lunedì, 15/05/2006

I’m just trying to show my best

C’è stato un momento, a metà anni ’90, in cui non vedevo l’ora di averne 25. Andavo ancora a scuola, ma mi ero stufato di quell’ambiente e delle incancrenite e insoddisfacenti dinamiche sociali della vita liceale di provincia. Di lì a poco sarei andato all’università, ma più che quel periodo -che, ora lo so, all’interno di una vita è probabilmente il più denso di stimoli e novità- quello che attendevo era il periodo ancora successivo, gli anni del lavoro, dell’indipendenza, di una concretezza ancora in parte creativa e fancazzista che magari non lascia respiro, ma che difficilmente riesce a cancellare il sorriso dalle labbra. Guardavo con curiosità film come Clerks e Singles e le vite suburbane che dipingevano, e, per gli stessi motivi per cui ora quelle vite mi sembrano pericolosamente simili a dei vicoli ciechi di solitudine e rassegnazione, le trovavo terribilmente affascinanti. E’ esattamente a quel momento, e al mondo del lavoro della suburbia americana di metà anni ’90 proiettato da un tardoadolescente sull’ignoto del proprio futuro, che mi fanno pensare le canzoni dei Mersenne.
I Mersenne faranno grandi cose. Sono un trio con base a Bologna, c
on un’ottima resa live, una manciata di canzoni formidabili e un’identità musicale sorprendentemente matura e ben definita che si colloca da qualche parte tra indierock e pop rotondo. C’è, come forse avrete letto, chi superficialmente li accosta ai Pavement, nonostante di questi ultimi non abbiano nè il cantato afono nè le linee melodiche sghembe, e nonostante queste fossero proprio la cifra stilistica della band di Malkmus. La musica dei Mersenne fa piuttosto pensare al pop da college radio degli anni ’90, a partire dai Weezer per arrivare ai pezzi più tirati e orecchiabili dei Death Cab for Cutie, forse poco originale nel sound (del resto non è mica quello, ciò che viene richiesto al pop) ma con personalità da vendere. Pare che il loro disco d’esordio, ormai in dirittura di arrivo, stia attirando l’attenzione di più di un’etichetta nostrana; e non vedo come sia possibile il contrario: le carte perchè faccia il botto ci sono tutte.
Ascoltare canzoni simili adesso, mentre lotto ogni giorno con una quotidianità
così lontana e così vicina a quella che immaginavo una vita fa, è una strana quadratura del cerchio. In un senso è la riconciliazione con un immaginario disatteso, nell’altro uno sprone a trovarne i motivi di realizzazione anche in una realtà che a prima vista sembra completamente diversa. In entrambi i casi, è un ascolto esaltante. Please let me try.



Mersenne – There’s a place (MP3)

Mersenne – Clerks (EP version) (MP3)

7 Commenti a “I’m just trying to show my best”:

  1. utente anonimo ha detto:

    omamma gli chalets: a torino mi sono sembrati urendamente incapaci di divertire

  2. medo ha detto:

    Ho sentito generazioni di bolognesi parlare dei Mersenne. Ho parlato anche coi Mersenne. Ma, qui metto un “ma”, pure se il fenomeno è giovane se ne parla da troppo tempo con troppa enfasi da parte di tutti e poi insomma vai dal vivo a vederlu/sentirli e sì insomma gli auguriamo una buona carriera, ma faranno al massimo quelle 2000 copie e quelle 50 date in tour; niente di travolgente.

  3. utente anonimo ha detto:

    “all’interno di una vita è probabilmente il più denso di stimoli e novità”

    di colito è così come dici. ed è anche quello in cui conviene incamerare + nozioni possibili, perchè poi non c’è + molto tempo disponibile e vi è il declino della capacità mnemonica

  4. utente anonimo ha detto:

    Dopo il bel concerto di sabato, sottoscrivo ogni parola. Non vedo l’ora d’avere per le mani il nuovo demo. A voler fare la punta ai chiodi, forse si potrebbero asciugare certi pezzi, riducendo il minutaggio, ma sono dettagli. E hanno funzionato anche molto bene come warm up per i divertenti Chalets che, grazie al cielo, non si sono presi molto sul serio.

    ciao,

    e.

  5. manuconta ha detto:

    sul fancazzismo anche Trent(adu)esimo ha trovato un nuovo guru.

    sul piano squisitamente personale, comincio solo ora a mischiarmi con quella marmaglia musicale che ho sempre timidamente guardato da lontano.alla faccia del fuori tempo massimo!indie per cui…

  6. inkiostro ha detto:

    Di Loser non saprei, se passa di qui girerei la domanda a lui stesso. Per quanto riguarda le radio, la ‘mia’ Radio Città Fujiko è in streaming 24 ore al giorno da qui.

  7. utente anonimo ha detto:

    aaah, gli anni dell’università, in effetti i migliori… prima di diventare segretari senza senso e senza tempo. artisti bisogna diventare!

    ink. com’è che non riesco ad ascoltare le vecchie puntate di loser (annate 04 05 ecc.)?

    ho bisogno di radio on line, l’ho già detto… mandatemi link pe’piacere.

    aibbel