lunedì, 11/09/2006

Ninne nanne per il Bimbo A

Non che la loro qualità abbia ancora bisogno di essere provata; ma se le canzoni dei Radiohead reggono persino in versione ninna nanna, esclusivamente a base di campanellini, vuol dire che sono davvero delle grandi canzoni.

Rockabye Baby! – Airbag (Radiohead lullaby cover) (MP3)
Rockabye Baby! – Knives out (Radiohead lullaby cover) (MP3)

16 Commenti a “Ninne nanne per il Bimbo A”:

  1. utente anonimo ha detto:

    dopo l’elettronica, il reggae, il jazz, i muse, anche i campanellini. è veramente un bizzarro mondo. inkiostro, non sarà mica una operazione di marketing anche questa?

  2. utente anonimo ha detto:

    grazie ink! possono tornarmi utili proprio in questi giorni…. :)

    si chiama giorgia, ha 50 giorni. adorabile.

    dj nepo

  3. utente anonimo ha detto:

    un tempo si giudicava una canzone in base al fatto che potesse essere suonata con la chitarra acustica. Oggi la discriminante sono i campanellini signora mia!!!

    j.mascia

  4. fooosco ha detto:

    e che ne dite delle versioni

    reggae

    hip hop

    vario (dal jazz al soul)

    dei radiohead ?

    ultimamente ne escono molti di tributi del genere.

    Se i rh hanno superato tutto questo (ma c’è anche qualcosa di molto buono, in vero), la tesi di inkiostro funziona, eccome.

  5. utente anonimo ha detto:

    Il disco è geniale…il D.N.A è quello…

    Ma dolcenera è considerata un artista/cantante/qualcosacheriguardailmondodellamusica???

    no…vero?

    OssO

  6. utente anonimo ha detto:

    beh….effettivamente la tesi di inchiostro è abbastanza interesssante…..

    se non teniamo conto del po po ro po po po po derivante da Seven Nation Army dei White Stripes, e delle varie canzoni dei cantautori italiani trasformate in inascoltabili hit dance, geordie su tutti.

  7. inkiostro ha detto:

    Il Luminal d’immenso? Qui.

  8. BimboA ha detto:

    ronf.

    [no bad dreams]

  9. speranzilla ha detto:

    OT: sappi che io ti volevo votare, ho anche scaricato e cominciato a compilare la scheda. ma ci sono troppe categorieeeeeee! perchè mettere voti a caso? dai, basta il pensiero.

  10. fooosco ha detto:

    ho appena “ascoltato” i primi 30 secondi di Il luminal d’immenso….

    e che dire….erano meglio le cover dei gruppi beat italiani degli anni ’60, altroché.

    E poi mi sono dovuto fare due amnesiac per riprendermi..

    ma chiuderei con un “E chisse ne frega”: a buon intenditor, poche parole..

  11. utente anonimo ha detto:

    Eppure mi risulta difficile immaginare una versione più soporifera degli originali..

    (una sagace freddura gentilmente offerta dalla Trentesimo Productions)

    ps. la cover di Dolcenera si intitola “Il Luminal d’Immenso”.

  12. apomorfina ha detto:

    …e se poi queste versioni si ascoltano a 17 secondi di distanza…

  13. Wiseacre ha detto:

    >E’ come dire che se una bella >ragazza cambia 100 mode e sta >sempre bene allora era una vera >gnocca?

    Se un attore rende sempre alla grande a prescindere dal plot e dal personaggio e’ un grande attore, no?

    Se un calciatore gioca sempre alla grande a prescindere dal modulo e dall’allenatore e’ un campione, no?

    Credo che il concetto di Inkiostro possa essere un buon discrimine tra le Canzoni (come concetto assoluto) e le one-hit-wonder (come concetto relativo), quelle che vanno bene solo qui e solo ora.

  14. utente anonimo ha detto:

    certo, c’è la versione di “A wolf at the door” fatta da Dolcenera (che io non ho mai avuto il coraggio di ascoltare, pare si chiami una roba tipo “Mi luminal d’immenso”) che potrebbe smentire – oppure anche confermare, certo – la teoria…

    fdl

  15. fooosco ha detto:

    dipende, certo non è l’unica certezza (se la cover esce pessima non è sempre colpa della canzone originale, pensa alla Creep torturata dai tears for fears).

    Una buona melodia può tuttavia permanere in una cover, confermando appunto la qualità dell’originale (hyperballad versione yeah yeah yeahs, scarnificata ed emozionante).

    Tuttavia esiste anche la kubrickazione (brutto neologismo mio: vale a dire prendi un prodotto di merda, rielaboralo e otterrai un capolavoro, 2001 per dirne uno). E il primo esempio che mi viene in mente, per quanto temo di essere l’unico, è la versione di Mina di Oggi sono io di Alex Britti, che ancora mi fa venire la pelle d’oca…. non so voi…

  16. medo ha detto:

    Allora la tua tesi è che un brano di qualità se viene reinterpretato mantenendo un interesse (o appunto una qualità) allora riconfermi la propria qualità di partenza?

    E’ come dire che se una bella ragazza cambia 100 mode e sta sempre bene allora era una vera gnocca?

    Non so, ma il discorso è interessante. Ad esempio la tua è una legge che non varrebbe per i cibi…