Rivoglio indietro la mia adolescenza
Prima il concerto dei Baustelle e la loro adolescenza mitologica, per definizione non vissuta, già filtrata da un occhio adulto, ora morboso ora malinconico, ma talmente consapevole di giocare con un universo di citazioni da diventare una meta-giovinezza archetipica irreale e per questo iperreale.
Poi il concerto dei Perturbazione, la loro adolescenza quotidiana, che torna a casa tardi senza una scusa, che sente arrivederci e già pensa addio, che rimpiange i giorni sbagliati ma diversi, con gli arpeggi, il violoncello, la timidezza sghemba di Tommaso Cerasuolo e la canzone forse più adolescenziale della storia, quella There is a light that never goes out che celebra l’unico periodo della vita in cui si può desiderare di morire sotto un double-decker bus solo perchè si è in compagnia dell’amata.
Poi ti ricapita tra le mani Microservi -ma non eri più adolescente quando l’hai letto- con tutte quelle riflessioni meravigliosamente couplandiane (come tutti gli anni ti rileggerai uno dei suoi libri in queste vacanze, già lo sai) sul non avere una vita fino a 25 anni, con certe idee zen sullo spendere quegli anni nel perfezionamento di un sè futuro più completo e felice, e ti chiedi cosa sarebbe successo se avessi letto quel libro a 15 anni.
Poi ritorni per le vacanze di Natale nella casa dove sei cresciuto, con i poster ancora lì, i libri che sono sempre gli stessi, le decine di cassette con pessimi gruppi grunge e concerti registrati alla radio, una scatola di scarpe con dentro foto segretissime, una cartellina piena di lettere e biglietti, e tutte le cose al loro posto. Di sotto la mamma cucina i passatelli, c’è l’albero di Natale e il presepe, si parla della messa di mezzanotte, di ex compagni di scuola persi di vista da anni e persino di quella volta che l’ultimo dell’anno aveva nevicato e tu eri andato a una festa a piedi, e (ma questo lo sai solo tu) siccome non ti eri divertito il giorno seguente avevi scritto un racconto pieno di rabbia e frustrazione. Poi senti le previsioni del tempo che dicono che domani nevicherà, e tu lo desideri con una violenza tale, che davvero vorresti tanto risvegliarti domani ed avere 16 anni.
(ma la cosa triste è che hai ragione)
ah ah…
ciao dawson,ma allora è vero che hai aperto un blog??