We suck young blog
Durante gli ultimi anni del liceo tenevo una specie di diario. Più che il canonico journal dove scrivere cosa mi succedeva ogni giorno era un vero e proprio zibaldone, dove confluivano riflessioni sui libri che leggevo e i dischi che ascoltavo, mi esprimevo in pretenziose teorie filosofiche, mi lanciavo in spericolati flussi di coscienza ed esercitavo una prosa giovanilistica che col tempo, fortunatamente, ho decisamente abbandonato (potete averne un assaggio qui e qui). In parole povere, un blog su carta*. Conservo quei quaderni gelosamente e ogni tanto, quando sono in vena nostalgica, li sfoglio e ritorno sedicenne, con tutti i pro e i contro del caso.
Se ci fossero stati i blog quando avevo 16 anni, ne avrei avuto assai darkeggiante, molto cinico, pieno di derive nella cultura pop, piuttosto schivo ma anche capace di esaltarsi per un niente. Se invece avessi 16 anni adesso, il mio blog non sarebbe troppo diverso da questo, il blog di un sedicenne che mi linka da un po’ e che leggo spesso, con il sorriso sulle labbra. Mi fa ripensare al me di allora, pur con le enormi differenze date dagli anni che sono passati. Volevo essere più grande, ai tempi, e mi sentivo vecchio per la mia età; probabilmente mi avrebbe fatto piacere sapere che qualcuno, di parecchi anni più grande, leggeva quello che scrivevo. E che gli ricordava se stesso alla mia età.
[* solo qualche mese fa descrivevamo i blog come diari online, mentre ora un diario è diventato un blog su carta. Come cambiano i tempi, signora mia..]