De Andrè Extra
Un paio di giorni fa ne ha parlato persino DoReCiakGulp, l’imbarazzante rubrica di cultura e spettacolo condotta dal Mollicone nazionale all’interno del Tg1, e non capita tanto spesso che l’iniziativa di un periodico di nicchia si conquisti uno spazio all’interno del più visto telegiornale italiano. Questa volta, però, l’attenzione è ben meritata: allegato all’ultimo numero de Il Mucchio Extra, trimestrale d’approfondimento musicale de Il Mucchio, c’è un cd che per idea e contentuto non può non essere lodato ed apprezzato. Si tratta di Non più i cadaveri dei soldati, tributo da parte di molti gruppi italiani, giovani e meno giovani, a quello che è forse stato il più grande cantautore italiano: Fabrizio De Andrè.
Ora: i cantautori non sono esattamente il mio genere, e, pur apprezzandone qualche canzone, non sono mai riuscito ad ascoltare in modo continuativo i vari Guccini, De Gregori, Fossati, Dalla, Vecchioni e compagnia. L’unico che in qualche modo è riuscito a fare breccia è stato De Andrè, i cui testi liricamente e metricamente eccezionali hanno sgretolato il mio muro di disinteresse costringendomi ad inchinarmi davanti al suo straordinario talento. Nonostante ciò non mi capita spesso di ascoltare i suoi dischi -non so bene perchè, forse sono troppo impegnativi e richiedono troppa attenzione, o forse è per la costante impressione che l’universo sonoro sia sempre in secondo piano rispetto alla parola- e l’iniziativa del Mucchio Extra è un buon modo per dedicarsi alla sua sterminata produzione.
Non più i cadaveri dei soldati contiene 18 riletture, per quasi 80 minuti di musica. A farla da padrone gruppi di matrice più o meno apertamente folk, che reinterpretano molto fedelmente le canzoni di Faber, osando poco ma ottenendo buoni risultati (in particolare Un giudice rifatta dalla Bandabardò e Canzone per l’Estate, ad opera dei Mercanti di Liquore). Il cd si fa interessante quando le canzoni di De Andrè capitano nelle mani di musicisti abbastanza lontani dallo stile del cantautore genovese: è il caso degli Afterhours, che consegnano un’intensa versione darkeggiante de La canzone di Marinella, retta su linea di basso legnosa con inaspettate aperture di chitarre e pianoforte. E’ il caso anche di Marco Parente, alle prese con Ho visto Nina volare, che perde in ritmica ma guadagna in eterea (trasparente, verrebbe da dire) evocatività. Notevole anche il blues sporco de La ballata degli Impiccati, ad opera di Cesare Basile, e il quasi-post-rock di Nell’acqua della chiara fontana, che vede la collaborazione dei Gatto Ciliegia contro il Grande freddo con Tommaso Cerasuolo (ma dove ho già sentito questa voce? Inconfondibile, è il cantante dei Perturbazione).
Disco egregio, per un’iniziativa egregia. Chapeau.
[grazie all’A.nonimo per essersi scordato il cd da me]
No, non è lo stesso cd, quello è un tributo live che è stato fatto subito dopo la sua morte, e pubblicato recentemente. Questo un tributo più amatoriale, e proprio per questo assai più bello.
Io ho sentito per caso delle rivisitazioni fatte da Jovannotti, vasco rossi, e altri autori e mi hanno fatto a dir poco vomitare, non stiamo parlando dello stesso CD, vero? Perchè non ho fatto caso a come fosse e sinceramente la performance era così sgradevole da non prendere nemmeno in mano la confezione. A me de andrè piace molto e mi viene il nervoso veder trattata male della bella musica e dei bei testi.
Mssì, sarà un altro CD, non c’è dubbio. E poi gli Afterhours sono molto bravi. Chiedo ai miei amici che vivono in Italia se hanno comperato il CD
potevi comprarlo extra.
è un bel giornale