giovedì, 01/04/2004

Everybody’s got some…

Everybody’s got something to hide except…
Non ricordo chi mi avesse detto che la mostra Il nudo tra ideale e realtà, fino al 9 Maggio alla Galleria d’arte moderna di Bologna, era un grande allestimento; io però non ne sono affatto convinto, e sono rimasto un po’ perfplesso di fronte alle scelte e ai percorsi di questa esposizione. Da amante d’arte ignorante e naif quale mi dolgo di essere, sono poche le cose che mi hanno colpito della mostra, tra cui -però- questa celebre foto di John and Yoko che dal vivo è talmente eccezionale da valere in toto il prezzo del biglietto e gli inutili nudi neoclassici in sovrabbondanza. 

7 Commenti a “Everybody’s got some…”:

  1. Error ha detto:

    Stessa idea. Vista la settimana scorsa. Non è un granchè a mio modesto parere. Anch’io ho passato molto tempo di fronte alle foto. Mi è sembrata un pò raffazzonata per il pretesto un pò enciclopedico che forse ambiva ad avere. No? Ciao

  2. Roisin ha detto:

    sono daccordissimo con te, l’ho vista oggi.. ho passato più tempo davanti alle foto che a tutto il resto, e in questa john è così.. dolce

  3. IRI ha detto:

    Miss, temevo il tuo parere più di tutti. Ora che mi hai dato il beneplacito posso tirare un respiro di sollievo..

  4. inkiostro ha detto:

    Ma, veramente, fin dall’inizio la mostra è stata molto criticata e recensita piuttosto male dai più…quindi mi sa che le perplessità sono più che legittime…

  5. adayinthelife ha detto:

    che senso ha fare una mostra sul nudo? ne proporrò una sulla figura del cavallo nell’arte e un’altra sull’uso del blu.
    bah. no, non ci vado. ecco.

  6. MarinaP ha detto:

    ma non stai esagerando con gli Smiths? Guarda che gli effetti collaterali possono essere molteplici, sorprendenti e non sempre giovano alla salute psichica

  7. utente anonimo ha detto:

    ne aveva parlato anche La Laura tempo fa, e credo fosse un po’ perplessa pure lei. Non so giudicare l’allestimento e il neoclassicismo, però io ero molto contento di rivedere Thomas Ruff.