L’agonia metaforica di Elizabethtown
L’altra sera ho visto Elizabethtown. Mentre lo guardavo, pensavo che l’unica giustificazione per l’esistenza del suddetto film, nuova fatica di quel Cameron Crowe che finora non ci aveva mai deluso (oddio, Jerry Maguire..), fosse la morte di suo padre, che lui evidentemente intendeva ricordare tramite la metaforica agonia della sceneggiatura lunga due ore messa in scena nel film. La prima parte della mia supposizione è stata confermata dai titoli di coda; la seconda non esattamente, ma voglio pensare di aver ragione. Elizabethtown, una sorta di Garden State senza Zach Braff e senza scene divertenti, e con Ryan Adams al posto degli Shins, è un’opera talmente terrificante che mentre la guardi non vedi l’ora che sia finita per poterne magnificare la tragica bruttezza. Tutto nel film, a partire Orlando Bloom -espressivo come un carciofo, e con un parrucchiere che merita la pena morte- e dal dietologo di Kirsten Dunst (che però a un certo punto indossa una t-shirt dei Low; l’apice del film, praticamente) per arrivare ai terrificanti stereotipi sugli esoticissimi stati del sud, alla miriade di scene assolutamente inconcludenti e a dialoghi neanche al livello di quelli di una fiction di Rete 4, è completamente privo del benchè minimo interesse, e persino delle rassicuranti banalità di genere che quantomeno ne avrebbero giustificato l’esistenza come ‘la solita commedia romantica Hollywoodiana’.
Voglio pensare, però, che non sia Cameron Crowe ad essersi improvvisamente rimbecillito. Si tratta, in realtà, di una gloriosa ode all’insensatezza della vita e una celebrazione della morte del padre del regista tramite la rappresentazione della morte del cinema e, soprattutto, l’agonia della sceneggiatura, che parte senza idee e senza filo e che barcolla vistosamente per tutto il film, fino a esalare l’ultimo respiro a circa mezz’ora dalla fine. Una vera meta-tragedia, insomma; che l’inevitabile rimpianto per i soldi sprecati per il biglietto rende, nella sua mostruosità, praticamente perfetta.
[Ne ha scritto pure Violetta, con un post assolutamente brillante. Ve lo dicevo: è un film così brutto che stimola grandi pezzi di prosa comica]
Vedi che succede, Ink ? Appena uno esprime un giudizio qualitativo, e si azzarda a dire che una cosa a suo modo molto attesa è insoddisfacente, viene subito bollato di cinismo. Bisognerebbe riflettere su questo fenomeno.
(una che ieri sera ha visto Harry Potter e ci si è divertita moltissimo.)
a me invece è piaciuto tantissimo,soprattutto la colonna sonora..non condivido x niente il tuo commento acidognolo,vagamente cinico.
vale
in effetti forse ho esagerato. Ma Zach Braff mi sta simpatico anche se fa delle cagate come quella (la musica era bella però).
un attimo. Un attimo. Quindi secondo te in Garden State c’erano delle scene divertenti?
Che andare al cinema debba essere una fatica poi…
—Si tratta, in realtà, di una gloriosa ode all’insensatezza della vita e una celebrazione della morte del padre del regista tramite la rappresentazione della morte del cinema e, soprattutto, l’agonia della sceneggiatura, che parte senza idee e senza filo e che barcolla vistosamente per tutto il film, fino a esalare l’ultimo respiro a circa mezz’ora dalla fine. Una vera meta-tragedia, insomma; che l’inevitabile rimpianto per i soldi sprecati per il biglietto rende, nella sua mostruosità, praticamente perfetta.—
fortuna che ti ho letto,mi hai fatto passare la voglia di vederlo.pffffiu.tutta pecunia risparmiata :p
_Buongiornomondo: prego. La tua spiegazione mi convince, sono un deciso assertore degli stati di ipersensibilità e della serendipità nell’incappare in risposte a domande mai poste apertamente. Resto convinto che sia un film terribile, ma il de gustibus è come al solito irrinunciabile.
Vedilo
Allora… (non si cominciano le frasi con alloera)
A me Cameron Crowe non è mai piaciuto e in Orlando Bloom vedevo solo un tipo con la coda e le orecchie a punta che faceva impazzire orde di tredicenni. Sono andata a vedere il film da sola e assolutamente controvoglia dopo una giornata massacrante di lavoro solo perchè avevo il biglietto chiedendomi continuamente chi me lo facesse fare.
Potrei dirti che ho apprezzato l’idea della storia d’amore per parlare di un certo tipo di america, potrei dirti che ho apprezzato la descrizione dei paesaggi attraverso la musica o un certo tipo di inquadrature e sono tutte cose che penso, ma c’è dell’altro. Il giorno in cui sono andata a vedere il film avevo deciso, dopo un mese in cui la notte non riuscivo a dormire per colpa del lavoro, di dare le mie dimissioni ed entrare in una sala e sentire uno dopo l’altro come schiaffi in faccia tutti i discorsi sul fallimento come resa o incapacità di reagire è stato una specie di toccasana. Non è il film che ti cambia la vita, nn è un capolavoro, ma è sicuramente un film che mi ha strappato un sorriso e questo ai miei occhi è più importante di tutto quello che si potrebbe dire sui meriti e demeriti del film.
Grazie per avermi chisto il perchè, mi piace un sacco sentirmi chiedere perchè.
:)
Dite tutto quello che volete, ma non toccatemi Kirsten Dunst.
Stento a credere che possa essere così brutto, ma ormai tu e Violetta mi avete convinto senza dubbio a non andare a vederlo. Anche perché Ink, diciamolo, ormai mi fido largamente dei tuoi giudizi.
In compenso mi gusto il piacere di aver letto le vostre magnifiche recensioni. Grazie.
oh cavoli, e io che volevo tanto andarlo a vedere, questo film… adesso cosa faccio?
Miss Ann Abin
Brizio ci haia mica Skype tu? Fondiaomo una comunità di Skypettari Indiettari?
Di film non-brutti ne girano pochi nelle sale: oramai è tutto un mainstream. E il mainstream è democraticamente (sempre) mediocre; poi, ci può piacere: bisogna valutare caso per caso.
Buona camicia a tutti.
Non prendetemi per frocio… ma la Dunst in molti film mi risultava parecchio antipatica. In questo l’ho trovata leziosamente adorabile!
(era un’attimino piu’ umana e calata col culo per terra…)
Ma Manderlay? L’hanno boicottato per paura di insurrezioni suburbane?
Intanto Melissa P. non ce l’avete il coraggio di vederlo, eh ?
(del resto non siete mica Pettinari Tobias)
(Vio)
strano, considerata l’immensa cultura dei distributori nostrani…..
Ramp.
Kirsten Dunst è una delle dieci donne più belle del mondo. Period. Immaginarla con una t-shirt dei Low mi imbarzottisce… :p
Nella sua imperfezione Kirsten Dunst mi piace parecchio.
Rampino, mi sa di no.
Cameron Crowe: Say anything, Non per soldi…ma per amore
Billy Wilder: The Fortune Cookie, Non per soldi…ma per denaro
Il distributore italiano del film di crowe sapeva della idolatria di questo per wilder?
rampino
Ovunque mi s-posti faccio solo dei casini. Sono una frana ç____ç
I film di Cameron Crowe che me lo fanno comunque amare nonostante sti film assurdi sono Almost Famous, Say Anything e Singles (e il loro casting e colonne sonore capolavoro). La maglietta dei Low l’ho notata anche io e ho sorriso.
Su una cosa ti sbagli però: la vera forza del film sono gli zigomi perfetti di Orlando Bloom :-)
Kit
scene di nudo ci sono? almeno le bocce si vedono?
Ok, però adesso sto uscendo, te lo spiego domani. Ciao
i titoli che citi in effetti si salvano
ma vanilla sky e jerry maguire?
la mia impressione è sempre stata che fosse un regista mediocre che ogni tanto ne azzecca una e non il talentuoso che fa una schifezza e poi un capolavoro
perciò non mi sono stupito di ‘sta boiata
rampino
A me e’ piaciuto un casino:
confronta qui.
Degustibus
_Rampino: A me CC è sempre piaciuto, in particolar modo Almost famous, e pure Singles, va (ah, gli anni ’90). Qua invece pare essersi completamente bevuto il cervello.
_Pat: sono d’accordo, quella del finale, se realizzata con meno retorica, non sarebbe stata una cattiva idea. Una specie di ode al nastrone da viaggio. Solo che messa lì e fatta così fa davvero tristezza.
_Neo75: già, forse no.
_Buongiornomondo: Per carità, viva le differenze di punti di vista. Ma mi spieghi perchè ti è piaciuto? Sono curioso.
_Vio: No no, niente Lacuna Inc. Questa è arte, altrochè.
Anche Pettinari Tobias la pensa come te. Al momento sta decidendo se farsi cancellare la memoria dalla Lacuna Inc. o serbare per sempre il ricordo di questo film, a mo’ di severo monito verso se stesso.
Non sono d’accordo. Punti di vista.
Orlando Bloom è appena sopra Ricky Memphis.
O forse no.
Io mi sono alzata e stavo per andare via dal cinema, non fosse che ero curiosa di vedere quanto brutto sarebbe stato il finale. E ti dirò che alla fine è una delle poche cose che si salva, almeno come idea. Però è un film terribile, concordo.
d’accordo sul film, non su c.c., la cui unica opera degna di nota secondo me è il libro conversazioni con billy wilder
ma è evidente che gli insegnamenti del maestro non sono serviti
rampino