DJ kicks (a true story)
Perchè a un certo punto stavo quasi per dargli un calcio, a quel grosso mixer del ’15-18 con cui mi ero ritrovato ad avere a che fare. E perchè quello dietro al mixer ero io, inopinatamente assunto da amici di amici a mettere i dischi il giorno seguente ad una festa in una villa da paura, in alto tra le colline di un paesino dei dintorni. Di sicuro doveva essere appartenuto a qualche padre che suonava in un gruppo beat, oppure acquistato su La Fiera da un rigattiere di quelli che per 100mila ti svuotano la cantina e possono tenersi quello che trovano; le manopole erano dure e incrostate, i cursori (quelli che c’erano) faticavano a scorrere e si muovevano a scatti, e uno dei collegamenti interni aveva dovuto essere saldato artigianalmente il giorno precedente.
L’impianto di amplificazione non era in condizioni migliori, constando di due vecchie casse di uno stereo collegate alla testata dello stesso e di due amplificatori da chitarra spompati probabilmente dagli esperimenti noise di qualche adolescente inquieto. Il montaggio aveva richiesto un sacco di tempo, e la buona volontà del padrone di casa era più che apprezzabile (quasi commovente), quindi l’unica cosa da fare era rimboccarsi le maniche e vedere cosa si riusciva a fare con un impianto del genere.
Con due lettori cd portatili provvisti di countdown (e già trovarli non è esattamente la cosa più facile del mondo) l’effetto non sarebbe stato troppo maligno, se si escludeva l’impossibilità di sfumare una canzone nell’altra a causa dei vecchi cursori scattosi. E -piccolo dettaglio- l’impossibilità di servirsi di una qualsiasi forma di preascolto a causa della folle ma inevitabile connessione di due casse all’uscita che è normalmente delle cuffie; e i più ferrati tra voi potranno intuire che ciò significa anche che le casse sono comandate da leve diverse e hanno volumi separati, il che vuol dire la necessità di manovrare 5 comandi (due leve, due manopole e un pulsante) contemporanemanente durante ogni missaggio. Sopra le capacità umane.
Poco male, allora: il mixer non si tocca per niente e si usa solo il portatile che monta Traktor; usare il mouse non sarà come avere le leve sotto le dita, ma alla fine il risultato ottenuto non è troppo diverso. Peccato che bisogni fare i conti con la scheda audio di basso rango e con la conseguente necessità di trovare un equilibrio tra un fortissimo ronzìo di fondo (volume computer basso, volume mixer e casse alto) e la completa distorsione del suono (volume computer alto, il resto basso). Un po’ troppe cose a cui pensare, contando la platea inusuale, la conseguente inusualità del repertorio richiesto e -da non sottovalutare- gli svariati chili di porchetta preparati per l’occasione dal festeggiato.
Riuscirà il nostro eroe? Restate sintonizzati, e lo scoprirete.
secondo me è stato il tuo più bel dj set di sempre….
dj nepo.
dai che ci si diverte e ti pagano!
winamp, selezione random e via ;)
Sintonizzato, sintonizzato…
P.S. Ti diletti pure con software musicali? Ogni volta una sorpresa con te… E il lavoro, come va?
Ciao Michele