Non usa la parola sovrastruttura, ma è come se
E con un densissimo e polemicissimo post sulla crisi del disco, Il Blog della domenica scopre le carte e si rivela marxista (forse addirittura maoista). Non posso esimermi dal riportare qui una parte della sua lunghissima dissertazione, che trovo davvero affascinante. In realtà credo di non essere molto d’accordo, ma quando uno espone le sue idee così come fai a non ammirarlo?
Eppure – nonostante la diffusione via internet sia già possibile e praticata – il niente dell’industria musicale continua ad autoalimentarsi con le sue liturgie, imponendosi come una pseudoreligione per convincere il pubblico della sua necessità. La crisi è l’unico suo possibile modo di essere, e l’emergenza la sua unica condizione operativa. Non solo l’industria smercia il suo niente attraverso le strutture che le sono proprie (il management, la pubblicità), ma anche grazie al sostegno degli intellettuali: i quali, invece di proporre una propria idea della musica, accettano esattamente quella mercantile basata sul successo, sul profitto, sulla top ten.
Ed è solo l’inizio… Io invece sono alla fine, tra una settimana consegno poi mi ricovero direttamente in manicomio.
orc… dimenticavo la cosa più importante! carletto è responsabile anche della nefasta politicizzazione della cultura e dell’arte, e molti dei danni attuali (anche nel piccolo mondo della critica musicale) risalgono a lui. voglio dire: perché mai la missione degli intellettuali dovrebbe essere di influire attivamente sulla realtà? E’ una confusione di ruoli pericolosa: e c’è più marxismo in giro ci quanto si creda, almeno da questo punto di vista. vado a prendermi una camomilla… la tua previsione sulla pazzia-da-tesi si sta avverando. max
aiuto! mi vedo costretto a un chiarimento sui massimi sistemi… carletto ha avuto delle ottime intuizioni, e molta roba può essere ancora utile per capire la crisi del capitalismo. da qui a condividere la parte propositiva ce ne passa, come pure a parlare degli “altri mondi possibili” che sono il comodo alibi di chi relega tutte le speranze in chissà quale indefinita utopia, e intanto ragiona uguale agli altri. insomma, non credo che possa esistere una favolosa democrazia “senza crisi”, nè del resto mi sembra desiderabile. scusa per lo sproloquio, se ne riparlerà. ciao :)
maoista? nooooooooooo!