-seconda.html recensione a Personal
Ragazzi, almeno due pezzi sono buoooooniiiiii, no?
Tranquillo pure a me fa cacare duro…set your self on fire mi aveva rapito ma quest’ultimo é veramente il vuoto spinto…robetta da cameretta, canzoncine fatte in 5 minuti, pianoforti( magari…diciamo orribili tastieroni di “reason”) ovunque..pochissimo spessore…e troppissimo miele…
Dariella.
Meno bello del precedente, ma comunque un buon album.
ha delle tastiere anni 80 che fanno cacare il cazzo
no, no. non capisci niente.
(è da una vita che volevo fare un commento così intelligente, critico e penetrante :P )
che sia inferiore al precedente Set… non è il punto, perché non è in discussione (purtroppo)
[sarebbe interessante sapere cosa ne pensiamo di heart, cmq]
sulla sindrome dell’amante tradito, la mia teoria, traballantissima, ma almeno ci provo, è che trattandosi di pop, quando il risultato è inferiore alle aspettative non riesce a camuffarsi dietro suoni prettamente indie che un po’ confondono; in questi casi la debacle appare luminosa in tutta la sua portata; penso ai phoenix: un loro pezzo migliore mi fa letteralmente impazzire; un pezzo dei peggiori, mi fa letteralmente cagare; questi estremi con altri generi non li tocco.
dario
Fossi in te un pochino mi preoccuperei… ma si sa, ogni storia d’amore ha degli alti e bassi.
condivido ogni singola parola
Oppure: può la sindorme dell’indiekid -quello del primo disco, quello che io c’ero quando suonavano nella mia soffitta- sviluppare un’intolleranza del genere? Ebbene sì, doc.
Per me trattasi di un disco molto bello (con una title track divina, la coda perfetta per un disco degli Stars), non ai livelli del precedente (ahimé indiekid sono pure io), ma deludente è dire.. come dire.. pretestuoso. ;)
D’accordo pure io, nonostante mi aspettassi molto peggio (ho aspettato l’uscita del cd e gia’ scontavo tutte le critiche negative).
Ma quanto a delusione, nulla ma proprio nulla e’ equiparabile all’ultimo interpol, che porelli ora stanno vivendo un backlash di popolartita’ (nel senso anglosassone del termine) simile a quello dei pearl jam dieci anni fa.
matte
completamente d’accordo.
disco del tutto deludente.
A me due-tre pezzi piacciono molto. Gli altri no. Luca.