La caduta dei Re
Sapevamo che questo momento prima o poi sarebbe arrivato, ma ciò non rende le cose più facili. Andate in questa pagina, date un’occhiata al cast della serata del Festivalbar -registrata ieri a Lignano, e che sarà mandata in onda il 20 Luglio- e mettetevi le mani nei capelli: tra Antonacci, Pelù e Pezzali a cantare in playback sul palco più squallido e paraculo dell’Estate italiana ci sono anche i Kings of Convenience. Non so cosa dire: this is what it is.
a chi toccherà l’anno prossimo? pj harvey? radiohead? postal service?
ognuno ha il diritto di calcare i palcoscenici che più gli aggradano, ça va sans dire, e senza nessun rogo di dischi; non si lamenti poi, però, se l’aver calcato quei palcoscenici diviene fonte di facili (a questo punto giustificate?) equazioni.
non so se i KoC “ce l’abbiano fatta”, come scrive pubblicodimerda: trovo tuttavia sottilmente inquietante pensare che il vero obiettivo di Erlend&socio fosse quello di raggiungere le platee di Tiziano Ferro…quand’anche servisse a vendere quel cd in più!
Ribelliamoci all’idea!
bruciamo i loro dischi in piazza!!!
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Io credo che nessuno si sia indignato o dica che i KoC debbano rifiutarsi di andare al Festivalbar; semplicemente, l’indiesnob dentro ciascuno di noi (o almeno, dentro di me) si ribella all’idea dei due norvegesi che si abbassano al livello della peggiore musica leggera italiana. E’ puramente una questione ideale, che non ha soluzione, e che si ripete pari pari ogni volta che un artista che consideriamo ‘nostro’ diventa famoso al grande pubblico ed è perciò costretto a sottomettersi alle logiche più bieche del mercato. E’ inevitabile, e ci si può fare ben poco. L’aggravante è il livello delle manifestazioni: il Festivalbar e TRL (a cui i nostri parteciperanno domani) non sono esattamente il modo più sobrio ed apprezzabile per fare il proprio ingresso nel mondo della Top Ten (e un sacco di gruppi anche di successo non si sono mai abbassati a quel livello). Detto ciò, in bocca al lupo ai KoC: una canzone decente in più sulle radio commerciali non può che fare bene.
scusate, forse io abito sulle nuvole, ma: va bene l’indiesnobismo, ma non sarebbe migliore un mondo in cui le radio trasmettono pop serio e i cantantucoli italiani non esistono? pensate all’inghilterra, in cui le riviste per teenager sbattevano in copertina i gruppi britpop che in italia erano per quattro iniziati che leggevano rumore. non vi ricordate come era bello il mondo quando radio2 rai (a cavallo tra ’80 e ’90) mandava ancora nel pomeriggio musica pop dignitosa? visto che nessuno manderà mai in radio i sonic youth o will oldham, perché indignarsi se invece i koc o momus una volta tanto ce la fanno?
Lasciando da parte la scelta di presenziare al Festivalbar (non seguo il gruppo, ma se hanno un distributore internazionale non è difficile che la presenza a qualche evento mondano e/o sponsorizzato gli sia stata imposta da contratto), fare una canzone live al Festivalbar è insensato a livello pubblicitario. Il 99% degli spettatori si chiederà perché la versione che cantano non è quella trasmessa in radio, o si lamenterà del live acustico, e non si interesserà più al gruppo. L’1% rimanente che voleva la versione live conosce già i KoC e sicuramente conosce occasioni migliori per sentirli in concerto che una canzone al Festivalbar.
Se invece con la versione da album (che l’utente medio del Festivalbar si aspetta di sentire) riescono ad attirare all’ascolto anche solo uno dei 99 presenti, per loro diventa un vantaggio notevole sia a livello economico (che solo l’artista della domenica può permettersi di ignorare) che di aumento della fan base.
gli Smiths sono andati a SanRemo.
io prima di scagliarmi così decisamente contro un gruppo penserei *anche* a chi gestisce etichette e promozione.
Fabri’, ci vediamo a Villa Ada venerdì? (tiè, pure la rima…)
sono dei venduti!!
bruciamo i loro dischi in piazza!!
questa comunque te la sei tirata…non so se ti ricordi, ma l’avevi previsto gia’ un mesetto fa.
magari live con la base
Forse l’artista non deve essere duro e puro…ma riflettere un attimo (o informarsi, spesso le due cose coincidono) prima di fare cazzate è cosa che esula dall’essere artisti; e secondo me -senza crocifissioni- i KoC stavolta hanno fatto una cazzata bella e buona.
Sí, scusate, qualcun altro ha detto chi é Antonio. Per quanto mi riguarda, pur piacendomi e spesso anche molto, io devo essere anche piú “snob dentro” perché pensare ai KoC al Festivalbar mi fa meno male che pensarci altri miei preferiti. fm
Mah, la versione dal vivo di Misread è piuttosto diversa da quella su disco, non ha il piano nè gli archi, e dubito che abbia senso fare un’apparizione in un contesto simile per poi suonare una versione diversa da quella che va in airplay..
non è detto che canteranno in playback, aspetterei. PL2
Antonio e Fedelio ovviamente hanno ragione, la cosa non è così sconvolgente. Ma saperli nel baraccone mediatico di livello più basso che ci sia in giro fa cmq tristezza. Ed è inutile: noi siamo snob dentro, e vedere la ‘nostra’ musica che trova la via della celebrità nazionalpopolare è sempre un colpo al cuore. Giusto sbagliato che sia, è così.
[Antonio = trentesimoanno.blogspot.com]
Chi è Antonio?
D’accordo con Antonio, forse non sanno nemmeno che cos’é il Festivalbar. Oltre al fatto che non stiamo parlando di un gruppo d’avanguardia estrema: é pop, deve avere i suoi canali. fm
shame. deja vu.
La cosa triste è che per fare Misread bastavano loro due con la chitarra, non vedo il motivo del playback. La puntata non è stata registrata ieri, ma il 10.
Fanno dischi, un prodotto che si suppone vada venduto. E’ il momento buono, vanno su un palco dove centinaia di ragazzine non hanno mai sentito il loro nome a proporre il loro prodotto. Mica vanno a fare una cover delle Vibrazioni. Non ci vedo niente di scandaloso, a meno che, l’artista non debba essere duro, puro e puttanate varie. Ok, ed ora, crocifiggetemi. Con affetto.
e… ma… però…. boh… sono senza parole.
cosa?
la caduta dei re (per la convenienza)……