Of two soft voices, blended in perfection
Io -lo dico sempre- le aspettative le odio: sono il primo passo per le delusioni, e spesso non hanno nulla a che fare con la qualità effettiva di ciò a cui sono rivolte. Ogni tanto, però, quando uno si aspetta poco o nulla, partendo già prevenuto e mettendo in conto di rimanere deluso, può anche succedere di essere deluso sì, ma dalle proprie aspettative. E di trovarsi davanti a una sorpresa, la sopresa della conferma.
Ok, «L’altra volta avevano un repertorio migliore», «Era stato folgorante e ineguagliabile», «E non c’era tutta la gente che li ha sentiti su RadioDeejay e che cerca il tormentone estivo nobile -tipo l’anno scorso i Tribalistas (copyright Colas)-», «E ormai sono separati in casa e dalle interviste pare di intuire un prossimo scioglimento», ma di fronte ai due norvegesi siamo (e siamo sempre stati) dalle parti del clamoroso. Il genere di concerti che è completamente inutile descrivere, perchè se non sei lì, a sentire l’intreccio delle voci e delle chitarre, ad ascoltare i siparietti di Eirik e a ridere per le facce buffe di Erlend, è assolutamente impossibile capire perchè un’esperienza del genere possa essere così straordinaria. Chiaramente, io non ci provo neanche.
[un po’ retorico, lo so, ma cosa ci volete fare, se uno non è retorico davanti a cose così..]
invidia bastarda per le tue orecchie, Franz.
(io ho ricevuto degli sms, a proposito di questo concerto, che voi umani non potete neanche immaginare)
con questo vuoi dirmi che non sarà una delusione se andrò fino a berlino per vederli?
..e tra l’altro, hai visto che bella villa ada? (con tanto di cane sul palco)