And now I know how Steve Jobs felt
Immagino lo sappiate già: la settimana scorsa è uscito Live at the Earl’s Court, disco dal vivo con cui Morrissey celebra la recente tournèe mondiale che ha seguito l’uscita del suo ultimo disco -uno dei suoi milgiori di sempre- You are the quarry. Il buon Moz suona pezzi nuovi, classici e b-sides in modo sentito ed impeccabile, recuperando anche vari pezzi degli Smiths tra cui la sempreverde How soon is now? e l’arcinota Bigmouth strikes again, che il nostro aggiorna ai tempi nostri coi versi And now I know how joan of arc felt / Now I know how joan of arc felt / As the flames rose to her roman nose / And her iPod started to melt. Ironia da manuale, lo so. Che il fan medio del Mozzer però, non può che trovare irresistibile.
Gli Smiths, peraltro, saranno oggetto di un convegno organizzato la prossima settimana dall’Università di Manchester. Il Guardian ha dedicato alla cosa (e all’inevitabile strascico di polemiche) due lunghi articoli, in cui vengono anche riportati i titoli di alcuni degli interventi dei relatori, di cui uno di un italiano, Pietro Leonardi (…) dell’Università di Roma. E si tratta di titoli splendidi: "Sing me to sleep: the Smiths and the demise of English rock", "Refractory poles: Manchester and London in the Smiths’ imagery", "The theatres of memory or radical chic? The Smiths and early 1960s British kitchen-sink cinema" e il geniale "I didn’t realize you wrote such bloody awful poetry: the performance of words and music in the boy with the thorn in his side". I cultural studies ci fanno un pippa.
Se Morrissey avesse voluto usare una penna anzichè il microfono, sarebbe studiato nelle scuole…preferisco non studiarlo, non voglio privarmi della sua voce
verE
No Antò :).
Ink, il contenuto è chiaramente qui. E’ paro paro la scaletta del tour dello scorso anno (era il concerto nel giorno del suo 45esimo natale), senza nessun sorprendente capovolgimento (ma è un oggetto da possedere, anche per maggiore qualità rispetto ad Hulmerist). Le veri chicche le ha messe nel cd. E anche in questo.. niente da rimproverargli, è un gran signore.
..Morrissey che perde la dentiera mentre saltella su First of the gang to die?
le scene di follia e fanatismo nei confronti di Morrissey ormai sono un topos. c’è qualcosa di più in questo DVD?
..soprattutto tocca ricordare che uscirà il dvd “who put the M in Manchester”: imperdibile, alcune scene sono commozione pura.
Ho recuperato il testo: nel secondo ritornello dice pure ‘Megadrive’. Trooooppo anni ’90…
[ti aspettavo al varco, Antò]
Maledetto Merendero, mi hai fregato sul tempo. Non lo sai che ho firmato l’esclusiva per i commenti sagaci sulla storia di Moz? ;)
(si, era il discman. a memoria, perchè ogni mio lettore, curiosamente, provvede automaticamente a distruggere qualsiasi supporto musicale produca la amabile voce di Brian Molko per più di dieci nanosecondi)
Ooops, è vero, l’avevo rimosso. Chè poi la versione di Bigmouth dei Placebo è stato uno dei primissimi mp3 che io abbia mai scaricato, ormai 7 o 8 (?) anni fa. Anche questo è un segno dei tempi, forse.
ironia da manuale la cui prima stesura spetta però ai Placebo: nella loro cover di “Bigmouth…” (contenuta nell’albo di reinterpretazioni di “The queen is dead” curato da Les Unrockuptibles) già sostituivano il walkman con il discman (se non erro…) quale “segno dei tempi”.