Non ho mai avuto un rapporto facile con Joanna Newsom. Il suo primo disco, The milk-eyed mender, all’inizio mi sembrava una noia tremenda, con alcune buone canzoni funestate da testi insensati e da un cantato volutamente caricaturale; sono bastati un paio di mesi (e una nevicata prodigiosa sotto cui mi ritrovai per caso mentre lo ascoltavo) a farmi cambiare completamente idea, e a farmi innamorare del suo stile senza tempo. Il secondo disco Ys, con le sue lunghe e pretenziose cinque canzoni, barocco, rinascimentale e mastodontico come poche cose prima, ha fatto gridare al miracolo tutta la stampa, ma mi ha lasciato perplesso e poco convinto (per gli stessi motivi ottimamemnte spiegati da Marco su Kronic). Molto meglio il recente EP Joanna Newsom and the Ys street band, che la fotografa alle prese con un nuovo pezzo (Colleen) e con due classici riarriangiati in maniera assai più semplice più o meno dalla stessa formazione (violino, liuto, percussioni e ovviamente arpa) con cui è in tour già da un po’.
Ed è con la stessa formazione che sabato sera la meravigliosa venticinquenne californiana è salita sul palco del Bronson di Ravenna, per la seconda delle sue quattro date italiane, davanti a una platea attentissima (in buona parte accomodata su lussuose poltroncine di velluto) e decisamente adorante. E -guarda caso- di fronte allo smisurato talento della Newsom, alla nuova veste sonora data ai pezzi (che arricchisce quelli più semplici, semplifica quelli più barocchi, dona al tutto qualche sfumatura quasi celtica sorprendentemente piacevole e fa apprezzare ancor di più i vuoti al pari dei pieni), ogni perplessità pregressa è crollata, ed è stata sostituita da un’irrazionale, smisurata ammirazione.
Di quella che alla fine ti lascia senza parole, con un solo verso nella mente: And you are starry, starry, starry.
Joanna Newsom and the Ys street band – Colleen (Live @ Amsterdam – 12/09/07) (MP3)
Joanna Newsom and the Ys street band – The book of right-on (Live @ Amsterdam – 12/09/07) (MP3)
Joanna Newsom and the Ys street band – Clam, crab, cockle, cowrie (Live @ Amsterdam – 12/09/07) (MP3)
[Foto (questa e altre molto belle): Adele_amamiya]
tom dei the moore brothers mi ha confessato che joanna non è californiana ma di un paesino-ino-ino del nevada e che ,guardate un pò ,se ne và ben volentieri al burning man ogni anno a “devastarsi”!!
Di lei ho sempre solo sentito parlare, ma non ho mai ascoltato niente: qualche adepto desideroso di dare dritte a un curioso?!
grazie mille!
‘take-taxì
a me piace il verso che dice :
“never get too attached to a poem,
you forget the truths that luck lyricism”
bello..mi sarebbe piaciuto vederla!
gof
avrei voluto vederla, dato che aspettavo il suo tour da mesi, invece purtroppo me la perderò a milano, così come gli stars che suonano pure loro stasera, causa una convalescenza post-operazione.
io ho amato ys fin dal principio (giusto monkey & bear non mi convince del tutto), mentre il primo album l’ho scoperto dopo e lo sto iniziando ad apprezzare solo ora.
sinceramente ti invidio molto.
Su disco la ritenevo irritante, ma dopo averla vista a Torino sarei una bugiarda se dicessi che dal vivo non è brava. Respect!
io pensavo che mia sorella fosse l’unica al mondo ad ascoltare joahanna… accipicchia quanto sono ignorante!
“Ys Street Band” una genialata!
Gimme hope, Jo’anna
Hope, Jo’anna
Gimme hope, Jo’anna
‘Fore the morning come
Gimme hope, Jo’anna
Hope, Jo’anna
Hope before the morning come
la speranza è l’ultima a schiattare
possiamo allora dire che ‘lusso’ sarà la parola d’ordine per l’autunno-inverno indie?
è stato un concerto fantastico, uno dei migliori di sempre.
marta
secondo me il più bel concerto mai visto al bronson fino ad ora.
e te lo dice uno che li ha visti tutti.
ciao chris