Erano gli anni ’90, e i soft drink alcolici erano ancora all’alba del loro attuale periodo di gloria. Niente Bacardi Breezer, Smirnoff Ice o Havana Loco: il pioniere dei soft drink alcolici era una bevanda al gusto di limone chiamata Lemonhead, spuntata fuori più o meno dal nulla senza nessuna griffe a sponsorizzarla nè, probabilmente, consumatori pronti ad affezionarsene (a me però piaceva).
Dopo una manciata di anni (o di mesi) la Lemonhead è scomparsa, tanto che in rete è quasi impossibile trovare tracce che confermino che è davvero esistita.
Chissà se tornerà mai.
Erano gli anni ’90, e il grunge sconvolgeva le nostre brufolose adolescenze, raccontandoci storie in cui ritrovare il freddo della vita, e fornendoci camicione a scacchi di flanella per combatterlo. Più passavano i mesi, però, più scoprivamo che, andati i grandi nomi del genere, c’erano una serie di band che sposavano la lezione del grunge con il pop o il rock più classico; e scoprivamo che ci piacevano un sacco. Tra questi c’erano i Lemonheads, capitanati dal carismatico Evan Dando, il tipo di persona che cade sempre in piedi ed è in grado di tirare fuori sempre la canzone dolceamara che non ti aspetti.
Nel 2006 Evan Dando e soci (che -vabbè- sono cambiati nel mentre) sono tornati, pubblicando il primo disco a nome Lemonheads degli ultimi 10 anni. Un disco che promette e mantiene vigorose ballad chitarristiche tanto distanti dal grunge quanto dal nuovo mainstream alternativo (lo chiamano «indie», non so se l’avete mai sentito); un disco onesto che non sconvolge le coscienze, ma che contiene almeno una grande canzone, Become the enemy, che illustra il momento in cui le persone a cui teniamo di più diventano i nostri peggiori nemici (non so a voi, a me succede sempre).
E ci svelano che gli anni ’90, in realtà, non sono mai finiti.
The Lemonheads – Become the enemy (MP3)
[ Il 7 Novembre i Lemonheads saranno all’Estragon per l’unica data italiana]
io ne ho una! una bellissima bottiglia tappata!
Spettacolo la Lemonhead!!! Che buona!
Nell’estate del 96 la regalavano sul lungomare per provare a spingerla commercialmente ma fece poca strada purtroppo.
la dr. pepper non esiste piu’ solo in italia (l’ho bevuta a londra e a tokyo)
Ieri ho beccato, in metro, una tipa che chiedeva l’elemosina con la maglietta delle lemonheads
Felson sei il numero 1… è la prima cosa che ho pensato anche io!! Onore a Guybrush…
era buonissima lemonhead… quando iniziavo a bere i primi alcolici, i miei must erano lemonhead e vodka al melone (che ora solo a pensarci mi vengono i conati, ma di quelli che ti rivoltano come un calzino…)
altro che bacardi breezer…
brr speravo i 90 in realtà non fossero mai cominciati… e non certo per Dando… la sua cover di Live Forever era un pezzo della madonna (mai stato grunge il sottoscritto, britpop sì!)
Ricordo il concerto dei Lemonheads alla Fabbrica di Bologna, nel giugno ’90. A San Siro Rijkaard aveva sputato a Voeller da non più di un’ora, in quella “notte magica”, quando Evan Dando salì sul piccolo palco di via Serlio. Con i capelli lunghi e una maglietta bianca (tipo Grant Hart degli Husker Du) anonima quasi quanto le altre due “teste di limone” che lo accompagnavano, suonò il post-punk di “Hate Your Friends”, “Creator” e “Lick” con un approccio molto meno intenso di quanto mi sarei mai aspettato. A posteriori, posso dire che quella serata fu il presagio di qualcosa che stava cambiando, anche se potevo solo intuire le caratteristiche (positive e negative) che in futuro avrei associato al termine “indie”. In sala, del resto, eravamo in non più di quindici spettatori, apatici e indifferenti. Chissà, forse stavamo ancora pensando alla scena dello sputo.
Peccato. Unica data italiana e la fanno nel posto con l’acustica peggiore del nord Italia…
ho appena trovato qualcosa da fare il 7 novembre
grazie e ciauz
La Lemonhead…quanti ricordi…ma se si va qualche lustro indietro nel tempo non si può non ricordare un’altra bibita che sconvolse per un paio di mesi il mercato e poi svanì nel nulla…la mitica DR. PEPPER…
Carlito
“nuovo mainstream alternativo” è bellissimo.
Io c’ho il cappellino della Lemonhead. Verde con un limone giallo disegnato in fronte. Ma non immaginavo fosse merce rara.
Mdi2
Lemonhead era anche il nome di uno dei temibili cannibali di Monkey Island… chissà quale…
Madonna mia…mi hai scoperto il petrolio!!!…io ero intossicato di lemonhead..potentissima..cioè anche no nel senso che per ubriacarti dovevi berne almeno 6 e il tuo stomaco a quel punto era già una trincea…pensa se la rimettessero in giro in questo momento in cui “il limone” sembra andare tanto di moda…specie dalle parti di Milano..ehm plasticcomani ecc. ecc…..
Evan Dando…lui si che limonava duro…in tutti i sensi..con e senza cucchiaino..ascolterò a sto punto sn anni che nn li sento..
Dariè.
Ve lo fate se i Thousand Millions si fossero chiamati Orangina? :D
l’ho comprato oggi, uno dei pochi cd davvero onesti usciti quest’anno
e per onestà intendo onestà musicale eh
junkiepop