Mick Harvey said it best
Della variopinta marmaglia di musicisti che negli anni ha accompagnato Nick Cave, con il nome di Boys next door prima, di Birthday Party poi e di Bad Seeds alla fine e tuttora, il mio preferito è sempre stato Mick Harvey. Non una personalità superiore del calibro di Blixa Bargeld (già leader degli Einsturzende Neubauten), non l’istrionico e bravissimo violinista Warren Ellis (già nei Dirty Three), e neppure gli storici Barry Adamson, Hugo Race o Rowland S. Howard (che hanno poi abbandonato il cantautore australiano per intraprendere ottime carriere soliste); il mio preferito è sempre stato il tranquillo Mick Harvey, polistrumentista che non brilla per tecnica o personalità ma che, rimanendo per lo più nell’ombra, è l’unico ad accompagnare Cave fin dagli anni del liceo. Harvey è responsabile del suono che Cave ha avuto negli anni almeno quanto (se non di più di) Cave stesso, e c’è chi dice che senza di lui (che pure ha avuto anch’esso discreti problemi di droga), Nick Cave ci avrebbe lasciato le penne una quindicina di anni fa.
A differenza di quesi tutti gli altri Bad Seeds Mick Harvey non ha alcun progetto collaterale (era nei Crime and city solution, ma sembrano secoli fa), e si è sempre accontentato di dare piccoli apporti a dischi altrui, al più di produrli (Stories from the city, stories from the sea di PJ Harvey -no, non sono parenti-, il misconosciuto capolavoro Sex O’clock di Anita Lane) o al massimo di pubblicare qualche colonna sonora e un paio di (bei) dischi di cover di canzoni di Serge Gainsbourg. Dopo 25 anni di carriera, però, Harvey ha da poco pubblicato One man’s treasure il primo vero disco suo a tutti gli effetti, ancora in buona parte composto di cover (Lee Hazelwood, Tim Buckley, ovviamente Nick Cave) come da copione, ma con un’identità artistica originale e ben delineata. Si tratta di un disco di gran classe (anche se, va detto, non esattamente bellissimo), ‘classico’ nello stile e degli arrangiamenti, con molte buone canzoni e un paio di brani davvero belli.
Tra questi c’è Hank Williams said it best (che trovate qui), cover dell’artista country di Guy Clark, una specie di filastrocca di saggezza popolare che si incolla al cervello e non se ne va più. Sono indeciso se considerare il suo testo come un insieme di banalità o l’inno definitivo al relativismo; so solo che la canticchio da un mese senza poterci fare nulla. Di solito qualcosa vuol dire. Come Mick Harvey, questa volta, qualcosa vuol dire.
Lo sto ascoltando in loop tutto il pomeriggio e credo che non lo fermerò fino al tramonto, grazie delle informazioni, volevo sapere qualcosa in più. Ciao
Già l’abbiamo il gatto. Poi, che cosa consigli? Davvero, mi passano le giornate chiedendomi: “che fare?”
Ma soprattutto “che starà facendo quel/la Peraltro, lui/lei sì che conosce il mondo e sa come godersi la vita”.
Con immutata stima.
ma non avete niente da fare?
prendetevi almeno un gatto!
E vabbè, Fabrì, saranno i soliti pregiudizi sull’amicizia tra un uomo e una donna (aggiungi una sessualona come la Lane) e porbabilmente errori di traduzione di chi l’aveva scritto: “In 1988 Mick helped fellow friend Anita Lane by playing many tracks on her first lp, ‘Dirty Sings’ He would later collaborate with her on both her cd’s, ‘Dirty Pearl’ and ‘Sex O’Clock’. “. Ma non te la prendere ;)
ehm, al momento mi vengono in mente solo donne… :(
ok :-) (se è alto, con le spalle larghe e simpatico, meglio ;-)
Kit
_Fidelio: ho fatto una ricerchina e ho scoperto qui che è sposato con una pittrice chiama Katie Beale. Mai contraddirmi.. :)
_Kit: peccato, probabilmente era bello. Però la prossima volta che hai degli inviti dillo a me e vedrai che qualcuno che li accetta te lo trovo.. :)
vedo ora la tua risposta Ink, peccato. Ma in ogni caso ho dovuto fare straordinari ieri sera (come nelle ultime 2 settimane, argh) quindi niente concerto per me e niente possibilità di passare l’invito.
Kit
Su Anita Lane fidanzata o moglie di Harvey la fonte non é mia ma Rockstar di molti anni fa (direi, ne sono quasi certo…). Ma non insisto.
Stories from the city é davvero il disco piú brutto di PJ Harvey.
mick harvey la leggenda..
Badly Drawn: da queste parti di PJ si è parlato spesso e volentieri, e al 99% chi si sofferma a leggere un post su Mick Harvey sa bene chi è Polly Jean. A latere, peraltro, Stories from the city secondo me è il peggior disco di PJ Harvey. Ma questa è un’altra storia…
Non credo proprio che Anita Lane sia la moglie di Mick Harvey, e neanche che abbiano mai avuto una liason. E’ stata la musa di Nick Cave per quasi una decina di anni (è lei la protagonista di From to eternity, come è noto), dubito che si sia messa con il suo braccio destro. Peraltro lui, a quanto ne so, è sposato con figli, mentre lei è ancora l’irregolare che è sempre stata..
va bene segnalare capolavori sconosciuti, ma perchè non dire che “stories from the city stories from the sea” di p j harvey è uno dei dischi fondamentali degli ultimi tempi? Magari molti non conoscono neanche p j.
…nonché l’ancora piú misconosciuto “Dirty Pearl”, sempre della Lane (sua moglie, o giú di lí, salvo divorzi). Stavo giusto pensando di comprare questo nuovo, perché qui si ama molto Pink Elephants, un po’ meno Intoxicated Man.
se serve ti do al volo il numero di un’amica che -credo- sarebbe ben felice di farsi un concerto aggratis. In caso, scrivimi ASAP.
[e, a prescindere, Mick Harvey merita, non perdertelo]
stasera Mick Harvey a Milano ai magazzini generali, ingresso a inviti. (pensa che non ho nessuno che m’accompagni, e che avevo l’invito me e accompagnatore/ra…frequento troppi pochi appassionati di musica, che palle… :-P )
Kit