lunedì, 24/10/2005

nessun titolo

Buchi neri nel ghiaccio
I palazzi lontani sono in fiamme, e ad ascoltare l’urgenza del ride allarmato di The velvet cell sembra quasi di vederli: enormi palazzi che bruciano in lontananza, mentre nei dintorni tutto è immobile e sospeso. Immobile come la notte dei portici deserti e illuminati male, e come l’eco del suono dei passi di chi li percorre. Sospeso come il ghiaccio che ci si trova spesso a maneggiare con cura, temendo (o aspettando) che si rompa. Immobile e sospeso come vorrebbe essere
Fires in distant buildings di Gravenhurst.
Gravenhurst è il progetto di Nick Talbot, cantautore noir (già: cantautore noir) di Bristol che, come va di moda al momento, incide per la Warp ma non fa elettronica. Dopo un paio di dischi tetri e acustici e un EP che si intitolava programmaticamente Buchi neri nella sabbia, oggi esce
Fires in distant buildings, che segna un deciso allargamento nel sound di Talbot, alternando le ballate folk più o meno usuali a distorsioni impreviste che a volte virano nel pop, a volte nel post e a volte persino nel kraut. Le tinte fosche rimangono, e quando va bene finiscono per andare a parare dalle parti dei Radiohead o dei Wilco, o -per dire- del lato strumentale degli ultimi Massimo Volume (Down river). Un disco che prova ad essere obiettivo e glaciale in modo imperscrutabile e al massimo dolente, ma che si compiace, nel suo palese e ordinatamente complicato eccesso di zelo, di mancare il colpo. E che, così facendo, ne centra un altro.

6 Commenti a “nessun titolo”:

  1. massimoflea ha detto:

    a me non ha colpito più di tanto..de gustibus..

  2. subliminalpop ha detto:

    d’accordo, però ammetterai che rispetto ai lavori precedenti è meno immediato (e non è un fattore nagtivo questo).

  3. inkiostro ha detto:

    _Anonimo: visto, ma è una delle canzoni del disco che mi piace di meno.
    _Subliminalpop: io sono rimasto disorientato forse per mezza canzone; poi mi ha ri-orientato subito.
    _Fio: sacrosanto.

  4. fio ha detto:

    questo disco è meraviglioso. meraviglioso. due settimane che ascolto questo e pochissimo altro.

    in risposta al tuo current mood, i must become the killer.

  5. subliminalpop ha detto:

    all’inizio sono rimasto un po’ disorientato dall’ascolto del nuovo album, ma alla fine il bello (anche perchè segna un passo in là rispetto ai lavori precedenti) sta proprio in queste divagazioni “distorte”.