Ehi.
Scusa il ritardo con cui ti rispondo, ma tutte le mie mail cominciano così ultimamente, ormai non so più se ho un vero motivo per dirlo o se è una semplice scelta estetica. Piuttosto trito come vezzo, in ogni caso. Lo so, avevo detto che ti avrei chiamato questo weekend; potrei inventarmi una scusa qualsiasi e non potresti ribattere niente, ma immagino apprezzerai la franchezza, o quantomeno il sottile ricatto morale implicato dal suggerirtelo.
Volevo davvero chiamarti. Venerdì sera ero a Musica nelle valli, faceva un freddo cane e mentre stavo mangiando dello gnocco fritto e bevendo del cabernet cercando di non partecipare a una conversazione che aveva come oggetto Morrissey, ho persino risposto picche a Magenta che mi invitava alle terme; e sai bene che, non facendo che sostenere la mancata corrispondenza tra la mia età anagrafica e la mia inequivocabile senilità esistenziale, non mi sarei mai potuto sottrarre a una proposta così improbabilmente fuori dal tempo.
Il giorno dopo, però, è cambiato tutto. Innanzi tutto mi sono svegliato all’una, dopo una dormita di circa 10 ore -ovvero il doppio esatto della mia media di queste settimane- con il mal di testa da oversleeping e l’umor tetro da giorno di nubi irrisolto. Ho acceso il computer e ho trovato una mail di lavoro e una mail in cui mi si chiedeva di fare una chiacchierata in inglese con un tipo (un’altra cosa improbabile, poi quando ci vediamo ti spiego); col mio inglese letto affronto tranquillamente Finnegan’s wake, ma con quello parlato, ricorderai, sono fermo più o meno a Ze buc is on ze teibol. Non avere il completo controllo delle cose mi riempe di angoscia. E di questi tempi basta poco.
A quel punto, indeciso, ho preso tempo. Ho finito di leggere Rosso Americano e Il giorno in cui il rock è morto (chè da qualche giorno avevo Jpod sulla scrivania, ancora sacralmente avvolto nel sacchetto di Feltrinelli International), ho ascoltato il disco solista di Thom Yorke e un po’ di elettronica asettica e ho capito che non sarei uscito per tutta la giornata. E che non avrei chiamato nessuno. Ho passato la serata col cervello spento a guardare la nuova serie di O.C. e col cervello acceso davanti a quel delirante show di [adult swim] di cui una volta ti avevo parlato. Sono andato a letto presto e ci ho messo circa 3 ore ad addormentarmi.
Sì, lo so che di queste cose non te ne frega niente (e la faccenda, in qualche modo, è anche rassicurante); solo che se non mi perdo nei dettagli, di questo periodo ci rimane ben poco. Non sono uno specialista del perdersi nei dettagli, ma sto imparando piuttosto bene. Prendi questa mail, ad esempio: volevo solo scusarmi e rilanciare per una sera della prossima settimana, se non faccio tardi al lavoro o non piombo di nuovo nel tunnel dell’asocialità, e, ovviamente, se tu puoi . Avrei potuto scrivertelo in una mail di 3 righe, ma mi sono perso da qualche parte tra il punto A e il punto B. Facciamo così: cancello tutto e ricomincio.
io ci vorrei andare, alle terme
Miss Ann Abin
The eraser mi piace molto, come già detto da molti bisogna solo evitare di pensarlo come il nuovo disco dei Radiohead. Cupo, semplice e involuto, Thom Yorke ci piace anche (e soprattutto) così.
Non ci crederai ma il tuo week end assomiglia spaventosamente tanto al mio…
mah…
Nicole Diver
dai, che andrà easy :)
Che ne pensi del disco di Thom Yorke?
Sarò di parte ma lo trovo carino.
Forse un pò monotono a lungo andare. E, ok, sa un pò troppo di “già sentito”. E’ pur vero che ormai dalla triade Yorke/Goldrich/elettronica è stato sviscerato tutto lo sviscerabile, e suppongo che anche i Radiohead se ne siano accorti se hanno deciso di puntare su Spike Stent peri il prossimo album.
come sostengo da mesi, ormai ci si attacca a tutto.
e i dettagli sono primi in classifica.
ugo
altro che Morrissey, altro che Musica nelle Valli…
http://www.heavy.com/heavy.php?videoPath=/content/contagious/flash_video/unicorn&partner=aff10
jules