INdecePENDEnt days and nights
[Bologna, Parco Nord – 3 e 4 Settembre]
Un po’ di appunti più o meno random sugli highlights del festival del weekend appena concluso.
Stars. Essendo costituzionalmente votato a un realismo pessimista, prevedevo il peggio per la resa live degli autori di uno dei dischi pop dell’anno. Ma per fortuna mi sbagliavo clamorosamente: la band sa stare sul palco in modo meravigliosamente sfasato ed entusiasta, la scaletta è stata perfetta (non è stata ignorata neanche la vecchia e bellissima Elevator Love Song) e la resa ottima. Commovente in più punti, divertente in molti altri, una speranza trascinata dall’istrionico Torquil Campbell e dall’adorabile Amy Milan che si conferma certezza.
[Su Delay-Decay-Attack ci sono altre belle parole e belle foto]
Hot Hot Heat. Tamarri oltre ogni aspettativa, ma pure bravi oltre ogni aspettativa. A fronte di un repertorio con pochi picchi (ma che picchi) e parecchie valli, la band canadese ha fatto un set carichissimo impossibile da non ballare. I suoi membri sono improbabili quanto i loro assoli (uno per strumento!), i loro stivali a punta e il look (e le pose) da Brian May mancato del cantante Steve Bay, un uomo in grado di suonare la tastiera da sopra, sotto o di lato, in spaccata o in salto, il tutto cantando nel suo radiomicrofono tra una capatina giù dal palco e un’arrampicata sull’impalcatura luci. Francamente improponibili, ma francamente una bomba.
Editors. Suonare sul palco grande alle 2 non aiuterebbe nessuno, suonare new wave darkeggiante sotto un sole cocente neanche, e suonare da epigoni di una band di epigoni neppure. Eppure il quartetto inglese ha fatto il suo sporco lavoro, con un set onestissimo che ha bucato la cappa di indifferenza del pubblico, soprattutto con i bei singoli Blood e Munich. Niente per cui strapparsi i capelli, ma i ragazzi ci sanno fare. Ho il sospetto che sentiremo ancora parlare di loro.
Maximo Park. Con un frontman che sembra Mr. Bean in preda a convulsioni e tre pezzi del calibro di Apply some pressure, The coast is always changing e Going missing si può fare quasi qualunque cosa. E la band di Newcastle l’ha fatto, mandando in delirio una insospettabilmente consistente parte del pubblico dell’arena che pareva conoscere tutti i testi a memoria, con notevole sopresa del sottoscritto e degli scribacchini musicali circostanti. Rimane l’impressione di un’ottima performance e la voglia di vederli in un concerto di durata intera in un club (succederà il 16 novembre all’Estragon). Peccato che il concerto successivo ne abbia, a posteriori, un po’ diminuito l’efficacia.
The Futureheads. Altra giovane band inglese, e anche se i generi -pur non troppo distanti- sono diversi, il confronto con i Maximo Park è inevitabile. Sarà che i Futureheads sono stati avvantaggiati dal suonare in un palco più piccolo e al chiuso, sarà che virando spesso su certo nervoso punk e post-punk la dimensione live è esattamente la loro, sarà che sono venuti dopo e non prima; in ogni caso il quartetto inglese mi ha convinto molto di più dei Maximo Park. Tecnica impressionante, melodie vocali elaboratissime eppure perfette, chitarre potenti e la sicurezza sul palco di chi sa che farà strada: un set impressionante. E quando dal cappello tirano fuori un singolone come Decent days and nights siamo dalle parti del capolavoro.
The Bravery. Nella diatriba tra chi ci è e chi ci fa, i Bravery erano quelli più a rischio. Finalmente abbiamo la risposta: i Bravery ci fanno, ma ci fanno dannatamente bene. Il loro look sarà anche irritantemente perfetto e il loro senso dello show decisamente marcato, ma ce ne fossero di band con questa resa live e con pezzi come Human Mistake e Unconditional; alla fine ogni pregiudizio va a farsi benedire e ci si ritrova a ballare senza neanche accorgersene. E si finisce per apprezzare ancora di più la loro spudorata equazione a somma zero che mischia i Duran Duran meno beceri, il nuovo rock inglese franzferdinandeggiante e un tocco di chitarra à la Guns. Non si esce vivi dagli anni ’80, ma ci si esce ballando.
Bad Religion. Sono troppo vecchio per un concerto dei Bad Religion? Probabilmente sì; ma non si è mai troppo vecchi per esorcizzare la propria prima adolescenza al suono di alcuni degli inni che ne hanno fatto da colonna sonora. Non ho retto tutto il concerto (anch’io ho dei limiti, che diamine), ma su 21st Century digital boy e Come join us stava per scapparci il magone. Finale esorcizzante, degna conclusione del weekend.
già si sa enver..già si sa…
ma poi mi fanno solo date oltremanica…ed io devo vederli per la terza volta entro il 2005…è scritto…quindi…
m.
nell’aria anche ep degli Explosions In The Sky…………
Concordo con Enver, tolti i B.B. ovviamente, ma avendoli già visti tre volte non mi hanno spinto alla venuta, ancora stanco per le salite di gradara (ok, urbino è peggio) e preso dagli europei di pallavolo.
Siamo dei tristi e depressi nostalgici. Aspettiamo solo Matt e la massima consolazione e sperare che Bazan si ricordi del passato, di quando eravamo giovani e cantavamo a bassa voce of up and coming monarchs
m.
aspetta.. quali magliette dei futureheads? io mica le ho viste :(
quando, esauriti gli obblighi lavorativi, finalmente sono riuscito ad arrivare alla tenda estragon tutto il loro merchandising era evidentemente già sparito :(
Paso
io già adoro Paul Smith!!!
Anais
era un ‘fai’ impersonale!
Stars a parte, niente di tutto questo è e sarà mai la mia tazzona di cappuccino. Se poi oggi non fai un post sui (dimenticabili) Editors non sei nessuno ;)
_Crash: come accade spesso non siamo d’accordo.. :)
_TheRockSuckers: in effetti il volume del palco principale era scarsino e i suoni tutt’altro che ideali, cosa che in alcuni set si è sentita parecchio. La tenda Estragon invece ha dato il meglio di sè: ti assicuro che di solito è molto, molto peggio. Invece ti dirò, sia sabato che domenica i fonici hanno fatto un lavoro egregio. Sarà che mi sono visto quasi tutti i gruppi che mi interessavano da davanti laterale (davanti alla cassa, esatto), ma non ho notato problemi eccessivi.
Nessuno esprime disprezzo per il sound system? Secondo me faceva veramente cagare. Troppo loffio sul palco principale, strasaturo all’Estragon. Una vergogna!
Kekko: dovevi venire per Social D., loro e i Blood Brothers hanno rubato la scena a tutti tranne che agli ottuagenari Bad Religion. Rock lercio – fighettini cinquanta a zero. E i Blood Brothers sono stati straordinari, anche nel rielaborare alcuni pezzi (specie di Crimes) in maniera insospettatamente efficace. Anche se i pezzi che mi hanno colpito di più sono i tre di “Burn, Piano Island, Burn” che hanno fatto all’inizio. Fra l’altro, i BB dal vivo assomigliano, a tratti, a una versione estremamente raw dei Mars Volta. Bravi anche i meganoidi in versione post, terribili i nuovi QOTSA. Ah, i Bravery mi han fatto cagare (le due stangone davanti a me no, ma è un altro discorso).
_Anonimo: io non li ho visti, peccato. Però ho visto uno dei Blood Brothers che si scatenava abbestia sabato durante il set degli Hot Hot Heat. L’avreste mai detto?
_Marco: ah, è vero. Vedo che sei ancora vivo per raccontarlo, però.. :)
[mi dirai..]
_Kit: l’ho intrasentita durante la transumanza tra i 2 palchi, mi è sembrata moscissima (molto peggio di quanto pensassi); ha fatto un paio di pezzi nuovi che mi sebravano brutti quanto i suoi vecchi, e ha ammazzato un po’ di pezzi degli Skunk Anansie che è decisamente meglio ricordarsi in versione originale. Tendenzialmente da dimenticare.
ma Skin invece com’era? com’è il disco nuovo?
Kit
Esco dal discorso perchè volevo rimporverarti sulle carenze relative agli okkervil river, ma vedo che ci hanno già pensato…:-)
Detto ciò, potevi essere sincero su gradara. Il vero motivo della tua assenza era la presenza di un’altra persona alquanto sadica… Quindi giustifico la tua mancanza. A saperlo prima…
m.
Molto bello vedere bassista e tastierista dei Maximo Park cantare a squarciagola i pezzi dei futureheads…
_Massimo: io in realtà no, non avevo certezze da nessuno dei tre. Non rischiavo di rimanere deluso, in ogni caso..
_Ele: molti torneranno, anche se non so quanto presto. Il merchandising era carissimo, avevo messo gli occhi (come un po’ tutti, del resto) su una bella t-shirt dei Futureheads ma 20 euri non me la sono sentito di lasciarglieli.
[a latere: in modo piuttosto grottesco, vendevano pure le magliette degli (assenti) Ordinary Boys]
_Medo: Si vede che ho scritto sto post tra l’1 di notte e le 8 di mattina, eh? Corretto, cmq.
_Elena: ti dirò, il pezzo di concerto a cui ho assistito non mi è neanche dispiaciuto troppo, li ho trovati molto più ‘melodici’ della volta scorsa. Cmq dopo 4 o 5 pezzi sono andato a mangiare..
_Max: gli ottimisti sperano in un tour insieme ad Death Cab nel 2006, sulla falsariga di quallo americano. Chissà.
_Human Remain: li ho intravisti, ma non sono assolutamente il mio genere e mi hanno stufato quasi subito.
non hai visto anche i Social D? io sarei andato solo per vedere i social D…
ecco, spero con ele. ché se non ritornano gli stars mi arrabbio e almeno un’altra decina di persone con me oltre ai trenta presenti al concerto, sì
ma i blood brothers?
elena :-)
“Sa stare in modo…sfasata” E’ un errore che non mi aspettavo da te!
uffi. mi spiace non esserci stata.
ma.
un po’ spero che torneranno tutti, chi prima chi dopo.
un po’, si sa, io ai concerti ci vengo sostanzialmente per il merchandising, e a quello dovrebbe averci pensato qualcuno in mia vece.
e insomma, diciamo che mi sento in pace con me stessa. :P
mi immaginavo che hot hot heat, maximo park e stars sarebbero stati una garanzia.!