martedì, 04/11/2003

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Non chiederti il motivo
Ieri notte avremo ascoltato Molly degli Sponge almeno 10 volte. Stavamo tornando a casa dopo una cena di quelle che non si dimenticano, e il primo singolo di un gruppo che entrambi ricordavamo a stento era così perfetto in quel momento che il Don’t ask why del ritornello stava assumendo, almeno per me, un significato molto più che emblematico.
Eppure non riuscivamo a capire cosa sussurrasse il cantante immediatamente dopo, e in una situazione del genere non potevamo non saperlo. Abbiamo risentito il pezzo incriminato più e più volte, ho alzato il volume dell’autoradio fino a far gracchiare le casse, eppure niente: quella frase così decisiva non voleva saperne di uscire fuori. Non so tu, ma io l’ho interpretato come un segno: non dovevamo saperlo. Non chiederti il motivo, e non chiederti neanche cosa; se anche ci fosse qualcosa da sapere entrambi preferiamo non saperla.
Ci siamo salutati con la promessa che avrei controllato il testo, e ti avrei fatto sapere. E l’ho fatto; la frase incriminata è Sixteen candles down the drain. Eccolo qua: un compleanno adolescenziale. Come si dice in questi casi, touché.



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