Essere analogici
Come probabilmente saprete, l’Interazione Uomo-Macchina è la disciplina, a cavallo tra ergonomia, psicologia e informatica , che si occupa di studiare il modo in cui gli esseri umani si rapportano con i computer. Uno degli assiomi su cui si regge la materia è il fatto che sia la macchina a doversi adattare il più possibile all’uomo, e non viceversa: solo gli smanettoni senza speranza preferiscono interfacce complicatissime che necessitano di ore ed ore di studio anche per effettuare azioni banali rispetto alle più intuitive interfacce grafiche odierne.
Sul Guardian, però, c’è un articolo di Dylan Evans che senza una ragione apparente sostiene la tesi inversa, come fece vari anni fa Nicholas Negroponte nel suo celeberrimo e bistrattatissimo Essere digitali. Evans si nasconde dietro fumose affermazioni del tipo solo imparando il liguaggio delle macchine e adattandoci alla loro logica potremmo liberarci dal loro dominio, dimostrando una logica abbastanza insensata.
Dopo aver letto l’articolo, ho pensato che era strano che il Guardian pubblicasse farneticazioni simili; di solito gli artidoli del quotidiano inglese sono una garanzia. Poi ho scoperto che a un libro di Evans, Introducing Evolutionary Psychology, si sono in parte ispirati i fratelli Wachowski per lo stroncatissimo Matrix Revolution, e tutto si è fatto più chiaro.
tirati su il morale: funziona e alla grande
http://liberopops.sourceforge.net/tutorial/index.html